Re: Il caso Enochian e la "libera scelta" : c'è solo questo?
Inviato: giovedì 13 gennaio 2022, 18:36
Ordunque,
ti segnalo che - qua e là – il tuo post mi pare avere delle incongruenze, forse lo hai scritto di getto e qualche parola t’è rimasta nella tastiera, a me a volte succede purtroppo è difficile accorgersene da soli: la mente di chi scrive tende a completare ciò che manca anche se non c’è…
Dopo di che:
1. ci sono siti che analizzano le performance delle aziende quotate, ma capisci che hanno focus differenti, è un lavoraccio.
2. Torno a ripetertelo: tutto tranne che esigui, non per generosità, ma perché i costi della ricerca hanno oramai grandezze oltre il miliardo di euro per farmaco
2.1 Si può sempre “fare di più” ma, al netto di una aspirazione al meglio bisogna guardare le cose per quello che sono: il driver della medicina è la tecnologia, che permette di comprendere meglio i meccanismi delle patologie e che permette di sviluppare nuovi metodi per aggredirli.
Spesso è questione di tempi: se l’HIV fosse esploso dieci anni prima, probabilmente la strage sarebbe stata ben più terrificante di quella che conosciamo. L’HIV ha incrociato alcune rivoluzioni tecnologiche (prima di tutto l’informatica) che hanno permesso di rendere la ricerca più veloce, più potente, meno costosa e soprattutto globale. Guarda che non sono molte le malattie che hanno trovato trattamenti efficaci in soli quindi anni, per farti un esempio l’epatite C distrugge i fegati dalla notte dei tempi, eppure la sua cura è arrivata solo nel XXI secolo…
Allo stesso tempo, l’HIV, come le centinaia di carcinomi che ci perseguitano, è un virus così sofisticato da eludere le tecnologie del XX secolo.
Ancora una volta però ci sono nuovi salti tecnologi, come gli anticorpi monoclonali e gli mRNA.
Sugli anticorpi monoclonali, come saprai sono una bella idea nata nel 1975… eppure fin dopo il 2000 sono rimasti una “promessa”, poi la tecnologia ha fatto quel salto che ha permesso in pochi anni di ottenere risultati incredibili. Sugli mRNA: ce li hanno infilati su per l’avanbraccio a tutti quanti, ma anche questa è una tecnologia che prima del Covid era usata solo in poche patologie… probabilmente in pochi anni vedremo “vaccini terapeutici” a mRNA per tutto il vaccinabile…
3. Sul capitalismo. Beh, qui ognuno ha il proprio punto di vista. Credo che si tratti di un fenomeno espressione di una naturale inclinazione umana: quella a costruire e migliorare le proprie condizioni. A dispetto di ogni problema, le attuali società in cui capitalismo e liberalismo sociale si fondono in istituzioni democratiche mi paiono il punto più avanzato raggiunto nelle nostre organizzazioni sociali. Le chiacchiere sul fallimento del capitalismo, le sento da quando sono nato, osservo solo che la botta di culo di essere nato in un paese con una economia di mercato e istituzioni liberalsocialiste mi ha permesso cose che in altri regimi, nello stesso lasso di tempo, non mi sarebbero state possibili, compreso il sopravvivere all’HIV.
Infine, purtroppo il mio contagio non è recente, questo significa che non ho più vent’anni e neppure trenta, e che ho dovuto scendere a patti con la realtà.
La realtà, per me, è che sciaguratamente la nostra conoscenza delle cose del mondo e della vita è veramente agli inizi, tutta la tecnologia che inorgoglisce tanto in fondo ha più o meno 50-60 anni, un’inezia, e questo va tenuto presente quando si riflette su molte cose: non è detto che le nostre aspirazioni saranno realizzate durante la nostra esistenza. È frustrante dover ammettere che basta essere “nell’anno sbagliato” (o nel posto sbagliato) per vedere tutto il proprio orizzonte cambiare. È ciò che è successo a chi è morto poco prima dell’alba del trionfo delle nostre terapie antiretrovirali, succede ancora oggi a chi si trova in luoghi dove la sorte di noi sieropositivi è l’ultimo dei problemi (e Dora ci ha spiegato a lungo che per questo non serve andare in Africa, basta prendere un volo per la Russia).
Tutto ciò non cancella gli errori o le scelte ciniche, e qui sono sempre stati evidenziati, ma ci permette di guardare alle cose e alle nostre attese con razionalità, allontanando illusioni e delusioni.
ti segnalo che - qua e là – il tuo post mi pare avere delle incongruenze, forse lo hai scritto di getto e qualche parola t’è rimasta nella tastiera, a me a volte succede purtroppo è difficile accorgersene da soli: la mente di chi scrive tende a completare ciò che manca anche se non c’è…
Dopo di che:
1. ci sono siti che analizzano le performance delle aziende quotate, ma capisci che hanno focus differenti, è un lavoraccio.
2. Torno a ripetertelo: tutto tranne che esigui, non per generosità, ma perché i costi della ricerca hanno oramai grandezze oltre il miliardo di euro per farmaco
2.1 Si può sempre “fare di più” ma, al netto di una aspirazione al meglio bisogna guardare le cose per quello che sono: il driver della medicina è la tecnologia, che permette di comprendere meglio i meccanismi delle patologie e che permette di sviluppare nuovi metodi per aggredirli.
Spesso è questione di tempi: se l’HIV fosse esploso dieci anni prima, probabilmente la strage sarebbe stata ben più terrificante di quella che conosciamo. L’HIV ha incrociato alcune rivoluzioni tecnologiche (prima di tutto l’informatica) che hanno permesso di rendere la ricerca più veloce, più potente, meno costosa e soprattutto globale. Guarda che non sono molte le malattie che hanno trovato trattamenti efficaci in soli quindi anni, per farti un esempio l’epatite C distrugge i fegati dalla notte dei tempi, eppure la sua cura è arrivata solo nel XXI secolo…
Allo stesso tempo, l’HIV, come le centinaia di carcinomi che ci perseguitano, è un virus così sofisticato da eludere le tecnologie del XX secolo.
Ancora una volta però ci sono nuovi salti tecnologi, come gli anticorpi monoclonali e gli mRNA.
Sugli anticorpi monoclonali, come saprai sono una bella idea nata nel 1975… eppure fin dopo il 2000 sono rimasti una “promessa”, poi la tecnologia ha fatto quel salto che ha permesso in pochi anni di ottenere risultati incredibili. Sugli mRNA: ce li hanno infilati su per l’avanbraccio a tutti quanti, ma anche questa è una tecnologia che prima del Covid era usata solo in poche patologie… probabilmente in pochi anni vedremo “vaccini terapeutici” a mRNA per tutto il vaccinabile…
3. Sul capitalismo. Beh, qui ognuno ha il proprio punto di vista. Credo che si tratti di un fenomeno espressione di una naturale inclinazione umana: quella a costruire e migliorare le proprie condizioni. A dispetto di ogni problema, le attuali società in cui capitalismo e liberalismo sociale si fondono in istituzioni democratiche mi paiono il punto più avanzato raggiunto nelle nostre organizzazioni sociali. Le chiacchiere sul fallimento del capitalismo, le sento da quando sono nato, osservo solo che la botta di culo di essere nato in un paese con una economia di mercato e istituzioni liberalsocialiste mi ha permesso cose che in altri regimi, nello stesso lasso di tempo, non mi sarebbero state possibili, compreso il sopravvivere all’HIV.
Infine, purtroppo il mio contagio non è recente, questo significa che non ho più vent’anni e neppure trenta, e che ho dovuto scendere a patti con la realtà.
La realtà, per me, è che sciaguratamente la nostra conoscenza delle cose del mondo e della vita è veramente agli inizi, tutta la tecnologia che inorgoglisce tanto in fondo ha più o meno 50-60 anni, un’inezia, e questo va tenuto presente quando si riflette su molte cose: non è detto che le nostre aspirazioni saranno realizzate durante la nostra esistenza. È frustrante dover ammettere che basta essere “nell’anno sbagliato” (o nel posto sbagliato) per vedere tutto il proprio orizzonte cambiare. È ciò che è successo a chi è morto poco prima dell’alba del trionfo delle nostre terapie antiretrovirali, succede ancora oggi a chi si trova in luoghi dove la sorte di noi sieropositivi è l’ultimo dei problemi (e Dora ci ha spiegato a lungo che per questo non serve andare in Africa, basta prendere un volo per la Russia).
Tutto ciò non cancella gli errori o le scelte ciniche, e qui sono sempre stati evidenziati, ma ci permette di guardare alle cose e alle nostre attese con razionalità, allontanando illusioni e delusioni.