Re: RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGA
Inviato: venerdì 14 giugno 2019, 7:17
(immagini nei post originali)
Jon Cohen ha pubblicato ieri sulle news di Science una interessantissima intervista a Denis Rebrikov, da cui si apprende che l'etica per questo ricercatore è un optional, che può essere tenuto in conto se serve, messo da parte se entra in contrasto con i propri obiettivi:Dora ha scritto: ↑martedì 11 giugno 2019, 6:29Dopo la buriana etica e scientifica sollevata dall'esperimento di He Jiankui con le gemelline cinesi, i cui embrioni sono stati editati con CRISPR per distruggere il gene ccr5 senza avere ben chiare quali potessero essere le conseguenze, la ripetizione dell'esperimento si sposta in Russia.Dora ha scritto: ↑venerdì 19 ottobre 2018, 6:14Biologi russi creano embrioni umani resistenti al virus Hiv - gongola Sputnik ...
BIOLOGISTS HAVE CREATED HUMAN EMBRYOS ARE RESISTANT TO HIV - titola in un inglese zoppicante il Quebeck Times - che copia dal sito propagandistico Russia Beyond e racconta che scienziati di due diversi istituti di ricerca moscoviti hanno perfezionato esperimenti cinesi su ovuli fecondati difettosi, che non potevano essere impiantati in utero, riuscendo - in 5 casi su 8 - a provocare mediante CRISPR la delezione del gene che codifica per il co-recettore CCR5 e così a produrre embrioni che portano la mutazione CCR5Δ32.
E una ricerca così importante dove viene pubblicata? Su Nature, forse? Oppure su Science? No! Cito Sputnik: sulla "rivista scientifica dell'Università Nazionale Russa di Ricerche Mediche". Ahhh!
(Dei gran pasticci combinati dai cinesi lavorando su HIV, CRISPR e embrioni si è occupato Ewen Callaway su Nature News nell'aprile 2016.)
Avanti popolo! Avanti così, ché l'HIV lo sconfiggiamo fin negli embrioni dei russi, così non ci sarà neppure bisogno di dar loro gli antiretrovirali.
L'avevano annunciato i megafoni del regime lo scorso autunno, ma oggi Denis Rebrikov, un biologo molecolare del Centro di ricerca medica nazionale Kulakov di Ostetricia, Ginecologia e Perinatologia di Mosca e ricercatore della Università Nazionale Pirogov, arriva a comunicarlo alla comunità scientifica attraverso Nature, grazie a un articolo di David Cyranoski uscito ieri su Nature News: Russian biologist plans more CRISPR-edited babies.
Rebrikov vuole lavorare su embrioni concepiti da donne con HIV e sostiene di avere perfezionato la tecnica usata da He in modo da minimizzare sia gli effetti off-target, che potrebbero portare a spegnere un gene oncosoppressore e quindi alla proliferazione di tumori, sia gli effetti on-target, nei quali si corregge il gene voluto, ma non nel modo programmato, con risultati imprevedibili (cosa che pare sia avvenuta anche nel caso delle gemelline scaraventate nel mondo da He Jiankui). Sostiene inoltre di essere già riuscito, in un precedente esperimento, a distruggere entrambe le copie del gene ccr5 in più del 50% delle cellule e che, dopo aver pubblicato i risultati nel Bollettino dell'RSMU, la Pirogov Russian National Research Medical University, li metterà online entro un mese o su bioRxiv o in una rivista peer reviewed.
Vista la brutta fine fatta da He Jiankui e infischiandosene della moratoria internazionale sugli esperimenti su linee germinali con CRISPR richiesta da un gran numero di scienziati, Rebrikov sta cercando di pararsi le spalle nei seguenti modi:
- vuole lavorare su donne HIV+ che non hanno un perfetto controllo della viremia mediante una cART standard, così da rendere *utile* il suo esperimento;
- sfruttando il fatto che la legislazione russa sulla riproduzione assistita non fa riferimento esplicito all'editing genetico, sta cercando l'approvazione da parte di tre diverse agenzie governative, compreso il ministero della salute - ma dice di avere così tanta fretta da essere anche pronto a non aspettare che la Russia stabilisca delle regole chiare.
Insomma, in un periodo che può andare fra un mese e due anni Rebrikov vuole partire. Pare che non gli importi essere considerato un secondo He Jiankui e che abbia dichiarato "penso di essere abbastanza pazzo per farlo".
Di pazzi così, a quanto pare, il mondo è pieno. E i Paesi con regimi non democratici e con politiche sanitarie schizofreniche a questi pazzi offrono oceani di possibilità.