AGGIORNAMENTODora ha scritto:
SCHIAFFI IN FACCIA IL PRIMO DICEMBRE
Il I dicembre di quest'anno ricorre un World AIDS Day particolare, perché è il 30° anno in cui si commemorano, in un giorno fissato in tutto il mondo, i morti della pandemia da HIV/AIDS e si rassicurano i vivi, ché la ricerca ha fatto passi inimmaginabili, le terapie funzionano bene addirittura al punto da rendere non infettivo chi le assume con costanza, l'aspettativa di vita di chi si cura è enormemente aumentata e la qualità di vita migliorata, la cura una volta per tutte forse prima o poi arriverà e anche a un vaccino preventivo si lavora alacremente.
Queste le rose e i fiori.
Poi ci sono le spine di uno stigma che si è ridotto ma non al punto da svanire, dell'invecchiamento di una popolazione che presenta qualche problema in più rispetto alla popolazione negativa e che non viene tenuto nel debito conto dalla società nel suo complesso, di un numero delle nuove infezioni che in Italia non è mai chiaro e affidabile, ma se nei Paesi dove la prevenzione è affrontata con mezzi razionali lo si vede crollare, da noi resta comunque inchiodato alla mitica soglia dei "circa 4000", mentre il Piano Nazionale AIDS 2017-2019 deve concludersi in un anno, ma ancora stenta a decollare e il Ministro della Salute sembra in altre faccende affaccendata, al punto che il suo ministero del cambiamento non ha neppure pensato di riciclare qualche vecchia campagna di prevenzione nella settimana dei test che precede la Giornata Mondiale dell'AIDS.
Quando nel 1988 si celebrò il primo World AIDS Day di farmaci efficaci ancora non ce n'erano, i malati morivano ogni giorno, l'epidemia dilagava incontrollata, ma si sapeva già benissimo che a causarla era un virus.
Sono passati 30 anni, ma c'è ancora qualcuno al mondo che non ha recepito queste informazioni e che ha deciso di festeggiare il I dicembre prossimo a modo suo, con una celebrazione del negazionismo dell'HIV/AIDS sposato all'antivaccinismo - un becerume intellettuale e morale che, come abbiamo visto ripetutamente in questo thread, molto spesso si condensa nelle medesime persone, nelle medesime organizzazioni.
È stata infatti organizzata a Fermo, nelle Marche, la presentazione di Fear of the Invisible un vecchio libro di una giornalista inglese, Janine Roberts, che incarna il tipo umano di cui parliamo qui: una persona che è insieme negazionista dell'AIDS e anti-vaccinista, proprio come la più famosa Celia Farber negli Stati Uniti, o come Joan Shenton, il cui Sacrifical Virgins abbiamo visto qualche mese fa come esempio di propaganda no-vaxx finanziata dai negazionisti di Rethinking AIDS: uno di quegli pseudointellettuali che affiancano i teorici negazionisti e che rientrano nella categoria dei praise singers.
Il libro è uscito nel 2008, quindi è un po' vecchiotto per presentarlo oggi come una grande novità, ma i no-vaxx di Fermo non si preoccupano delle sottigliezze e arrivano a promuovere così la loro iniziativa sulla stampa locale (h/t Guido Silvestri):
Di simili iniziative in giro per l'Italia, piccole, locali, abbastanza miserabili, i no-vaxx da un paio d'anni ne prendono molte. In genere ospitano guest star del calibro del negazionista Fabio Franchi o di qualche ex medico radiato per indegnità professionale e manifesta incompetenza.
Non ci sarebbe da stupirsi troppo, dunque.
Ma è bello vedere che subito è nata una reazione contraria e che sabato pomeriggio si terrà un presidio. Spero che chi parteciperà si munisca di pomodori marci e con questi seppellisca i negazionisti-no vaxx.
Quel che disturba sono in particolare due cose di questa iniziativa negazionista: la sede e la data.
La sede è quella della Croce Verde di Fermo - la Croce Verde, mica la bocciofila o il Bar Sport. Interpellati da chi era indignato che fornissero la propria sede per un'iniziativa così apertamente antiscientifica, i gestori della pagina Facebook hanno risposto con una toppa che è peggio del buco, dimostrando di non avere ben chiaro che non esiste un "qualificato contradditorio" con chi nega l'esistenza di HIV e che dare la propria sede ai negazionisti in cambio di soldi (o anche gratis, eh?) significa avallare la loro propaganda omicida.
La data ... beh, è chiaro che è una giornata così particolare che la data non è stata scelta a caso, ma è un deliberato schiaffo in faccia alle persone con HIV e a chi in quel giorno ricorda i propri morti e sostiene i propri cari che con la diagnosi di HIV convivono.
Molto bella la reazione di ANLAIDS Marche, nella lettera del suo presidente, l'immunologo Luca Butini
e molto bello anche l'editoriale che il direttore di La Provincia di Fermo ha dedicato alla sciagurata iniziativa.
Resta però il fatto che di un simile schiaffo nessuno, fra chi si appresta ad affrontare il Primo Dicembre, sentiva il bisogno.
Data la lontananza geografica, non potrò essere a Fermo sabato pomeriggio. Questo post valga come il mio personale pomodoro marcio sulla faccia dei mascalzoni negazionisti-no vaxx.
Forse alla Croce Verde di Fermo non hanno capito fino in fondo le ragioni per cui tante persone si sono indignate a veder concedere la loro sede ai negazionisti/no-vaxx, ma in ogni caso si sono adeguati e hanno cancellato la disponibilità ad ospitare l'evento.
Arrabbiarsi serve.