Africa / Infettivologa MSF / Memory books

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
rita
Messaggi: 133
Iscritto il: venerdì 10 luglio 2020, 13:18
Località: Forlì

Africa / Infettivologa MSF / Memory books

Messaggio da rita » mercoledì 11 gennaio 2023, 14:22

Un'infettivologa del centro infettivi di Ravenna è stata a lavorare in ospedale con MSF in Africa per qualche anno ed è tornata... incuriosita ho cercato di farle domande, niente, lei è molto riservata, Ho trovato però in rete qualche report un po' della sua esperienza...
- - -

https://www.anordestdiche.com/la-pandem ... allafrica/

L’infettivologa Miriam Zanotti è appena tornata dalla Repubblica Centrafricana dove, da metà settembre 2020 ha lavorato per “Medici Senza Frontiere” all’interno di un progetto sull’Aids avanzato in un ospedale pubblico universitario. Si tratta di un progetto di collaborazione in cui i principali attori rimangono i centrafricani: i medici, gli infermieri e la direzione sanitaria dell’ospedale, e in cui MFS è solo di supporto nella presa in carico dei pazienti, nell’applicazione di protocolli per la diagnosi e nella cura e somministrazione dei medicinali.

"Io mi occupo appunto di HIV e la sua incidenza nelle città raggiunge mediamente l’8% della popolazione, quindi si parla di un’infezione ben più presente, diffusa e purtroppo spesso trascurata.
Altre malattie particolarmente importanti qui sono la tubercolosi, la sifilide e la malaria, oltre a diarrea e gastroenteriti. Questi sono i problemi principali del Paese e il Covid passa decisamente in secondo piano come causa di malattia e di morte. Per contro lo Stato ha comunque previsto misure di contenimento del virus, in particolare l’uso di mascherine in ospedale, l’utilizzo del gel idroalcolico e il lavaggio delle mani."

Con l’eccezione dei pazienti HIV, la sanità Centrafricana non è gratis ma a pagamento, compresi i tamponi per valutare la positività dei pazienti. È difficile fare previsioni riguardo al Covid; quello che è certo è che per il momento non viene neanche segnalato un eccesso di mortalità per polmoniti. (Aba Pifferi)

https://www.medicisenzafrontiere.it/new ... alle-cure/

La Repubblica Centrafricana registra la più alta prevalenza di HIV tra i paesi dell’Africa occidentale e centrale, e si trova in una situazione particolarmente critica, alimentata da anni di conflitti e insicurezza, povertà estrema, violenza, grave carenza di strutture e personale sanitario, problemi nella catena di fornitura dei farmaci antiretrovirali e barriere significative alla diagnosi precoce e alla cura delle persone nel paese.

Di fronte a tutto questo, i nostri team hanno favorito la nascita di ‘gruppi antiretrovirali di comunità’ che aiutano a garantire l’accesso alle cure, la continuità di trattamento e il supporto reciproco tra i pazienti.

La RCA è completamente dipendente da finanziamenti esterni insufficienti per la risposta all’HIV.

Pochissime delle strutture sanitarie nel paese offrono test e cure e molte persone che vivono con questo virus devono fare viaggi lunghi, spesso pericolosi, per trovare una clinica in cui siano disponibili i trattamenti. Chi riesce a raggiungere una clinica a volte trova scaffali vuoti invece dei farmaci necessari, e questo rende impossibile una continuità di cura.

In questo ambiente critico, lavoriamo a stretto contatto con il Ministero della Salute e della Popolazione e si impegna con altri attori chiave per supportare l’accesso a diagnosi e cure.

A Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, la prevalenza dell’HIV è doppia rispetto alla media nazionale.

Dalla fine del 2019, siamo l’unica organizzazione a fornire supporto medico gratuito e supporto psicologico ai pazienti in una fase avanzata della malattia che hanno anche coinfezioni da tubercolosi (TB).

È stato implementato anche un sistema di trasferimenti tra l’ospedale e i centri sanitari periferici, che sarà ulteriormente sviluppato nei prossimi mesi.

In un anno dall’inizio del progetto HIV/AIDS presso il Centre Hospitalier Universitaire Communautaire di Bangui, 1.851 pazientisono stati ricoverati per il trattamento dell’HIV, inclusi 558 pazienti con nuova diagnosi.

Fuori Bangui, forniamo cure ai pazienti con HIV avanzato a Paoua, Carnot, Kabo e Batangafo.

Per aiutare ad aumentare l’accesso delle persone alle cure, abbiamo istituito ‘gruppi antiretrovirali di comunità’ a Bambari, Batangafo, Bossangoa, Boguila, Carnot, Kabo, Paoua e Zemio.

In questo sistema, gruppi di pazienti che convivono con l’HIV e in condizioni stabili designano uno dei loro membri per andare a ritirare le scorte di farmaci per i mesi successivi per l’intero gruppo, riducendo i costi di trasporto e il tempo speso nelle consultazioni mediche.

Oltre a rendere il trattamento più accessibile, questi gruppi aiutano anche i pazienti ad autogestirsi e partecipare al trattamento e incoraggiano il sostegno tra pari e l’adesione alle cure, in un paese in cui lo stigma contro le persone che vivono con l’HIV rimane una dura realtà.

I membri di questi gruppi sono i principali sostenitori della prevenzione dell’HIV e hanno dimostrato che un approccio comunitario può essere estremamente efficace.

Aiutano a garantire che i pazienti possano continuare il trattamento anche in circostanze difficili o pericolose, come in RCA, dove picchi di violenza possono rendere rischioso il viaggio.

Questa iniziativa guidata dalla comunità si è rivelata ancora più importante nel contesto del Covid-19, quando l’accesso alle strutture sanitarie è stato ridotto a causa delle misure di prevenzione e controllo per prevenire la diffusione di questo virus.

Entro la fine del 2020, avremo aiutato a creare 276 gruppi di comunità antiretrovirali in RCA, che rappresentano circa 2.300 pazienti.

Un sistema simile è stato istituito in altri paesi africani in cui l’HIV è un problema significativo, tra cui Mozambico, Sud Africa, Zimbabwe e Repubblica Democratica del Congo.

Nel 2019 in CAR, sono state trattate con farmaci antiretrovirali 6.600 persone affette da HIV in strutture sanitarie a cui forniamo supporto. Tuttavia, c’è ancora un lavoro importante da fare per decentralizzare, destigmatizzare e assicurarsi che il test e il trattamento per l’HIV siano gratuiti e accessibili a tutti.

Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nell’ultimo decennio, il sistema sanitario indebolito, esacerbato da anni di violenza, sfollamento e insicurezza, continua a combattere la sua lotta per abbattere le barriere alla risposta all’HIV nel paese.

C’è un urgente bisogno di aumentare gli sforzi – e aumentare gli investimenti – in modo da offrire test e cure per l’HIV gratuite e alla portata di tutti nel paese.
- - - -
https://www.milanofinanza.it/news/repub ... 1520573326

Negli ultimi mesi in Repubblica Centrafricana la situazione umanitaria e di sicurezza è peggiorata rapidamente a causa dei continui scontri postelettorali
tra la coalizione dei gruppi armati e le forze governative supportate da truppe straniere. In un paese già duramente colpito da otto anni di guerra civile, in cui le persone vivono in una situazione di emergenza sanitaria cronica e dove l’aspettativa di vita e il reddito pro-capite sono tra i più bassi al mondo, l’HIV continua a diffondersi ed è una delle principali cause di morte.

Circa 38 milioni di persone nel mondo convivono con l’HIV/AIDS, di cui oltre due terzi nell’Africa subsahariana. La Repubblica Centrafricana è il paese con la più alta prevalenza di HIV nella regione dell’Africa occidentale e centrale (3,6%) e si trova in una situazione drammatica aggravata da povertà estrema, alti livelli di violenza, grave carenza di strutture sanitarie e personale sanitario, problemi nella catena di fornitura dei farmaci antiretrovirali salvavita e barriere alla diagnosi precoce e alla cura delle persone.

I numeri sull’Aids hanno superato la soglia dell’allarme: il 3,6% della popolazione è sieropositivo e tra i decessi si continua a registrare una percentuale elevata di minori. Tra gli under 15, solo il 28% sa di essere affetto dal virus e non più di un quarto riesce ad avere adeguate cure per contrastare il peggioramento delle condizioni di salute. «Su 873 centri di salute presenti nel paese – racconta Miriam Zanotti, responsabile medico MSF del progetto Hiv-Aids in RCA –, solo 333 sono in grado di occuparsi delle donne in gravidanza e tra queste non più del 12% effettua il test per l’HIV. Tra coloro che risultano sieropositive, poche ricevono la terapia antiretrovirale e solo 99 centri in tutto il paese possono prendere in carico i bambini che hanno contratto il virus. Inoltre, il personale medico e infermieristico scarseggia e oggi si contano una decina di pediatri su tutto il territorio nazionale».

Le persone devono fare viaggi lunghi, spesso pericolosi, per trovare una clinica in cui siano disponibili i trattamenti necessari e pochissime sono le strutture sanitarie che offrono diagnosi e cure gratuite. Il test sull’Aids ha un costo spesso inaccessibile per la maggior parte della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno. Così il 30% dei pazienti a cui viene comunicato di essere affetto dal virus non torna nei centri specializzati per seguire il trattamento medico. Nella capitale Bangui, dove la prevalenza dell’HIV è doppia rispetto alla media nazionale, dalla fine del 2019, Medici Senza Frontiere è l’unica organizzazione a fornire supporto medico gratuito e supporto psicologico ai pazienti in una fase avanzata della malattia. «In un paese estremamente povero percorsi diagnostici e sanitari gratuiti per la cura dell›HIV ha avuto una grande forza di richiamo dei pazienti. Inoltre, l’efficacia delle terapie ha avuto un impatto importante nel miglioramento della qualità di vita di persone che devono confrontarsi anche con una forte stigmatizzazione ed emarginazione. Il trend degli accessi al nostro servizio è in continua ascesa e, quindi, ci aspettiamo che si mantenga elevato anche nel corso del 2021».

L’organizzazione medico umanitaria ha istituito anche gruppi comunitari di sostegno medico al di fuori della capitale per garantire una capillare distribuzione di farmaci antiretrovirali in altre zone periferiche. «La qualità del nostro lavoro è molto apprezzata dai pazienti. Ricordo ancora le parole di una donna che durante la sua degenza mi aveva ringraziato proprio per avere ricevuto non solo le cure, ma anche lenzuola pulite o una zanzariera di protezione. In quel momento ho rivolto un pensiero e un profondo grazie alle tantissime persone sconosciute che hanno sostenuto MSF con la fiducia che quanto avevano donato sarebbe andato a buon fine», conclude la dottoressa Zanotti.
Ultima modifica di rita il martedì 12 marzo 2024, 8:43, modificato 5 volte in totale.



Puzzle
Messaggi: 1204
Iscritto il: sabato 4 giugno 2011, 11:28
Località: Udine

Re: Africa / Infettivologa MSF / Memory books

Messaggio da Puzzle » mercoledì 11 gennaio 2023, 15:57

A me ciò che fa arrabbiare è la denigrazione (se non in alcuni casi criminalizzazione) nei confronti di queste ONG da una certa parte politica, una propaganda che entra nella mente delle masse, mettendo a rischio anche le donazioni. (La loro indipendenza è dovuta soprattutto al fatto che vivono di donazioni). Medecins Sans Frontieres in particolare è una potenza sanitaria di volontariato e meriterebbe molto più rispetto. In Africa sono in prima linea non solo con il covid o l'hiv, lo sono stati con la crisi di colera nella RDC di pochi anni fa, e tutte le crisi di ebola, senza contare la perenne malaria. Sono attivi in 80 Paesi nel mondo, compresa l'Ucraina, ma anche Russia e Bielorussia. In Italia suppliscono all'inadeguatezza dello Stato, soprattutto nei campi profughi e i braccianti che lavorano nei campi senza alcuna tutela, con assistenza medica e contrasto al covid. E pure nelle carceri italiane.

Nel 1984, quando mi si gonfiarono i linfonodi, mi rivolsi subito al centro medico dell'ambasciata francese (in ogni ambasciata francese c'è (c'era) un ambulatorio gestito da un giovane medico che presta servizio civile). Non trovò nulla (l'aids all'epoca era sconosciuto, soprattutto nelle zone di provenienza). Ero estremamente diffidente nei confronti dell'allora ospedale di Kigali, non c'erano le basilari norme di igiene e troppi ne erano usciti con l'epatite C, così un amico (che viveva lì da tanto) mi portò nella brousse (era più foresta che boscaglia) dove operava un ospedale di Medecins Sans Frontieres, marito e moglie olandesi e un francese, tutti medici. Lì ho visto le difficili condizioni in cui lavoravano, ma sempre nel rispetto del Giuramento di Ippocrate e nel massimo possibile di igiene.

E per ospedale intendo tre o quattro prefabbricati (non ricordo) tipo cantiere, con un laboratorio attrezzato, e una miriade di persone sedute che aspettavano. Alcuni avevano fatto decine di km (a piedi) per arrivare fino lì. (Le statistiche, anni fa davano nell'Africa sub sahariana un medico ogni 50.000 ab. (Spero la situazione sia migliorata). Quei medici operavano in un posto fuori dal mondo, e se ricevevano materiale sanitario e farmaci, significa che già allora Medecins Sans Frontieres era ben organizzata. Gli stranieri pagavano il ticket, un'inezia, qualcosa come 20/50 centesimi attuali. Mi cercarono di tutto, accuratamente, dalla malaria alle più "comuni" malattie infettive del luogo (e ce ne sono diverse), ma il test Elisa non era ancora arrivato.



rita
Messaggi: 133
Iscritto il: venerdì 10 luglio 2020, 13:18
Località: Forlì

Re: Africa / Infettivologa MSF / Memory books

Messaggio da rita » giovedì 12 gennaio 2023, 11:42

@Puzzle. Epico il tuo report africano ai "primordi", molto interessante. ;-)

"Memory books africa aids e scrittore di gialli svedese"

Cosa ci fa uno scrittore svedese famoso di gialli in Africa? Perché si interessa di HIV/AIDS? in che modo si è inventato l'opportunità per fare qualcosa, per favorire accesso ai farmaci (negli anni 1995-2000 quando da noi c'erano già farmaci)?
Un altro libro mi parla tra quelli che trovo per caso nelle "free library". Scopro che a scriverlo è uno scrittore famoso svedese di gialli, a me sconosciuto.
Ha a che fare con quella parte di questa infezione che tengo sotto chiave, sepolta sta una barriera spessa, perché è troppo "pesante" e dolorosa.
Si tratta di Henning Mankell. Scopro che avevo un altro libro in casa regalatomi, mai letto ("i cani di Riga").
Il libro trovato per caso parla del progetto "Memory books" in Africa, Uganda. "Muoio ma il mio ricordo vive". Si tratta di libretti lasciati da persone ai propri figli, persone che hanno incontrato nostro stesso coinquilino in zona del pianeta senza farmaci antiretrovirali, hanno dovuto farsene una ragione ed essere lungimiranti per cercare di lasciare a figli il più possibile di loro, pensieri della loro vita che possono essere utili ai loro figli, un piccolo tesoro, come un libro di foto ricordo però fatto di pensieri. Mankell è riuscito a farsi pubblicare un libro sui Memory books da Marsilio, un editorie che pubblicava già molti suoi gialli.
Ovviamente l'impatto emotivo è forte, toccante.
Ora ho nostalgia di quella scrittura, sto leggendo i "Cani di Riga", pur non amando i gialli, i fatti di cronaca cruenti assassini, ma mi piace molto la sua scrittura, è come un dialogo con caro amico, una seduta dallo psicanalista, un ragionamento di logica, una panoramica di storia contemporanea etc etc ... . Insomma ho già tutti i sintomi da dipendenza da libri di H. M.!

"sembra impossible finché non viene fatto". (Nelson Mandela)

http://www.caffeeuropa.it/cultura/290mankell.html

https://www.claudialandini.it/intervist ... g-mankell/



Rispondi