Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

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Eilan
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Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Eilan » giovedì 5 luglio 2012, 18:27

IL CAPITALISMO GENTILE “UN MODELLO DI CONVIVENZA CIVILE CONTRO L’ARROGANZA”

FONTE: FEDERICO RAMPINI - LA REPUBBLICA | 04 LUGLIO 2012

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Parla Jeffrey D. Sachs tra gli economisti più celebri del mondo, mentre in Italia viene pubblicato il suo nuovo saggio che propone una terapia per uscire dalla crisi

«Stiamo vivendo sotto gli effetti di un tracollo finanziario, ma la crisi finanziaria è solo una parte di un problema più vasto: le dinamiche sociali legate alla globalizzazione. Quel che sta accadendo nell’eurozona non si capisce altrimenti: come gli Stati Uniti, molte nazioni europee non hanno affrontato la dimensione sociale della globalizzazione; i ricchi si sono dissociati, abbandonando il resto della società al suo destino ». Jeffrey Sachs è uno degli economisti più celebri nel mondo. Docente alla Columbia University di New York dove dirige lo Earth Institute, in passato Sachs ha esercitato la sua analisi e la sua verve polemica soprattutto contro due bersagli: il fallimento delle tradizionali politiche di aiuto allo sviluppo; e la distruzione dell’ambiente. Nel suo ultimo libro, Il prezzo della civiltà, che esce in Italia da Codice Edizioni, il tema è ancora più vicino a noi: è la nostra crisi, le cause, la terapia per uscirne. Il titolo si riferisce alle tasse: quasi parafrasando la definizione che ne diede Tomaso Padoa-Schioppa, Sachs vede nelle imposte il prezzo da pagare per la costruzione di una società solidale, un patto sociale inclusivo, un modo civile di convivere. In questa intervista, Sachs mi spiega anche perché la sua analisi rivaluta proprio il modello sociale europeo, nella sua versione più riuscita.


- Il mondo intero guarda all’eurozona come all’epicentro della nuova crisi. Per lei invece è solo un capitolo di una vicenda generale?

«La crisi europea è la manifestazione finale degli effetti patologici della deregulation finanziaria, che ha esaltato la mobilità dei capitali, ha ingigantito il potere delle banche nei nostri sistemi politici, ha portato a bolle speculative, bolle immobiliari, accumulazione di debiti. Tutti i paesi sviluppati sono coinvolti: Stati Uniti, Europa, Giappone. Il punto di partenza comune risale a 25 anni fa, all’ascesa della Cina nell’economia globale, al modo in cui questo fenomeno è stato gestito politicamente, alle sue conseguenze sociali: un aumento delle diseguaglianze, l’impoverimento dei lavoratori e del ceto medio. Questa evoluzione del capitalismo contemporaneo ha indebolito le democrazie, il peso del denaro nella politica è aumentato a dismisura: l’Italia di Silvio Berlusconi è stata un esempio estremo, ma anche l’America soffre di un problema analogo».

- Nel suo libro infatti lei non si occupa solo di economia, ma invoca la costruzione di una “società consapevole”. Più del capitale finanziario le interessa il capitale sociale, in particolare le “virtù civiche”. E alla fine il modello che le piace di più, lo trova proprio nella vecchia Europa?

«C’è una parte dell’Europa che sta andando bene, è la Scandinavia. Io sono un socialdemocratico, ammiro il modo in cui i paesi nordici affrontano questa crisi. Non cercano di risolvere tutto attraverso i tagli alle spese sociali. Hanno trovato un felice equilibrio tra un modello industriale fondato sulle produzioni di alta qualità, le tecnologie avanzate, insieme con un notevole livello di investimenti pubblici a favore della scuola e delle politiche familiari. Sono paesi che non voltano le spalle ai poveri».

- Ciò che lei dice della Scandinavia è un tabù qui negli Stati Uniti, dove in piena campagna elettorale la destra demobancari nizza ogni intervento pubblico, e perfino i democratici non si sentono di sfidare apertamente l’atmosfera anti-Stato.

«La retorica dominante nel discorso politico americano indica come unica soluzione della crisi i tagli alla spesa pubblica. Ma un’analisi seria dei paesi che hanno i migliori risultati a livello internazionale, ci rivela che sono quelli che investono di più in favore dei giovani. Qui a New York i ristoranti di lusso sono pieni, si respira l’atmosfera di un nuovo boom, la vita per chi sta ai vertici è un party, non c’è mai stato così tanto denaro in circolazione, e il candidato repubblicano Mitt Romney può impunemente dare la scalata alla Casa Bianca pur essendo un multi-milionario coi conti offshore. Anche in Italia avete conosciuto un’era di connubio tra politica e denaro. Paesi come Stati Uniti e Italia non hanno fatto nulla per affrontare le dislocazioni e i traumi della globalizzazione. Il problema lo affrontano correttamente quelle socialdemocrazie dove ad ogni bambino che nasce, si cerca di garantire un percorso di opportunità: servizi sociali alla famiglia, scuole pubbliche di qualità, assistenza sanitaria».

Il paradosso dell’eurozona, però, è un paese come la Germania che in casa sua ha un modello sociale avanzato, ma sta imponendo ad altri delle politiche di austerity che impoveriscono il Welfare.

«È lo stesso errore che viene commesso qui negli Stati Uniti: basta ascoltare gli attacchi della destra contro la riforma sanitaria di Barack Obama, che sono perfino rinvigoriti dopo la sentenza della Corte suprema. La destra americana continua a ripetere che l’unica soluzione è meno Stato, più mercato. Mentre le migliori socialdemocrazie europee dimostrano che lo Stato eroga servizi – per esempio per la salute – in modo meno costoso e più efficiente del settore privato. Sta di fatto che, per l’effetto dell’ideologia o di interessi costituiti, la crisi sta conducendo molti governi ad abbandonare i più deboli al loro destino».

Nel Prezzo della civiltà lei si occupa della radice politica di questi mali. Pur essendo un economista, lei vede le cause altrove: nella politica, nell’erosione delle virtù civiche. Perfino nell’ambiente universitario.

«Il degrado viene dai vertici. In 25 anni di docenza universitaria ho visto un peggioramento etico anche nelle grandi facoltà di élite degli Stati Uniti: il potere delle grandi imprese ha fiaccato il senso etico tra molti professori. Ovunque vediamo un’epidemia di comportamenti criminali e corrotti ai vertici del capitalismo. Gli scandali bancari non sono delle eccezioni né degli errori, sono il frutto di frodi sistemiche, di un’avidità e di un’arroganza sempre più diffuse. Anche in Europa ormai le banche contano più dei governi. Nel mondo s’impongono i metodi cinici alla Rupert Murdoch. Non è una decadenza generalizzata della società civile, è un fenomeno che riguarda prevalentemente le élite, sono loro ad avere un senso del privilegio, dei diritti acquisiti. Voi avete Berlusconi, in altre nazioni il connubio avviene in modo indiretto; il risultato però è sempre di creare nel pubblico un rumore di fondo, confusione e distrazione dai problemi veri».

Come può reagire la società civile? Lei ne ha avuto un assaggio di recente partecipando al vertice di Rio sull’ambiente, nel ventennale del primo summit?

«L’esperienza che ho avuto a Rio è illuminante. Rispetto al 1992, lo stato dell’ambiente è peggiorato. Eppure l’impegno dei governi si è affievolito: a questo vertice di Rio nessuno dei grandi leader è venuto. In compenso c’è stata una straordinaria attenzione e partecipazione della società civile, degli scienziati, delle ong. I politici sono controllati da poteri forti, mentre l’opinione pubblica è molto più consapevole di vent’anni fa. È il fallimento della politica, quello che m’induce a cercare altrove delle forme d’azione diverse. Quando apparve il movimento Occupy, lo vidi come un segnale premonitore: anche agli albori del New Deal, il cambiamento ebbe origine al di fuori dei partiti tradizionali».

HTTP://WWW.DIRITTIGLOBALI.IT/HOME/CATEG ... GANZA.HTML



certo che se per Europa si intende solo la Scandinavia e affini ci rimane ben poco. NdM



Tarek
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Tarek » giovedì 5 luglio 2012, 19:07

«C’è una parte dell’Europa che sta andando bene, è la Scandinavia. Io sono un socialdemocratico, ammiro il modo in cui i paesi nordici affrontano questa crisi. Non cercano di risolvere tutto attraverso i tagli alle spese sociali. Hanno trovato un felice equilibrio tra un modello industriale fondato sulle produzioni di alta qualità, le tecnologie avanzate, insieme con un notevole livello di investimenti pubblici a favore della scuola e delle politiche familiari. Sono paesi che non voltano le spalle ai poveri».
è da decenni che funziona e se non fosse stato per il clima sarei emigrato là
I politici sono controllati da poteri forti, mentre l’opinione pubblica è molto più consapevole di vent’anni fa
ma anche di trenta anni fa solo che se non c'é la Politica Noi siamo inutili



skydrake
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da skydrake » giovedì 5 luglio 2012, 21:47

flavio ha scritto:
«C’è una parte dell’Europa che sta andando bene, è la Scandinavia.
...e non a caso da quelle parti le percentuali di suicidio sono dal doppio al triplo più alte rispetto all'Italia:
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=9a000e9d337c283
Che sia la necessità di dover credere qualcosa e combattere per essa?
O il tempo? Del resto il detentore mondiale del record di suicidi è la Russia. Ha superato persino Giappone, Svizzera e Corea del Sud



Tarek
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Tarek » giovedì 5 luglio 2012, 23:32

Sì però la statistica non è una scienza attendibile anche perché ci sono tanti fattori da tenere presente. In Brasile i suicidi sono meno che in Italia ma la violenza è più cruenta perciò: un ubriaco pestato a morte è conteggiato nei suicidi? In scandinavia uno beve fino a suicidarsi.In Brasile uno Beve ma viene assassinato per furto. Ecco che in scandinavia l'ubriaco è un suicida e in Brasile, invece, è una morte violenta.

Il fattore clima non sembra determinante nei suicidi: Guyana, Suriname e Sry Lanka hanno indici alti di suicidio e sono Paesi tropicali

La Lituania con 61,3 suicidi x 100mila persone si colloca in cima alla classifica.

Poi i dati sono forniti in anni diversi (l'Italia quest'anno raggiungerá la Scandinavia) e so che molti Stati come il Giappone e la Svizzera cercano di occultare i propri morti suicidi (non ho trovato la Corea del Sud a cui ti riferisci)



stealthy
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da stealthy » venerdì 6 luglio 2012, 0:07

Jeffrey D. Sachs ha scritto:[...]
«L’esperienza che ho avuto a Rio è illuminante. Rispetto al 1992, lo stato dell’ambiente è peggiorato. Eppure l’impegno dei governi si è affievolito: a questo vertice di Rio nessuno dei grandi leader è venuto. In compenso c’è stata una straordinaria attenzione e partecipazione della società civile, degli scienziati, delle ong. I politici sono controllati da poteri forti, mentre l’opinione pubblica è molto più consapevole di vent’anni fa. È il fallimento della politica, quello che m’induce a cercare altrove delle forme d’azione diverse. Quando apparve il movimento Occupy, lo vidi come un segnale premonitore: anche agli albori del New Deal, il cambiamento ebbe origine al di fuori dei partiti tradizionali».
Un'altro illuminato è venuto a ripropinarci la nuova battaglia del XXI° secolo, quella umanitaria ed ecologica. Non ci bastavano le battaglie terzomondiste, degli opressi etc., mancava solo quella ecologica.



Eilan
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Eilan » venerdì 6 luglio 2012, 6:28

Quello che sicuramente manca ai nostri politici e tecnici è un'alternativa alla scure sui tagli, io non credo che rendere le persone più povere e lasciare le ricchezze di un paese in mano a pochi o privatizzare a spron battuto sia una carta vincente, per tanti aspetti che ora non ho tempo di spiegare, però Stea ti dico una cosa, dopo l'esperienza traumatica del terremoto mi sto convincendo sempre di più che l'uomo è in parte responsabile anche di quello che è accaduto. Vedi il sentore che il fracking cioè che le perforazioni per l'estrazione degli idrocarburi abbiano contribuito a rendere la nostra zona più sismica viene dal popolino perchè l'asse territoriale è quella, anche il terremoto avvenuto in mare al largo di Ravenna dove ci sono le piattaforme me l'ha rafforzato, e non credo sia privo di qualche fondamento,per cui sto cominciando seriamente a pensare che non siano tutte cazzate e che serva una politica e una gestione del territorio che tenga conto anche di questi aspetti, e non sono l'unica a pensarla così, visto che pure il Presidente della regione E.R. ha chiesto di indagare sui possibili legami tra estrazioni e sisma.

http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 4787.shtml

E comunque ora come ora, in questo decadentismo politico, forse la difesa dell'ambiente è quella che ha più senso e una forte priorità secondo me, poi sono d'accordo su certi atteggiamenti un po' troppo oltranzisti di alcuni attivisti e leader di movimenti che sono al quanto snob per non dire altro, ma così non andiamo avanti per molto se non teniamo conto che ci devono essere dei limiti allo sviluppo e alla crescita.



Tarek
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Tarek » venerdì 6 luglio 2012, 19:51

il Presidente della regione E.R. ha chiesto di indagare sui possibili legami tra estrazioni e sisma.
Un'indagine di quel tipo non porta assolutamente a niente. Solo soldi spesi per i ricercatori. Non è una novitá che dove si estraggono materie prime rimangono dei vacui e perciò le conseguenze di terremoti come di tsunami sono note agli scienziati da tempo.
L'espressione "difendere l'ambiente" non ha più senso quando non c'é più niente da difendere ; poi ci sono saggi che ci mostrano quanto la natura si coalizzi con l'inquinamento o il suo sfruttamento. Bisogna servirsi della natura per migliorarci



Puzzle
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da Puzzle » sabato 7 luglio 2012, 12:34

Melisanda ha scritto: dopo l'esperienza traumatica del terremoto mi sto convincendo sempre di più che l'uomo è in parte responsabile anche di quello che è accaduto. Vedi il sentore che il fracking cioè che le perforazioni per l'estrazione degli idrocarburi abbiano contribuito a rendere la nostra zona più sismica viene dal popolino perchè l'asse territoriale è quella, anche il terremoto avvenuto in mare al largo di Ravenna dove ci sono le piattaforme me l'ha rafforzato, e non credo sia privo di qualche fondamento,per cui sto cominciando seriamente a pensare che non siano tutte cazzate e che serva una politica e una gestione del territorio che tenga conto anche di questi aspetti, e non sono l'unica a pensarla così, visto che pure il Presidente della regione E.R. ha chiesto di indagare sui possibili legami tra estrazioni e sisma.
Personalmente sulla "teoria" del fracking mantengo molti dubbi. Mi sembra il voler trovare una colpa a qualcuno o qualcosa nei confronti di un inevitabile fenomeno naturale (fosse vera l'Arabia Saudita e il Texas sarebbero zone sismiche e non lo sono, inoltre l'Emilia ha avuto diversi terremoti nel passato pre-petrolio). Ho più certezze da ciò che spiega scientificamente la geologia sulla placca africana che spinge contro la placca euroasiatica e l'Italia, per la sua conformazione geografica, che si trova incuneata nel mezzo, accumula dell'energia cinetica che da qualche parte viene rilasciata attraverso i terremoti. Per cui tutto il territorio nazionale avrebbe dovuto essere considerato a rischio sismico da sempre, Emilia compresa (non solo dal 2003). Come lo è il Giappone e come lo è l'intera California. La responsabilità dell'uomo in Italia è da ricercarsi nella carenza di un certo tipo di prevenzione scientifica e non in strane teorie che (a mio parere) rasentano le leggende metropolitane. La consapevolezza civica passa anche da questo.



isabeau
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Re: Il capitalismo ''gentile'' (o è un'illusione?)

Messaggio da isabeau » sabato 7 luglio 2012, 18:27

Melisanda ha scritto:Quello che sicuramente manca ai nostri politici e tecnici è un'alternativa alla scure sui tagli, io non credo che rendere le persone più povere e lasciare le ricchezze di un paese in mano a pochi o privatizzare a spron battuto sia una carta vincente, per tanti aspetti che ora non ho tempo di spiegare, però Stea ti dico una cosa, dopo l'esperienza traumatica del terremoto mi sto convincendo sempre di più che l'uomo è in parte responsabile anche di quello che è accaduto. Vedi il sentore che il fracking cioè che le perforazioni per l'estrazione degli idrocarburi abbiano contribuito a rendere la nostra zona più sismica viene dal popolino perchè l'asse territoriale è quella, anche il terremoto avvenuto in mare al largo di Ravenna dove ci sono le piattaforme me l'ha rafforzato, e non credo sia privo di qualche fondamento,per cui sto cominciando seriamente a pensare che non siano tutte cazzate e che serva una politica e una gestione del territorio che tenga conto anche di questi aspetti, e non sono l'unica a pensarla così, visto che pure il Presidente della regione E.R. ha chiesto di indagare sui possibili legami tra estrazioni e sisma.

http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 4787.shtml

E comunque ora come ora, in questo decadentismo politico, forse la difesa dell'ambiente è quella che ha più senso e una forte priorità secondo me, poi sono d'accordo su certi atteggiamenti un po' troppo oltranzisti di alcuni attivisti e leader di movimenti che sono al quanto snob per non dire altro, ma così non andiamo avanti per molto se non teniamo conto che ci devono essere dei limiti allo sviluppo e alla crescita.
cara la mia Meli concordo e ariconcordo



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