"La mamma di Lele fa i Bucchini con il culo"

[analkoliker]

"Tiziana ti Amo" e subito sotto l'immancabile controcanto: "Tiziana la sera pettina i culi con la lingua".
Non sono le Opere in cartellone per la stagione lirica bolognese ma i graffiti dei bagni pubblici di Piazza Verdi a Bologna in cui, tra una pedalata e l'altra in giro per l'Italia, sono finito a lavorare nel mese di Agosto. Venticinquemila chilometri in quattro anni per finire in un seminterrato a pulire e custodire un cesso con una caratteristica  che però meritava una tappa
Piazza Verdi a Bologna è il luogo d'incontro di giovani universitari, di gente normale in cerca di brividi e piccole trasgressioni, di sbandati di vario genere e nazionalità, non ultimo una nota zona di spaccio.
Bologna per la sua architettura si presenta come un monumentale presepe, chilometri di portici, edifici storici e stradine ciottolate che potrebbero fare da sfondo a favole incantevoli.
L'incanto però s’interrompe sulla soglia dei bagni pubblici della piazza. Un budello di venti gradini porta nel girone infernale dei disperati a quattro metri sotto il presepe e lì è tutta un'altra storia.
Lì seduto al tavolino con le parole crociate per ammazzare il tempo, potresti essere in un qualsiasi paese del mondo dove abitualmente si consuma eroina e cocaina, fumata, bucata, fumata e bucata insieme.
Li distingui subito quelli che vengono a "farsi" da quelli che concludono con la classica scrollatine. I primi arrivano agitati e nervosetti come se gli stesse chiudendo la posta o il supermercato nel tardo pomeriggio di sabato.
Seduto a guardare questa intraprendente umanità, penso che molti di loro ce la faranno, metteranno la "testa a posto", si sposeranno e metteranno su famiglia. Altri questo lo hanno avuto e gettato nei cessi di tutto il mondo. Altri ancora sono già morti: morti che camminano, morti che si sbattono.
In un gioco assurdo che serve almeno a far passare il tempo, cerco di riconoscere quelli che creperanno per primi, ma la verità è che potresti crepare a vent'anni al primo buco come potresti sopravvivere per trent'anni e cavartela con un'epatite.
È ferragosto e l'omino dei bagni arriva poco prima di mezzogiorno, si siede ai piedi di un albero, guarda il cancello che precede il budello che porta nel girone infernale dei drogati, e piange.
"Queste bastarde e questi discutibili <edit automatico> mi stanno ributtando in faccia la disperazione di un tempo non troppo lontano.”
C'è qualcosa che va ben oltre lo strazio, che non ha neppure a che fare con la morte, ma piuttosto con la non-vita. Una condizione che credo non esista in natura ma che noi riusciamo a produrre, quello stato di sospensione che Raffaella chiama "condanna a vita". A vivere.
 

[carletto]

Sai che ho fatto più o meno gli stessi pensieri fuori dalla stazione di Bologna, vedendo i disperati girare davanti al monumento, per un attimo mi sono rivisto 30 anni fa nelle piazze sputtanate di Milano.
Fa male rivedersi molto male

[analkoliker]

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[bluevelvet]

Se m dici eroina, io ti dico Bologna e piazza Verdi.
Mamma mia che deja-vu!

[analkoliker]

Colpito e affondato.