È ora di rivedere la legge 135/90

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
Dora
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È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » giovedì 6 dicembre 2012, 12:09

Apro questo thread in "Forum HIV e AIDS" e non in "Notizie dai Congressi" con la speranza che qualcuno ricordi le molte discussioni passate e desideri intervenire per riprendere la questione o che qualcuno fra i nuovi utenti sia interessato a dire la sua su una legge che fornisce il quadro legale entro cui si muove tutto quello che, in Italia, ha a che fare con l'HIV, dalla prevenzione, alla ricerca, alla cura e all'assistenza ospedaliera ed extra-ospedaliera.


La legge 135/90 sul "Piano degli interventi urgenti in materia di prevenzione e lotta all'AIDS" è invecchiata, anzi per molti aspetti è proprio obsoleta e deve essere adeguata ai cambiamenti che si sono verificati nell'evoluzione dell'infezione da HIV da più di 20 anni a questa parte.
Nel corso degli anni è capitato più volte - qui nel forum - di discutere e di evidenziarne alcuni degli aspetti più critici. Finalmente qualche politico ha deciso di iniziare almeno a parlarne e non è strano che si tratti di Ignazio Marino, che in questi anni sta dimostrando di essere più sensibile di altri alla questione-HIV.
Si comincia con un convegno lunedì prossimo al Senato, organizzato dall'associazione I-Think, presieduta appunto dal senatore Marino, e cui parteciperanno sia medici, sia politici, sia attivisti.


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Fonte I-Think: L’AIDS si può sconfiggere, investendo su prevenzione e ricerca.

Per partecipare al convegno scrivere a: eventi@i-think-italia.it (e ricordare che in Senato si entra solo con giacca e cravatta).

Programma:

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Da http://www.deltanews.net/roma-lotta-all ... 17733.html



Puzzle
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Puzzle » giovedì 6 dicembre 2012, 12:54

È chiaro che quella legge è ormai obsoleta per molti aspetti. Ad es a Udine è stato costruito ex novo un edificio (all'epoca chiamato padiglione AIDS) che aveva probabilmente recepito il punto b dell'art 1 di quella legge, e si intendeva come struttura di ricovero per i malati terminali di Aids, quando si pensava alla nuova "peste". Naturalmente è risultato sovradimensionato e inutile per quello scopo specifico, dopo l'avvento delle terapie, per cui alla fine della costruzione è stato adibito ad altre funzioni, oltre alla zona dedicata alle malattie infettive. Anche il capitolo riguardante le assunzioni e il potenziamento del personale previsto da quella legge è ormai sorpassato, quindi mi sembra normale che venga rivista.



uffa2
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da uffa2 » giovedì 6 dicembre 2012, 14:19

Effettivamente, una legge scritta più di vent’anni orsono, in un panorama radicalmente diverso da quello odierno è probabilmente da rivedere.
Come la rivisitazione potrebbe avere luogo non lo so, anche se ci sarebbe l’obiettivo “zero” (zero nuove infezioni da HIV, zero discriminazione e zero morti per AIDS) che potrebbe dare qualche suggerimento…
Volendo però, a legislatura oramai agli sgoccioli e con partecipanti che (tolta la signora Iardino di NPS), non si sa bene a che titolo sono lì, cosa rappresentino realmente, uno potrebbe pure chiedersi che senso abbia un simile incontro, destinato a non tradursi in nulla… è pur vero che un giorno o l’altro sarà necessario iniziare a parlarne…


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Dora
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » giovedì 6 dicembre 2012, 15:36

Puzzle ha scritto:a Udine è stato costruito ex novo un edificio (all'epoca chiamato padiglione AIDS) che aveva probabilmente recepito il punto b dell'art 1 di quella legge, e si intendeva come struttura di ricovero per i malati terminali di Aids, quando si pensava alla nuova "peste". Naturalmente è risultato sovradimensionato e inutile per quello scopo specifico, dopo l'avvento delle terapie, per cui alla fine della costruzione è stato adibito ad altre funzioni, oltre alla zona dedicata alle malattie infettive.
Sì, hai portato proprio l'esempio di uno degli aspetti per cui questa legge dimostra di non essere al passo con i cambiamenti della malattia.
Quel che è accaduto a Udine è successo anche a Milano, dove l'hospice del Sacco è stato destinato ai malati oncologici, e credo che sia la via seguita in tutti i reparti di malattie infettive in Italia.
Un gran bene, ovviamente, se pensiamo a che cosa significa in termini di crollo della mortalità. Però delle risorse che erano state pensate per i malati di HIV sono state dirottate verso un'altra patologia e non reinvestite per le mutate esigenze degli stessi malati. Questo, in tempi di risorse sempre più scarse, significa aver perso l'occasione di potenziare e diversificare l'assistenza extra-ospedaliera, che ora è divenuta un problema prioritario (e sempre più lo sarà in prospettiva, con l'invecchiamento della popolazione dei malati) e che in era pre-HAART neppure si sperava potesse essere una questione rilevante.



Dora
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » giovedì 6 dicembre 2012, 15:48

uffa2 ha scritto:Volendo però, a legislatura oramai agli sgoccioli e con partecipanti che (tolta la signora Iardino di NPS), non si sa bene a che titolo sono lì, cosa rappresentino realmente, uno potrebbe pure chiedersi che senso abbia un simile incontro, destinato a non tradursi in nulla… è pur vero che un giorno o l’altro sarà necessario iniziare a parlarne…
Non so se questo inizio di discussione da parte politica avrà un futuro. Se pensiamo alle interpellanze parlamentari sul vaccino Ensoli fatte scadere insieme alle legislature senza mai dare risposte, aspettarsi una qualsiasi iniziativa da parte di un Parlamento in scadenza è utopistico.
Ma almeno qualcuno si è posto il problema e speriamo che qualcosa rimanga anche nella prossima legislatura.
Della necessità di rivedere la 135/90 aveva parlato Moroni all'ICAR l'estate scorsa. Poi ancora Marino parlando alla Commissione AIDS. Insomma, forse qualcosa sta cominciando a muoversi.

Intanto, direi di tenere d'occhio questa associazione - I-think Italia - che si autodefinisce un "think tank" e che neanche sapevo esistesse.



friendless

Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da friendless » giovedì 6 dicembre 2012, 16:24

E' successo ovviamente anche a pavia dove in piena emergenza (fine anni 80) hanno costruito una mega struttura (la torre dell'aids) per ricoverare quelle migliaia di ammalati che non si sono mai visti. Ora è diventata la nuova clinica delle malattie infettive che cura se non sbaglio anche i malati oncologici di tumore epatico. Lo dico perché il giornalista sportivo maurizio mosca è morto lì.



uffa2
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da uffa2 » giovedì 6 dicembre 2012, 18:41

Detto tra noi: per una volta leggere di mastodontiche opere pubbliche risultate poi inutili mi riempie di gioia ;)


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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » lunedì 10 dicembre 2012, 18:54

Il ministro Balduzzi ha mandato un messaggio al congresso di I-think per far sapere che il governo ha stanziato "15 milioni di euro, con carattere prioritario, vincolati a programmi di promozione dell’offerta di diagnosi dell’infezione da HIV e di sorveglianza epidemiologica".
A questo ha aggiunto che ci sono state diverse iniziative del governo "in materia di prevenzione e contrasto dell’HIV, tra cui le Linee guida italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali e sulla gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da HIV-1, recentemente aggiornate, e il “Progetto trapianti di organi solidi in pazienti HIV positivi”, approvato con intesa Stato-Regioni il 20 aprile 2011.

Inoltre, per la popolazione delle carceri, in in cui l’infezione da HIV è più frequente, con l’intesa Stato-Regioni del 15 marzo 2012, è stato approvato l’indirizzo in materia di ‘Assistenza carceraria alle persone HIV positive." (fonte http://gaianews.it/salute/balduzzi-sull ... MYfMYPhKSo).

Prendendo atto che, se è un politico a organizzare un congressino su HIV/AIDS, magicamente dei soldi saltano fuori (per la ricerca no, però :evil: ), mi chiedo se questi 15 milioni da spendere in prevenzione e sorveglianza epidemiologica, uniti all'elenco dei presunti meriti del governo ("FATTO!", diceva Berlusconi a metà '90 - qualcuno se lo ricorderà :? ), siano un modo per dire "statevene buoni e tenetevi la 135/90, ché noi abbiamo altro a cui pensare".



Dora
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » lunedì 10 dicembre 2012, 19:24

Adesso non riesco a vedermi bene gli interventi (fra l'altro, il link di quello della D'Arminio Monforte non si apre). Ma vi segnalo comunque che sono disponibili le slides di
  • - Giuseppe Ippolito (Direttore Scientifico, Istituto Nazionale per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma): AIDS: investire per il futuro;

    - Davide Croce (Direttore CREMS, Centro Studi di Ricerca in Economia e Management in Sanità e nel Sociale, Università Carlo Cattaneo – LIUC e Academy for Leadership and Management in Healt, National Department of Health, Pretoria, South Africa): Un approccio economico alla prevenzione, l’HIV,
che sembrano piene di dati molto interessanti soprattutto sui costi complessivi delle terapie e sul loro impatto sul SSN, nonché sui rapporti fra la crisi economica attuale e le possibilità di intervento sia in materia di prevenzione, sia in materia di miglioramento della qualità delle cure.

In una sintesi dell'ANSA:
  • La spesa per farmaci anti-Hiv pesa per il 37% sulla spesa ospedaliera ed e' pari a 661,5 mln di euro l'anno. Il costo complessivo di ogni nuovo paziente, dal momento della diagnosi per tutta la vita del paziente, e' pari a circa 400 mila euro.



Dora
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Re: È ora di rivedere la legge 135/90

Messaggio da Dora » venerdì 14 dicembre 2012, 7:38

Nei confronti del convegno organizzato dal senatore Marino e da I-think, e in particolare delle eventuali modifiche alla 135/90 relative alla questione dei test HIV, la LILA prende una posizione assai critica.
Riporto il suo comunicato stampa, che mi ha colpito anche perché, al di là della polemica contro un'iniziativa che si sovrappone alle discussioni che [ora lo sappiamo] stanno avvenendo in sedi più istituzionali, evidenzia il problema della mancanza di trasparenza e di cattiva comunicazione intorno alle attività della Commissione AIDS, di cui mi è capitato di scrivere tempo fa e di discutere in seguito con Alessandra Cerioli, che ha anche girato il mio post alla Commissione, perché riteneva che confermasse l'esigenza di maggior chiarezza che lei stessa cercava di far valere [è cambiato qualcosa negli ultimi mesi? Io non me ne sono accorta, ma forse mi è semplicemente sfuggito. La Cerioli era disponibile a una chiacchierata sulle attività della Commissione: forse è il caso di riprendere il discorso con lei?].



"Nulla su di noi, senza di noi"*

La Consulta nazionale Aids ha promosso quest'anno la Conferenza tecnica di consenso sulle strategie di offerta del test per la diagnosi di infezione da Hiv. Esiste un iter istituzionale avviato per la definizione di linee guida sul test. Nonostante ciò, si fanno convegni per chiedere una ridefinizione della 135 del 1990, la legge chiave della lotta contro l'Aids, proprio in riferimento all'accesso al test. Perché chiederlo ora, e fuori dalle sedi istituzionali?


La 135 del 1990 è una legge importante, che oltre agli aspetti strettamente sanitari affronta temi cruciali come il diritto alla cura e il divieto alla discriminazione delle persone con Hiv, e che regola le modalità di offerta al test Hiv. All'approvazione della legge si arrivò con un processo innescato dalla Commissione Nazionale per la Lotta contro Aids, istituita nel 1987 e ancora attiva.

Cambiare la legge si può. È un'esigenza che è stata espressa anche dalla Lila, con altre associazioni, all'interno della Commissione. Per esempio in riferimento agli articoli 5 e 6, che riguardano il divieto ai datori di lavoro di indagare sullo stato di sieropositività di dipendenti e aspiranti tali. Con la richiesta di rinforzare il divieto (che oggi viene spesso ignorato) e di colmare un vuoto legislativo, dovuto a una sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato parte dell'articolo 5 senza però delegare al legislatore il dovere di chiarire se esistano, e quali siano, mansioni che possano essere interdette alle persone che vivono con l'Hiv, o che richiedano un obbligo di dichiarazione del proprio status.

Altri invece si interrogano sull'ipotesi che la 135 possa essere un ostacolo per la diffusione del test Hiv. Tra quelli che pensano che lo sia, troviamo anche gli organizzatori dell'Hiv Summit Italia del 2009.

La domanda su test Hiv e 135 è rilanciata oggi da i-Think, fondazione e think-tank che fa capo a Ignazio Marino, senatore PD e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale. Con il convegno Lotta all’Aids: conoscere i cambiamenti superare i limiti. Conversazione sulla 135/90 che si è tenuto lunedì 10 dicembre al Senato (di cui la LILA ha appreso solo due giorni prima grazie ai media).

Il senatore Marino, in veste di presidente di Commissione, aveva già affrontato l'argomento, convocando lo scorso 2 agosto diversi componenti della Commissione Nazionale Aidse della Consulta nazionale Aids (in entrambe siede anche la LILA, fra gli invitati di Marino), appunto per parlare di test Hiv.

L'invito provocò un certo dibattito tra le associazioni della Consulta, che aveva appena finanziato e concluso (Roma aprile 2012) la Conferenza tecnica di consenso sulle strategie di offerta del test per la diagnosi di infezione da Hiv", una consensus conference che aveva prodotto una posizione condivisa sul test Hiv: le associazioni si sono chieste perché non si potesse semplicemente fare riferimento a quella. Purtroppo i verbali dell'audizione non sono stati pubblicati nel sito del Senato).

La questione test Hiv, legata soprattutto al tema della diagnosi precoce, è diventata negli ultimi anni oggetto di dibattito politico anche in Italia. Già nel 2006 negli USA il CDC (Center for desease control) aveva emesso delle raccomandazioni che hanno favorito nuove politiche sul test. Nel 2007 si tiene in Europa, a Bruxelles, la conferenza HIV in Europe 2007. Working together for optimal testing and earlier care (alla quale partecipa anche la LILA).

Il risveglio italiano si manifesta a partire dal 2009. Diversi schieramenti parlamentari presentano delle mozioni in merito, e viene così dato mandato alla Commissione nazionale Aids per l'elaborazione di Linee guida sul test Hiv. La richiesta è rafforzata dai risultati di un progetto di ricerca condotto dalla Consulta in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità nei due anni precedenti, che rispetto all'accesso al test in Italia aveva rilevato una situazione allarmante.

L'iter di definizione di linee guida sull'accesso al test Hiv in Italia è in corso, come lo era al tempo dell'audizione in Commissione. Non si spiega quindi a cosa sia dovuta una tale accelerazione politica del dibattito.

Si sa però che certi passaggi sono obbligati, non aggirabili. Che esistono sedi designate in cui tutte le ipotesi devono passare e venire condivise, a partire dalla Commissione e dalla Consulta nazionali Aids, dove infatti ha avuto origine anche il documento sul test Hiv.

Dettagli di cui promotori e partecipanti di determinate iniziative, dai nomi curiosamente ricorrenti, dovrebbero sapere (dato che molti di loro siedono in Commissione e in Consulta) e di cui farebbero bene a tenere conto. Anche solo per rispetto istituzionale.



*“Nulla su di noi, senza di noi” è uno storico slogan mondiale ancora valido, anche per le grandi Agenzie internazionali, a partire dalle Nazioni Unite, che raccomandano di non prendere mai decisioni, in ogni ambito che riguardi Hiv/Aids, senza il coinvolgimento delle persone Hiv positive.



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