Re: Il "Gruppo HIVforum" e lo yoghurt del professor Ruggiero
Inviato: venerdì 10 febbraio 2012, 18:54
Mah a me non viene altro da dire che dire mah, nel senso che se anche il Ministero non reputa necessario intervenire al riguardo, è anche vero che la ''disattenzione'' ha molti figli, l'ISS da l'ok a Ruggiero per una sperimentazione poi fermata almeno da quello che si legge in giro, sarà vero? Sarà falso? Non lo so, ma santo cielo sono soldi pubblici, almeno un minimo di razionale in più o no?
Ruggiero partecipa allo IAS con quella cavolata e shhtt nessuno dice nulla (mi riferisco ai colleghi), del nuovo restyling alla teoria di Duesberg a parte le dimissioni della professoressa Brix dal comitato scientifico dell'Italian Journal of Anatomy and Embryology, nessuno dei nostri medici che gli presta attenzione.
Ok Galli dice che vigilano, però a parte la Ballotta quale altro infettivologo ha preso posizioni così nette, almeno su questo? Cioè voglio dire, i nostri clinici sono, o dovrebbero essere, i nostri migliori alleati e non solo in questa cosa, parlo di clinici non di ricercatori,, sanno quello che ci succede e sanno che molti di noi avvertono il bisogno di semplificare la terapia, sanno che molte persone ora hanno più paura dei farmaci che dell'AIDS però che fanno? Ti rispondono che la malattia ormai è gestibile, ed è vero per carità, però poi cascano in certe analogie, vedi diabete, che a me davvero fanno cadere le braccia.
Tempo fa, a tal proposito ho letto una riflessione di un giornalista che pur sottolineando la gravità di entrambe le malattie, per quanto riguarda il diabete2 , in molti casi si può parlare di completa remissione, previa un'attenta dieta ed esercizio fisico, mentre per l'HIV questo te lo puoi scordare.
Insomma io credo che i nuovi pazienti, a causa forse della scarsa attenzione data anche dai nostri medici, e soprattutto della poca chiarezza nelle smentite verso queste'' teorie'' e pseudo terapie, pasticcino un po' troppo con farmaci, farmaci di una potenza tale, che se sottovalutata e recepita solo come tossica, possa con il tempo rendere ancor più complicata la gestione dell'infezione.
Sto generalizzando ovvio, mi rendo conto che non tutti si chiamano Mussini che, prendendo atto delle sospensioni volontarie dei pazienti anni fa, si prese la briga di ''controllarle'' e studiarle, oppure per fare un altro esempio la Sighinolfi, la quale sta portando avanti da un po' il discorso sulla semplificazione farmacologica e non credo solo per un ritorno economico, o di un Maggiolo sempre presente e con mille studi che ci riguardano e di molti altri che curano appena possibile questi aspetti, ma la componente negazionista forse andrebbe approfondita di più, proprio per non ritrovarsi fra tot anni una ''clientela'' alquanto particolare.
Ruggiero partecipa allo IAS con quella cavolata e shhtt nessuno dice nulla (mi riferisco ai colleghi), del nuovo restyling alla teoria di Duesberg a parte le dimissioni della professoressa Brix dal comitato scientifico dell'Italian Journal of Anatomy and Embryology, nessuno dei nostri medici che gli presta attenzione.
Ok Galli dice che vigilano, però a parte la Ballotta quale altro infettivologo ha preso posizioni così nette, almeno su questo? Cioè voglio dire, i nostri clinici sono, o dovrebbero essere, i nostri migliori alleati e non solo in questa cosa, parlo di clinici non di ricercatori,, sanno quello che ci succede e sanno che molti di noi avvertono il bisogno di semplificare la terapia, sanno che molte persone ora hanno più paura dei farmaci che dell'AIDS però che fanno? Ti rispondono che la malattia ormai è gestibile, ed è vero per carità, però poi cascano in certe analogie, vedi diabete, che a me davvero fanno cadere le braccia.
Tempo fa, a tal proposito ho letto una riflessione di un giornalista che pur sottolineando la gravità di entrambe le malattie, per quanto riguarda il diabete2 , in molti casi si può parlare di completa remissione, previa un'attenta dieta ed esercizio fisico, mentre per l'HIV questo te lo puoi scordare.
Insomma io credo che i nuovi pazienti, a causa forse della scarsa attenzione data anche dai nostri medici, e soprattutto della poca chiarezza nelle smentite verso queste'' teorie'' e pseudo terapie, pasticcino un po' troppo con farmaci, farmaci di una potenza tale, che se sottovalutata e recepita solo come tossica, possa con il tempo rendere ancor più complicata la gestione dell'infezione.
Sto generalizzando ovvio, mi rendo conto che non tutti si chiamano Mussini che, prendendo atto delle sospensioni volontarie dei pazienti anni fa, si prese la briga di ''controllarle'' e studiarle, oppure per fare un altro esempio la Sighinolfi, la quale sta portando avanti da un po' il discorso sulla semplificazione farmacologica e non credo solo per un ritorno economico, o di un Maggiolo sempre presente e con mille studi che ci riguardano e di molti altri che curano appena possibile questi aspetti, ma la componente negazionista forse andrebbe approfondita di più, proprio per non ritrovarsi fra tot anni una ''clientela'' alquanto particolare.