ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reservoir?

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
alfaa
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da alfaa » mercoledì 13 agosto 2014, 14:08

Utente romano come fai a sapere che hai iniziato a 45 giorni dal contagio? Posso chiederti due cose? Che valori avevi al primissimo prelievo prima di iniziare i farmaci( cd4, percentuale cd4 e viremia) e con che farmaci ti hanno fatto iniziare?



utenteromano
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da utenteromano » mercoledì 13 agosto 2014, 14:18

Perché cinque mesi fa l'ultimo test era ancora negativo e manca ancora qualche banda (p31).
La dott ha detto che si aspettava un elisa dieci volte più alto ma lo spiega solo con una infezione molto recente.
Non ricordo la percentuale di cd4 perché non ho con me le analisi, ma mi pare fossero sui 470.
Viremia 245 mila.
Terapia: Truvada Isentress Norvir Prezista la sera più Isentress la mattina



alfaa
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da alfaa » mercoledì 13 agosto 2014, 14:53

Manca ancora qlk banda significa che nel western blot al posto dei + uscirono dei -?

Te lo chiedo perchè anche a me interessa molto riguardo il mio wb...

La cosa che mi chiedo ora è se anche in città diverse da quelle piu all'avanguardia per l'hiv( roma milano bologna...) siano esperti sul protocollo start e cose del genere...A volte temo che la mia dottoressa non sappia neanche cosa sia la monoterapia...



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » mercoledì 13 agosto 2014, 15:00

utenteromano ha scritto:Fino a fine luglio stavo benissimo, vivevo una vita normale, serena. Poi due settimane e mezzo fa questa notizia. Mi sono ritrovato in questo vortice di consensi informati, prelievi continui, studi clinici, farmaci in quantità industriale senza aver l'impressione di essere stato né informato sui motivi di questa decisione da parte dei medici e senza che fossero effettuati test più approfonditi sulla mia storia clinica. Mi danno farmaci epatotossici, che alzano il colesterolo, che causano diarrea, che affaticano, che causano osteoporosi così... E sento di non avere nemmeno così tanta scelta, perché l'idea - a detta loro - è il controllo della viremia tra due tre anni senza bisogno dei farmaci. E magari per allora avrò un fegato a pezzi. Quindi il non detto è: "questo è ciò che ti offriamo, se decidi di rinunciare a questa opportunità sei libero di farlo". È ovvio che cosa uno sceglie, poi.
Immagino in che situazione di pressioni contrastanti e disorientamento ti sei trovato. Stai affrontando tutto insieme - il trauma della diagnosi e quello dell'inizio della terapia - senza avere avuto il tempo di analizzare a fondo quel che ti accade, senza poterlo assimilare e vedere in prospettiva, attribuendogli un valore e un posto nella tua vita. Quando accadono cose come queste, è normale esserne travolti; così come è normale sentirsi confusi dalla massa enorme di informazioni che ti vengono gettate addosso senza che tu abbia il tempo di elaborarle. È normale e umano, in circostanze come queste, affidarsi a chi ne sa di più.

Io non credo che i tuoi medici ti abbiano mentito, né che ti stiano usando come una cavia da laboratorio. Penso piuttosto che non siano riusciti a prendersi abbastanza tempo per spiegarti tutto nei dettagli e abbiano così finito per semplificare, magari indorando un po' i possibili benefici che l'iniziare subito la ART può comportare.
D'altra parte, immagino anche che "spingendoti" a iniziare subito abbiano ritenuto in piena coscienza di favorirti, perché sono davvero tante le ricerche che vanno in questo senso e perché iniziare a soli 45 giorni dal contagio ti mette in una situazione di privilegio (passami il termine, per favore, anche se pare fuori luogo) anche rispetto alle altre persone che iniziano precocemente la ART. Un mese e mezzo è davvero poco tempo, eri in piena fase acuta e i numeri di viremia e CD4 lo confermano. Poi - se non si prendono farmaci - interviene la reazione immunitaria, le copie di virus nel sangue scendono e i CD4 salgono, assestandosi su dei valori che possono rimanere più o meno stabili, più o meno a lungo (la cosiddetta fase cronica, prima che il calo rapido dei CD4 imponga l'inizio della ART).
E se anni dopo la sospensione della terapia sviluppassi delle resistenze fortissime? Prima si legge che la terapia non va mai assolutamente alterata, poi che si può sospendere...
No, le cose non vanno così. Avendo iniziato la terapia così presto, hai anche bloccato il formarsi delle mutazioni che potrebbero rendere il virus resistente agli antiretrovirali che stai prendendo. Se deciderai di proseguire nel protocollo e fra due o tre anni proverai a sospendere i farmaci, non lo farai in modo incontrollato, ma sarai attentamente monitorato con analisi frequenti, almeno per i primi mesi. A quel punto, se dovessi avere un rapido rebound della viremia, certo sarebbe una delusione, ma almeno lo sapresti subito e ricominceresti subito con i farmaci. Se invece la viremia non tornasse ...beh, avresti vinto la scommessa di cui parlavamo.
In ogni caso, i rischi delle sospensioni terapeutiche si hanno soprattutto se sono fatte in modo non controllato, se il virus ricomincia a replicarsi, la viremia nel sangue torna rilevabile e si alza molto senza che uno lo sappia e corra ai ripari.
Forse dovrei smetterla di informarmi su internet, ma sono in vacanza e ho molto, troppo tempo libero.
Se riuscissi a usare quel molto tempo libero anche per rilassarti e fare qualcosa che ti distragga da questa botta che ti è arrivata sulla testa - allora sì che trarresti un gran beneficio da questa vacanza! Immagine



utenteromano
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da utenteromano » mercoledì 13 agosto 2014, 19:57

Grazie ancora Dora, hai una competenza comunicativa e un'empatia fuori dal comune, lasciatelo dire. E grazie per essere sempre così precisa nelle tue risposte così approfondite. Sono cose che chi mi segue non mi ha mai comunicato in quel modo.
I medici continuano a dirmi che iniziare il trattamento così presto andrà a mio favore e ciò che mi ha fatto decidere, in quattro e quattr'otto, di prendere cinque farmaci al giorno è sapere che tra due mesi già ne toglierò uno e che tra due, massimo tre, anni non prenderò nulla.
È difficile accettare di dipendere da questi farmaci, anche perché è difficilissimo accettare che dopo anni di attenzione e di autosalvaguardia (non bevo, non fumo, non mi drogo, ho sempre usato il profilattico, cerco di mangiare bene, tanto che le mie analisi del sangue del primo follow-up erano perfette ) è bastato un rapporto non protetto (da attivo) per catapultarmi in questo incubo.
Come dici tu, cerco di non fissarmi, mi godo queste ferie, ogni tanto arriva l'ansia che cerco di smontare subito. Ma doversi portare dietro sti pilloloni, andare al bagno di nascosto se sono con amici, cercare sempre di mangiare entro l'ora alla quale devo prendere i farmaci, ecco tutto questo mi ricorda ogni sera e ogni mattina che non sto sognando.
Scusa questo piccolo sfogo..



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » giovedì 14 agosto 2014, 6:50

utenteromano ha scritto:È difficile accettare di dipendere da questi farmaci, anche perché è difficilissimo accettare che dopo anni di attenzione e di autosalvaguardia (non bevo, non fumo, non mi drogo, ho sempre usato il profilattico, cerco di mangiare bene, tanto che le mie analisi del sangue del primo follow-up erano perfette ) è bastato un rapporto non protetto (da attivo) per catapultarmi in questo incubo.
Come dici tu, cerco di non fissarmi, mi godo queste ferie, ogni tanto arriva l'ansia che cerco di smontare subito. Ma doversi portare dietro sti pilloloni, andare al bagno di nascosto se sono con amici, cercare sempre di mangiare entro l'ora alla quale devo prendere i farmaci, ecco tutto questo mi ricorda ogni sera e ogni mattina che non sto sognando.
Io sono sicura che, appena prendere i pilloloni comincerà a diventare un'abitudine (e sarà presto), il ricordarti ogni volta che li prendi del motivo per cui li prendi ti farà molto meno male. Magari riuscirai anche ad accompagnare l'assunzione dei farmaci con il pensiero che schiacciano la replicazione del virus a dei livelli così bassi da disinnescare la sua pericolosità e questo piccolo pensiero te li renderà ancora più facili da prendere.
Poi l'elaborazione di quel che è accaduto porterà all'affievolirsi della rabbia perché tutto questo è accaduto nonostante le tue attenzioni, arriverai ad accettare che siamo umani e quindi non possiamo avere un controllo completo di quel che facciamo, possiamo sbagliare, altri vicino a noi possono sbagliare senza neppure rendersene conto, e finiamo sempre per dover portare il peso delle conseguenze di quel che facciamo.
Io sono convinta - e non lo dico per farti piacere, se giri un po' per il forum troverai che la stessa cosa l'ho scritta più volte - che per te sia stata una fortuna l'aver scoperto l'infezione così presto e l'essere subito entrato in terapia, mettendo subito il virus sotto controllo. È vero, devi affrontare due shock insieme e adesso ti pesa e hai l'ansia a livelli altissimi, ma fra qualche tempo lo vedrai chiaramente anche tu.



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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da utenteromano » domenica 17 agosto 2014, 10:21

Grazie Dora, come sempre hai centrato esattamente ciò che volevo dire e ciò che sento.
Piano piano le cose stanno andando meglio. Le resistenze verso ciò che io sento come "schifezze" stanno sempre più cadendo, soprattutto perché so che tra uno o due mesi al massimo ridurrò i farmaci e penso che passerò alla somministrazione una volta al giorno e non due.

Avendo saltato un prelievo perché sono in vacanza, ho fatto le analisi in una clinica della città dove mi trovo ora. È possibile che la viremia pre terapia fosse di 245000 copie e dopo sette giorni sia scesa a 2500? La dottoressa che mi segue a Roma mi disse che ci sarebbe voluto un mese o due per far scendere sensibilmente la viremia.



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » domenica 17 agosto 2014, 12:03

utenteromano ha scritto:È possibile che la viremia pre terapia fosse di 245000 copie e dopo sette giorni sia scesa a 2500? La dottoressa che mi segue a Roma mi disse che ci sarebbe voluto un mese o due per far scendere sensibilmente la viremia.
Wow!! 2 log in una settimana ... Ottimo, la terapia sta funzionando benissimo e credo che al prossimo controllo la viremia sarà irrilevabile.
Speravo proprio in una notizia così buona da parte tua.
La tua dottoressa si è dimostrata prudente, e anche questa mi pare una buona notizia.



Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » mercoledì 25 febbraio 2015, 14:29

CROI 2015 – AGGIORNAMENTO SUI POST TREATMENT CONTROLLERS DELLA COORTE VISCONTI: IL RUOLO DELLE CELLULE NK.

Post-Treatment Controllers Have Particular NK Cells With High Anti-HIV Capacity: VISCONTI Study

Daniel Scott-Algara dell’Institut Pasteur di Parigi ha presentato uno studio sulla coorte VISCONTI in cui, basandosi su diversi studi passati che avevano sottolineato il ruolo della risposta immunitaria innata nel rallentamento della progressione dell’infezione, sono state indagate in particolare le cellule natural killer (NK).

Per ricapitolare le caratteristiche dei “magnifici 14-ora-diventati-20” della VISCONTI:

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Sono stati confrontati i fenotipi delle cellule NK prelevate dal sangue dei pazienti della VISCONTI con quelli delle NK di donatori sani, pazienti viremici, pazienti aviremici ed elite controller ed è emerso che le NK dei pazienti della VISCONTI presentano caratteristiche diverse da quelle sia dei controllori naturali dell’infezione, sia dei pazienti con viremia rilevabile, sia delle persone HIV negative.
Queste cellule, infatti, producono maggiori quantità di interferone-γ (IFN-γ), simili a quelle dei pazienti trattati durante la fase acuta ma che poi non sospendono la ART. Inoltre, in confronto agli altri gruppi, mostrano un’espressione più elevata di certi recettori e più bassa di altri.

I livelli dei marker di attivazione (CD69) sono uguali a quelli dei donatori sani, ma inferiori a quelli degli elite e anche a quelli dei pazienti viremici.

È stata poi valutata la capacità delle NK di controllare in vitro la replicazione dell’HIV nei CD4 autologhi e si è visto che le NK dei pazienti della VISCONTI sono molto più agguerrite di quelle di tutti gli altri gruppi.

A questo punto, resta da capire

  • - se le NK riescano a mantenere un buon controllo sulla viremia grazie al fatto che la ART è stata iniziata molto precocemente e
    - se questo fenotipo così favorevole sia determinato da fattori genetici.


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Dora
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Re: ARV in fase acuta: cura funzionale? diminuisce il reserv

Messaggio da Dora » martedì 21 luglio 2015, 6:27

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UNA RAGAZZA TRATTATA CON cART A TRE MESI DI VITA È OGGI CON VIREMIA IRRILEVABILE SENZA TRATTAMENTI DA 12 ANNI

Da IAS 2015 il caso di una ragazza francese, oggi quasi diciannovenne, che rientra nel gruppo dei post treatment controllers perché mantiene viremia irrilevabile da quasi 12 anni.
Lo presenta Asier Sáez-Cirión, Institut Pasteur, Parigi: al momento del parto, nel 1996, la madre era trattata in monoterapia con ddC (zalcitabina), aveva una viremia di 4,62 milioni di copie, 81 CD4 e un rapporto CD4/CD8 pari a 0,16.
Alla bambina fu data l'AZT come profilassi, ma a 4 settimane risultò positiva per l'HIV RNA. Quando aveva 6 settimane il trattamento con AZT fu interrotto e la sua viremia era di 2,17 milioni di copie. A tre mesi iniziò dunque una cART basata su AZT, ddI, 3TC più ritonavir (una terapia intensissima, per certi aspetti paragonabile a quella ricevuta dalla Mississippi Baby - ma mentre la piccola americana fu trattata a poche ore dalla nascita, la piccola francese rimase per un mese e mezzo con viremia a livelli stellari).
A 5 anni e 8 mesi, la bambina fu persa al follow up e quando la madre la riportò dai medici un anno dopo aveva viremia irrilevabile nonostante la ART fosse stata sospesa da qualche mese.
Da allora ha avuto solo un blip di 500 copie a 12 anni e un probabile falso positivo di 48 copie a 14 anni. Attualmente, la sua viremia è di 4-7 copie/mL, mentre l'HIV DNA integrato alle cellule è di 2,1 - 2,5 copie su 1 milione di CD4.
La percentuale di CD4 è nel range di quella delle persone HIV negative.
Quello che la caratterizza è che NON ha un profilo da elite controller e i suoi CD8 e CD4 sono particolarmente poco responsivi all'HIV: poche cellule attivate fanno sì che non soffra dei problemi connessi all'iperattivazione immunitaria di cui soffrono molti elite. Inoltre, forse, poche cellule attivate hanno offerto meno bersagli al virus e questo è riuscito a formare reservoir latenti meno estesi.

Non è guarita, ma presenta un caso più solido rispetto a quello della Mississippi Baby.

Di fondo, però, che cosa l'abbia resa una post treatment controller ancora non si sa, né si sa quanto questo status potrà durare (negli altri della VISCONTI si è visto che dura fino a una decina d'anni - un paio hanno poi dovuto riprendere la ART).

[divbox] 
Per definire lo stato di questa ragazza, il termine più adatto pare essere quello di remissione, una situazione in cui la terapia può essere sospesa senza che:

  • - si sviluppino patologie associate all'HIV;
    - si veda un declino dei parametri immunologici o una progressione della malattia;
    - mentre la viremia viene mantenuta ai livelli più bassi possibile così da evitare il rischio di trasmissione dell'infezione.
 [/divbox]



  • #MOAA0105LB - HIV-1 virological remission for more than 11 years after interruption of early initiated antiretroviral therapy in a perinatally-infected child

    Background: Durable HIV-1 remission after interruption of combined antiretroviral therapy (cART) has been reported in some adults who started cART during primary HIV-1 infection. The in utero HIV-1-infected «Mississippi child», exhibited transient viral control after interrupting very early-initiated cART. However viremia rebounded 27 months later, leaving unclear the possibility of obtaining long-term post-treatment remission in vertically-infected children. Here we report the case of a perinatally-HIV-1-infected adolescent who shows unprecedented virological remission more than 11 years after cART discontinuation.

    Methods: HIV-RNA and CD4+ T-cell counts have been monitored since birth. Ultrasensitive HIV-RNA, PBMC-associated HIV-DNA, flow-cytometry-assessed frequency of HIV-specific CD8+ T-cells, CD8+ T-cell mediated HIV-suppression, reactivation of the CD4+ T-cell reservoir were evaluated after 10 and 11 years of control off therapy. Plasma concentrations of antiretrovirals were determined by tandem mass spectrometry.

    Results: One infant born from a woman with uncontrolled HIV-1 viremia received zidovudine-based prophylaxis during 6 weeks. HIV-RNA and DNA were not detected 3 and 14 days after birth. HIV-DNA was detected at 4 weeks of age. HIV-RNA reached a peak of 2.1x106 copies/ml at 3 months of age when cART (zidovudine, lamivudine, didanosine, ritonavir) was initiated. HIV-RNA was undetectable one month later and remained below assay-detection limits while on cART, except at 15 and 21 months of age. Between 5.8 and 6.8 years of age cART was discontinued by the family. HIV-RNA was undetectable at 6.8 years of age and cART was not resumed. HIV-RNA has remained < 50 copies/ml through 18.3 years of age, except for one blip (515 copies/ml). CD4+ T-cell counts remained stable. After 11 years of control off therapy (confirmed by undetectable plasma concentrations of antiretrovirals), HIV-RNA was below 4 copies/ml and HIV-DNA was 2.2 Log copies/106 PBMC. Low levels of HIV-RNA and p24 were detected upon activation of CD4+ T-cells with PHA. HLA genotype showed homozygosity at several loci (A*2301-;B*1503/4101;C*0210/0802;DRB1*1101-;DQB1*0602-). HIV-specific CD8+ T-cell responses and T-cell activation were very weak. HIV-1 western blot was positive with absence of antibodies against gp110 and p18.

    Conclusions: This case provides first-time evidence that very long-term HIV-1 remission is possible in perinatally-infected-early-treated children, with similar characteristics as reported in adult post-treatment controllers.



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