In caso qualcuno avesse prestato fede alle parole della dottoressa Ensoli - secondo le quali
il suo vaccino Tat era il più avanti in sperimentazione fra tutti i vaccini terapeutici che si stanno studiando nel mondo - ecco una piccola, ma significativa smentita: il Vacc-4x di Bionor - che non è certo l'ottava meraviglia dei vaccini preventivi, ma è comunque quanto di meglio offra la ricerca al momento - è molto più avanti del Tat.
Lo sapevamo già, anche perché la fase II di questo vaccino (randomizzata, in doppio cieco, controllata con placebo e - osservate l'estrema *bizzarria* - pure con interruzione della ART per alcuni partecipanti) si è conclusa da un po' e i dati raccolti sono stati pubblicati - non su
Vaccine o
PLoS ONE, bensì su
The Lancet Infectious Diseases (altro tipo di rivista, altro blasone, banalmente altro impact factor) del 4 aprile scorso (era online da febbraio, noi ne abbiamo
parlato in questo stesso thread e adesso trovate il PDF in
Natap:
Safety and efficacy of the peptide-based therapeutic vaccine for HIV-1, Vacc-4x: a phase 2 randomised, double-blind, placebo-controlled trial - efficacia, oltre a sicurezza, pure questa una *bizzarria*, se dobbiamo dare ascolto agli aedi ensoliani).
Oggi Bionor presenta a Melbourne un poster in cui riporta i risultati di una analisi ad hoc su un sottogruppo di pazienti che hanno risposto particolarmente bene al Vacc-4x: persone che hanno mantenuto un migliore controllo delle viremie una volta che la ART è stata sospesa grazie alla presenza di maggiori livelli di un certo anticorpo - C5/gp41 - che costituisce pertanto un possibile marker per sapere in anticipo chi beneficerà di più da questo vaccino terapeutico.
Ne avevamo già parlato lo scorso febbraio, ma oggi i dati vengono presentati non alla fiera dell'oratorio di Latina, ma ad AIDS 2014, quindi mi pare utile ricordarlo. Tanto più che questo vaccino terapeutico è candidato ad essere parte della strategia di cura di cui parliamo in questo thread.
Dopo un periodo di 6 mesi (!) di interruzione terapeutica, mentre chi ha ricevuto il placebo non ha avuto nessuna riduzione, i partecipanti allo studio vaccinati con Vacc-4x hanno avuto una riduzione della viremia mediana del 60% (
0,4 log - non da gridare al miracolo, direi, ma molto meglio che niente) rispetto al set point raggiunto dalla viremia prima della ART.
Alcuni hanno risposto meglio di altri e l'analisi presentata oggi ha mostrato che chi aveva di partenza livelli di anticorpo anti-C5/gp41 sopra i 4µg/ml ha avuto una riduzione mediana della viremia di
quasi un log (88%, p=0,005, n=12 circa il 21% dei partecipanti al trial) rispetto alla mediana pre-ART. Invece, chi aveva valori di quell'anticorpo inferiori ai 4µg/ml ha avuto una riduzione mediana della viremia di
0,2 log (37%, p=0.019, n=27).
C'è dunque in preparazione un trial prospettico per indagare il valore prognostico di questo marker.
Ricordo brevemente che, nello studio complessivo di fase II, nelle persone che hanno completato i 6 mesi di interruzione della ART il valore mediano delle viremie si è ridotto del 64% (cioè 0,44 log) rispetto al set point (Vacc-4x 22300 copie/mL, n=56; placebo 61900 copie/mL, n=25; p=0.040). Troppo poco per cantare vittoria, ma un dato su cui credo valga ben la pena di indagare.
L'abstract:
Baseline antibody levels to C5/gp41732-744 : A potential prognostic marker for viral load outcome following immunization with the peptide-based therapeutic HIV vaccine, Vacc-4x