[II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
ThunderGuy
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da ThunderGuy » mercoledì 8 ottobre 2014, 13:08

nordsud ha scritto:
Dora ha scritto:
Dora ha scritto:
Per quanto riguarda la prima fase della sperimentazione clinica, era previsto che la mia ricerca fosse coperta da un finanziamento istituzionale, promessomi dal precedente presidente Oleari alla fine del suo mandato ed ora annullato dai vertici dell’Istituto. È inutile che vi neghi che questi cambi di programma abbiano provocato gravi ritardi alla mia ricerca; non ho quindi intenzione di rallentarmi ulteriormente attendendo che l’Istituto cambi rotta (chissà quando…). Continuerò questa ricerca cercando finanziamenti attraverso altri canali, anche esteri. A tale proposito si sono mossi due parlamentari (grazie ad un utente di HIVForum), ma ovviamente il successo della loro iniziativa non dipende da me, né tanto meno da loro. Non posso quindi garantire che la sperimentazione clinica del protocollo completo possa esser svolta in Italia: difficilmente enti di altre nazioni finanziano ricerche affinché vengano svolte in un paese estero[/color][/i][/b][/size][/list]

Siamo nelle mani di pagliacci in Italia.

Ma che finanziamenti cerca Savarino ? Ma io non credo più nemmeno ad una parola di questo pseudo dottore...
Vogliono farci credere che testare qualcosa di già approvato richieda chissà quali autorizzazioni ( in ogni policlinico universitario ci sono i reparti sperimentali.. dove regna una certa autonomia ) e/o finanziamenti costosissimi..
Ma che vada nel primo day hospital che trova per strada e che chieda la partecipazione di N° 5 ( SI! .. 5 BASTANO ) volontari ed inietta a loro la sostanza. Non costerà più di 5.000 euro tutta la sperimentazione.
Se si mette a mendicare con il capello in mano davanti alla basilica di San Pietro ne raccoglierà il doppio in una settimana.
Avrà sicuramente i suoi interessi a far svolgere la sperimentazione in America. :roll:



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Dora » mercoledì 8 ottobre 2014, 14:18

nordsud ha scritto:
Savarino ha scritto:Per quanto riguarda la prima fase della sperimentazione clinica, era previsto che la mia ricerca fosse coperta da un finanziamento istituzionale, promessomi dal precedente presidente Oleari alla fine del suo mandato ed ora annullato dai vertici dell’Istituto. È inutile che vi neghi che questi cambi di programma abbiano provocato gravi ritardi alla mia ricerca; non ho quindi intenzione di rallentarmi ulteriormente attendendo che l’Istituto cambi rotta (chissà quando…). Continuerò questa ricerca cercando finanziamenti attraverso altri canali, anche esteri. A tale proposito si sono mossi due parlamentari (grazie ad un utente di HIVForum), ma ovviamente il successo della loro iniziativa non dipende da me, né tanto meno da loro. Non posso quindi garantire che la sperimentazione clinica del protocollo completo possa esser svolta in Italia: difficilmente enti di altre nazioni finanziano ricerche affinché vengano svolte in un paese estero
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Ma che finanziamenti cerca Savarino ? Ma io non credo più nemmeno ad una parola di questo pseudo dottore...
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Ma che vada nel primo day hospital che trova per strada e che chieda la partecipazione di N° 5 ( SI! .. 5 BASTANO ) volontari ed inietta a loro la sostanza. Non costerà più di 5.000 euro tutta la sperimentazione.
Se si mette a mendicare con il capello in mano davanti alla basilica di San Pietro ne raccoglierà il doppio in una settimana.
No guarda, nel mondo civilizzato le cose proprio non funzionano come dici tu.
È solo gente come Vannoni o Ruggiero che sperimenta sulla pelle dei malati, senza regole e senza tutele, le persone per bene agiscono diversamente. In tanti anni che seguo questo settore della ricerca di buffoni, incompetenti e disonesti ne ho incontrati anche troppi, ma Savarino è di un'altra pasta e cose sporche come quelle che vorresti tu sono sicura quanto lo si può umanamente essere che non le farebbe mai.



uffa2
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da uffa2 » mercoledì 8 ottobre 2014, 16:32

Chiariamo una cosa: se vuoi usare un farmaco già registrato per una patologia per cui non ha l’indicazione, devi rifare almeno la fase 3 della ricerca, perché devi provare che quel farmaco serva a qualcosa in quella patologia.
Questa regola vale sempre: se hai un antitumorale usato nel seno, per usarlo nella prostata devi di nuovo avere uno studio ad hoc.
Certo, ti eviti la ricerca la ricerca sulla sicurezza, ma non quella sull’efficacia.
E gli studi di fase 3 vanno ben oltre i cinque pazienti.

È vero, tutti i giorni negli ospedali si fa ricerca.
Si studiano le dosi migliori, come attenuare gli effetti collaterali eccetera eccetera.
Ma per ottenere un’indicazione, o hai un corpo di studi spontanei imponente, oppure ti serve uno studio credibile, solitamente finanziato dal produttore.
È ovvio che quando il farmaco è un generico non c’è un solo produttore che abbia convenienza a fare questo tipo di ricerca, quindi o ci sono studi seri finanziati da alleanze di ricerca, oppure non si va avanti, e questo è il caso di auranofin, un farmaco del 1984.

La ricerca costa, ma rende.
Questo è compreso fuor d’Italia, dove la ricerca solitamente segue criteri “industriali”, cioè si investe in ciò che ha un razionale (muuuuuu!).
In cambio di questo approccio, i brevetti fanno ricco un paese, consentendogli di attirare investimenti, cervelli, di mettere le proprie industrie al centro del mercato eccetera, tutte cose che in Italia non interessano (muuuuuu!).
Ora, in Italia si continua a credere che “tutto si aggiusta”, e che puoi perdere un treno dietro l’altro senza conseguenze.
Non è così.
Si spostano le fabbriche di automobili e le fonderie, figuriamoci se non possono spostarsi le idee.
Sono facile profeta se penso che presto un altro ricercatore porterà le sue idee fuori da questo Paese in declino, troverà un laboratorio “state of the art”, finanziamenti sicuri, si inserirà in un ambiente scientificamente stimolante.
Non è detto che sia destinato al Nobel, né che avrà fortuna, ma lavorerà senza dover litigare con commissari che trovano al di là della loro dignità rispondere alle e-mail di chi gli paga un pingue stipendio.
Direi che è una prospettiva che qualunque ricercatore abbraccerebbe senza esitazioni.

Poi, quando un italiano “si fa onore all’estero”, allora tutti a mettergli il tricolore addosso, ma oramai quel ricercatore è italiano quanto Silvestro Stallone o Luisa Veronica Ciccone e in Italia tornerà giusto per salutare i nonni.

muuuuuu!


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nordsud
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da nordsud » mercoledì 8 ottobre 2014, 16:32

Dora ha scritto:
nordsud ha scritto:
Savarino ha scritto:Per quanto riguarda la prima fase della sperimentazione clinica, era previsto che la mia ricerca fosse coperta da un finanziamento istituzionale, promessomi dal precedente presidente Oleari alla fine del suo mandato ed ora annullato dai vertici dell’Istituto. È inutile che vi neghi che questi cambi di programma abbiano provocato gravi ritardi alla mia ricerca; non ho quindi intenzione di rallentarmi ulteriormente attendendo che l’Istituto cambi rotta (chissà quando…). Continuerò questa ricerca cercando finanziamenti attraverso altri canali, anche esteri. A tale proposito si sono mossi due parlamentari (grazie ad un utente di HIVForum), ma ovviamente il successo della loro iniziativa non dipende da me, né tanto meno da loro. Non posso quindi garantire che la sperimentazione clinica del protocollo completo possa esser svolta in Italia: difficilmente enti di altre nazioni finanziano ricerche affinché vengano svolte in un paese estero
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No guarda, nel mondo civilizzato le cose proprio non funzionano come dici tu.
È solo gente come Vannoni o Ruggiero che sperimenta sulla pelle dei malati, senza regole e senza tutele, le persone per bene agiscono diversamente. In tanti anni che seguo questo settore della ricerca di buffoni, incompetenti e disonesti ne ho incontrati anche troppi, ma Savarino è di un'altra pasta e cose sporche come quelle che vorresti tu sono sicura quanto lo si può umanamente essere che non le farebbe mai.

Dora stavolta credo di essere nel giusto. Il farmaco da testare in sinergia con gli antivirali E' GIA' UN FARMACO APPROVATO.
NON C'E' NIENTE DI SPERIMENTALE SE NON LA COMBINAZIONE.... Citare Vannoni o Ruggiero è fuorviante perché i due personaggi basavano i loro bla-bla su qualcosa che ancora non esiste in commercio.
Sicuramente ci saranno già nel mondo PERSONE CON HIV E CON L'ARTRITE CHE PRENDONO STO FARMACO...
Sono anni che si continua a parlare di questo AURAONOFIN.. e CREDIMI LA STANNO TIRANDO TROPPO LUNGA PER ESSERE CREDIBILI.



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Dora » mercoledì 8 ottobre 2014, 17:09

nordsud ha scritto:
Dora ha scritto:
nordsud ha scritto:Ma che finanziamenti cerca Savarino ? Ma io non credo più nemmeno ad una parola di questo pseudo dottore...
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No guarda, nel mondo civilizzato le cose proprio non funzionano come dici tu.
È solo gente come Vannoni o Ruggiero che sperimenta sulla pelle dei malati, senza regole e senza tutele, le persone per bene agiscono diversamente. In tanti anni che seguo questo settore della ricerca di buffoni, incompetenti e disonesti ne ho incontrati anche troppi, ma Savarino è di un'altra pasta e cose sporche come quelle che vorresti tu sono sicura quanto lo si può umanamente essere che non le farebbe mai.
Dora stavolta credo di essere nel giusto. Il farmaco da testare in sinergia con gli antivirali E' GIA' UN FARMACO APPROVATO.
NON C'E' NIENTE DI SPERIMENTALE SE NON LA COMBINAZIONE.... Citare Vannoni o Ruggiero è fuorviante perché i due personaggi basavano i loro bla-bla su qualcosa che ancora non esiste in commercio.
Sicuramente ci saranno già nel mondo PERSONE CON HIV E CON L'ARTRITE CHE PRENDONO STO FARMACO...
Citare Vannoni e Ruggiero corrisponde nel metodo a quanto da te ipotizzato dicendo
  • "Ma che vada nel primo day hospital che trova per strada e che chieda la partecipazione di N° 5 ( SI! .. 5 BASTANO ) volontari ed inietta a loro la sostanza."
O vedi forse delle differenze sostanziali nel somministrare GcMAF in una "clinica" svizzera senza nessun controllo?

Invece, per quanto riguarda il fatto che auranofin è un farmaco dal profilo di tossicità ben noto e usato da diverso tempo, credo tu abbia ragione e ci si possa aspettare che - in una sperimentazione clinica controllata - sia ben tollerato e non causi gravi problemi di tossicità. Ma il protocollo della sperimentazione di auranofin in persone con HIV per intaccare il reservoir latente direi che va ben oltre la questione di sicurezza e tollerabilità.
Ti riporto quanto scritto sul trial in partenza in Florida (e per molti maggiori dettagli ti rimando al post del I luglio scorso):
Dora ha scritto:Uno studio "interventional", in aperto, di fase 1/2, su un singolo gruppo di presumibilmente 30 persone con HIV stabilmente in terapia soppressiva (<50 copie/ml per almeno 3 anni), con alti CD4 (almeno 500 cellule/µl in due prelievi successivi nei 6 mesi prima dell'inizio del trial) e ottima situazione clinica generale, che avrà lo scopo primario di valutare sicurezza e tollerabilità della somministrazione di auranofin (Ridaura®) in compresse, in dosi successive da 3 a 6 mg al giorno per 12 settimane.
L'obiettivo secondario sarà la valutazione dei cambiamenti del reservoir latente durante le 12 settimane di somministrazione di auranofin e nelle 8 settimane successive. Le dimensioni del reservoir saranno misurate valutando la frequenza di CD4 contenenti HIV DNA totale e integrato e la frequenza di CD4 che contengono HIV RNA capace di replicazione. Oltre ad analizzare i CD4 circolanti nel sangue, verranno fatte delle biopsie per studiare i CD4 presenti nel tessuto intestinale.
Capisci che, se anche delle persone con HIV hanno preso auranofin per curare l'artrite reumatoide, bene che vada possiamo considerarle dei controlli per quanto riguarda sicurezza e tollerabilità del farmaco. Ma quello che ci interessa davvero è il suo effetto anti-reservoir. E quello lo vediamo soltanto misurandone le variazioni attraverso "la frequenza di CD4 contenenti HIV DNA totale e integrato e la frequenza di CD4 che contengono HIV RNA capace di replicazione".
Non credo proprio che questo genere di parametri siano mai stati indagati in chi voleva curarsi l'artrite reumatoide e, per avventura, aveva anche l'HIV.
Inoltre, questo è soltanto il primo passo di una strategia per arrivare almeno a un controllo della replicazione virale in assenza di ART, che è molto più completa e complessa. Se non fai bene i primi passi, ti giochi tutto il resto.
Sono anni che si continua a parlare di questo AURAONOFIN.. e CREDIMI LA STANNO TIRANDO TROPPO LUNGA PER ESSERE CREDIBILI.
Sì, hai ragione, è da anni che se ne parla. Avendo seguito da vicino questa ricerca fin dai suoi inizi, la mia impressione è che sia stata bloccata non da qualche manovra di Savarino, che evidentemente ha tutto l'interesse ad arrivare in fase clinica, quanto piuttosto dei suoi capi e datori di lavoro.
Non mi spiegherei, altrimenti, gli infiniti tira e molla dell'ISS, che un giorno emette un comunicato per dire che gran bella ricerca stanno facendo su auranofin e che presto-prestissimo partirà la sperimentazione clinica, poi cambia idea e dice che non se ne fa niente, poi cambia di nuovo idea e dice che forse sì-ma-boh ... Insomma, tutto questo sfinimento di sì e no che ragioni ha?
Se in questa ricerca non credono, perché l'hanno esaltata, e non una sola volta? Siano onesti e lo dicano, magari anche spiegando le ragioni scientifiche per cui pensano che non si debba continuare.
Se invece la ricerca è valida, perché non la mandano avanti - anche tenendo conto del bisogno disperato che l'ISS ha di rifarsi la faccia sull'HIV/AIDS, dopo tutte le porcherie del vaccino Tat?



Keanu
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Keanu » mercoledì 8 ottobre 2014, 21:43

Non metto in dubbio i tempi della ricerca,della prassi delle fasi cliniche, ma i ricercatori stanno iniziando un po' a scocciare con questa storia della mancanza di fondi.Ne ricevono in quantità ciclopiche e non bastano mai! Auranofin esiste dal 1984? E' bello che approvato? BSO pure? Allora quanti altri soldi vanno cercando? Bisogna trovare i volontari piuttosto e iniziare le sperimentazioni cliniche.

Proprio oggi mi sono imbattuto in questa notizia: Il professor Maurizio Botta, del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università di Siena, ha ricevuto la prestigiosa “Medaglia Pietro Pratesi” della Società Chimica Italiana, per i risultati scientifici raggiunti.
La medaglia, che viene conferita ogni 3 anni, è stata ritirata dal professor Botta nel corso del XXV congresso nazionale della Società Chimica Italiana. “Sono onorato e orgoglioso di questo premio, che vorrei condividere con tutti quelli che, nel corso degli anni, hanno lavorato con me e mi hanno consentito di ottenere una produzione scientifica di alto livello” – ha detto il docente, che sta dedicando i suoi sforzi scientifici allo studio di farmaci anti AIDS specifici e innovativi. Botta è infatti coordinatore del progetto di ricerca THINPAD, che ha ottenuto un finanziamento europeo di circa 6 milioni di Euro e mira ad arrivare alle prime fasi della sperimentazione clinica di nuove molecole, che verranno poi proposte a grandi aziende farmaceutiche perché ne proseguano lo sviluppo, fino alla commercializzazione. Il progetto ha iniziato il suo secondo anno di attività. I 5 partner provenienti da Italia, Francia e Spagna hanno già prodotto due pubblicazioni e presto presenteranno nuovi risultati scientifici.

Fatta questa premessa mi sono messo un po' a cercare in rete cosa aveva fatto questo prof. Botta.ho trovato un articolo :Studiosi del laboratorio di virologia molecolare diretto da Giovanni Maga, all’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia (Igm-Cnr), in collaborazione con il laboratorio di chimica farmaceutica dell’università di Siena, diretto da Maurizio Botta, hanno stanato una molecola farmacologicamente attiva, in grado di bloccare l’infezione da HIV(solito titolone da stampa poco realistica). Il suo bersaglio infatti è un enzima cellulare, a differenza della terapia attuale che si basa invece su molecole dirette contro enzimi virali. I principali target terapeutici oggi disponibili sono rappresentati dagli enzimi virali, tra cui la trascrittasi inversa (inibitori nucleosidici e non nucleosidici) e gli inibitori delle proteasi.
A causa della variabilità genetica dei virus, che causa il fenomeno delle resistenze, si è sviluppato un sistema noto come (HAART) che consiste nell'associazione di tre o più farmici diretti sui vari target.Le motivazioni che spingono alla ricerca di bersagli terapeutici umani, e non all'utilizzo di quelli virali è il basso livello di resistenza che potrebbe instaurarsi.
Una proteina che ha attirato attenzione è DDX3,che sembra aver un ruolo chiava nell'infezione da hiv,(era il 2008 quando fu pubblicata la ricerca).Botta illustra la sua scoperta: "DEAD box polypeptide 3 (DDX3) è una proteina facente parte della famiglia delle elicasi DEAD box, coinvolta in molteplici funzioni endogene, tra cui lo splicing dell'mRNA,l'export, la regolazione della trascrizione e della traslazione e la biogenesi ribosomiale. Dal momento che partecipa nella replicazione del virus HIV-1, trasportando l'RNA virale dal nucleo al citoplasma è un bersaglio di notevole importanza. DDX3 ha molteplici attività enzimatiche (ATPasica e RNasica), ed entrambi i suoi domini funzionali possono essere oggetto dell'azione di potenziali inibitori. Il nostro gruppo di ricerca ha sintetizzato una serie di composti in grado di inibire sia il sito di legame ATPasico che quello RNasico. Pertanto, lo scopo del mio progetto sarà quello di identificare nuovi scaffolds e di sintetizzare molecole capaci di inibire entrambi i siti di legame, aumentando l'attività dei composti già sintetizzati e migliorandone le caratteristiche ADME".

Siamo nel 2014,2015 quasi,sono passati 6-7 anni dalla scoperta della famigerata DDX3,ma che fine ha fatto la ricerca?Io non ho trovato nulla in rete al riguardo,forse voi ne sapete più di me. Ma i fondi intanto li ha ricevuti (6milioni di €!)e pure la medaglia!Scusate se mi sono dilungato,ma era per ricollegarmi alla continua richiesta di fondi quando non si vede nemmeno il barlume di un progresso. Inizio a pensare che la Ensoli non sia l'unico lupo famelico!
Ultima modifica di Keanu il mercoledì 8 ottobre 2014, 21:58, modificato 1 volta in totale.



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Dora » mercoledì 8 ottobre 2014, 21:56

Io con Maga ho parlato a maggio e allora mi disse che quella ricerca era ancora ben lontana dalla fase clinica. Non credo che durante l'estate abbia fatto un balzo in avanti di anni.
Quanto al resto, ai ricercatori pieni di soldi che dovrebbero solo schioccare le dita e si troverebbero davanti una fila di volontari pronti a offrire il loro corpo alla ricerca ... ho l'impressione che viviamo in due mondi diversi.



Keanu
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Keanu » mercoledì 8 ottobre 2014, 22:08

Dora ha scritto:Io con Maga ho parlato a maggio e allora mi disse che quella ricerca era ancora ben lontana dalla fase clinica. Non credo che durante l'estate abbia fatto un balzo in avanti di anni.
Quanto al resto, ai ricercatori pieni di soldi che dovrebbero solo schioccare le dita e si troverebbero davanti una fila di volontari pronti a offrire il loro corpo alla ricerca ... ho l'impressione che viviamo in due mondi diversi.
Capisco anche la difficoltà nel reclutare volontari,nessuno vorrebbe mettere in pericolo la propria vita con queste sperimentazioni.Io non capisco questa continua richiesta di fondi,perché nel caso di Hiv/aids non bastano mai,nemmeno quando i farmaci sono già in commercio. Ci sono altre malattie su cui investire,prima fra tutte il cancro,a cui siamo tutti potenzialmente esposti,poi ci sono le malattie genetiche e rare,che colpiscono meno,ma fanno ugualmente soffrire una parte di umanità che non può essere ignorata.Mi sembra giusto e umano veicolare i fondi in modo che possano beneficiare un po' tutte le ricerche e soprattutto non speculare da parte di chi li riceve!



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da Dora » giovedì 9 ottobre 2014, 8:25

Keanu ha scritto:
Dora ha scritto:Io con Maga ho parlato a maggio e allora mi disse che quella ricerca era ancora ben lontana dalla fase clinica. Non credo che durante l'estate abbia fatto un balzo in avanti di anni.
Quanto al resto, ai ricercatori pieni di soldi che dovrebbero solo schioccare le dita e si troverebbero davanti una fila di volontari pronti a offrire il loro corpo alla ricerca ... ho l'impressione che viviamo in due mondi diversi.
Capisco anche la difficoltà nel reclutare volontari,nessuno vorrebbe mettere in pericolo la propria vita con queste sperimentazioni.Io non capisco questa continua richiesta di fondi,perché nel caso di Hiv/aids non bastano mai,nemmeno quando i farmaci sono già in commercio. Ci sono altre malattie su cui investire,prima fra tutte il cancro,a cui siamo tutti potenzialmente esposti,poi ci sono le malattie genetiche e rare,che colpiscono meno,ma fanno ugualmente soffrire una parte di umanità che non può essere ignorata.Mi sembra giusto e umano veicolare i fondi in modo che possano beneficiare un po' tutte le ricerche e soprattutto non speculare da parte di chi li riceve!
Credo per la fretta di essermi espressa in modo troppo sintetico, forse anche perché speravo che il post scritto ieri da Uffa fosse stato preso nella dovuta considerazione.

Non è solo questione di reclutare volontari: passare dalle fasi di ricerca precliniche alla sperimentazione su esseri umani è un processo con tante componenti diverse, che vanno dalla volontà "politica" di investire una quantità di denaro considerevole (a coronamento di tanto altro denaro speso negli anni che hanno portato in vista della sperimentazione clinica) alle tantissime regole, che sono state create dalla comunità scientifica per tutelare le persone che partecipano alle sperimentazioni e per fare in modo che i dati raccolti siano gestiti e interpretati correttamente. Nel nostro Paese forse intervengono anche dei blocchi burocratici in fasi diverse di questo processo, ma non credere che negli Stati Uniti siano meno minuziosi nel valutare e accettare il protocollo di un trial clinico. E per fortuna - mi viene da dire - perché di apprendisti stregoni o ciarlatani ce ne sono già troppi in circolazione e chi fa le spese delle lacune nel sistema di regole a tutela dei malati sono, appunto, regolarmente i malati.

Per quanto riguarda la questione dei finanziamenti, certamente hai ragione a ricordare tutte le altre infinite malattie che hanno bisogno di cure e dunque di ricerca, ma la ricerca diretta all'HIV/AIDS, e ancor di più quella indirizzata a trovare una cura dell'infezione, in Italia, in questi anni, è gravemente sottofinanziata e quando un centinaio di ricercatori hanno provato a ricordarlo al nostro governo non sono neppure stati degnati di una risposta (cfr. il thread G.Poli e i ricercatori italiani: SALVATE LA RICERCA SULL'HIV). Tieni anche conto del pozzo senza fondo che è (stato?) il vaccino Tat, che ha divorato la maggior parte dei finanziamenti pubblici lasciando agli altri soltanto le briciole.

Per quello che sono riuscita a capire in questi anni, credo siano ben pochi i "lupi famelici" fra i coloro che fanno (seriamente) ricerca sull'HIV/AIDS e ancor di meno quelli che si arricchiscono personalmente. Anzi, forse qualcuno ci deve mettere del suo per comprare i reagenti o pagare le borse di studio a collaboratori che, appena se ne vanno all'estero, ricevono denaro, responsabilità e onori che qui possono soltanto sognarsi.



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uom

Messaggio da uffa2 » giovedì 9 ottobre 2014, 9:16

A ciò che ha scritto Dora, e a ciò che ho scritto io, aggiungo che, se pure tutti questi soldi ci fossero, mancherebbero le “cavie”.
Ne abbiamo scritto già più volte, ma repetita (qualche volta) iuvant: l’infezione da HIV non è il cancro; non abbiamo (grazie a Dio!) file di pazienti statisticamente condannati a morte che, nella speranza di qualche mese di sopravvivenza in più o di essere quelli geneticamente predisposti a vedere una rilevante prova di efficacia del candidato farmaco, sono disposti a fare le cavie.
I pazienti dell’HIV sono (io pure, eh) dei gatti viziati, che vivono una vita ricca di salute e di crocchette (incredibile, eh?) e la cui urgenza reale di rischiare il certo per l’incerto è nella stragrande maggioranza dei casi inesistente.
Questo significa che pure il reclutamento dei pazienti è un problema, perché di gente “motivata” non ce n’è.
Certo, ognuno di noi dice altro, ma quando si tratta di firmare il modulo del consenso informato le cose solitamente cambiano.
Io quando mi hanno chiesto qualche provetta di sangue in più per uno studio osservazionale ho sempre firmato a occhi chiusi, ma se mi proponessero uno studio interventistico?
Questo fenomeno è in realtà un problema che trascende l’HIV e che investe il continente europeo: poiché l’accesso allo stato dell’arte delle cure è garantito a tutti dai sistemi sanitari nazionali, i pazienti da arruolare NON ci sono. La situazione è talmente pesante che, oltre alle campagne pubbliche, persino l’industria farmaceutica fa campagne istituzionali per convincere la gente ad arruolarsi in questi accidenti di studi.
Ah, anche trovate le “cavie”, va rammentato l’immenso corpo di “garanzie” per i pazienti che trasforma persino uno studio osservazionale (ossia dove non c’è un farmaco nuovo da sperimentare, ma si verificano solo i diversi risultati di approcci terapeutici già in uso) in una macchina mangiasoldi: comitati etici che ti chiedono migliaia di euro solo per esaminare la tua domanda, rimborsi agli ospedali, assicurazioni su ogni rischio possibile e impossibile derivante dalla sperimentazione…
Così, alla fine la ricerca clinica si fa solo marginalmente sui pazienti europei, e “per fortuna” che c’è il disastro dell’Europa centro-orientale, dove milioni di persone sono alle prese con sistemi sanitari generosi anche meno di quello USA, sennò tutto quanto sarebbe testato in Africa.

La morale è sempre quella: la realtà è molto spesso diversa dai nostri desideri.


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