Io direi: ... se non fosse per la partecipazione di un dipendente dell'Istituto Superiore di Sanità e se non fosse che, tramite questi eventi mondani e la partecipazione di dipendenti dell'ISS, si promuove la falsa credenza che le drupe dei nonni del Molise curino il cancro.Blast ha scritto:Dai però sarebbe un bell'evento mondano, non fosso per quella cagata di congresso
A questo proposito, cioè riguardo ai danni che gli stregoni fanno ai malati di cancro, ho qualche considerazione da fare.
UNA STIMA GROSSOLANA VALUTA 1.000 MALATI ONCOLOGICI AMMAZZATI DAI CIARLATANI OGNI ANNO IN AUSTRALIA. QUANTI IN ITALIA?
Australia's Science Channel, una TV australiana che si occupa di divulgazione scientifica, ha fatto un'indagine, che poi si è trasformata in un servizio intitolato No Alternative to cancer e che si può vedere cliccando qui:
Il servizio, che mi è parso molto ben fatto, ha indagato quel che accade alle persone che ricevono una diagnosi di cancro (segnatamente cancro al seno) e poi spariscono dall'osservazione, decidendo di rivolgersi non alle cure della medicina basata sulle prove, ma a qualche cura "alternativa".
Poi capita che quelle persone si ripresentino in ospedale, ma a quel punto è in genere troppo tardi: il cancro che poteva essere trattato con buone speranze di successo è divenuto incurabile e la persona muore.
Questo trova riscontro in uno studio molto importante pubblicato a settembre su JAMA Oncology, in cui è stato dimostrato che le donne con diagnosi di cancro al seno in fase iniziale che sono abituali fruitrici delle medicine alternative tendono ad arrivare alla chemioterapia con grande ritardo rispetto alle donne che non si rivolgono alle medicine alternative.
I medici intervistati mi sono parse persone molto equilibrate e comprensive, certo non dei talebani: tutti hanno sostenuto di essere disposti ad accettare che i loro pazienti, mentre seguono le terapie basate sull'evidenza della medicina, parallelamente si rivolgano a medicine "alternative o complementari" per contrastare i fastidi degli effetti collaterali o per cercare un sostegno di tipo psicologico. Nonostante questa apertura, molti pazienti escono dall'osservazione e "vanno persi".
Quanti?
La stima fatta nel servizio dovrebbe mettere in allarme chiunque si occupi di salute pubblica: su più di 130.000 nuove diagnosi di cancro in Australia, che grazie ai trattamenti convenzionali hanno il 67% di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, circa il 3-5% dei malati viene "perduto", esce dall'osservazione. Quindi, sulle 130.466 nuove diagnosi di cancro attese in Australia per il 2016, ci si aspetta che 5.000 persone decidano di affidarsi a trattamenti non convenzionali.
Applicando le statistiche sulla prognosi relative ai tumori trattati verso quelli non trattati, si può dunque stimare che circa 1.000 persone quest'anno moriranno in Australia per aver scelto di non curarsi con la medicina basata sulle prove.
Ora, basandomi su questi dati, io ho provato a fare una stima molto grossolana su quanto avviene in Italia.
La popolazione dell'Italia è meno di 3 volte quella dell'Australia (60,6 milioni vs 24,4 milioni) e le nuove diagnosi di cancro ogni anno sono stimate 363.000, cioè un po' meno di 3 volte quelle australiane.
Questo significa che si possono stimare (sempre molto a spanne) in circa 3000 le morti per cancro dovute ogni anno ai ciarlatani in Italia.
Terrorizzante, vero?