Radio Immuno Terapia (RIT)

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Puzzle
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Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Puzzle » mercoledì 4 dicembre 2013, 10:13

Una tecnica utilizzata per curare il cancro apre nuove prospettive per gli studiosi impegnati nella lotta all'Aids: la radioimmunoterapia sta dando risultati promettenti anche contro il virus Hiv. E' il contenuto di uno studio presentato da alcuni ricercatori statunitensi al meeting annuale della Radiological Society of North America.

Una strategia innovativa
Gli attuali trattamenti antiretrovirali (Haart) si sono rivelati efficaci per limitare la replicazione dell'Hiv nel corpo. Impiegandoli il numero di particelle virali resta molto basso, ma non si annulla e non si ottiene quindi una guarigione definitiva. Gli studiosi hanno utilizzato la radioimmunoterapia (Rit) per provare a distruggere le cellule infettate dal virus che causa l'Aids in campioni di sangue di pazienti sottoposti a terapia Haart. Il risultato è che i linfociti infetti sono stati soppressi. In pratica, l'infezione sembra essere stata eliminata.

"Così eliminiamo le cellule infette"
La Rit è stata storicamente impiegata nei trattamenti anticancro e utilizza gli anticorpi monoclonali. Questi anticorpi, realizzati in modo da riconoscere e attaccare uno specifico antigene, sono associati a un isotopo radioattivo. Quando vengono iniettati nel sangue del paziente, viaggiano fino al loro obiettivo e rilasciano le radiazioni. "Qualunque strategia per curare l'infezione da Hiv deve includere un metodo per eliminare le cellule infette", dice Ekaterina Dadachova dell'Albert Einstein College of Medicine di New York. "Quando la terapia Haart e la Rit sono impiegate insieme uccidono rispettivamente il virus e le cellule che ha colpito". Il tutto, sottolinea la principale autrice dello studio, "senza danneggiare le cellule circostanti".

Efficace nel sangue e anche nel cervello
Secondo lo studio, questa tecnica ottiene risultati positivi anche dove le terapie attuali incontrano le maggiori difficoltà. I trattamenti antiretrovirali sono infatti poco utili per limitare la replicazione dell'Hiv nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Quest'ultima, dice Ekaterina Dadachova, "causa disordini cognitivi e declino mentale". La Rit si è rivelata invece rivelata efficace anche in questo ambito.

Dai campioni di laboratorio ai pazienti
I dati raccolti nella ricerca sono riferiti esclusivamente ad esperimenti effettuati in laboratorio su campioni di sangue. La strada verso il possibile impiego su larga scala di questa tecnica è ancora lunga: il prossimo passo consisterà nello sviluppo dei primi test clinici su pazienti infetti da Hiv. RaiNews



uffa2
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da uffa2 » mercoledì 4 dicembre 2013, 10:29

una bella irradiazione total body? :shock:


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Dora
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Dora » mercoledì 4 dicembre 2013, 10:56

uffa2 ha scritto:una bella irradiazione total body? :shock:
No, no! È una cosa molto più sofisticata e mirata: si unisce un isotopo radioattivo a un anticorpo monoclonale (nel caso di questo lavoro: mAb2556), costruito in modo da colpire una proteina (quale? non ho ancora letto altro che il comunicato stampa) sulla superficie della cellula infetta e solo quella, lasciando intatte le cellule circostanti.

Immagine

Quello che non mi è affatto chiaro è che cosa accada con le cellule latentemente infette. Se la RIT non riesce a vederle, non finisce con l'essere solo un possibile sostituto o un miglioramento degli antiretrovirali, magari solo per arrivare dove loro non arrivano, tipo nel cervello?



uffa2
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da uffa2 » mercoledì 4 dicembre 2013, 11:11

ecco questo già è più chiaro...


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Dora
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Dora » mercoledì 4 dicembre 2013, 11:28

Ecco qualcosa di più: l'abstract presentato da Ekaterina Dadachova al congresso della Radiological Society of North America (RSNA), da cui si vede che la proteina contro cui è diretto l'anticorpo monoclonale è la gp41 e si capisce che la RIT opera in sinergia con la ART, rendendola più efficace. Onestamente, come la Dadachova possa parlare di "eradicazione dell'HIV, sia sistemica, sia nel sistema nervoso centrale", io non lo riesco a capire, perché la sua tecnologia non distrugge le cellule latentemente infette. Ho l'impressione che stia solo vendendo molto bene un possibile miglioramento degli effetti della ART nel cervello (una via alternativa rispetto alle nanoparticelle, per intenderci).
Nel comunicato stampa si dice che vogliono passare presto dai modelli cellulari della barriera emato-encefalica alla in fase clinica. On verrà.


Radiolabeled Antibody to gp41 HIV Glycoprotein Kills ART-treated Lymphocytes from HIV Patients and HIV-infected Monocytes in Human Blood Brain Barrier Model

PURPOSE
Eliminating virally infected cells is an essential component of HIV eradication strategy. In addition, many patients on antiretroviral therapy (ART) suffer from HIV-associated neurocognitive disorders as the brain becomes a reservoir for infection. Thus, the drugs that can enter into the CNS and eradicate the infection are needed.

METHOD AND MATERIALS
Radioimmunotherapy (RIT), a clinically established method to kill cells using radiolabeled monoclonal antibodies (mAbs), was recently used to target the HIV gp41 glycoprotein expressed on the surface of infected cells. As gp41 expression by the infected cells is downregulated in patients on ART, we evaluated the ability of RIT to kill infected cells treated with ART in vitro using patients lymphocytes. We also tested the ability of the same radiolabeled mAb 2556 to gp41 to cross the blood brain barrier (BBB) and kill HIV infected monocytes in the CNS.

RESULTS
We found that RIT was able to specifically kill ART-treated lymphocytes and to reduce HIV p24 to undetectable levels. ART and RIT worked in concert to decrease viral production when compared to ART or RIT alone, indicating that expression of gp41 under ART was still sufficient to allow 2556 mAb binding and killing infected cells. A 4 μCi dose of 213Bi-2556 successfully killed over 80% of PBMCs (p<0.05), even in patients with well-controlled viremia. The isoelectric point (pI) of 2556 mAb was >9 compared to isotype control 1418 mAb pI of 8. 213Bi-2556 killed significantly more HIV infected than uninfected monocytes on the astrocyte side of the BBB in dose response manner (p<0.05). Confocal microscopy staining for tight junction proteins did not demonstrate any significant damage to the barrier integrity.

CONCLUSION

In conclusion, RIT in concert with ART eliminated infected cells. Co-treatment was effective in both Atripla and tenofovir/emtricitabine/atazanavir cohorts. We demonstrated the unique ability of 213Bi-2556 mAb to cross the BBB and specifically kill HIV infected monocytes. These findings demonstrate the feasibility of an RIT-based strategy for use with ART to achieve HIV eradication systemically and in CNS.

CLINICAL RELEVANCE/APPLICATION
HIV/AIDS remains an incurable disease. Our goal is to develop RIT-based strategies for therapy of systemic and CNS HIV for use with other anti-retroviral strategies to achieve complete HIV eradication.



admeto
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da admeto » mercoledì 4 dicembre 2013, 14:36

Dora ha scritto: In addition, many patients on antiretroviral therapy (ART) suffer from HIV-associated neurocognitive disorders as the brain becomes a reservoir for infection. Thus, the drugs that can enter into the CNS and eradicate the infection are needed.
Scusate, ma questa affermazione mi colpisce molto… per non dire che mi sconvolge…
Sicuramente devo aver frainteso qualcosa che ho letto tempo fa in un altro thread, in cui mi sembrava che si dicesse che i disturbi neuro-cognitivi si erano drasticamente ridotti dopo l’avvento della HAART e che erano considerati come un segno di passaggio dall’HIV alla fase dell’AIDS conclamata. Il thread riportava il testo di un articolo sul tema e forse io l’ho letto in modo troppo frettoloso, forse parlava non in generale di “disturbi neuro-cognitivi” ma di “demenza” o qualcosa di simile.
Non riesco a ritrovarlo ora, per caso ve lo ricordate? E avreste qualche altra indicazione da darmi per approfondire il problema?
Devo confessare che fra i tanti rischi che incombono sul futuro e che sto pian piano cercando di razionalizzare, questo non l’avevo proprio messo in conto… anzi, credevo che fosse un problema sostanzialmente superato… evidentemente sbagliavo…
Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.



Puzzle
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Puzzle » mercoledì 4 dicembre 2013, 17:42

Io non la scarterei a priori questa ricerca. Se l'isotopo è stato programmato, in questo caso, verso la proteina gp41, non è detto che non si possa programmare contro altre proteine a fronte di studi più approfonditi. Inoltre mi sembra che una parte della ricerca sull'eradicazione sembra orientata verso il "risveglio" delle cellule latenti per poterle successivamente eliminare, e qui, a differenza dei farmaci, si può superare qualunque barriera. E' anche certo che una terapia a base di isotopi radioattivi non può essere prescritta a tempo indeterminato come la haart.



Dora
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Dora » mercoledì 4 dicembre 2013, 19:15

admeto ha scritto:
Dora ha scritto: In addition, many patients on antiretroviral therapy (ART) suffer from HIV-associated neurocognitive disorders as the brain becomes a reservoir for infection. Thus, the drugs that can enter into the CNS and eradicate the infection are needed.
Scusate, ma questa affermazione mi colpisce molto… per non dire che mi sconvolge…
Sicuramente devo aver frainteso qualcosa che ho letto tempo fa in un altro thread, in cui mi sembrava che si dicesse che i disturbi neuro-cognitivi si erano drasticamente ridotti dopo l’avvento della HAART e che erano considerati come un segno di passaggio dall’HIV alla fase dell’AIDS conclamata. Il thread riportava il testo di un articolo sul tema e forse io l’ho letto in modo troppo frettoloso, forse parlava non in generale di “disturbi neuro-cognitivi” ma di “demenza” o qualcosa di simile.
Ma è così, infatti. I disturbi neuro-cognitivi gravi, tipo la demenza HIV-correlata (HAD), che avevano un'incidenza molto alta nei primi tempi dell'infezione, sono praticamente crollati con l'introduzione della ART. Quelli di cui si parla ora sono disturbi molto più lievi, spesso così lievi che le persone neppure si accorgono di averli e vengono rilevati solo facendo indagini stra-approfondite, di quelle che si fanno solo negli studi clinici.
È però vero che non tutti gli antiretrovirali penetrano bene attraverso la barriera emato-encefalica. Esiste una tabella che attribuisce diversi punteggi alla capacità di penetrazione dei diversi ARV nel cervello. La trovi qui: http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... 552#p24552.
E forse è anche quello il thread che stai cercando: HIV e demenza.
Oppure ti riferivi a Il reservoir nel cervello: un ostacolo all'eradicazione? – 2? Ma ne dubito, perché è assai più specialistico.



Dora
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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da Dora » mercoledì 4 dicembre 2013, 19:36

Puzzle ha scritto:Io non la scarterei a priori questa ricerca. Se l'isotopo è stato programmato, in questo caso, verso la proteina gp41, non è detto che non si possa programmare contro altre proteine a fronte di studi più approfonditi. Inoltre mi sembra che una parte della ricerca sull'eradicazione sembra orientata verso il "risveglio" delle cellule latenti per poterle successivamente eliminare, e qui, a differenza dei farmaci, si può superare qualunque barriera.
Direi no per la prima e sì per la seconda.
Mi spiego: per quanto ne so (e posso sbagliarmi alla grande), è stato trovato un unico marker che potrebbe differenziare le cellule infette quiescenti da quelle attivate e che forse (ed è un forse da sottolineare tante volte) potrebbe essere utilizzato per individuare una cellula quiescente latentemente infetta. Si tratta del CD2, che Fabio Romerio ha scoperto essere espresso a livelli insolitamente alti nelle cellule latentemente infette. Il lavoro di Romerio a me è parso fantastico, ma dobbiamo tenere conto che la validazione di questo marker è stata fatta solo in un bellissimo modello di latenza in vitro e, come Romerio stesso ha spiegato, non è affatto detto che in vivo le cose vadano davvero così.
Inoltre, purtroppo il CD2 non è una bella proteina virale contro la quale scatenarsi senza pietà, ma è una proteina nostra, che viene sovraregolata in certe cellule infette e non in altre. Attaccarlo non è propriamente una passeggiata, credo.

Se si troverà un aggancio sicuro contro il quale scatenare un anticorpo monoclonale, si potrà anche bombardare la cellula con isotopi radiattivi, ma è una cosa che per adesso resta nelle nostre speranze perché, per ora, individuare le cellule latentemente infette resta uno dei grandi problemi dell'eradicazione.

Invece, sì per la seconda cosa che hai detto: rileggendo l'abstract della Dadachova, credo ancora che abbia messo lì la parola eradicazione perché adesso va particolarmente di moda, ma credo anche che la sua idea sia di usare la RIT per fare quello che i CD8 indeboliti dal virus non riescono a fare bene, e cioè distruggere le cellule riattivate mediante qualche sostanza antilatenza, in cui il virus ricomincia a trascriversi e che restano in giro per il corpo senza morire da sole.

Resta il fatto che per dire qualcosa di sensato preferirei leggere un articolo, che chissà quando arriverà.
E' anche certo che una terapia a base di isotopi radioattivi non può essere prescritta a tempo indeterminato come la haart.
Ecco, qui c'è un problemuccio che finché si lavora in vitro potrebbe essere - come dire? - sottostimato.



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Re: Radio Immuno Terapia (RIT)

Messaggio da alfaa » mercoledì 4 dicembre 2013, 21:11

Dora ha scritto:
admeto ha scritto:
Dora ha scritto: In addition, many patients on antiretroviral therapy (ART) suffer from HIV-associated neurocognitive disorders as the brain becomes a reservoir for infection. Thus, the drugs that can enter into the CNS and eradicate the infection are needed.
Scusate, ma questa affermazione mi colpisce molto… per non dire che mi sconvolge…
Sicuramente devo aver frainteso qualcosa che ho letto tempo fa in un altro thread, in cui mi sembrava che si dicesse che i disturbi neuro-cognitivi si erano drasticamente ridotti dopo l’avvento della HAART e che erano considerati come un segno di passaggio dall’HIV alla fase dell’AIDS conclamata. Il thread riportava il testo di un articolo sul tema e forse io l’ho letto in modo troppo frettoloso, forse parlava non in generale di “disturbi neuro-cognitivi” ma di “demenza” o qualcosa di simile.
Ma è così, infatti. I disturbi neuro-cognitivi gravi, tipo la demenza HIV-correlata (HAD), che avevano un'incidenza molto alta nei primi tempi dell'infezione, sono praticamente crollati con l'introduzione della ART. Quelli di cui si parla ora sono disturbi molto più lievi, spesso così lievi che le persone neppure si accorgono di averli e vengono rilevati solo facendo indagini stra-approfondite, di quelle che si fanno solo negli studi clinici.
È però vero che non tutti gli antiretrovirali penetrano bene attraverso la barriera emato-encefalica. Esiste una tabella che attribuisce diversi punteggi alla capacità di penetrazione dei diversi ARV nel cervello. La trovi qui: http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... 552#p24552.
E forse è anche quello il thread che stai cercando: HIV e demenza.
Oppure ti riferivi a Il reservoir nel cervello: un ostacolo all'eradicazione? – 2? Ma ne dubito, perché è assai più specialistico.

Sono crollati ma non spariti comunque? Cioè oggi ancora ci sono persone che nonostante haart abbiano problemi di demenza?



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