Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open access

Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » giovedì 12 maggio 2016, 11:30

Dora ha scritto:Non ci vuole un grande esperto per capire che l’articolo di Goodson è esattamente quel tipo di “robaccia pseudoscientifica” da cui un editore serio dovrebbe tenersi lontano come dalla peste.
Eppure a Frontiers hanno preferito cercare un compromesso disonorevole piuttosto che sconfessare i peer reviewers e semplicemente gettare il lavoro della dottoressa Goodson fra la spazzatura cui appartiene.

Perché?

Il chief editor di Frontiers in Immunology esperto di HIV/AIDS interpellato dall’editore ha davvero ritenuto che quella robaccia negazionista potesse continuare a comparire accanto agli articoli che trattano di scienza dell’HIV? Oppure la sua opinione è stata cestinata? In tal caso, si è forse dimesso?

E che cosa dobbiamo pensare di un editore che pubblica un lavoro negazionista sull’HIV/AIDS quando quello stesso editore cede alle pressioni dei negazionisti climatici, ritrattando l’articolo Recursive Fury di Stefan Lewandowsky?

Che cosa dobbiamo pensare di un editore che pubblica Ruggiero, Pacini e Bradstreet, che diagnosticano l’autismo attraverso immagini photoshoppate e senza dichiarare i conflitti di interesse con la Immuno Biotech, che produce la pretesa “cura” dell’autismo da loro propugnata? E che dire dei rapporti di interesse non dichiarati fra gli autori e gli entusiastici revisori paritari?

Non sono un po’ troppe ormai le strizzate d’occhio che Frontiers fa al mondo delle pseudoscienze?

Aggiungiamo a questo che anche la revisione paritaria di articoli scientifici fa acqua da tutte le parti. Un esempio ce lo fornisce la pubblicazione – proprio su Frontiers in immunology! – dell’articolo di Andrieu sul vaccino franco-cinese, in cui ai revisori è “sfuggito” che i dati sugli esperimenti sono stati pubblicati in modo incompleto e che i dati mancanti sono – ma che strano – proprio quelli che potrebbero inficiare la pretesa efficacia protettiva del vaccino sulle scimmie.
E vogliamo ricordare che quegli stessi revisori così distratti pubblicarono, sempre su Frontiers in Immunology, un commento in cui magnificavano il lavoro di Andrieu per essere così brillantemente “out-of-the-paradigm” e sollecitavano finanziamenti per quest’opera di genio?
Ora Guido Silvestri sta rifacendo la sperimentazione: se confermerà i risultati di Andrieu, la svista dei revisori sarà soltanto una pecca formale. Ma se non riuscirà a confermarli, significherà che saranno stati spesi inutilmente tanto tempo e tanto denaro che sarebbero potuti essere impegnati in ricerche più proficue.
Senza contare il clamore mediatico sollevato da giornalisti che confondono elisir con cocktail e stimolano false speranze nei malati e illusioni nei sani.

A Frontiers si stanno prendendo delle responsabilità enormi nel promuovere spazzatura pseudoscientifica e lavori scientifici mal controllati.
Non se ne rendono conto?
Oppure è proprio quello che vogliono?
Cancelliamo le frontiere - ché fa tanto cittadini del mondo - e apriamo le porte a ogni cialtroneria pseudoscientifica dei tanti Goodson che scalpitano per pubblicare?
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ANOTHER NAIL IN THE COFFIN

Molte cose sono successe da quando ho scritto il post ripreso qui sopra, in cui elencavo alcuni casi a noi particolarmente vicini fra i molti che si potevano scegliere per segnalare come le scelte editoriali di Frontiers collocassero il gruppo su un confine molto scivoloso.
Forse la cosa più rilevante che è accaduta da allora è che l'intero gruppo editoriale Frontiers è stato aggiunto alla Lista di Beall degli editori predoni - il che, se rende ormai vana la speranza di veder ritrattato l'articolo negazionista di Patricia Goodson, colloca però ogni articolo pubblicato su ogni rivista di Frontiers in un inferno di lavori contaminati dal sospetto di brogli o manipolazioni, cui non si può attribuire alcuna credibilità scientifica pena, per l'opinione pubblica, di illudersi che la cura di qualche malattia sia stata trovata e, per gli scienziati, di perdere tempo e denaro cercando di replicare dei risultati impossibili da replicare, perché raccolti e interpretati in modo scorretto oppure, semplicemente, falsi.

Fra i lavori che possono generare illusioni, possiamo ricordare ad esempio una review pubblicata su Frontiers in Immunology nel settembre 2014 dalla famiglia Ensoli al completo, in cui, oltre a tacere degli "interessi commerciali o finanziari" che la famiglia ha nel vaccino anti-Tat attraverso Vaxxit, si racconta che nessuno dei candidati vaccini terapeutici esaminati ha raggiunto i fantastici risultati del vaccino anti-Tat nell'intensificare l'efficacia della ART per poter attaccare i reservoir e restaurare l'omeostasi immunitaria.

Fra quelli citati, un lavoro ancora mancava all'appello; ed era l'articolo di Andrieu e colleghi sul vaccino basato su SIV inattivato e Lactobacillus plantaris, pubblicato nell'estate del 2014 sempre su Frontiers in Immunology.
Quella sperimentazione dai risultati così impressionanti è stata rifatta da un gruppo di lavoro di sicura competenza, quello del professor Guido Silvestri alla Emory University.
Quei risultati così impressionanti non sono stati replicati e i dettagli possono essere visti nel post Inutile girarci attorno: IL VACCINO DI ANDRIEU NON FUNZIONA.

Come diceva domenica scorsa John Oliver in una puntata molto divertente, per quanto molto amara, del suo Last Week Tonight With John Oliver dedicata agli studi scientifici, there’s no Nobel Prize for fact checking: la replicazione dei risultati scientifici è importante, ma accade molto meno di frequente di quanto sarebbe auspicabile, in buona parte perché nessuno finanzia volentieri studi indipendenti che servano a confermare risultati interessanti, ma che potrebbero anche smentirli.

Credo quindi che al professor Silvestri e alla Gates Foundation debba essere riconosciuto il merito di averci provato. Tuttavia il rammarico è forte: se fosse stato chiaro a tutti che la pubblicazione dei risultati tanto impressionanti di Andrieu era avvenuta su una rivista non affidabile, non sarebbe neppure stato necessario provarci, Bill e Melinda Gates avrebbero usato il loro denaro per qualche causa migliore e Guido Silvestri avrebbe impiegato il suo tempo in qualche ricerca magari più produttiva.

Oddio, a voler essere acidi, anche la partecipazione di Andrieu insieme ai suoi onorevoli reviewers e a Barbara Ensoli a un congresso organizzato da OMICSgroup nel 2013 (oggi OMICS International - New Name, Same Horrible Business, ammonisce Jeffrey Beall), che portò alla pubblicazione di una review sul Journal of AIDS & Clinical Research (sempre OMICS - ovviamente non indicizzato da PubMed), poteva suscitare abbastanza inquietudine da spingere a guardare con estremo scetticismo i mirabolanti risultati pubblicati poco dopo su Frontiers in Immunology con il beneplacito dei medesimi reviewers e addirittura un loro commento sullo stesso numero della rivista, in cui esaltano lo slittamento di paradigma operato da Andrieu nella concezione dei vaccini contro HIV e chiedono che gli vengano dati finanziamenti.

Ma qui ci avventuriamo in un campo per specialisti in pseudoscienze e convegni spazzatura e non credo sia il caso di insistere. E poi che Ensoli, Andrieu, Esparza e Van Regenmortel possano costituire un dream team per rivoluzionare i vaccini anti-HIV lo possono credere soltanto a Frontiers.






Blast
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Blast » giovedì 12 maggio 2016, 20:15

Vedremo come calerà a picco l'impact factor l'anno prossimo :lol:


CIAO GIOIE

Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » giovedì 12 maggio 2016, 22:07

Blast ha scritto:Vedremo come calerà a picco l'impact factor l'anno prossimo :lol:
Dovrebbero smettere di essere indicizzati da PubMed. Non so bene come funzioni, ma credo che spetti a gruppi di scienziati chiedere che tutte le riviste Frontiers in siano cacciate fuori da Science Citation Index. Ormai di schifezze ne hanno pubblicate tante, penso che basti raccoglierle e fare una richiesta formale.
In ogni caso, dubito che in questo momento un ricercatore che tiene alla sua reputazione possa trovare allettante pubblicare lì.



Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » giovedì 26 maggio 2016, 6:29

UN ESEMPIO MOLTO CONCRETO DEI DANNI CAUSATI DA FRONTIERS


Dal momento che tutto il discorso sui predatory journals rischia di sembrare un po' astratto, le slides presentate da Marco Ruggiero a AutismOne 2016 mi offrono l'opportunità di fornire un esempio concreto delle ricadute che le politiche editoriali di Frontiers hanno sulla vita delle persone - in questo caso le persone con autismo.

Partiamo da un post scritto nel thread L’INIZIO DELLA FINE DEL GcMAF: LA BRUTTA ESTATE DEI RUGGIERO nel gennaio scorso (i box blu li ho aggiunti adesso):
Dora ha scritto:UN PARRICIDIO E ALTRE AMENITÀ

"PIÙ VICINI ALLA CAUSA, PIÙ VICINI ALLA CURA" - BRADSTREET, RUGGIERO E PACINI RISOLVONO IL MISTERO DELL'AUTISMO

Il 2015 si è concluso con la pubblicazione di un articolo sensazionale, oserei dire seminale, da parte della collaudata ditta Bradstreet, Ruggiero e Pacini. Si tratta di un Commento che è stato sottomesso a Frontiers in Neuroscience (e dove, sennò?) pochi giorni prima che Bradstreet venisse ucciso dai Rettiliani e che costituisce dunque il suo testamento spirituale, quello che Bradstreet lascia al mondo con l'amorevole assistenza di Ruggiero e Pacini (il cui ruolo è come sempre messo in ombra dall'ingombrante ego del marito, ma che ha l'indiscutibile privilegio di essere l'unica, fra i tre autori, ad avere una affiliazione universitaria).
E si tratta di nulla di meno che di un lavoro in cui - per lasciare la parola al comunicato stampa emesso da Ruggiero - sono "spiegati i meccanismi biologici dell'autismo" e si porta il pubblico più vicino a sapere che cosa causi questa patologia, offrendo anche "un percorso prevedibile verso un intervento efficace".

Di ricerca in quel commento al lavoro di altri ce n'è pochina, di ricerca validata ancor meno, mentre le ipotesi fantasiose abbondano. Ciò nondimeno, Ruggiero dichiara che lui e il suo socio defunto sono riusciti a capire la causa di certe lesioni che hanno visto nel cervello dei bambini autistici che hanno analizzato e sono dunque ormai molto vicini ad avere una cura dell'autismo.
Poiché la causa della malattia è - dicono loro - un passaggio di batteri cattivi dall'intestino fino oltre la barriera ematoencefalica, cioè una trasmigrazione del Terzo Cervello nel Primo, possiamo anticipare che la cura che risolverà una volta per tutte la tragedia di tante famiglie sarà lo Yoghurt Magico coadiuvato dal nuovo magico preparato, Rerum.

Lasciamo però la parola a Ruggiero stesso, in una dichiarazione pubblicata sulla pagina Facebook di AutismOne, l'organizzazione che ogni anno presenta negli Stati Uniti il Festival dei Ciarlatani dell'Autismo che, nella sua prossima edizione, dovrebbe sancire il trionfo di Ruggiero e la sua assunzione nell'Olimpo della medicina alternativa (il grassetto è mio):

  • We begun working at this project very intensively and our goal was to identify the pathogenesis of autism and then to merge our respective protocols into a single one that addressed such ultimate pathogenesis of autism.
    About one year earlier, we had observed that the brains of autistic children showed peculiar lesions that could be identified and classified using transcranial ultrasonography. [divbox]These observations were published in a peer-reviewed journal, Frontiers in Human Neuroscience that can be retrieved in PubMed.
    It is worth noticing that Frontiers in Human Neuroscience, is a Journal that is associated with the Nature Publishing Group, the most prestigious in the world. Frontiers in Human Neuroscience has become the #1 most-cited journal in psychology, the #1 most-cited open access journal dedicated to neuroscience and the 10th most-cited journal in all of neuroscience. It is also the 2nd and 3rd largest journal in all of psychology and neuroscience, respectively.
    [/divbox] [...]

    In the first two weeks of June, we had been able to hypothesize the cause of these brain alterations in autism and we worked day and night to write a scientific paper reporting the results of our observations. [divbox]We worked so frantically because we knew that such a paper would have been a milestone in autism research because it solved the most basic question regarding autism that, in lay term, is: “what is the cause of autism?”[/divbox]
    As soon as the paper was ready, Dr. Bradstreet submitted it to the same prestigious journal where we had published one year earlier, that is Frontiers in Human Neuroscience.
    Fortunately, considering what happened immediately thereafter, the publisher is located in Switzerland, notoriously a neutral country.

    A few days after the submission of the paper, Dr. Bradstreet tragically died.
    The paper, however, had already been submitted and, therefore, I was able to revise it and to make all the changes that were necessary for its publication. It took about 5 months of intense work to complete the paper and to render our hypothesis acceptable by the mainstream medical scientific community.
    This fundamental paper can be considered a posthumous homage to the scientific figure of Dr. Bradstreet and it is now published in Frontiers in Human Neuroscience from where it can be freely downloaded.



Che Frontiers pubblichi simile spazzatura, comprese le dichiarazioni dei venditori di yoghurt sul fatto che "the research was conducted in the absence of any commercial or financial relationships that could be construed as a potential conflict of interest" è naturalmente una delle ragioni che hanno fatto finire l'editore e tutte insieme le sue riviste nell'inferno dell'editoria predona.
Molta parte della presentazione che Ruggiero farà domani a AutismOne è centrata sul commento pubblicato alla fine dell'anno scorso su Frontiers in Human Neurosciences.
Senza entrare nei contenuti, vediamo le prime due diapositive della serie, che ci offrono l'esempio del modo in cui gli ascoltatori vengono manipolati.
Nella prima viene perpetuata la menzogna sul prestigio della rivista, con l'assoluta certezza che gli ascoltatori se la berranno:

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Nella seconda si evidenzia in rosso l'impact factor della rivista, con l'altrettanto assoluta certezza che questo colpirà gli ascoltatori, mettendoli nella condizione di accogliere favorevolmente qualsiasi cosa verrà loro propinata dopo:

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Seguono diverse altre slides, che devono portare a questa:

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Nel nostro lavoro seminale, noi - Ruggiero, Pacini e Bradsreet - abbiamo dimostrato un concetto totalmente nuovo (leggi: rivoluzionario, signore e signori!!): la relazione fra microbioma e autismo.
La conseguenza di tutto questo è che voi, genitori di ragazzini autistici, se volete curare i vostri figli (e dovete volerlo, altrimenti siete dei mostri come Fiona O'Leary e le sue amiche), avete una sola strada davanti: seguire il nostro protocollo di dieta chetogenica + yoghurt magico + Rerum.

Complimenti a Frontiers per essersi fatti complici di questa mascherata.



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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » venerdì 23 settembre 2016, 14:40

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FRA LONDRA E LOSANNA: GLI HAPPY HOUR DI FRONTIERS, L'EDITORE PREDONE


A volte non riesco a non notare l'ironia di certe situazioni.

Un post assai ironico è stato pubblicato qualche giorno fa nel blog di Frontiers, l'editore finito nell'elenco degli editori predoni di Jeffrey Beall anche, se non soprattutto, per una peer review al di sotto di qualsiasi standard accettabile: s'intitola A History of Academic Peer Review e consiste sostanzialmente nella succinta storia a fumetti della revisione paritaria dai tempi della Royal Society ai giorni nostri che si può leggere nel PDF qui sotto.

Il post si conclude con l'invito ai lettori a partecipare a uno dei Peer Review Happy Hours organizzati da Frontiers a Losanna o a Londra.
Anche questo invito mi pare assai ironico.
Chissà se durante i festosi happy hour si spiega ai partecipanti come far approvare ai peer reviewers le patacche negazioniste di Patrici Goodson senza vomitare?





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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da uffa2 » venerdì 23 settembre 2016, 14:47

hai presenti gli omofobi sorpresi nelle saune a spompinare i ragazzi?
hai presenti gli antisemiti di cui si scoprono i nonni ebrei?
e i moralizzatori arrestati per corruzione?
e i difensori delle donne che picchiano la moglie?
e i difensori della famiglia con due matrimoni alle spalle che mettono la colf?
ecco, possiamo solo aggiungere una nuova categoria alle olimpiadi delle facce di tolla:
gli editori predoni che predicano l'etica nelle pubblicazioni scientifiche :lol:


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » venerdì 23 settembre 2016, 15:11

uffa2 ha scritto:hai presenti gli omofobi sorpresi nelle saune a spompinare i ragazzi?
hai presenti gli antisemiti di cui si scoprono i nonni ebrei?
e i moralizzatori arrestati per corruzione?
e i difensori delle donne che picchiano la moglie?
e i difensori della famiglia con due matrimoni alle spalle che mettono la colf?
ecco, possiamo solo aggiungere una nuova categoria alle olimpiadi delle facce di tolla:
gli editori predoni che predicano l'etica nelle pubblicazioni scientifiche :lol:
Purtroppo abbiamo perso l'happy hour di ieri al King's College, però la Peer Review Week che celebrates the essential role that peer review plays in maintaining scientific quality continua fino a domenica. Se partiamo subito riusciamo a farci un allegro peer review weekend insieme ai pedofili mascherati da educatori. :P



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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da uffa2 » venerdì 23 settembre 2016, 15:23

:lol: :lol: :lol:


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » lunedì 28 novembre 2016, 7:29

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DI NUOVO PSEUDOSCIENZA A FRONTIERS IN PUBLIC HEALTH


Dopo aver pubblicato l'articolo negazionista di Patricia Goodson nell'autunno di due anni fa, tocca di nuovo a Frontiers in Public Health confermare quanto l'editore Frontiers sia ormai diventato riserva di caccia per pseudo- e anti-scienziati, questa volta anti-vaccinisti: Vaccination and Health Outcomes: A Survey of 6- to 12-year-old Vaccinated and Unvaccinated Children based on Mothers’ Reports.

E che l'antivaccinismo sia di casa a Frontiers lo si era già visto l'anno scorso, con la pubblicazione su Frontiers in Neurology di un'altra perla segnalata da Tara Smith su Aetiology - Biopersistence and brain translocation of aluminum adjuvants of vaccines.
Per non parlare dei vari lavori di Bradstreet, Ruggiero e Pacini già più volte ricordati qui.

Dell'articolo su Frontiers in Public Health, pubblicato una settimana fa, non so perché ma ad oggi continua ad essere disponibile soltanto l'abstract.
Ma questo per gli antivaccinisti è del tutto irrilevante: proprio come a Marco Ruggiero, a loro basta un abstract per svolgere la loro opera di propaganda.
Ed eccoli che, dall'Argentina al Vermont, dagli Stati Uniti all'Italia, è tutto un giubilare:

  • It's finally here!!! The vaccinated vs unvaccinated study done by a medical journal. Higher rates of chronic illness and neurological developmental disorders in vaccinated. Are we surprised? SHARE!!!


Ancora una volta, bravi, bravi, bravi editori e chief editors di Frontiers! Voi sì che sapete fare al meglio il vostro lavoro.



rospino
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da rospino » lunedì 28 novembre 2016, 7:55

Dora ha scritto:Ancora una volta, bravi, bravi, bravi editori e chief editors di Frontiers! Voi sì che sapete fare al meglio il vostro lavoro.
Complimenti davvero per la incredibile capacità di dare validità scientifica a sondaggi compilati anonimamente dai genitori! Bravi, bravi, bravi!


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