Voglio parlare solo del passato, perché sul presente credo tu abbia ragione da vendere e non ci sia altro da dire: ogni giorno di ritardo nell'iniziare la ART è un giorno in più per permettere al virus di fare i suoi danni a chi lo ospita e di propagarsi ad altre persone. I medici che tentennano nel far iniziare la terapia a chiunque abbiano davanti, quelli che cazzeggiano sugli elite controller e stupidaggini del genere, stanno facendo un grave torto ai loro pazienti e alla società nel suo complesso. Perfino stare ad aspettare il risultato del test sulle resistenze, per me è tempo vilmente sprecato.uffa2 ha scritto:Mentre stavo per voltare pagina, e passare al riordino di cartacce che stanno ammuffendo sulla scrivania da settimane, una tremenda riflessione m’è passata davanti agli occhi, gettandomi nella tristezza.
«Se solo…»
Se solo l’infezione da HIV fosse stata trattata come ogni altra malattia, cosa sarebbe successo?
Se, anziché menare il torrone sugli effetti collaterali, i CD4, il numero di cloni, si fosse fatto come per ogni infezione dicendo «non uscirai da questo reparto prima che si sia sicuri che la tua infezione è sotto controllo», come sarebbe stata diversa la storia?
La HAART gira per il mondo dal 1995 circa, ed è stata validata nel 1996: se anche solo dal 2000 si fosse detto a tutti «questa è la tua cura, prendila tutti i giorni» come sarebbe cambiata la nostra vita?
Ci penso e mi dico «forse non sarei qui, forse più di uno tra noi non sarebbe qui, forse io e gli altri sfigati che “pagano” una distrazione avremmo avuto una vita diversa».
Forse chi ha visto la salute rovinata dalla malattia, chi s’è lasciato morire rinunciando alle cure, non avrebbe fatto questa fine, se l’HIV fosse stata una malattia “normale” e i medici si fossero comportati come ogni buon medico dovrebbe fare, proponendo sistematicamente a tutti i malati la migliore delle terapie disponibili, SUBITO.
Invece è andata diversamente: quindici-venti anni buttati nel cesso, forse milioni di vite che avrebbero potuto trascorrere tranquille trascinate in questa storia di dolore, e tutto per non avere fatto la cosa più semplice: dare-queste-ca.zzo-di-medicine-a-tutti-subito.
Più vado avanti a pensarci più m’infurio, penso che avremmo potuto spazzare via l’HIV almeno in Occidente, con l’equivalente di una “vaccinazione” di massa sui malati.
Non si è fatto. Per ignoranza, per pregiudizio, perché in fondo questa non era “una malattia come le altre”.
Ecco perché batto su questa cosa di treatment IS prevention: perché ogni infezione in più causata da una mancata terapia è una vergogna, un delitto imperdonabile.
Altro che “Padre perdonali, perché non sanno quel che fanno”: si sa tutto quel che si deve sapere, chiunque ancora si opponga alla terapia per tutti e subito va preso a calci in culo, chi racconta stronzate pontine su vaccini che dovrebbero ritardare l’ingresso in cura di persone che così resterebbero infettive va pucciato nel letame: nulla giustifica la continuazione di questo crimine, a ogni nuova diagnosi deve seguire una terapia.
Solo così potremo fermare l’infezione prima che la ricerca risponda sul fronte dell’eradicazione, solo così potremo guardare ai morti e agli infetti inutili di questi anni senza vergognarci.
Detto questo, però, io non sarei così sicura che in passato "non si [sia] fatto [p]er ignoranza, per pregiudizio, perché in fondo questa non era “una malattia come le altre". Appena la terapia combinata è stata disponibile, dato che già da inizio anni '90 si sapeva che il virus non sta mai fermo e la storia dei portatori sani era una idiozia, l'atteggiamento è stato hit hard, hit early e quell'hit erano letteralmente botte da orbi. Con effetti collaterali pesanti, a volte molto difficili da tollerare, e numero di pillole spaventoso. Solo in seguito si è ritenuto che si dovesse iniziare la terapia sulla base del numero di CD4 e la soglia si è abbassata sempre di più, si sono cominciati a fare i calcoli col bilancino per tenere un equilibrio (che solo con i farmaci di oggi ha cessato di avere senso) fra tossicità degli antiretrovirali e devastazioni causate dal virus.
Con il senno di poi possiamo pensare che quello sia stato un errore, ma davanti a farmaci così pesanti da prendere per un numero di anni non precisabile credo fosse una scelta obbligata.
Quella narrativa che vedeva le medicine come il demonio e il virus come un agnellino è solo da pochi anni che non ha più ragione di esistere.
In sostanza, mi pare che tu stia esprimendo un momento di stanchezza, non un ragionamento che corrisponde a quanto davvero avvenne.