Considerazione macabra
Considerazione macabra
Ho scoperto la mia positività a giugno e non mi sono ancora abituato all idea ( invidio che se n è fatto una ragione )di essere infetto . Vendendo in queste settimane cosa mi sta capitando cioè problemi di stomaco, fatica a mangiare ,chili persi e altri disturbi , e leggendo i vari thread di ognuno di voi con problemi di vario genere , metto in dubbio l aspettativa di vita simile a un s- , troppo casini affiorano dopo i 50 anni per poter vivere una vecchiaia serena . La malattia ci condanna altro che palle....
Ultima modifica di raffa66 il venerdì 30 settembre 2016, 19:48, modificato 1 volta in totale.
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Re: Considerazione macabra
Scoperto ad agosto e, fortunatamente problemi e/o cambiamenti fisici non ne sto vedendo.
Però ti dò ragione, quando sai di avere l'hiv sei meno felice, sei piú soggetto a stati depressivi. Ed una persona che non sta bene psicologicamente ha un'aspettativa di vita minore.
Bisogna fare un grande lavoro su se stessi...
Però ti dò ragione, quando sai di avere l'hiv sei meno felice, sei piú soggetto a stati depressivi. Ed una persona che non sta bene psicologicamente ha un'aspettativa di vita minore.
Bisogna fare un grande lavoro su se stessi...
Re: Considerazione macabra
Beh ognuno ha il suo modo di vedere la sieropositività: naturalmente più passa il tempo, più è facile abituarsi ad una visione che abbiamo nella nostra mente. Io ho provato a reagire e vivo serenamente la mia condizione, con alcune persone che sanno tranquillamente di me e nonostante ciò non sono cambiate di una virgola nei miei confronti. Se tu per primo parli di malattia, tutti gli altri di sentiranno malato. Quando mi riferisco a me stesso parlo di condizione, non di malattia.raffa66 ha scritto:Ho scoperto la mia positività a giugno e non mi sono ancora abituato all idea ( invidio che se n è fatto una ragione )di essere infetto . Vendendo in queste settimane cosa mi sta capitando cioè problemi di stomaco, fatica a mangiare ,chili persi e altri disturbi , e leggendo i vari thread di ognuno di voi con problemi di vario genere , metto in dubbio l aspettativa di vita simile a un s- , troppo casini affiorano dopo i 50 anni per poter vivere una vecchia serena . La malattia ci condanna altro che palle....
Re: Considerazione macabra
Da cinquantenne a cinquantenne: non è vero.
Capisco il tuo stato d’animo, è stato il mio per un po’ di tempo, ti senti un morto che cammina, uno spacciato che dovrebbe pensare a fare testamento biologico.
Poi, come avrò scritto centinaia di volte in questi quasi dieci anni di forum, succedono due cose: che inizi la terapia e che incontri qualcuno nella tua stessa condizione.
La terapia è un eccellente ansiolitico: dopo un po’ ti abitui a vedere che il virus “non c’è più” e che il tuo sistema immunitario sta sempre meglio, e questo mette il pilota automatico, perché qualunque cosa accada sai che la tua pastiglia non fallirà.
E incontrare i tuoi simili è di grande utilità: scopri gente normale, con gli acciacchi di chi comunque ha raggiunto un certo traguardo d’età, ma che sta bene, vive una vita normale, e magari non ha 10-12 anni di infezione come me, ma venti o trenta.
Fai attenzione ai tuoi amici “sani”, e scoprirai un florilegio di patologie: c’è quello che prende la statina per il colesterolo, quello che non riesce a fare pochi metri di corsa senza schiattare, quello che il viagra non lo prende per fare le orge ma perché inizia a fare cilecca… “sembriamo” giovani, a parità d’età abbiamo sicuramente meno rughe e una condizione migliore anche solo della generazione che ci ha preceduto, ma siamo comunque fuori garanzia… da un bel po’. Almeno noi non ci culliamo nell’illusione di essere sani: controlliamo ogni tre mesi quelle cose che di solito ammazzano o trasformano in inabile chi pensa di non avere nulla, e questo per molti versi “compensa il rischio”.
Poi, “del doman non v’è certezza”, ma questo prescinde - e molto – dalla nostra infezione.
Ciao!
Capisco il tuo stato d’animo, è stato il mio per un po’ di tempo, ti senti un morto che cammina, uno spacciato che dovrebbe pensare a fare testamento biologico.
Poi, come avrò scritto centinaia di volte in questi quasi dieci anni di forum, succedono due cose: che inizi la terapia e che incontri qualcuno nella tua stessa condizione.
La terapia è un eccellente ansiolitico: dopo un po’ ti abitui a vedere che il virus “non c’è più” e che il tuo sistema immunitario sta sempre meglio, e questo mette il pilota automatico, perché qualunque cosa accada sai che la tua pastiglia non fallirà.
E incontrare i tuoi simili è di grande utilità: scopri gente normale, con gli acciacchi di chi comunque ha raggiunto un certo traguardo d’età, ma che sta bene, vive una vita normale, e magari non ha 10-12 anni di infezione come me, ma venti o trenta.
Fai attenzione ai tuoi amici “sani”, e scoprirai un florilegio di patologie: c’è quello che prende la statina per il colesterolo, quello che non riesce a fare pochi metri di corsa senza schiattare, quello che il viagra non lo prende per fare le orge ma perché inizia a fare cilecca… “sembriamo” giovani, a parità d’età abbiamo sicuramente meno rughe e una condizione migliore anche solo della generazione che ci ha preceduto, ma siamo comunque fuori garanzia… da un bel po’. Almeno noi non ci culliamo nell’illusione di essere sani: controlliamo ogni tre mesi quelle cose che di solito ammazzano o trasformano in inabile chi pensa di non avere nulla, e questo per molti versi “compensa il rischio”.
Poi, “del doman non v’è certezza”, ma questo prescinde - e molto – dalla nostra infezione.
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Re: Considerazione macabra
Una grande persona tempo fa disse: SE RIUSCITE A PARLARE IN MODO BRILLANTE DI UN PROBLEMA, SI PUÒ CREARE LA CONSOLANTE CONCLUSIONE DI AVERLO SOTTO CONTROLLO. Stanley Kubrick..
se non riuscite a superarlo fatevi aiutare da amici parenti sconosciuti psicologhe; ma in primis dovete esser voi stessi pronti a accettarlo..
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Re: Considerazione macabra
Raffa, a me sembri un po' depresso e pessimista.
I problemi ci sono, nessuno li può eludere, ma non pensarli (superficiale) o farseli cadere addosso, dipende dal nostro carattere, e qui poco si può fare se la nostra volontà è già determinata. Si , chiaro ci sono le prove con psicologi famigia e amici, ma molte volte non danno risultati quando non sono dannosi. Ogni Essere è Unico, dunque lavora su te stesso e trova un ottimismo anche nelle piccole cose (osserva un tramonto), e vedrai anche la depressione svanire. Poi ogni giorno ti devi svegliare e ritornare a fare quello che hai fatto ieri, ma se lo fai pensando di costruire un pezzo o ritornare su quel pezzo già pensato prima, allora, ti sentirai meglio perché hai obiettivi da raggiungere.
I problemi ci sono, nessuno li può eludere, ma non pensarli (superficiale) o farseli cadere addosso, dipende dal nostro carattere, e qui poco si può fare se la nostra volontà è già determinata. Si , chiaro ci sono le prove con psicologi famigia e amici, ma molte volte non danno risultati quando non sono dannosi. Ogni Essere è Unico, dunque lavora su te stesso e trova un ottimismo anche nelle piccole cose (osserva un tramonto), e vedrai anche la depressione svanire. Poi ogni giorno ti devi svegliare e ritornare a fare quello che hai fatto ieri, ma se lo fai pensando di costruire un pezzo o ritornare su quel pezzo già pensato prima, allora, ti sentirai meglio perché hai obiettivi da raggiungere.
Re: Considerazione macabra
Ma cosa significa BRILLANTE in un problema? Io parlo spesso di selvaggi che vorrei tra le mie lenzuola, e li decanta in un modo brillatissimo, ma sinceramente non ho niente sotto controllo, anzi, rischio di impazzire.beinpeace ha scritto:Una grande persona tempo fa disse: SE RIUSCITE A PARLARE IN MODO BRILLANTE DI UN PROBLEMA, SI PUÒ CREARE LA CONSOLANTE CONCLUSIONE DI AVERLO SOTTO CONTROLLO. Stanley Kubrick..
se non riuscite a superarlo fatevi aiutare da amici parenti sconosciuti psicologhe; ma in primis dovete esser voi stessi pronti a accettarlo..
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( ma forse non ho capito la metafora di Kubrick che ritengo personaggio pericoloso per la società)
Re: Considerazione macabra
Io lo capisco. Forse perché sto avendo problemi. Non ê così facile ragazzi. Si ha la coscienza che le cose possono andare bene, meglio, quasi da s-. Però quando hai continui disturbi che inficiano la tua vita giorno dopo giorno, anche la mente dopo un po'ne risente. Penso che l'umore, la motivazione, la gioia di vivere sia l'ultima a risentire e "mollare", ma così come si erode lentamente, molto lentamente si riprende. Quando sono 3 mesi e più che è un continuo non essere al massimo, la voglia di resistere viene intaccata molto più di quanto una notizia cstastrifica, improvvisa, un problema medico improvviso, grave ma circoscritto in un istante o in pochi giorni, riescono a fare.
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There's nothing as queer as folk
Re: Considerazione macabra
Voi date troppa importanza al virus, avete una concezione sbagliata di cosa significhi avere un virus. Siete come quelli che non ce l'hanno e hanno paura dei sieropositivi, perchè la paura è la stessa identica.
Consiglio un po' di informazione e un lavoro su sè stessi per valutare e se è il caso di cambiare le proprie priorità nella vita. Autocompatirsi e farsi compatire è giusto e umano, ma dopo un po' stop.
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CIAO GIOIE