Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open access

Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » lunedì 28 novembre 2016, 9:18

rospino ha scritto:
Dora ha scritto:Ancora una volta, bravi, bravi, bravi editori e chief editors di Frontiers! Voi sì che sapete fare al meglio il vostro lavoro.
Complimenti davvero per la incredibile capacità di dare validità scientifica a sondaggi compilati anonimamente dai genitori! Bravi, bravi, bravi!
E vogliamo dire qualcosa su Linda Mullin Elkins, che ha operato la peer review?
La signora è una chiropratica che ha studiato e oggi insegna alla Life University, dove ci si pregia di essere vitalistic visionaries relentlessly committed to disruptive social innovation, e il "vitalismo" viene inteso come the understanding and principle that all organic systems in the universe are conscious, self-developing, self-maintaining and self-healing.
Mmh ... dubito che chi si autoguarisce grazie alla coscienza cosmica abbia bisogno dei vaccini per difendersi dalle infezioni.
Ms Mullin Elkins, inoltre, è vice presidente del Carrick Institute of Clinical Neuroscience and Rehabilitation, leader nell'insegnamento della neurologia chiropratica.
Pseudoscienza? Sì. Insieme al ‘Brain Balance Program’ e a tante altre neurobollocks.

Immagino che, visti gli standard di Frontiers, questi siano tutti titoli di merito per poter valutare un "lavoro" che, sulla base dell'autovalutazione data da madri scelte fra quelle che non mandano i propri figli a scuola *, attribuisce ai vaccini un aumento dei disordini dello sviluppo neurologico.



* Non è già un bias bello pesante nella formazione del campione, questo?



uffa2
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da uffa2 » lunedì 28 novembre 2016, 11:25

prossimamente su "Frontiers in Public Health" una ricerca scientifica condotta attraverso interviste ai francesi che si credono Napoleone: meglio Sant'Elena o l'Isola d'Elba?

Frontiers è diventata una sentina di porcherie indicibili, e sto facendo il conto alla rovescia per quando questo fogname approderà sulle slide dei nostri amichetti...


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Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » lunedì 28 novembre 2016, 16:14

Poco fa l'abstract è stato messo offline: si dice che Article 231518 is not yet publicly available.
Qui il link salvato della copia cache di Google: https://archive.is/L6fpe.

Intanto, l'Oca Sapiens segnala che
  • il primo autore Anthony R. Mawson è un ammiratore delle frodi di Andrew Wakefield e la ricerca è stata finanziata da Generation Rescue, un'associazione di complottisti anti-vax e anti-scienza in generale.
Che sorpresa! Sembra di assistere alla replica dell'articolo di Goodson.



Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » lunedì 28 novembre 2016, 16:40

Abbiamo ricevuto questo tweet da Frontiers (Uffa dice che è un successo, io per ora preferisco non pronunciarmi):

Immagine



Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » martedì 29 novembre 2016, 0:52

L'articolo di Mawson e colleghi è stato ritrattato prima ancora di essere pubblicato completamente in Frontiers in Public Health, ma gli anti-vaccinisti sono comunque in grado di usarlo per la loro propaganda e Skeptical Raptor pubblica un video di Wakefield che lo mostra già all'opera.

Che dire dunque? Bravi Frontiers, come riuscite a fare il vostro sporco lavoro voi, non ci riesce nessuno. Missione compiuta, incompetenti, avide bestie che non siete altro.



Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » martedì 9 maggio 2017, 6:59

Alla farsa attorno al tentativo di pubblicazione dell'articolo antivaccinista di Mawson et al si aggiunge un nuovo capitolo: altro tentativo di pubblicazione - e quasi contestuale ritrattazione - su un secondo predatory journal dopo Frontiers in Public Health - questa volta il Journal of Translational Science, " even farther down the food chain than a Frontiers journal", dice Orac [EDIT: link salvato qui].

L'inseguimento del Sacro Graal degli antivaccinisti continua.

Ultima modifica di Dora il mercoledì 18 ottobre 2017, 10:17, modificato 1 volta in totale.



Blast
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Blast » martedì 9 maggio 2017, 7:36

Io non capisco perchè certi editori si comportano in questo modo, sapendo che ne va della reputazione del giornale. Già l'impact factor di per sè è diventata una mafia, ma a quel punto diventa l'unica cosa su cui contare se queste sono le porcate che caratterizzano certe riviste. Ci vorrebbe un altro indice, oltre l'impact factor, che tiene conto non tanto della credibilità della rivista, quantopiuttosto dell'attendibilità e della scientificità dei suoi contenuti. Lo si potrebbe chiamare "blast factor" :lol: :lol: :lol:


CIAO GIOIE

Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » martedì 9 maggio 2017, 8:19

Blast ha scritto:Io non capisco perchè certi editori si comportano in questo modo, sapendo che ne va della reputazione del giornale. Già l'impact factor di per sè è diventata una mafia, ma a quel punto diventa l'unica cosa su cui contare se queste sono le porcate che caratterizzano certe riviste. Ci vorrebbe un altro indice, oltre l'impact factor, che tiene conto non tanto della credibilità della rivista, quantopiuttosto dell'attendibilità e della scientificità dei suoi contenuti. Lo si potrebbe chiamare "blast factor" :lol: :lol: :lol:
Ma guarda che qui stiamo parlando di autori che raschiano il fondo del barile dei predatory journals, andando sempre più a fondo, sempre di più ...
Mi piace il B.F.! :lol:
Quello delle riviste Frontiers sarebbe in caduta libera, se solo molti ricercatori onesti avessero l'onestà di piantarla di pubblicare da Frontiers e citare articoli pubblicati dai Markram.

*************************

Ne approfitto per chiedere se qualcuno ha mai avuto occasione di leggere attacchi a Marco Ruggiero da parte di tal professor Amedeo Amedei, docente associato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell'Università di Firenze.
Non è una curiosità indipendente dal contenuto di questo thread, dedicato ai disastri dei predatory journals, e vi spiego subito perché.

Il 20 aprile scorso, Sylvie Coyaud ha scritto un bell'articolo sulle ultime novità dal fronte Ruggiero su OggiScienza: La panacea di Marco Ruggiero, vista da Europol. Poiché il suo lavoro si basa sul mio (cfr. OPERAZIONE TOCANTINS e post precedenti) e su quello di Smut Clyde che ho già avuto modo di citare più volte, non sono stata a segnalarlo qui.
Però Sylvie ha urtato la suscettibilità di questo prof Amedeo Amedei quando ha ricordato che costui è membro dell'Editorial Board della rivista-spazzatura preferita da Ruggiero, l'American Journal of Immunology.

Apriti cielo! L'altro giorno il prof Amedei è intervenuto con un commento infuriato in cui, oltre a minacciare Sylvie di ricorrere alle vie legali se lei non toglierà il suo nome dal fianco di quello di Ruggiero, dice alcune cose molto interessanti.
Anzitutto, che lui fa "parte dell’editorial board di tale rivista come di altre 75 riviste scientifiche internazionali" - e se sono tutte dello stesso livello dell'American Journal of Immunology (e a quanto pare lo sono - SciPub, Omics, AgiAl, Bentham Science ecc.), c'è da chiedersi perché mai il prof Amedei si stia ancora a preoccupare della sua onorabilità scientifica. Vabbè, direte voi, problemi suoi.

In secondo luogo, che scriverà all'American Journal of Immunology e darà le dimissioni dal board.

Ma la cosa più interessante è che il prof Amedei dichiara:

  • Gentile Sylvie Coyaud, sono il prof. Amedei che lei ha citato nel suo articolo di denuncia delle bufale del Prof. Ruggiero. Io condivido la sua posizione dal momento che per chi fa rigorosa ricerca scientifica da anni, come me, tale disdicevole situazione è un orrore.
    Fatto questa premessa spero che al più presto il mio nome venga tolto, in quanto io non sono affatto solidale nei confronti del Prof. Ruggiero, che anzi ho attaccato sempre in diverse sedi accademiche e non, per le sue strampalate teorie.


Ora,

  • 1. poiché io di questi attacchi a Ruggiero non ho mai potuto vederne neppure uno, mentre sarebbe stato molto utile avere qualcuno che attaccasse Ruggiero dall'interno dello stesso ateneo che gli ha consentito di creare una metastasi di negazionismo dell'HIV/AIDS, da dove ha poi potuto impestare anche la Rete, e di far laureare studenti con tesi di argomento e contenuto negazionista, per di più bellamente copiate da materiale reperito in internet, senza che neppure una voce di protesta si levasse dalle commissioni di laurea;
    2. né risulta che il prof Amedei abbia pubblicato critiche scientifiche a Ruggiero su qualche rivista indicizzata da PubMed,
    3. e poiché è molto facile saltare sul carro dei vincitori e sparare su Ruggiero, ora che è un latitante ed è noto all'universo mondo che è un ciarlatano e un criminale,


ho chiesto al prof Amedei di produrre le prove di quanto afferma:

  • Gentile Prof. Amedei, potrebbe rendere pubblica la email con cui chiede di essere escluso dal board dell'”American Journal of Immunology”, una volta che l’avrà mandata? Anche poter leggere i suoi reiterati attacchi a Marco Ruggiero potrebbe contribuire a fare chiarezza sui molti aiuti di cui Ruggiero ha goduto quando era docente all’Università di Firenze.

    Sa, è difficile dimenticare le tesi di argomento negazionista dell’HIV/AIDS che l’hanno visto relatore, i corsi approvati dall’Università in cui lui insegnava che HIV è stato eradicato dal GcMAF, gli articoli negazionisti e diversa altra spazzatura pseudoscientifica da lui pubblicata, che sono stati a lungo pubblicizzati (e ancora lo sono) nel sito di UniFi.
    Una gran brutta pagina nella storia della vostra università.

    Grazie!
    Cordialmente,
    Dora, HIVforum.info


Se mi risponde, vi faccio sapere.



rospino
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da rospino » martedì 9 maggio 2017, 12:24

Dora ha scritto:
Blast ha scritto:Io non capisco perchè certi editori si comportano in questo modo, sapendo che ne va della reputazione del giornale. Già l'impact factor di per sè è diventata una mafia, ma a quel punto diventa l'unica cosa su cui contare se queste sono le porcate che caratterizzano certe riviste. Ci vorrebbe un altro indice, oltre l'impact factor, che tiene conto non tanto della credibilità della rivista, quantopiuttosto dell'attendibilità e della scientificità dei suoi contenuti. Lo si potrebbe chiamare "blast factor" :lol: :lol: :lol:
Ma guarda che qui stiamo parlando di autori che raschiano il fondo del barile dei predatory journals, andando sempre più a fondo, sempre di più ...
Mi piace il B.F.! :lol:
Quello delle riviste Frontiers sarebbe in caduta libera, se solo molti ricercatori onesti avessero l'onestà di piantarla di pubblicare da Frontiers e citare articoli pubblicati dai Markram.

*************************

Ne approfitto per chiedere se qualcuno ha mai avuto occasione di leggere attacchi a Marco Ruggiero da parte di tal professor Amedeo Amedei, docente associato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell'Università di Firenze.
Non è una curiosità indipendente dal contenuto di questo thread, dedicato ai disastri dei predatory journals, e vi spiego subito perché.

Il 20 aprile scorso, Sylvie Coyaud ha scritto un bell'articolo sulle ultime novità dal fronte Ruggiero su OggiScienza: La panacea di Marco Ruggiero, vista da Europol. Poiché il suo lavoro si basa sul mio (cfr. OPERAZIONE TOCANTINS e post precedenti) e su quello di Smut Clyde che ho già avuto modo di citare più volte, non sono stata a segnalarlo qui.
Però Sylvie ha urtato la suscettibilità di questo prof Amedeo Amedei quando ha ricordato che costui è membro dell'Editorial Board della rivista-spazzatura preferita da Ruggiero, l'American Journal of Immunology.

Apriti cielo! L'altro giorno il prof Amedei è intervenuto con un commento infuriato in cui, oltre a minacciare Sylvie di ricorrere alle vie legali se lei non toglierà il suo nome dal fianco di quello di Ruggiero, dice alcune cose molto interessanti.
Anzitutto, che lui fa "parte dell’editorial board di tale rivista come di altre 75 riviste scientifiche internazionali" - e se sono tutte dello stesso livello dell'American Journal of Immunology (e a quanto pare lo sono - SciPub, Omics, AgiAl, Bentham Science ecc.), c'è da chiedersi perché mai il prof Amedei si stia ancora a preoccupare della sua onorabilità scientifica. Vabbè, direte voi, problemi suoi.

In secondo luogo, che scriverà all'American Journal of Immunology e darà le dimissioni dal board.

Ma la cosa più interessante è che il prof Amedei dichiara:

  • Gentile Sylvie Coyaud, sono il prof. Amedei che lei ha citato nel suo articolo di denuncia delle bufale del Prof. Ruggiero. Io condivido la sua posizione dal momento che per chi fa rigorosa ricerca scientifica da anni, come me, tale disdicevole situazione è un orrore.
    Fatto questa premessa spero che al più presto il mio nome venga tolto, in quanto io non sono affatto solidale nei confronti del Prof. Ruggiero, che anzi ho attaccato sempre in diverse sedi accademiche e non, per le sue strampalate teorie.


Ora,

  • 1. poiché io di questi attacchi a Ruggiero non ho mai potuto vederne neppure uno, mentre sarebbe stato molto utile avere qualcuno che attaccasse Ruggiero dall'interno dello stesso ateneo che gli ha consentito di creare una metastasi di negazionismo dell'HIV/AIDS, da dove ha poi potuto impestare anche la Rete, e di far laureare studenti con tesi di argomento e contenuto negazionista, per di più bellamente copiate da materiale reperito in internet, senza che neppure una voce di protesta si levasse dalle commissioni di laurea;
    2. né risulta che il prof Amedei abbia pubblicato critiche scientifiche a Ruggiero su qualche rivista indicizzata da PubMed,
    3. e poiché è molto facile saltare sul carro dei vincitori e sparare su Ruggiero, ora che è un latitante ed è noto all'universo mondo che è un ciarlatano e un criminale,


ho chiesto al prof Amedei di produrre le prove di quanto afferma:

  • Gentile Prof. Amedei, potrebbe rendere pubblica la email con cui chiede di essere escluso dal board dell'”American Journal of Immunology”, una volta che l’avrà mandata? Anche poter leggere i suoi reiterati attacchi a Marco Ruggiero potrebbe contribuire a fare chiarezza sui molti aiuti di cui Ruggiero ha goduto quando era docente all’Università di Firenze.

    Sa, è difficile dimenticare le tesi di argomento negazionista dell’HIV/AIDS che l’hanno visto relatore, i corsi approvati dall’Università in cui lui insegnava che HIV è stato eradicato dal GcMAF, gli articoli negazionisti e diversa altra spazzatura pseudoscientifica da lui pubblicata, che sono stati a lungo pubblicizzati (e ancora lo sono) nel sito di UniFi.
    Una gran brutta pagina nella storia della vostra università.

    Grazie!
    Cordialmente,
    Dora, HIVforum.info


Se mi risponde, vi faccio sapere.
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Dora
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Re: Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open acce

Messaggio da Dora » mercoledì 26 dicembre 2018, 9:09

Immagine

MANOSCRITTI CHE SAREBBERO PROPRIO DOVUTI RIMANERE A SARAGOZZA


Dalle *Letture per il weekend* del 21 dicembre scorso:
Dora ha scritto:Immagine Anche se a denti stretti, lo devo ammettere: capita a volte che in Frontiers in Immunology sia pubblicato qualche lavoro di cui mi sarebbe utile parlare per capire che cosa si muove nelle retrovie della guerra contro HIV (penso ad esempio a una review di Lucy Dorrell e colleghi dell'Università di Oxford uscita a inizio dicembre e dedicata ad anticorpi bi-specifici, DART, ImmTAV per reindirizzare i CD8 e renderli più bravi nella distruzione del reservoir latente riattivato). Ma da molti anni, a partire dalla pubblicazione di robaccia negazionista dell'AIDS da parte di una loro rivista (raccontata in Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open access), la mia politica è stata di utilizzare e citare il meno possibile lavori pubblicati da un editore che ritengo una sciagura per l'editoria scientifica mondiale. So che molti ricercatori onesti continuano a pubblicare da Frontiers, ma ritengo sia una scelta autolesionistica e molto pericolosa.
Quindi, per queste letture di fine anno vi propongo un post molto bello, scritto ieri dal mio amico Smut Clyde per il blog For Better Science di Leonid Schneider: Frontiers: a danger for public health? - chi ha seguito in questi anni i miei lavori sul negazionismo dell'HIV/AIDS, il negazionismo dei vaccini e la truffa del GcMAF vi troverà nomi, articoli e vicende raccontati più e più volte. Il filo rosso che li lega, insieme alla cialtroneria pseudoscientifica, è il fatto di essere tutti pubblicati da Frontiers, l'editore predone che si è fatto negli anni sempre più forte grazie all'ingenuità, all'indifferenza e al bisogno di pubblicare di tanti ricercatori distratti o poco svegli.
Ora l'articolo di Smut Clyde ha trovato pubblicazione anche da Riddled, la casa del suo autore, con il più accattivante titolo


e, benché prenda in considerazione solo la spazzatura pubblicata da Frontiers in tema di vaccinazioni ed autismo, l'elenco dei ciarlatani che hanno trovato ospitalità in riviste del gruppo di Losanna è davvero impressionante: da Shaw e Tomljenovic alla Dwoskin Foundation, da Bradstreet a Ruggiero e Pacini, da Mawson a Siniscalco e Antonucci, a Frye e Rossignol. Sono tanti, il Gotha della pseudoscienza che in questi ultimi anni è stata prodotta su vaccini e autismo. Tutti pubblicati da qualche rivista di Frontiers.

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Qualcuno, allora, potrebbe chiedersi che ne è stato del capolavoro della dottoressa Goodson, che tanto lustro ha dato all'attività editoriale della famiglia Markram. Come sempre è accaduto in casi analoghi, ha fatto esattamente quello che chi l'ha concepito voleva facesse: una volta uscito su una rivista che si pretende scientifica anche se di scientifico ha solo i simulacra, l'articolo ha vissuto di vita propria, venendo letto più di 77 mila volte e ottenendo più visibilità di quasi ogni altro articolo pubblicato dallo stesso editore. A Rethinkig AIDS, il mandante della "operazione Frontiers", devono essersi detti: missione compiuta.

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E la discussione nella pagina di Frontiers in Public Health che pubblica l'articolo si è arricchita negli anni di pregevoli contributi di negazionisti oggi defunti e di spammer nigeriani, desiderosi di vendere qualche pozione che cura ogni male, comprese le infezioni da virus inesistenti. Lo spam è rimasto intatto,

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mentre qualche moderatore di Frontiers è intervenuto anche di recente a fare pulizia - chissà di che, magari di qualche commento che segnalava come predone l'editore? E meno male che, nell'indifferenza di tutti i debunkers, ormai passati ad occuparsi d'altro, c'è ancora qualcuno che continua a notare le porcherie che avvengono - sottotraccia, ma anche in pienissima luce - nelle riviste del gruppo Frontiers.

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A inizio novembre, la pagina Facebook di Rethinking AIDS è stata chiusa d'autorità, da allora è offline ed è quindi impossibile recuperare le numerosissime e compiaciute citazioni fatte in questi anni dell'articolo di Goodson ad uso e consumo dei fruitori della pagina.

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Anche il sito di Rethinking AIDS non se la passa molto bene, soprattutto da quando le commemorazioni dei morti si sono fatte così numerose (solo in homepage campeggiano i nomi di tanti morti celebri: Michael Ellner, Tommy Morrison, Leo Varela, Terry Michael, Robert Laarhoven ... cui si adevono aggiungere Liam Scheff, Gordon Stewart e Andrew Herxheimer, che forse non avevano l'HIV, ma contribuiscono comunque a far sembrare un cimitero il sito della associazione - e nell'ultimo anno le living icons morte di AIDS sono state molte di più, da Yvonne Bonde a quel Greg Baysans che commentava compiaciuto ai piedi dell'articolo in Frontiers in Public Health).

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Ma basta scendere un poco nella homepage e subito si trova il link all'articolo di Goodson:

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Hanno portato sofferenza e morte in giro per il mondo, sono un'associazione agonizzante e allo sbando, senza più né il potere di persuasione avuto in passato, né l'aura di rivoluzionari contro una scienza avida e mentitrice, ma il veleno che hanno diffuso nella Rete grazie anche ad ingordi predoni come i Markram e le loro riviste continua a circolare.
Quello che David Crowe e i suoi accoliti hanno perso, dopo tutti i maneggi fatti dall'editore, è forse davvero soltanto un abstract.



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