
Oggi sono incocciato casualmente su un articolo che ci porta dall’altro lato del Pianeta: nel Queensland (Australia), dove dal 2012 al 2016 mentre altre MTS sono cresciute le infezioni da HIV sono scese appunto del 38%.
Darren Russel, della HIV Foundation del Queensland, attribuisce in gran parte il successo a tre fattori:
- negli ultimi due anni, il numero di test HIV condotti nel Queensland è aumentato di due volte,
la profilassi pre esposizione (PrEP) sta diventando sempre più ampiamente disponibile con 700 utenti arruolati in un trial governativo e molti altre persone che -come in quel di Londra- importano il Truvada per i fatti loro,
il governo statale ha sostenuto con un appoggio bipartisan una forte campagna di informazione.
Ancora una volta, la PrEP funziona.
Di più: la PrEP, assieme al trattamento come strategia di prevenzione (TasP) possono essere i motori capaci di portarci fuori dalla pandemia, spegnendo il fuoco che mantiene attiva la diffusione dell’infezione.
Là dove si decide di smetterla con i moralismi bacchettoni («Oddio, i omosessuali scopano senza condom, proprio come noi etero!» e si decide di “catturare il topo senza guardare al colore del gatto che gli darà la caccia” (© Mao Tse-tung), i risultati arrivano.
Presto avremo noia di queste notizie, di questo continuo ripetersi di -30, -35, -40%, presto saremo circondati dai successi… degli altri: da noi, invece, continueremo a tremare all’idea che la gente scopi senza il terrore di prendere o trasmettere l’HIV.
La notizia originale: http://www.huffingtonpost.com.au/2017/0 ... nt-in-two/