E per completare il discorso, ecco l'appello degli epidemiologi britannici attraverso le parole del professor Kevin Fenton, National Director of Health and Wellbeing at Public Health England, a smettere di nascondere la testa sotto la sabbia.uffa2 ha scritto:falla semplice: il 3 per mille della popolazione è sieropositivo.
poiché a Napoli ci sono 958.207 abitanti, moltiplichi questo numero per 0,003 e ottieni 2.875 portatori del virus.
Parlando la settimana scorsa alla BHIVA Autumn Conference 2013, Fenton ha detto che
- 1. la prevalenza dell'HIV negli MSM sta aumentando quasi ovunque e l'incidenza (cioè la proporzione di chi si infetta ogni anno) "si rifiuta ostinatamente di cambiare";
2. ovunque gli MSM presentano tassi di HIV più alti rispetto al resto della popolazione: si stima che il tasso di infezione nei gay sia di 8 volte maggiore che nel resto della popolazione nei Paesi poveri e di 23 volte maggiore nei Paesi sviluppati;
3. l'HIV è così diffuso fra i gay in parte per ragioni biologiche (si stima che l'HIV si trasmetta mediante sesso anale 18 volte più facilmente che mediante sesso vaginale e che la probabilità di essere contagiati facendo una volta sesso anale ricettivo con un partner con viremia rilevabile sia circa dell'1,4%, cioè 1 su 71 rapporti; ma "poiché le persone fanno sesso insieme più di una volta, la probabilità per-partner di contrarre l'HIV da un partner siero-discordante è, negli uomini gay, di circa il 40%");
4. un altro fattore che incide sulla prevalenza dell'HIV fra gli uomini gay è il fatto che, poiché hanno più partner e un più alto tasso di cambiamento, le loro reti sessuali sono più strettamente connesse: il 25% degli uomini gay diagnosticati con HIV erano membri di un gruppo (cluster) in cui i virus HIV erano geneticamente identici, il che permette di ipotizzare una trasmissione rapida all'interno della rete. Per gli eterosessuali, invece, l'appartenenza a cluster si ferma al 5%;
5. a tutto questo sono naturalmente da aggiungere le ragioni sociali legate allo stigma che grava sull'omosessualità e ai traumi che tutto questo comporta: è qui che, soprattutto, secondo il professor Fenton è necessario lavorare.

Tanti altri particolari e qualche ipotesi su come prevenire il dilagare dell'infezione fra i gay in un post di ieri di Gus Cairns su aidsmap.com: Urgent need to address "resurgent" gay global epidemic, says English public health chief.