
Oggi è facile dare per scontato tutto ciò di cui godiamo, dimenticare o non conoscere l’eroismo degli uomini e delle donne che nel 1987 decisero di smettere d’essere concilianti e di pretendere che la strage dell’AIDS diventasse un argomento pubblico, trent’anni fa non era così.
Ricordiamo, ricordiamo sempre cosa è stato l’AIDS: non per vivere in quell’incubo, ma per rivedere ogni mattina nella nostra pastiglia l’immenso dono della speranza che a noi è stato dato e ad altri no, per serbare gratitudine verso chi ci ha preceduto e ha costruito il nostro presente, per essere coscienti che in questo come in tanti altri il cambiamento è venuto dalle persone normali che hanno smesso di guardare e iniziato ad agire, per ricordare che ogni giorno c’è qualcosa che ognuno di noi può fare per cambiare le cose intorno a sé.
Nel 1987 ci fu chi decise ribaltare il tavolo, e di iniziare a pretendere attenzione e rispetto: quella lotta ha avuto una immensa ricaduta sulle vite di tutti noi, in termini di rispetto e di impegno concreto per la ricerca.
C’è chi oggi “si gratta” dicendo che “non sono più i tempi di ACT UP”, non è vero e comunque non ditelo a loro: oggi come trent’anni fa sono sulle barricate perché la guerra non è finita.
Buon compleanno, eroi.