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da stealthy » lunedì 13 maggio 2013, 23:21
Sulla libertà d'espressione di PG Battista sul Corsera. in merito alla manifestazione a Brescia.
Ovviamente condivido quanto scrive P.G. Battista.
sul "Corriere". PIERLUIGI BATTISTA "Liberi di manifestare (poi di contestare)"
È un principio così semplice, non si dovrebbe far fatica ad accettarlo: non si deve tentare di impedire con la forza le pacifiche manifestazioni altrui. Non si intima all'avversario di tacere. Non si nega il diritto di parola. Non si lanciano pietre a chi parla e dice cose con cui si è in disaccordo: lasciamogliele dire e casomai, dopo, alla fine, parte il fischio. Ma se il fischio di cento persone sommerge la voce di chi sta parlando a mille persone, impedisce di parlare e di ascoltare, allora non è legittimo dissenso, è prepotenza allo stato puro. È un principio così semplice, ma in Italia domina l'ipocrisia e dunque gli intolleranti, violenti, i prevaricatori vengono dipinti come inermi cittadini indignati contro il Male e paladini del Bene. È facile capire che se io e cinquanta scemi come me decidiamo di fischiare il Nemico che sta sul palco, subito i media daranno la notizia della «contestazione» e non che a decine di migliaia di persone viene negato il diritto di manifestare. È un principio così semplice: non si bruciano le bandiere di un partito, non si sputa sui cittadini che vanno a un comizio, Non si picchia la gente per strada: è da vigliacchi, altro che paladini del Bene. Chi aggredisce politici, giornalisti, sindacalisti, preti, insegnanti, scrittori di libri (è accaduto anche questo) non ha nessuna giustificazione. E invece avrà sempre con sé i professionisti del giustificazionismo lambiccato. Gli acrobati delle eccezioni, che svuotano arbitrariamente il diritto universale alla libera manifestazione del pensiero e confezionano teorie apparentemente sottilissime di discriminazione del diritto altrui, ma che in fondo si riducono a questo elementare articolo di fede: possono essere liberi di manifestare solo quelli che piacciono a me, per gli altri c'è sempre uno schiamazzo che impedirà loro il godimento di diritti che (solo) per me per i miei simili bisogna considerare sacri e inviolabili. Non è facile da capire. Ma invece appare così difficile ai nostri giorni. Come era difficile attorno al '22 con i manganelli delle squadracce, e negli anni Settanta con gli esperti della spranga. Chi è più giovane ha il diritto di non saperlo, chi ha qualche anno di più non dovrebbe ignorarlo, e se lo ignora è perché è incapace di capire quanto sia facile accendere la retorica dell'indignazione per mettere il bavaglio a chi la pensa diversamente e minacciare i suoi seguaci con la forza e la violenza. Oppure segue l'onda, si acquatta e fa finta di niente perché è più sexy l'indignazione, perché gli intolleranti esercitano sempre un messaggio seducente (mettono anche i cartelli spiritosi, figli della tv). Non dovrebbe essere difficile capire che la libertà di manifestare vale a prescindere dei contenuti, con i quali si può essere in dissenso totale ma che non possono essere censurati a priori. E capire che una società in cui si esprimono liberamente posizioni in conflitto tra loro è infinitamente migliore.