La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
La
In effetti, l'Albania ha preso il ruolo (o perlomeno una posizione) una volta della Turchia, che da quando è tramontato il partito kemalista, da fiero alleato del blocco occidentale è diventato molto più ambiguo nei suoi rapporti sopratutto con l'Iran (e conflittuale con Israele). La Turchia è pur sempre nella NATO e adesso è tecnicamente più democratica, ma ogni tanto c'è che rimpiange Ismet Inonu (il grande mediatore durante i regimi militari).
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Faccio un intervento leggero e se volete superficiale che non prende in considerazione i massimi sistemi politici. Voglio solo dire che la mia esperienza con gli albanesi è sempre stata positiva. Secondo me sono brava gente. Io ho avuto in casa - nelle vesti di aiutanti - due sorelle albanesi (prima una , poi l'altra). Due porno sorelline di valona (non sto scherzando ...). Una si chiama clara (o clarita) l'altra ela (nome di cui non conosco l'esatta ortografia). E poi conosco una certa ornela. Sono tutte brave ragazze, molto fini e gentili. Non avrei mai detto. Molto occidentalizzate, vestono anche bene, ci tengono alla moda. Sono indistinguibili da qualunque ragazza italiana oramai (stessa tv stessi vestiti stessi sogni eccetera). Ma secondo me le donne sono sempre migliori degli uomini ... se dei balordi sono arrivati dall'albania (ladri maganaccia) sono tutti giovani maschi. Io di stranieri dell'est ne ho conosciuti abbastanza e considero gli albanesi che vivono qui (le donne ancora meglio) degli italiani a tutti gli effetti. Qui in forum abbiamo l'esempio di stea ad esempio. Romeni bulgari e company invece - come sempre gli uomini più delle donne - mi sembrano più barbari. Quindi al di là di tutte le considerazioni io sarei favorevole a farli entare nella ue (senza l'euro certo).
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Guarda Friendless. Il popolo non è poi così favorevole all'entrata nell'UE. L'ho visto io con i miei occhi. La cosa che premeva di più era non isolarli e renderli difficile la circolazione. I visti coi Paesi Schengen li hanno tolti, e questo ha permesso a molti genitori di andare a trovare i propri figli all'estero. E questa è stata una buona cosa. I visti con UK, Irlanda, Canada, Australia, Nuova Zelanda e USA sono in vigore e per il momento non si parla nemmeno di una procedura di visto telematico come quello che c'è tra Italia e USA. Se non ci fossero i visti con questi altri Paesi, sarei più che contento e far parte dell'EU sarebbe solo una rogna in più per noi. A cosa ci serve far parte dell'UE? E' solo sulla carta l'unione e niente di più e niente di meno. Già la Grecia non avrebbe dovuto farne parte, figuriamoci l'Albania. La Grecia e più o meno come l'Albania. Se non avessimo avuto la dittatura saremmo stati più o meno uguali.
La Turchia ormai non vuole più far parte dell'UE. I suoi modi e comportamenti lo denotano chiaramente. Anzi se la presidenza UE di turno tocca al Cipro loro interromperanno qualsiasi rapporto con le istituzioni UE. La Turchia sarebbe da espellere pure dalla NATO.
La Turchia ormai non vuole più far parte dell'UE. I suoi modi e comportamenti lo denotano chiaramente. Anzi se la presidenza UE di turno tocca al Cipro loro interromperanno qualsiasi rapporto con le istituzioni UE. La Turchia sarebbe da espellere pure dalla NATO.
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Già, e poi come facciamo con tutto quel cagaio lì, diventato ormai gigantesco (proprio anche in termini di estensione, intendo)? Lo buttiamo interamente sulle spalle di Israele, tante grazie e shalom???stealthy ha scritto:La Turchia sarebbe da espellere pure dalla NATO.
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
In Turchia vi è un cambiamento epocale in atto. Nel corso di tutta la sua storia l'impero prima bizantino e poi turco si sono distinti sempre per la loro tolleranza. Ai tempi di Maometto II la religione islamica era una ristretta minoranza ad Instanbul e lo rimase fino oltre al regno di Solimano il Magnifico, durante il quale Instanbul ospitava la più grande comunità ebraica del pianeta (i sultani furono ben felici di accogliere gli espulsi dalla cattolicissima Spagna).
Instanbul rimase agli occhi degli osservatori internazionali come una enorme melting pot di popoli e religioni fino ad inizio novecento. Poi, con la caduta dell'impero ottomano seguirono le espulsioni di massa dei greci e di altre minoranze. Il regime kemalista diede una radicale svolta laica e occidentale al paese, ma nei decenni successivi l'ovest del paese, in particolare Instanbul fu presa d'assalto dall'immigrazione dalle zone più povere dell'Anatolia, nonchè dai curdi. Tutti religiosamente molto più conservatori. Tuttora il tasso di natalità dei migranti anatolici e curdi è enormemente superiore alla media. La stessa Instanbul è diventata un'enorme metropoli di 15 milioni di abitanti (era 700.000 a inizio novecento) circondata da quartieri dormitorio e ancora qualche favelas (li chiamavano "case nate in una notte" , il governo si è molto impegnato negli ultimi decenni per ridurre il degrado). Sicchè il millenario multiculturalismo di Instanbul è cessato. Ora la stragrnde maggioranza della popolazione è islamica e una consistente parte è molto tradizionalista, se non proprio integralista.
Instanbul rimase agli occhi degli osservatori internazionali come una enorme melting pot di popoli e religioni fino ad inizio novecento. Poi, con la caduta dell'impero ottomano seguirono le espulsioni di massa dei greci e di altre minoranze. Il regime kemalista diede una radicale svolta laica e occidentale al paese, ma nei decenni successivi l'ovest del paese, in particolare Instanbul fu presa d'assalto dall'immigrazione dalle zone più povere dell'Anatolia, nonchè dai curdi. Tutti religiosamente molto più conservatori. Tuttora il tasso di natalità dei migranti anatolici e curdi è enormemente superiore alla media. La stessa Instanbul è diventata un'enorme metropoli di 15 milioni di abitanti (era 700.000 a inizio novecento) circondata da quartieri dormitorio e ancora qualche favelas (li chiamavano "case nate in una notte" , il governo si è molto impegnato negli ultimi decenni per ridurre il degrado). Sicchè il millenario multiculturalismo di Instanbul è cessato. Ora la stragrnde maggioranza della popolazione è islamica e una consistente parte è molto tradizionalista, se non proprio integralista.
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Non so precisamente perché, ma faticherei a vederla come una novità. Grazie a voi e shalom!Leon ha scritto:Già, e poi come facciamo con tutto quel cagaio lì, diventato ormai gigantesco (proprio anche in termini di estensione, intendo)? Lo buttiamo interamente sulle spalle di Israele, tante grazie e shalom???stealthy ha scritto:La Turchia sarebbe da espellere pure dalla NATO.
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Qualche tempo fa ho guardato un video girato a valona e la gioventù di laggiù è identica a quella italiana (vestiti uguali, telefonini eccettera; magari le magliette sono cinesi ma il gusto è uguale). Ma, voglio dire, è quello che si vede anche in giro. Quello che io ho notato negli albanesi è che sono innanzitutto puliti (che NON è una cosa secondaria) e che amano vestirsi alla moda (fashion victim magari secondo alcuni, ben vestiti secondo me). Ho avuto ragazze in casa, le conosco abbastanza bene per non parlare a vanvera. Romeni, bulgari e altre etnie, invece, sono più sporchi e più malvestiti. Voi direte che sono il solito superficiale, ma rendetevi conto che essere puliti e a posto significa aver già fatto più dell80% per essere accettati. E i ragazzi/ragazze albanesi sono puliti e in ordine (italiani oramai ... riguardate i filmati del loro sbarco degli anni 90 e poi ditemi).
Poi c'è anche questo
e sono d'accordo con voi, sembra di essere tra i briganti di 70 anni fa in meridione.
Ma se mettiamo tutto sui piatti di una bilancia io li promuovo e, ripeto, li considero più integrati e migliori dei romeni.
Poi c'è anche questo
e sono d'accordo con voi, sembra di essere tra i briganti di 70 anni fa in meridione.
Ma se mettiamo tutto sui piatti di una bilancia io li promuovo e, ripeto, li considero più integrati e migliori dei romeni.
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
I tank e l'aviazione nel Sinai - in violazione del trattato di Camp David per la prima volta dal '79 - servono a Morsi per prendere a cannonate i beduini?
http://www.corriere.it/notizie-ultima-o ... 9800.shtml
E la visita di Morsi in Iran - per la prima volta dal '79 - è una visita di cortesia per prendere il tè con vecchi nemici?
http://www.corriere.it/notizie-ultima-o ... 7697.shtml
Un'estate molto intensa, quella di Morsi, dopo aver silurato l'intoccabile Tantawi e avere insieme sottomesso l'esercito nel giro di poche ore ...
http://www.corriere.it/notizie-ultima-o ... 9800.shtml
E la visita di Morsi in Iran - per la prima volta dal '79 - è una visita di cortesia per prendere il tè con vecchi nemici?
http://www.corriere.it/notizie-ultima-o ... 7697.shtml
Un'estate molto intensa, quella di Morsi, dopo aver silurato l'intoccabile Tantawi e avere insieme sottomesso l'esercito nel giro di poche ore ...
Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno
Dpo aver terminato: Obama contro Obama: Il destino di un presidente
Di Mario Margiocco
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Verso un Egitto democratico
di Antonio Badini
Sinossi
Il 30 giugno è una data storica per la transizione egiziana. È il giorno dell’atteso passaggio del potere dalla Giunta militare, alla guida del paese dalla caduta del Rais Hosni Mubarak, al neo-presidente Mohamed Morsi, il primo democraticamente eletto in Egitto con il recentissimo voto del 16-17 giugno.È una vittoria del fondamentalismo? Il presidente dei Fratelli Musulmani metterà in piedi una repubblica islamica o sarà, come promesso in campagna elettorale, il “presidente di tutti”?Dove sono finite le istanze laico-liberali che avevano animato la Piazza Tahrir?Il presidente Morsi si trova a capo di una repubblica di fatto ancora in fieri, senza un assetto istituzionale certo né una Carta Costituzionale definitiva. In Verso un Egitto democratico, Antonio Badini, ex ambasciatore al Cairo e autore del precedente ebook Il futuro dell’Egitto, analizza le poste in gioco e i retroscena di questa storica transizione, e aiuta il lettore a capire il complesso gioco delle forze in campo. Badini ricostruisce la vicenda egiziana liberandola dalle interpretazioni, non sempre disinteressate, che ne danno i media mainstream. L’autore individua chiaramente colpe e meriti dei due attori che finora hanno retto il paese in un costante braccio di ferro, esercito e Fratelli Musulmani, e non tralascia di valutare il ruolo giocato dall’Egitto nello scacchiere internazionale. Con l’appoggio dell’America di Bush, Mubarak aveva garantito stabilità in un paese strategico, al prezzo di libertà e diritti. Oggi Morsi ha il compito di costruire un nuovo equilibrio, senza tradire la sovranità popolare sancita dalla piazza. Il cammino dell’Egitto verso la democrazia dovrebbe essere al centro degli interessi europei e in generale occidentali. Accompagnare il Cairo in questa direzione potrebbe persino aiutare l’Italia a rafforzare il suo ruolo nella regione, e a rilanciare l’economia di entrambi i paesi.
Recensione, una sola, di Erica: Penso sinceramente che la democrazia in Egitto sia ancora un miraggio e il Mediterraneo ancora lontano. Rinascita lunga, ma possibile.
Che faccio, compro? costa solo un euro (chiedo a voi che ve ne intendete)
Di Mario Margiocco
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Il 30 giugno è una data storica per la transizione egiziana. È il giorno dell’atteso passaggio del potere dalla Giunta militare, alla guida del paese dalla caduta del Rais Hosni Mubarak, al neo-presidente Mohamed Morsi, il primo democraticamente eletto in Egitto con il recentissimo voto del 16-17 giugno.È una vittoria del fondamentalismo? Il presidente dei Fratelli Musulmani metterà in piedi una repubblica islamica o sarà, come promesso in campagna elettorale, il “presidente di tutti”?Dove sono finite le istanze laico-liberali che avevano animato la Piazza Tahrir?Il presidente Morsi si trova a capo di una repubblica di fatto ancora in fieri, senza un assetto istituzionale certo né una Carta Costituzionale definitiva. In Verso un Egitto democratico, Antonio Badini, ex ambasciatore al Cairo e autore del precedente ebook Il futuro dell’Egitto, analizza le poste in gioco e i retroscena di questa storica transizione, e aiuta il lettore a capire il complesso gioco delle forze in campo. Badini ricostruisce la vicenda egiziana liberandola dalle interpretazioni, non sempre disinteressate, che ne danno i media mainstream. L’autore individua chiaramente colpe e meriti dei due attori che finora hanno retto il paese in un costante braccio di ferro, esercito e Fratelli Musulmani, e non tralascia di valutare il ruolo giocato dall’Egitto nello scacchiere internazionale. Con l’appoggio dell’America di Bush, Mubarak aveva garantito stabilità in un paese strategico, al prezzo di libertà e diritti. Oggi Morsi ha il compito di costruire un nuovo equilibrio, senza tradire la sovranità popolare sancita dalla piazza. Il cammino dell’Egitto verso la democrazia dovrebbe essere al centro degli interessi europei e in generale occidentali. Accompagnare il Cairo in questa direzione potrebbe persino aiutare l’Italia a rafforzare il suo ruolo nella regione, e a rilanciare l’economia di entrambi i paesi.
Recensione, una sola, di Erica: Penso sinceramente che la democrazia in Egitto sia ancora un miraggio e il Mediterraneo ancora lontano. Rinascita lunga, ma possibile.
Che faccio, compro? costa solo un euro (chiedo a voi che ve ne intendete)