La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Divagazioni...
Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » giovedì 13 settembre 2012, 14:06

flavio ha scritto:
per esempio sul rapporto che Morsi è riuscito a instaurare con l'esercito -
Mah io leggevo nel e-book di Baldini che stealty dice che prende lucciole per lanterne, che l'esercito Egiziano (SCAF acronimo in inglese di Consiglio Supremo delle forze armate) era ancora indipendente e ci volevano almeno 6/8 mesi (l'e-book é di Giugno) prima che il Presidente Morsi avesse pieni poteri.
Mi spiace Flavio, non conosco né questo Baldini, né il suo libro. Ma da quel che dici, mi pare un altro che ha capito pochino.
Quello che so è che, giusto un mese fa, in un momento in cui sarebbe dovuto essere in estrema difficoltà a causa degli attentati jihadisti nel Sinai, l'incolore Morsi è riuscito in poche ore a defenestrare l'inamovibile e potentissimo Tantawi (ex capo supremo delle Forze Armate, ex ministro della difesa ed ex capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate, l'organismo che ha espletato le funzioni di presidenza della Repubblica dalla deposizione di Mubarak all'insediamento di Morsi) e a decapitare l'esercito, mettendo ai vertici persone di sua fiducia. In due mosse, risolto il problema dell'opposizione dell'esercito alla Fratellanza Musulmana.
Direi che un tipo così è meglio non sottovalutarlo.
flavio ha scritto:lo SCAF, secondo Baldini, segue le direttive della CIA: gli USA finanziano l'esercito egiziano con 10 miliardi all'anno
È il Congresso che ha stanziato questi finanziamenti all'Egitto e che ogni anno (o forse ogni due anni, ora non ricordo bene) li ridiscute.



Tarek
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Tarek » giovedì 13 settembre 2012, 17:39

LIST OF THE ITALIAN AMBASSADORS IN EGYPT


Attilio Serra (1914-1916)
Lazzaro non caucasici <edit automatico> Cambiaso (1916-1922)
Luigi Aldovrandi Marescotti (1922-1923)
Carlo Caccia Dominioni di Sillavengo (1924-1926)
Gaetano Paterno’ di Manchi di Bilici (1926-1930)
Roberto Cantalupo (1930-1932)
Emilio Pagliano (1933-1935)
Pellegrino Chigi (1935-1938)
Serafino Mazzolini (1938-1940)
Giovanni de Astis (1945-1947)
Cristoforo Fracassi Ratti Mentone (1947-1950)
Renato Prunas (1950-51)
Pasquale Iannelli (1953-1955)
Giovanni Fornari (1955-1961)
Massimo Magistrati (1961-1965)
Gian Vincenzo Soro (1965-1966)
Felice Catalano di Melilli (1967-1969)
Eugenio Plaja (1969-1973)
Gian Luigi Milesi Ferretti (1974-1980)
Elio Giuffrida (1980-1985)
Giovanni Migliuolo (1985-1988)
Patrizio Schmidlin (1988-1993)
Alberto Leoncini Bartoli (1993-1996)
Francesco Aloisi de Lardarel (1996-2001)
Mario Sica (2001-2003)
Antonio Badini (2003-2007)

È il Congresso che ha stanziato questi finanziamenti all'Egitto
ma nel concresso americano ci sono (quasi) solo lobbisti e la Lobby delle armi/produzione/consumo e perciò economia e dané fa da Padrona.
(ma forse é fantapolita; tra qualche anno vedremo il film della primavera Araba e tutto sará più chiaro, almeno , per chi non ha visto i film precedenti di qualche altra stagione)



Leon
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Leon » sabato 15 settembre 2012, 8:18

Questa è la mappa delle "manifestazioni" antioccidentali (vale a dire antiebraiche e anticristiane).

Immagine
( http://www.corriere.it/Primo_Piano/Este ... appa.shtml )

Questa, invece, è la foto di una "manifestazione pro-USA" in un'imprecisata località della Libia (direi Bengasi, in base a uno striscione): quattro donne di buona volontà - e, se la cosa non è "costruita" con funzione di specchietto per le allodole, anche coraggiose, perché da quelle parti per loro non è tanto facile muoversi indipendentemente e pure pubblicamente, ma pur sempre quattro donne.

Immagine
( http://www.corriere.it/foto_del_giorno/ ... 0915.shtml )

Mi sembra di ravvisare una certa sproporzione.


P.S. C'è di buono che l'ONU ha finalmente espresso la sua condanna (son pagati per questo!); anzi, ha addirittura "condannato con la «massima fermezza»" ( http://www.corriere.it/esteri/12_settem ... 72b9.shtml )! Siamo in una botte di ferro. :?



skydrake
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La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da skydrake » sabato 15 settembre 2012, 8:50

.



Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » sabato 15 settembre 2012, 9:00

Leon ha scritto:Questa, invece, è la foto di una "manifestazione pro-USA" in un'imprecisata località della Libia (direi Bengasi, in base a uno striscione): quattro donne di buona volontà - e, se la cosa non è "costruita" con funzione di specchietto per le allodole, anche coraggiose, perché da quelle parti per loro non è tanto facile muoversi indipendentemente e pure pubblicamente, ma pur sempre quattro donne.
Bella la donna - l'unica - a capo scoperto. Chissà quanto dura (che il Signore la protegga e le dia la forza di resistere!). Immagine
P.S. C'è di buono che l'ONU ha finalmente espresso la sua condanna (son pagati per questo!); anzi, ha addirittura "condannato con la «massima fermezza»" ( http://www.corriere.it/esteri/12_settem ... 72b9.shtml )! Siamo in una botte di ferro. :?
Sem propi a post! :?



Leon
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Leon » sabato 15 settembre 2012, 10:29

In un suo articolo di oggi (che, stranamente, è scritto in una maniera meno insopportabile del solito e contiene molte meno scemenze della media), Vittorio Zucconi riporta, per poi dissociarsi:

Immagine
( http://www.repubblica.it/esteri/2012/09 ... e-42510132 )

C'è forse una virgola da eccepire, nell'analisi di questo Millet? Non direi proprio.



Leon
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Leon » sabato 15 settembre 2012, 14:09

Immagine
(da homepage "La Stampa" 15/9/2012, 15.00)

Proprio un buon argomento da andare a raccontare ai musulmani!!! :lol: :lol: :lol:

Dopo che questo si è accorto (molto presto) che, se si comportava per quel che era, arrivava sì e no a tre persone su cento, ha provato a buttarsi, sempre più maldestramente, sul "pop" (non pochi Angelus sono stati roba da far concorrenza agli auguri ai nonagenari, o centenari, del Gazzettino Padano!). Ma non possedendo, a differenza del polacco maledetto, alcun carisma in grado di far presa sul grosso dell'umanità, le sbaglia tutte. No, non era uno da far papa, soprattutto di questi tempi.
Ultima modifica di Leon il sabato 15 settembre 2012, 19:25, modificato 1 volta in totale.



Tarek
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Tarek » sabato 15 settembre 2012, 15:54

(non lo conoscevo)

La fatwa letteraria contro Millet

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Dopo l’intemerata su Breivik, Lévy e Le Clézio chiedono a Gallimard di cacciare il pamphlétaire dalla casa editrice, che per ora lo difende. Altri scrittori fanno scudo: “A Mosca veniva chiamata purga”

Roma. Richard Millet ha promesso di rispondere agli attacchi ricevuti nelle ultime settimane con un piccolo pamphlet, sempre per le edizioni di Pierre-Guillaume de Roux, dal titolo pascaliano: “Pourquoi me tuez-vous?”. Perché mi uccidete?
Lui è il “pamphlétaire” più discusso di Francia, a cui ieri il Monde dava perfino del “raciste”. In coda al suo nuovo libro, “Langue fantôme”, Millet aveva decifrato il massacro compiuto un anno fa nell’isola norvegese di Utoya come un sintomo del suicidio e dell’angoscia dell’occidente, attaccando la “disperazione europea” di fronte al “nichilismo multiculturale”, alla “perdita di identità”, alla “islamizzazione”, alla “denatalità” e alla “irénique fraternité”. Da settimane un nutrito coro di intellettuali e scrittori di fama chiede alla maison che ha dominato la letteratura del XX secolo, Gallimard, dove da anni lavora Millet, di cacciare l’editor e scrittore, vincitore fra l’altro di un premio dell’Académie française.
Come può la casa editrice di Marcel Proust e André Gide, Milan Kundera e Georges Simenon, Albert Camus e Jean Genet continuare a far selezionare i propri libri da un simile “islamophobe”? Millet si difende così: “Non vedo perché dovrei andarmene. Ho scritto questo libro in quanto scrittore e non come editor. Sono stupito da questo fiume d’odio che mi sommerge”. Quanto agli autori che lo hanno attaccato, Millet li definisce “cani da guardia”.


Il caso Millet si è così trasformato nel principale banco di prova della libertà d’espressione in Francia. Per adesso Antoine Gallimard, a capo della celebre casa editrice, conferma la propria fiducia a Millet. Secondo il presidente, il libello di Millet appartiene alla sfera della libertà di espressione e non incide sul lungo e proficuo rapporto di lavoro con la casa editrice. “E’ sempre stato un editor di qualità e attento”, ha detto Gallimard. “Con noi non ha mai avuto cedimenti di alcun tipo”, ha scandito l’editore. Numerosi autori della maison letteraria, da Tahar Ben Jelloun a Annie Ernaux, continuano a chiedere da giorni l’estromissione dell’editor. Le Nouvel Observateur vorrebbe veder bandito il suo “livre abject”, libello immondo.


Millet è anche noto come la “fabbrica dei Goncourt”, dopo aver lavorato con alcuni degli autori che hanno vinto il massimo premio letterario francese, Jonathan Littell e Alexis Jenni.
Proprio i due autori si sono schierati contro Millet. Littell, l’autore del bestseller “Le Benevole”, ha rinunciato a lavorare con l’autore “a causa delle sue idee politiche”. Jenni, che ha ricevuto il Goncourt l’anno scorso, lo ha paragonato a Louis- Ferdinand Céline: “Anche con lui siamo di fronte a una incoerenza tra l’opera letteraria e gli articoli antisemiti”. Sulla rivista Règle du Jeu, il faro della classe intellettuale francese, anche Bernard-Henri Lévi chiede a Gallimard di far fuori Millet, che chiama “piccolo bianco razzista” e “falangista”. “Antoine Gallimard, erede della casa editrice di Proust, pensava di chiudere il caso citando la ‘libertà d’espressione’”, ha scritto BHL. “Non è chiaro come possano gli eredi di Sartre e Malraux continuare a essere editati da un uomo simile. Questo è solo l’inizio”. Anche il premio Nobel per la letteratura del 2008, J. M. G. Le Clézio, chiede la messa al bando di Millet, che definisce “disgustoso”, “razzista” e “xenofobo”. Un’altra delle firme di punta di Gallimard, Annie Ernaux, si associa al coro per l’espulsione di Millet, definendolo “politicamente pericoloso”. Il suo collega, Jean-Marie Laclavetine, aggiunge che “non è la prima volta che Millet pubblica cose inaccettabili”, mentre Laure Adler, celebre biografa per la casa editrice, incalza: “Gallimard dovrà prendere una decisione”. Su Libération è intervenuto anche Sylvain Bourmeau: “Mi domando come possa Gallimard continuare a pubblicarlo”.

“E’ una caccia alle streghe”
Tuttavia non mancano le firme a difesa del celebre scrittore. Bruno de Cessole, noto giornalista del Figaro, critico letterario e direttore della Revue des Deux Mondes, si schiera a difesa di Millet, dicendo che si tratta di una “caccia alle streghe” contro uno dei pochi autori di Francia “colpevole di aver violato i tabù sull’immigrazione, il razzismo e l’identità europea”. Millet, scrive De Cessole, è vittima di una “fatwa letteraria”. “Non è senza disgusto che abbiamo letto petizioni di colleghi, che di solito sono difensori della libertà d’espressione, perché caccino lo scrittore da Gallimard. Millet è diventato la pecora nera da sacrificare sull’altare della buona coscienza”.
Durissimo anche lo scrittore e giornalista Denis Tillinac, che parla di “petainismo soft”, di “bigotti del nuovo ordine morale”, di “farisei che non ammettono che qualcuno possa sfuggire al manicheismo progressista” e di “Torquemada della sinistra”. Al caso Millet dedica una copertina il magazine Valeurs Actuelles, con la foto dell’autore e un titolo sui “linciati”. Si ricorda che prima di Millet molti altri scrittori e intellettuali sono passati dallo stesso tritacarne dell’antirazzismo militante, come Michel Houellebecq, Alain Finkielkraut ed Eric Zemmour.
Così recita l’editoriale sul caso Millet: “A Mosca veniva chiamata purga”.



Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » sabato 15 settembre 2012, 16:13

flavio ha scritto:La fatwa letteraria contro Millet
Ah, ecco, l'autore è Giulio Meotti. Leggevo l'articolo e sentivo una sintonia, che mi ha spinto ad andare a cercare il nome dell'autore. Immagine
Millet è diventato la pecora nera da sacrificare sull’altare della buona coscienza”.
Le bouc émissaire, avrebbe detto René Girard. Insomma, il capro espiatorio dell'anima nera (quella, sì, molto nera, anche se si autodefinisce candidamente antirazzista-antifascista-democratica-etc.-etc.).



stealthy
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da stealthy » sabato 15 settembre 2012, 16:40

Sicuramente questo Millet è una sorta di Oriana Fallaci. Infatti i francesi la attaccarono ferocemente quando scrisse la Rabbia e l'Orgoglio. La cassa editrice, non ricordo come si chiami, fu portata in tribunale per poi essere assolta, insieme al saggio della Fallaci, ovviamente.
Questo ci fa capire che si può parlare solo in positivo di islam e mai in negativo. Si finisce per essere razzisti e xenofobi. Io rimango sempre più sbalordito. Tempo fa, sempre su Breivik, lessi una analisi interessante di Raymond Ibrahim sul comportamento di Breivik. Ne facevano il paragone con i Qaidisti.
Ve lo ripropongo tradotto:

L’anno scorso in una sparatoria in Norvegia,Anders Breivik uccise 70 persone. Recentemente ha confessato diessersi ispirato ad Al-Qaeda, jihadisti per eccellenza dell’era moderna.

Secondo l’AFP, “durante il suo processo che ha avuto luogo martedì 17 aprile… il killer dietro il massacro di Norvegia ha dichiarato di essersi ispirato a Al-Qaeda, descrivendo sé stesso come un ‘militante nazionalista’ e, usando il pronome ‘noi’ per suggerire che era parte di un gruppo, ha aggiunto: “abbiamo tratto lezione da Al-Qaeda e dai militanti islamisti. Al-Qaeda può essere visto come il gruppo militante di maggior successo’”.

Non solo era “ispirato” a al-Qaeda, ma le sue tattiche rispecchiano molto quelle dell’organizzazione jihadista. Secondo la Associated Press, Breivik ha testimoniato “che lui aveva progettato di catturare e decapitare l’ex premier norvegese, con il piano “di filmarne la decapitazione e successivamente pubblicarne il video su Internet”, aggiungendo che “è stato ispirato da Al-Qaeda sull’uso della decapitazione”, descritta “come un’arma psicologica molto efficace”.

In un mondo globalizzato in cui l’Islam è la parte del leone in atti di terrorismo, e dove le immagini non-stop di jihadisti che uccidono e decapitano la gente ha metastatizzato i media, e quindi anche la mente delle persone, scoprire che Al-Qaeda è la fonte d’ispirazione di Breivik non è naturalmente sorprendente.

Ma c’è un punto più interessante: Breivik non è il primo non-musulmano ad essere “ispirato” da nozioni musulmane, i crociati, per esempio, hanno vissuto in un clima fortemente permeato e influenzato dalla Jihad islamica, tanto che la stessa idea della ”guerra santa” dei cristiani, – con l’uso della violenza per la conquista in nome del Cristianesimo -, trova le sue origini ideologiche nella jihad.

Emmet Scott, per esempio, autore del nuovo libro Maometto e Carlo Magno Rivisitato, scrive:

[…] In oltre, in alcune annotazioni su Aristotele, e su alcuni concetti scientifici e tecnologici (che non erano assolutamente invenzioni “Arabe”) l’Islam comunicava all’Europa tutta una serie di idee e comportamenti che erano ben lungi dall’essere illuminati. Nella maggior parte il concetto di “guerra santa” (jihad), che l’Europa ha adottato (magari un po’ a malincuore) nel XI secolo, era del tutto una novità islamica (p. XX).

Lo storico Bernard Lewis, recentemente ha scritto:

anche la crociata cristiana in sé, spesso confrontata con la jihad islamica, era una risposta ritardata e limitata alla jihad, e in parte anche un’imitazione… Perdono dei peccati a coloro che hanno combattuto in difesa della Santa Chiesa di Dio e della religione cristiana e della politica, e la vita eterna per coloro che combattono gli infedeli: queste idee riflettono chiaramente il concetto di jihad musulmana, e sono precursori della Crociata cristiana occidentale.

In tutto questo, le ideologie islamiche non avevano alterato i fondamenti del cristianesimo. Lewis continua:

Ma a differenza della jihad, principalmente, i crociati erano interessati alla difesa o alla riconquista dei territori cristiani minacciati o perduti… l’ jihad musulmana, invece, è percepita come un’azione illimitata, come un obbligo religioso che deve continuare affinché tutto il mondo avrà adottato la fede musulmana, sottoposta quindi al dominio islamico… l’obiettivo della jihad è quello di portare il mondo intero sotto la legge islamica.

Ecco perché le prime manifestazioni di terrorismo messe in atto da Breivik sono di origine islamica. Per esempio, il medievale Hashashin – archetipi terroristi che ci hanno dato la parola “assassino” – erano una setta musulmana che ha sperimentato l’uso della paura, l’omicidio, e il terrore per guadagno politico fin dal 11° secolo.

I media, in modo del tutto erroneo, paragonano il fascino di Breivik a quello dello storico gruppo cristiano, i Cavalieri dei Templari, senza prendersi il disturbo di spiegare come un gruppo di cristiani devoti a proteggere i pellegrini, abbia ispirato Breivik a uccidere dei ragazzi norvegesi innocenti. Uno storico ha detto: “i veri Cavalieri Templari, un ‘popolo davvero devoto’, ‘inorridirebbe’ vedersi associati a Breivik”.

Ancora più ironico, i Templari sono stati spesso accomunati nella campagna di terrore del suddetto Hashashin, mentre non ne avevano mai tratto alcuna ispirazione. Anche Fareed Zakaria di CNN ha giustamente rilevato la distorta visione del mondo di Breivik, “i Templari non assomigliano in alcun modo a Al-Qaeda”.

In breve, se gli obiettivi di Breivik possano sembrare in modo superficiale di natura anti-islamica, le sue azioni, in realtà sono essenzialmente jihadiste.



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