A Milano e dintorni per Pasqua
Re: A Milano e dintorni per Pasqua
flavio, senza avere letto il libro che domande vuoi fare?????? perché non lo acquisti su amazon (ho controllato, costa 9 euro) e poi fai tutte le domande che vuoi .... l'unica domanda che sarebbe spontaneo fargli (ma so benissimo che sarebbe stupido fare) è se per caso è sieropositivo, conosce troppo bene la materia! capisco che qualunque scrittore, anche il più sprovveduto, si documenta per scrivere un romanzo, ma il nostro autore dimostra una conoscenza della malattia che, a mio modo di vedere, va al di là della documentazione, come minimo ha vissuto una storia discordante (mi rendo conto di fare del bieco pettegolezzo, spero che attraverso i motori di ricerca non raggiunga questa discussione, ma alla fine chi se ne importa!). Spero che alla presentazione a nessuno venga in mente di chiedergli se è un romanzo autobiografico, considerato che è la domanda che più spesso o quasi sempre si sentono fare gli scrittori. La trama: un professore di letteratura, sposato con una figlia, che da liceale aveva amato un compagno ed era stata la sua unica storia omosessuale, si innamora di un pittore sieropositivo che lo contagia. All'inizio sembra che il pittore non sappia della malattia, col tempo il protagonista nutre qualche dubbio. Nel romanzo appaiono come comprimari altri amici gay, uno mi sembra che muoia, il suo compagno invece si credeva sieropositivo ma il test fatto un decennio prima era sbagliato (questa sottotrama ha parecchio dell'inverosimile e io l'avrei risparmiata). Alla fine il professore e il pittore vivono assieme, con i loro momenti, le loro malattie, ma nessuno dei due muore. Il romanzo è bello, scorrevole, piacevole, anche leggero ma senza essere banale, come scrivevo ieri è anzi un romanzo colto con citazioni e riferimenti presi dai classici. Mantiene comunque una leggerezza di scrittura e una scorrevolezza, un passo, un ritmo proprio di un romanzo, laddove i racconti autobiografici scritti dai dilettanti sieropositivi falliscono proprio nel non riuscire a creare una distanza tra la storia e il racconto, così che la narrazione resta pesante, come se procedesse con gli stivali nel fango. Questo romanzo invece scorre. Secondo me è il miglior romanzo sull'aids scritto in italiano.