La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

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stealthy
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da stealthy » giovedì 13 giugno 2013, 10:41

Come l'islam trasforma (in peggio) la società
Immagini che valgono più di mille parole

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stealthy
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da stealthy » lunedì 19 agosto 2013, 10:01

L'Egitto rischia di diventare la seconda Siria se Obama e UE dovessero decidere di non sostenere i militari. Infatti l'UE e USA vogliono tagliare i fondi ma così facendo rischiano di rafforzare, se non legittimare, i fratelli musulmani.

http://www.rightsreporter.org/israele-e ... -usa-e-ue/
E' la prima volta che Israele prende una posizione sulla questione "primavera araba".
http://www.jpost.com/Middle-East/Israel ... acy-323531



Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » lunedì 19 agosto 2013, 11:04

stealthy ha scritto:L'Egitto rischia di diventare la seconda Siria se Obama e UE dovessero decidere di non sostenere i militari. Infatti l'UE e USA vogliono tagliare i fondi ma così facendo rischiano di rafforzare, se non legittimare, i fratelli musulmani.
È rivoltante dover tifare per un esercito golpista che spara sui civili.


Però tanti sono civili mooolto sui generis, eh?!



skydrake
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da skydrake » lunedì 26 agosto 2013, 16:25

Di fronte al pessimismo sull'evolvere degli avvenimenti nel nord Africa e nel medio Oriente, propongo questa visione a lungo termine, tutto sommato ottimistica:

L'Europa e il 1848 arabo

All’inizio della cosiddetta “primavera araba” molti osservatori europei hanno accostato le sollevazioni contro i regimi autoritari in Nord Africa e Medio Oriente a quelle che hanno abbattuto i regimi comunisti europei nel 1989. La speranza era che come in quel caso fossimo di fronte a una rapida ondata di democratizzazione e sviluppo, alimentata da una nuova generazione di giovani ispirati dai valori occidentali.

Come notava la vicedirettrice egiziana dell’Fmi Nemat Shafik nel maggio 2012, però, nel 1989 “l’economia mondiale era in pieno sviluppo, l’Unione europea era pronta ad accogliere tra i suoi membri i paesi in transizione e i finanziamenti esterni erano facilmente accessibili”. La transizione dei paesi arabi doveva invece avvenire in un contesto molto più difficile. Senza una “primavera economica” ad accompagnare il rinnovamento politico, la primavera araba si sarebbe conclusa con un fallimento, ma il peso delle profonde riforme necessarie avrebbe gravato interamente sulle casse già vuote di paesi scossi dall’instabilità.

Dopo il sanguinoso ritorno dei militari in Egitto il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Il paragone più calzante si è rivelato quello con un altro grande ciclo rivoluzionario senza successo, la “primavera delle nazioni” del 1848, proposta tra gli altri da Robert D. Kaplan e da Jonathan Steinberg.

Delle notevoli analogie tra i due grandi eventi ce n’è però una che è passata inosservata: entrambi sono stati il culmine esplosivo di un lungo processo di riequilibrio tra vecchi e nuovi sistemi economici, politici e sociali. Nel 1848 il capitalismo borghese trionfante spingeva per superare il sistema feudale e affermare il suo modello, basato sulla democrazia parlamentare e sul liberalismo. Nel 2011, invece, la crisi economica ha coronato una lunga fase di obsolescenza e logoramento di regimi autoritari risalenti alla Guerra fredda, ma la classe media che avrebbe dovuto sostenere lo sviluppo di un modello di tipo occidentale era troppo esigua e indebolita dalla stessa crisi. La guida del processo è passata così agli islamisti, che non risentono delle difficoltà economiche e ne sono invece rafforzati.

Come a metà ottocento, anche stavolta i tempi non erano maturi e i movimenti islamici stanno tornando in clandestinità di fronte a un’ondata reazionaria altrettanto rapida. I paesi del golfo, che pure avevano cercato di cavalcare il processo, si sono resi conto della sua reale portata e hanno deciso di sostituirsi all’Europa e agli Stati Uniti nel ruolo di padrini dei gendarmi autoritari dell’ordine regionale. Di fronte ai 12 miliardi offerti ai generali egiziani, i pochi spiccioli di aiuti bloccati dall’Ue come “forte risposta simbolica” dimostrano in modo quasi comico quanto il suo ruolo sull’altra sponda del Mediterraneo sia ormai meno che marginale.

Se davvero voleva raccogliere i frutti di una primavera di democrazia e sviluppo, l’Europa avrebbe dovuto piantarne i semi quando i tempi erano favorevoli, sostenendo quelli che ne sarebbero stati i protagonisti invece di dividersi tra la complicità con regimi dittatoriali corrotti e iniziative velleitarie come l’Unione per il Mediterraneo. Ora è tardi. Questa primavera araba è probabilmente agli sgoccioli, ma – come dopo il 1849 – la dinamica storica che l’ha prodotta continuerà a scorrere sotto terra. I soldi degli sceicchi non basteranno a risolvere le difficoltà strutturali dei paesi arabi e la resa dei conti con i movimenti islamici è solo rimandata. Ma noi europei possiamo stare tranquilli: questa storia non ci riguarda più.


Articolo completo:
http://www.presseurop.eu/it/content/edi ... xtor=RSS-9



stealthy
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da stealthy » martedì 27 agosto 2013, 7:44

Io sono dell'idea che bisogna ricolonizzarli da capo! Tanto il loro cervello è limitato, capacità di ragionare pari a zero!
Loro si comportano così con noi perché abbiamo i sensi di colpa per averli colonizzati in passato



Dora
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Re: La

Messaggio da Dora » martedì 27 agosto 2013, 8:15

skydrake ha scritto:Come a metà ottocento, anche stavolta i tempi non erano maturi e i movimenti islamici stanno tornando in clandestinità di fronte a un’ondata reazionaria altrettanto rapida.
In sostanza, ci dice quello che sapevamo anche prima che scoppiassero queste illusioni di primavera: che l'alternativa in Nord Africa e Medio Oriente è fra islamismo radicale e regimi autoritari, più o meno disposti/desiderosi di ricevere soldi dall'Occidente. Tertium - al momento - non datur.
Di democrazia nel mondo arabo si potrà parlare forse fra una generazione.



Puzzle
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Puzzle » martedì 27 agosto 2013, 10:10

Io penso che alla base in tutti questi paesi ci sia una forte tensione fra la laicità e l'islamismo che non riesce a trovare alcuna soluzione di compromesso. Anche l'Algeria con Bendjedid iniziò un processo di democratizzazione alla fine degli anni '80 con una nuova costituzione dove divenne possibile formare partiti politici. Nel 1991 si tennero elezioni democratiche che furono vinte dal Fronte Islamico di Salvezza (vicini ai Fratelli Mussulmani) e quando dichiarò di voler mettere mano alla costituzione laica per creare uno stato islamico, l'esercito prese il potere con un colpo di stato (deja vu?) dando il via a una guerra civile durata 10 anni.

E' un serpente che si mangia la coda: partendo da elezioni democratiche vengono eletti partiti islamisti che concepiscono solo uno stato regolato da leggi islamiche, che non può essere considerato uno stato democratico e per avere uno stato di diritto civile si deve usare la forza che pure non è un presupposto di stato democratico.

D'altronde nel secolo scorso la laicità era rappresentata dal comunismo dell'URSS e dal socialismo in generale. Nella Tunisia socialista di Bourguiba era vietato l'hijab, era legalizzato l'aborto e veniva liberamente pubblicizzata la pillola anticontraccettiva.

Nella Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (Yemen del sud) era in vigore una costituzione di stampo marxista, che non prevedeva certamente l'islamismo. E ho conosciuto diversi yemeniti del sud che avevano nostalgia "di quando c'erano i Russi". Il crollo dell'URSS ha favorito la riunificazione e il sud laico si è ritrovato a sottostare ad uno stato islamico qual era lo Yemen del Nord. E tutt'ora anche lì le tensioni sono forti.

Personalmente trovo semplicistico pensare che la democrazia possa essere frutto di una riforma costituzionale, ma piuttosto un processo socio-culturale più o meno lungo che non si risolve in una generazione. Se i paesi ex comunisti sono ancora alla ricerca di un'identità, figuriamoci dove la cultura e le pressioni religiose sono predominanti.



Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » martedì 27 agosto 2013, 13:02

Puzzle ha scritto:Personalmente trovo semplicistico pensare che la democrazia possa essere frutto di una riforma costituzionale, ma piuttosto un processo socio-culturale più o meno lungo che non si risolve in una generazione.
Sì, hai ragione. Ho peccato di ingenuità augurandomi che la nuova generazione possa vivere in un Medio Oriente democratico.
Ma è da tutta la vita che quel che accade dall'altra parte del Mediterraneo per me non è un fatto accademico e non riesco a non sperare che, se non noi, almeno i nostri figli possano vedere la fine di questo disastro e vivere finalmente in pace.



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Re: La

Messaggio da skydrake » mercoledì 28 agosto 2013, 7:02

stealthy ha scritto:Io sono dell'idea che bisogna ricolonizzarli da capo! Tanto il loro cervello è limitato, capacità di ragionare pari a zero!
Loro si comportano così con noi perché abbiamo i sensi di colpa per averli colonizzati in passato
A mio avviso quell'articolo pecca di ottimismo equiparando tale situazione alla nostra nel 1848: nella loro storia manca un periodo equiparabile al nostro illuminismo. Io li collocherei più attorno ad inizio '600, attorno alla guerra dei trent'anni, che appunto dilaniò mezza Europa col pretesto della religione.

Poco fa mi sono imbattuto nel "diagramma degli idioti" che mi ha fatto venire in mente il tuo post. A dispetto del nome però é utile per ricordarsi a colpo d'occhio come sono messi gli equilibri di potere e i vari fronti nella zona:

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Fonte:
http://www.zerohedge.com/news/2013-08-2 ... iddle-east



Dora
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Re: La "primavera araba" è al solstizio d'inverno

Messaggio da Dora » mercoledì 28 agosto 2013, 7:40

Iniziamo a completarlo e a togliere qualche bias da quell'*Idiot's chart so-poorly-complete (and so misleading)*?

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