Ex governo Berlusconi - Ex Governo Monti e UE

Divagazioni...
Leon
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da Leon » domenica 15 gennaio 2012, 21:19

danielemi ha scritto:Leon purtroppo quel dicono è vero [...]
Ma bene! :?
X quando riguarda le auto già da tempo sempre in queste zone a rischio le compagnie assicurative invogliano (con maggiori sconti sui premi) a montare il gps sulla proprio auto. Questo oltre a far ritrovare l'auto in caso di furto (pratica altrettanto comune dalle mie parti :cry: ) avvisa la centrale operativa in caso di sinistro ke a loro ti richiamano x assistenza. Nn dico ke con questo metodo nn si facciamo più truffe ma quanto meno sono scoraggiati dal farle.
Questa non la sapevo.
Quanto ai furti d'auto ai forestieri, sono una vecchia "usanza" non so se pugliese in generale, ma di certo barese, risalente, come minimo, agli anni Settanta (esperienza diretta di una mia congiunta e di una sua amica, cui nel giro di dieci minuti avevano fatto sparire appunto la macchina con tutto dentro - mai più ritrovato nulla, ovviamente).
A questo proposito, rivolgerei un sommesso invito ai pugliesi tutti: non vi pare il caso di finirla con queste terronate e di lasciarle in esclusiva ai napoletani/campani, che tanto si sa già quello che sono (<edit automatico> irrecuperabili)?



Leon
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da Leon » domenica 15 gennaio 2012, 22:05

HLAB5701 ha scritto:
Leon ha scritto: *LE BANCONOTE DELL'EURO NON HANNO NAZIONALITA'*
purtroppo ce l'hanno. i bastardoni ci hanno pensato fin dall'inizio. da http://it.wikipedia.org/wiki/Banconote_euro

Codici di identificazione
"Contrariamente alle monete, le banconote non hanno un lato nazionale che indica la provenienza. Questa informazione è contenuta nel numero di serie riportato sul retro della banconota. La prima lettera identifica la nazione della zecca di emissione [...]
E' vero, HLA, e anch'io avevo un ricordo in proposito, anche se ben lontano dalla precisione e dal dettaglio delle informormazioni che hai riportato tu: anche per il contante in Euro è possibile risalire al Paese emittente (la storia, aggiuntiva, degli stampatori, invece, credo di non averla proprio mai saputa).

Tuttavia, così come accade per le monete in Euro, dove la cosa salta all'occhio (a tutti sarà capitato di trovarsi in tasca monete in Euro "straniere"), l'Euro resta UNO SOLO e in nessuno dei Paesi che, per loro cretineria prima ancora che disgrazia, vi hanno aderito è consentito fare alcuna differenza/discriminazione (intendo dire che non è come, per esempio, a Lugano o in altre località poco oltreconfine, dove ciascun negoziante poteva decidere se accettare o meno le Lire - naturalmente al cambio che stabiliva lui, cioè ladrandoci di brutto - e poi provvedere autonomamente a farsele convertire in valuta locale dalla sua banca) né, che io sappia, le banche dei singoli Paesi dell'"Eurozona" sono tenute a distribuire solo Euro "nazionali", "cambiando" eventualmente quelli "stranieri" che gli passassero per le mani.

Quest'ultima cosa, però, andrebbe verificata, e soprattutto andrebbe verificato come si comportano DI FATTO e ADESSO/ULTIMAMENTE, anche perché, facendo mente locale, mi rendo conto che è ormai da un po' che tutti i Bancomat da cui riesco a prelevare - diversi, sempre da un po', danno dei "fuori servizio" e perfino degli errori di validità del badge, del tutto inesistenti - sfornano esclusivamente banconote NUOVE DI ZECCA, e lo so bene perché alcuni dei distributori di sigarette da cui di solito mi servo le rifiutano e prendono solo quelle almeno un po' usate.
Aggiungo (a bassa voce perchè non riesco con google a ritrovare il pezzo) ho letto di recente che in germania si starebbero attrezzando (oltre a produrre nuovi marchi in stamperie svizzere) per apporre alle banconote euro tedesche un timbro ben visibile che le renda identificabili al volo al commerciante/consumatore, mettendo di fatto fuori corso le altre.
Ecco, questa invece è per me una (relativa) novità, nel senso che io ero rimasto alla "voce" che la Germania si stava preparando a far stampare (nuovi) marchi in Svizzera. Questa cosa del "timbro", anche se aggiungerebbe all'operazione un'indubbia nota di barbonaggine, non mi pare ne cambierebbe però la sostanza: intendo che, sia nel caso di banconote inedite e nuove di zecca, sia in quello di tali più rapide e economiche sovrastampe, la Germania avrebbe sancito la fine dell'Euro e la nascita di quello che, nello scorso messaggio, avevo chiamato "Supermarco-Merkel". E in tale evenienza, forse, sarebbe il caso di rispolverare fucili, bombe, missili e quant'altro che, per quanto mi riguarda, da ormai troppissimo tempo non "vivacizzano" l'Europa occidentale (anzi: che sia stata questa pace innaturalmente lunga - e innaturalissima dopo la fine della Guerra Fredda - il vero male dell'Europa?).

Comunque sia, concludo facendo mia la "sintesi" di Isabeau: "caxo ma ke vita di <edit automatico> .....". Puoi ben dirlo, mia cara, PUOI BEN DIRLO!



HLAB5701
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da HLAB5701 » domenica 15 gennaio 2012, 23:09

Leon ha scritto:
HLAB5701 ha scritto:
Leon ha scritto: *LE BANCONOTE DELL'EURO NON HANNO NAZIONALITA'*
purtroppo ce l'hanno. i bastardoni ci hanno pensato fin dall'inizio. da http://it.wikipedia.org/wiki/Banconote_euro

Codici di identificazione
"Contrariamente alle monete, le banconote non hanno un lato nazionale che indica la provenienza. Questa informazione è contenuta nel numero di serie riportato sul retro della banconota. La prima lettera identifica la nazione della zecca di emissione [...]
E' vero, HLA, e anch'io avevo un ricordo in proposito, anche se ben lontano dalla precisione e dal dettaglio delle informormazioni che hai riportato tu: anche per il contante in Euro è possibile risalire al Paese emittente (la storia, aggiuntiva, degli stampatori, invece, credo di non averla proprio mai saputa).

Tuttavia, così come accade per le monete in Euro, dove la cosa salta all'occhio (a tutti sarà capitato di trovarsi in tasca monete in Euro "straniere"), l'Euro resta UNO SOLO e in nessuno dei Paesi che, per loro cretineria prima ancora che disgrazia, vi hanno aderito è consentito fare alcuna differenza/discriminazione (intendo dire che non è come, per esempio, a Lugano o in altre località poco oltreconfine, dove ciascun negoziante poteva decidere se accettare o meno le Lire - naturalmente al cambio che stabiliva lui, cioè ladrandoci di brutto - e poi provvedere autonomamente a farsele convertire in valuta locale dalla sua banca) né, che io sappia, le banche dei singoli Paesi dell'"Eurozona" sono tenute a distribuire solo Euro "nazionali", "cambiando" eventualmente quelli "stranieri" che gli passassero per le mani.

Quest'ultima cosa, però, andrebbe verificata, e soprattutto andrebbe verificato come si comportano DI FATTO e ADESSO/ULTIMAMENTE, anche perché, facendo mente locale, mi rendo conto che è ormai da un po' che tutti i Bancomat da cui riesco a prelevare - diversi, sempre da un po', danno dei "fuori servizio" e perfino degli errori di validità del badge, del tutto inesistenti - sfornano esclusivamente banconote NUOVE DI ZECCA, e lo so bene perché alcuni dei distributori di sigarette da cui di solito mi servo le rifiutano e prendono solo quelle almeno un po' usate.
Aggiungo (a bassa voce perchè non riesco con google a ritrovare il pezzo) ho letto di recente che in germania si starebbero attrezzando (oltre a produrre nuovi marchi in stamperie svizzere) per apporre alle banconote euro tedesche un timbro ben visibile che le renda identificabili al volo al commerciante/consumatore, mettendo di fatto fuori corso le altre.
Ecco, questa invece è per me una (relativa) novità, nel senso che io ero rimasto alla "voce" che la Germania si stava preparando a far stampare (nuovi) marchi in Svizzera. Questa cosa del "timbro", anche se aggiungerebbe all'operazione un'indubbia nota di barbonaggine, non mi pare ne cambierebbe però la sostanza: intendo che, sia nel caso di banconote inedite e nuove di zecca, sia in quello di tali più rapide e economiche sovrastampe, la Germania avrebbe sancito la fine dell'Euro e la nascita di quello che, nello scorso messaggio, avevo chiamato "Supermarco-Merkel". E in tale evenienza, forse, sarebbe il caso di rispolverare fucili, bombe, missili e quant'altro che, per quanto mi riguarda, da ormai troppissimo tempo non "vivacizzano" l'Europa occidentale (anzi: che sia stata questa pace innaturalmente lunga - e innaturalissima dopo la fine della Guerra Fredda - il vero male dell'Europa?).

Comunque sia, concludo facendo mia la "sintesi" di Isabeau: "caxo ma ke vita di <edit automatico> .....". Puoi ben dirlo, mia cara, PUOI BEN DIRLO!

Tutto questo per dire, mio amato Leon, che ci ho provato anche io a mettere in salvo quelle quattro lire - pardon, EURO - che mia madre ha messo da parte in quarant'anni di lavoro, prelevando a tutto spiano. ma se le contromisure di queste canaglie funzionano, mi ritroverò in mano nobili pezzi di carta privi di alcun valore legale. (segue irripetibile sequenza di bestemmie, nonchè di anatemi all'indirizzo dei Quisling d'italia).



HLAB5701
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da HLAB5701 » domenica 15 gennaio 2012, 23:13

"L'ITALIA E' SOTTO OCCUPAZIONE STRANIERA"


A CURA DI DANIELE SCALEA


Intervista a Gianandrea Gaiani
[CHE NON E' CERTO UN COMPLOTTARO DA LEONKA, TANTO PER CAPIRCI (N.d. HLA)]


Gianandrea Gaiani, analista militare, è direttore del mensile telematico “Analisi Difesa” e collaboratore di varie testate: ha una sua rubrica su “Panorama” e scrive per “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio” e “Libero”. Recentemente il dottor Gaiani ha espresso posizioni molto dure sul nuovo governo italiano, sia in un editoriale di “Analisi Difesa” sia in una lettera a “Il Foglio”. Definito come un “governo di occupazione”, imposto all’Italia da potenze esterne, il gabinetto Monti, a giudizio del dott. Gaiani, si distinguerebbe per sudditanza e non starebbe facendo davvero gl’interessi dell’Italia, ma anzi danneggiandoli. Il con-direttore Daniele Scalea ha incontrato il dott. Gaiani per discutere con lui della sua forte presa di posizione.




DS: Dottor Gaiani, pare di capire che, a suo giudizio, i paesi che avrebbero imposto questo “governo d’occupazione” all’Italia sarebbero Francia, Germania e USA. È corretto?

GG: Per essere precisi, ritengono che siano state Parigi e Berlino a prendere la decisione. Washington si è limitata ad intervenire per salvaguardare i propri interessi: Obama, in un colloquio telefonico col presidente Napolitano, gli avrebbe suggerito i nomi cui affidare i dicasteri della Difesa e degli Esteri (evidentemente più cari agli USA), ossia rispettivamente quello del presidente del Comitato militare della NATO ammiraglio Di Paola e dell’ambasciatore a Washington Terzi di Sant’Agata.
In sostanza, comunque, è avvenuto ciò che è avvenuto in Grecia: è stato imposto un “governo fantoccio”, che rende conto a potentati esterni anziché al popolo.

Nei suoi interventi ha attirato l’attenzione su una questione inspiegabilmente passata sotto silenzio dai media: la richiesta dell’UE di abrogare le cosiddette “golden shares”. Ossia le quote e ben precisi poteri decisionali che lo Stato italiano mantiene nelle aziende strategiche privatizzate.

È paradossale che l’UE, in una situazione descritta come di piena emergenza, non trovi di meglio da fare che occuparsi delle golden shares italiane. Tanto più che Francesi e Tedeschi hanno meccanismi simili per proteggere le loro aziende strategiche. A breve scade l’ultimatum lanciato dall’UE all’Italia: senza una legge che sostituisca le golden shares e fornisca una protezione da scalate esterne, il settore strategico italiano (Telecom, Finmeccanica, ENI, Enel, ma anche le banche) sarà acquisito dagli stranieri per due soldi, complici le cadute nelle contrattazioni borsistiche. Facciamo qualche esempio. Le banche italiane hanno oggi una capitalizzazione che supera di poco i 30 miliardi di euro, ma gestiscono una quantità di denaro che è cinque volte superiore. Eppure, acquistarle tutte assieme costerebbe meno che acquistare la sola BNP Paribas. Finmeccanica ha una capitalizzazione di 2 miliardi, ma possiede beni immobili che da soli valgono 4 miliardi. Francesi, Tedeschi, ma non solo, si preparano a comperare i pezzi pregiati della nostra industria, e lo faranno anche per eliminare dei rivali. In fondo, la guerra in Libia non è servita a togliere interessi strategici all’Italia, e rimpiazzarla nel paese nordafricano? Vi sono due modi per togliere di mezzo un rivale: soffiargli i contratti, come in Libia, oppure comprarlo, farlo passare sotto il proprio controllo, come rischia di succedere alle aziende italiane.
Il negoziato per alleggerire i termini del rientro sul debito, chiesto dall’Italia all’UE, ci metterà di fronte ad un ricatto: svendere in cambio le nostre industrie pregiate. I due pesi e le due misure sono palesi: alla Germania è stato chiesto di eliminare dei provvedimenti che tutelano il suo settore automobilistico; non lo fa, eppure non riceve alcun ultimatum. Ben diverso è il trattamento riservato all’Italia, alla Grecia o all’Ungheria. Quest’ultima è stata costretta a rinunciare a leggi decise dai suoi rappresentanti eletti in cambio d’aiuti finanziari europei.

Poche settimane prima della caduta del governo Berlusconi, si era parlato di un interessamento della Cina ad acquisire partecipazioni nell’industria strategica. Non è possibile che queste manovre siano state motivate anche dalla decisione di non permettere a Pechino di realizzare queste acquisizioni?

Non credo, perché l’interesse cinese tende più verso i titoli di debito pubblico. È più semplice penetrare lì, che nel settore strategico.

Alcuni critici hanno tacciato il gabinetto Monti d’essere un “governo dei banchieri”. Tuttavia, si è visto come le banche italiane siano state discriminate dall’UE, che ha richiesto una ricapitalizzazione in ragione dei titoli del Tesoro italiano posseduto da queste banche, risparmiando invece gl’istituti finanziari francesi e tedeschi pieni di “titoli tossici”. Insomma: se anche le banche sono “vittime”, chi sono i “complici” interni di questa “occupazione”? E se non ve ne sono, come ha potuto essere imposto all’Italia un “governo d’occupazione”, come lo definisce lei?

Si è imposto grazie alla debolezza della politica. Ed a metodi di pressione dall’esterno che non necessariamente richiedono complicità interne. Berlusconi ha accelerato i tempi delle sue dimissioni dopo che un pesante attacco speculativo fece crollare il titolo Mediaset in borsa… E comunque, un governo delle banche non deve esserlo necessariamente di quelle italiane (che pure sono state favorite da numerosi provvedimenti). La stessa ricapitalizzazione chiesta dall’UE può aiutare gli stranieri ad entrare nelle banche italiane. Che sono particolarmente ghiotte perché contengono l’ingente risparmio delle famiglie italiane.

Ma insomma, esistono settori “nazionali”, animati da senso dello Stato e – perché no? – sano patriottismo, che potrebbero reagire a tutto ciò?

L’unico modo per reagire è far mancare il sostegno al Governo in Parlamento. Ma la politica non è in grado, perché non può fornire un’alternativa e comunque è lieta che ad aumentare le tasse sia un governo tecnico. Un “governo d’occupazione”, dico io, perché favorisce i competitori dell’Italia. Sono davvero “straordinarie”, come le ha definite la Merkel, le misure del gabinetto Monti: infatti ci garantiranno recessione ed inflazione allo stesso tempo. Togliere di mezzo una delle maggiori potenze economiche mondiali è nell’interesse di parecchi paesi.

E dato che lei è prima di tutto un analista militare, veniamo ad una scottante questione che è salita all’onore delle cronache, proprio in rapporto alla politica d’austerità, negli ultimi giorni. Mi riferisco alla polemica relativa all’oneroso acquisto dei caccia multiruolo statunitensi “Joint Strike Fighter” F-35 da parte dell’Italia. Al di là degli argomenti antimilitaristi, da un punto di vista realista, quest’acquisizione conviene o non conviene?

Il programma JSF avrebbe dovuto costare all’Italia, nei piani originari, 2 miliardi per lo sviluppo e 15 miliardi per l’acquisto di 131 aerei. Si tratta d’una cifra che è già oggetto di riesame: probabilmente ne compreremo solo un centinaio. In ogni caso, lo sviluppo dell’aereo è arrivato in ritardo rispetto alla tabella di marcia, ed il conseguente aumento dei costi è difficile da quantificare. In Italia ufficialmente si prevede d’acquistare ciascun velivolo al costo unitario di 78 milioni di dollari. I canadesi, però, calcolano che ogni JSF costerà loro 146 milioni.
Diciamo subito che gli aerei, dopo trent’anni, è normale vadano cambiati. Si può ovviamente decidere di cambiarli con meno mezzi, ed è già il nostro caso: i 131 F-35 daranno il cambio a 220-250 velivoli più vecchi. Ma all’Italia servono questi F-35? Servono se vogliamo continuare a bombardare in giro per il mondo a fianco dei nostri alleati. Quest’aereo sarà acquistato da altri paesi della NATO, e possederlo renderà le nostre forze integrabili con quelle alleate.
In ogni caso, l’aereo è statunitense: noi abbiamo un ruolo di sub-fornitori, e dunque deboli ricadute industriali. Acquistando l’F-35, rinunciamo alla capacità di produrre da soli i nostri aerei, come con l’Eurofighter, o come fanno i Francesi con il Rafale. Rinunciamo a sviluppare la versione d’attacco al suolo dell’Eurofighter, su cui invece investiranno i Tedeschi. Ciò ci condanna a lavorare su prodotti nordamericani per molti anni a venire.
I Francesi non riescono ad esportare il loro Rafale: esaurite le commesse interne, chiuderanno la catena di montaggio. Fra dieci anni in Occidente ci sarà una sola catena di montaggio: quella degli USA. Non è una scelta d’oggi: è stata presa nel 1996 e confermata nel 2002.
Se vogliamo continuare a fare la guerra (anche contro i nostri interessi, come talvolta accade) ci servono questi aerei. Andrebbero bene anche gli Eurofighter, in realtà, a maggior ragione visto che i nostri avversari sono guerriglieri o eserciti scalcinati. La sofisticazione è però utile all’industria, perché permette d’acquisire tecnologia assieme agli aerei.
Ma v’è infine un aspetto fondamentale di cui non si parla mai: gli F-35 costano molto, ma costa ancora più caro tenerli in linea. Il bilancio della Difesa sarà sempre più ridotto dai tagli finanziari: già oggi conta poco più dei soldi necessari a pagare gli stipendi. Dovremmo allora blindare i bilanci della Difesa per i prossimi 15-20 anni, o corriamo il rischio di ritrovarci con tanti moderni F-35, ma senza i soldi per fargli il pieno. Già succede in parte: la voce dell’esercizio è quella più colpita dai tagli. Se non garantiamo risorse alla Difesa, ha poco senso acquistare questi aerei. L’aeronautica italiana punta a mantenere una forza su due diversi velivoli, l’Eurofighter Typhoon per la difesa e l’F-35 per l’attacco. Anche la Gran Bretagna lo fa, ma ha molti più soldi di noi come del resto Francia e Germania che avranno invece un solo velivolo multiruolo.

Nei suoi interventi ha ricordato che l’Italia ha una “sovranità limitata” da molti decenni: potremmo dire dal 1943. La domanda che mi pongo è: l’Italia può essere sovrana dentro la NATO? Ovvero bisogna trovare una nuova configurazione strategica, quale può essere una ristrutturazione dell’Alleanza Atlantica, o un trattato di sicurezza collettiva pan-europeo, quale quello promosso dai Russi negli ultimi anni?

Durante la Guerra Fredda, anche se la nostra sovranità era limitata, gl’interessi dell’Italia (e dell’Europa) e degli USA convergevano. Oggi la situazione è mutata, come dimostra il caso libico. Gli USA negli ultimi mesi hanno sacrificato molti regimi arabi loro alleati per rimpiazzarli con nuovi regimi a loro volta non molto democratici. Persino l’Arabia Saudita si preoccupa, tanto da intervenire in Bahrayn prima che lo facessero gli USA. Siamo sicuri che il Mediterraneo dominato dall’islamismo sia nell’interesse europeo? Io credo di no. Invece può esserlo in quello degli USA, che sono più lontani, al di là dell’oceano.
Bisogna rivalutare il ruolo italiano ed europeo rispetto ai nostri interessi. Gli USA hanno giocato un ruolo tutto sommato stabilizzatore fino a Bush, mentre ora ricoprono un ruolo palesemente destabilizzatore. L’Italia stessa è stata destabilizzata con la guerra di Libia. Berlusconi partecipò controvoglia all’intervento, inizialmente decidendo che i velivoli italiani non avrebbero lanciato bombe. Il venerdì di Pasqua Kerry, presidente della Commissione esteri del Senato statunitense, giunse in Italia per conferire privatamente con Berlusconi. La domenica successiva Obama telefonò a Berlusconi. Il giorno dopo, anche l’Italia diede il via ai bombardamenti. Questo significa avere sovranità limitata. Sovranità che oggi è proprio azzerata.
Bisogna riflettere sulle alleanze. La Francia e la Gran Bretagna, in Libia, hanno fatto i loro interessi. Parigi ha scelto di tenere la propria flotta fuori dal controllo della NATO, perché alla testa di quest’ultima c’era un ammiraglio italiano. Il mondo è cambiato, bisogna riconoscerlo e guardare al nostro interesse nazionale. Oggi ci sono paesi pronti a tutto per un contratto petrolifero. Quando Sarkozy decise d’attaccare la Libia, gli aerei francesi sorvolarono l’Italia senza nemmeno chiederci il permesso. Questi sono competitori, non alleati.

Lei è un “euro-scettico”, vero?

L’Europa non c’è mai stata. Sono vent’anni che seguo guerre sul campo, e l’Europa non l’ho mai vista, se non nelle chiacchiere e nei regolamenti astrusi. Persino nei Balcani l’Europa si è dimostrata incapace, ed ha dovuto far intervenire la NATO. Non c’è un sentimento europeo. E l’Europa non è democratica: nessuno l’ha votata. Gli unici due referendum costituzionali li ha persi, per poi scavalcarli tramite il voto dei parlamenti. La verità è che oggi qualcuno sta riuscendo là dove non era riuscito Napoleone coi granatieri e Hitler coi panzer. Germania e Francia, con lo spread, stanno creando un impero.

Berlino e Parigi riusciranno a mantenere congiuntamente questo “impero”? O alla fine si scontreranno per il potere?

Oggi vi sono due assi in Europa. Il primo è quello franco-britannico sulla Difesa: lanciano progetti che poi si rifiutano di condividere col resto dell’UE. Il secondo è il direttorio economico franco-tedesco. Ma mentre gli USA prima realizzarono l’unione degli Stati tramite la guerra d’indipendenza e poi costruirono le istituzioni federali, noi europei prima abbiamo creato le istituzioni e la moneta unica, e poi stiamo pensando a costituire l’unione politica.

Certo però che bisogna porsi il problema dell’alternativa all’Unione Europea. In questo mondo che viaggia verso il multipolarismo, in cui la tendenza evidente è all’integrazione regionale, come potrebbe l’Italia, da sola, sperare di conservare la sua sovranità, dovendo competere con grandi potenze semi-continentali o con possenti costruzioni integrate?

Io voglio mantenere l’UE, perché ha alcune cose positive, come il libero scambio interno. Ma la Turchia, fuori dall’UE, sta costruendo un suo “impero”, grazie ad una classe politica che ha il coraggio di muoversi su scala regionale in maniera vincente.

Ma lei, da esperto militare, saprà bene che non si possono guardare solo le cifre. Certo, come PIL nominale l’Italia è anche più forte della Turchia. Ma la Turchia ha una coesione morale, una vitalità popolare, un entusiasmo che mancano all’Italia, un paese declinante sotto molti punti di vista. Ecco perché ci servirebbe un’alternativa all’UE, se non vogliamo più restarvi o se dovesse crollare nostro malgrado. Dove trovarla? Forse proprio in un asse mediterraneo con la Turchia, per gestire ed arrangiare congiuntamente il nuovo volto del nostro mare?

Non è necessario uscire dall’Europa ma mettere in discussione questo tipo d’Europa, puntando senza compromessi a garantire i nostri interessi nazionali specie nell’area mediterranea. Non possiamo diventare un lander sgangherato della Germania, o un “territorio d’Oltremare” francese. Ci manca purtroppo una classe politica capace di decisioni forti.

Daniele Scalea
Fonte: http://www.geopolitica-rivista.org
Link: http://www.geopolitica-rivista.org/1555 ... ea-gaiani/
12.01.2012



Dora
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da Dora » domenica 15 gennaio 2012, 23:13

HLAB5701 ha scritto:... Quisling d'italia ...
BRAVOOO! Finalmente qualcuno che li chiama con il loro nome.
(Oddio, forse anche Pétain andava bene ...)



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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da HLAB5701 » domenica 15 gennaio 2012, 23:22

Leon ha scritto:
HLAB5701 ha scritto: Aggiungo (a bassa voce perchè non riesco con google a ritrovare il pezzo) ho letto di recente che in germania si starebbero attrezzando (oltre a produrre nuovi marchi in stamperie svizzere) per apporre alle banconote euro tedesche un timbro ben visibile che le renda identificabili al volo al commerciante/consumatore, mettendo di fatto fuori corso le altre.
Altra cosa che mi viene da aggiungere sottovoce (qui i link di google spariscono alla velocità della luce... sarò complottaro ma non ci vedo chiaro, porchilmondocheciosottipiedi): ho visto (giuro) fotografie di cellulari della GdF attrezzati con apparecchiature elettroniche e CANI addestrati a riconoscere l'odore del contante, posti tra italietta e svizzera. ben venga la lotta alla fuga dei capitali. venga un po' meno bene la lotta ai lavoratori che cercano di mettere in salvo in conti denominati in CHF il frutto di quarant'anni di lavoro con conseguente buonuscita.

una delle cose in cui è riuscito benissimo il Quisling Monti è stata la criminalizzazione del risparmio degli italiani. salvaguardare i propri cinquantamila luridi euro, frutto di quarant'anni di schiena spezzata alla catena, è considerato da questi FIGLI DI escort (edit automatico) un reato da perseguire penalmente. non aggiungo altro, se non un conato di vomito del tutto al di fuori del mio controllo.



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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da HLAB5701 » domenica 15 gennaio 2012, 23:57

Dora ha scritto: (Oddio, forse anche Pétain andava bene ...)
Temo di sì.



Leon
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da Leon » lunedì 16 gennaio 2012, 9:26

HLAB5701 ha scritto:"L'ITALIA E' SOTTO OCCUPAZIONE STRANIERA"


A CURA DI DANIELE SCALEA


Intervista a Gianandrea Gaiani
[CHE NON E' CERTO UN COMPLOTTARO DA LEONKA, TANTO PER CAPIRCI (N.d. HLA)]


Gianandrea Gaiani, analista militare, è direttore del mensile telematico “Analisi Difesa” e collaboratore di varie testate: ha una sua rubrica su “Panorama” e scrive per “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio” e “Libero”. [...]
Se devo esser sincero, a parte tutta la faccenda degli aerei da guerra, l'intervista non dice nulla che non avessi già osservato o intuito (spesso anche scrivendone qui), ma mi ha fatto lo stesso impressione leggere queste cose tutte insieme, dette da un altro (che per giunta non è, contrariamente a me, il primo che passa) e in modo molto esplicito e logicamente connesso. Insomma, BRRR!

C'è invece un elemento che mi ha davvero molto colpito, e cioè che a ragionare (giusto) di questi argomenti sia un analista militare, e non un cazzaro della Bocconi o di analoghi vivai di teste di gallina. Ciò mi sembra confermare che, in un frangente come l'attuale, cioè di guerra (o qualcuno, per convincersene, ha bisogno di vedersi davanti il fante francese, austriaco o sloveno che ci sconfina dentro, con la sua regolare divisina e il suo bravo fucilino?), un governo "tecnico" degno di questa qualifica sarebbe dovuto essere stato composto appunto da esperti di cose militari.

...E con l'occasione, VIVA QUEL GRANDISSIMO MACELLAIO DEL GENERALE GRAZIANI!



Leon
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da Leon » lunedì 16 gennaio 2012, 9:39

HLAB5701 ha scritto:ci ho provato anche io a mettere in salvo quelle quattro lire - pardon, EURO - che mia madre ha messo da parte in quarant'anni di lavoro, prelevando a tutto spiano. ma se le contromisure di queste canaglie funzionano, mi ritroverò in mano nobili pezzi di carta privi di alcun valore legale.
D'altra parte, non mi sono sentito di dare non dico consigli, che proprio non sono in grado di fornire per difetto di competenza, ma anche solo indicazioni che comportassero il rischio-cambio (convertire in franchi piuttosto che in dollari, che poi anche questi ultimi bah...) o analoghi (comprare oro, preziosi, ecc.), perché con queste cosette, specie su tempi non brevissimi, si rischia molto forte (poi magari va anche di lusso, ma siccome al sottoscritto e relativa famiglia le cose sono andate finanziariamente a rotoli almeno per gli ultimi settanta-ottant'anni FILATI, non riesco nemmeno più a considerare l'ipotesi della "buona sorte" - non solo finanziaria, peraltro).



danielemi
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Re: Ex governo Berlusconi - Governo Monti e UE

Messaggio da danielemi » lunedì 16 gennaio 2012, 14:14

Leon ha scritto:Questa non la sapevo.
Quanto ai furti d'auto ai forestieri, sono una vecchia "usanza" non so se pugliese in generale, ma di certo barese, risalente, come minimo, agli anni Settanta (esperienza diretta di una mia congiunta e di una sua amica, cui nel giro di dieci minuti avevano fatto sparire appunto la macchina con tutto dentro - mai più ritrovato nulla, ovviamente).
A questo proposito, rivolgerei un sommesso invito ai pugliesi tutti: non vi pare il caso di finirla con queste terronate e di lasciarle in esclusiva ai napoletani/campani, che tanto si sa già quello che sono (<edit automatico> irrecuperabili)?
Macchè Leon ma c'è un paese, o meglio città Cerignola, della provincia di Foggia dove arrivano bisarche di auto rubate (nn scherzo) x essere smontate e poi rivendute come pezzi di ricambio!!! X dirtene una poco tempo fa hanno sequestrato un rottamaio, uno dei tanti, ke smontava auto e hanno quantificato il suo giro d'affari in 2 milioni d'euro l'anno!!! Pensi ke il tuo invito possa essere mai preso in considerazione???????
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