Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può provare?

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Eilan
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Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può provare?

Messaggio da Eilan » sabato 1 settembre 2012, 16:50

Ora mi prenderò della solita vetero-comunista, ma sono convinta che questi piccoli esperimenti locali possano servire a produrre un cambiamento, o comunque ad indirizzarci verso un'alternativa diversa dalla catastrofe in cui stiamo cadendo. Li osservo con spirito critico e senza pregiudizi, è più facile cambiare e gestire il ''piccolo'' che apparati giganteschi e mostruosi così tanto intersecati tra loro e che difficilmente se ne uscirà, davvero perchè non riprovarci senza storture o aspettative eccessive? (Puzzle ti aspetto eh? :P )

LA CITTÀ DOVE LA DISOCCUPAZIONE È ALLO 0% E L'AFFITTO COSTA 15 EURO

Così si vive a Marinaleda (Andalusia) dove i lavoratori governano una città e quando serve occupano le terre e fanno la spesa proletaria nei supermercati

Una insolita isola socialista che resiste alla crisi in Spagna. Così si vive a Marinaleda (Andalusia) dove i lavoratori governano una città e quando serve occupano le terre e fanno la spesa proletaria nei supermercati.

Juan Manuel Sánchez Gordillo, che ha dominato le prime pagine nei giorni scorsi dopo aver condotto un "spesa proletaria" di cibo nei supermercati per consegnarlo ai bisognosi insieme al Sindacato Andaluso dei Lavoratori (SAT), è certamente un leader singolare all'interno della classe politica spagnola.

Eterodosso tra gli eterodossi, le sue azioni passate hanno attirato critiche anche nei ranghi di Izquirda Unida di cui fa parte dal 1986 la sua organizzazionenel quadro del Blocco Andaluso-IU.

Insieme a Diego Cañamero, Sánchez Gordillo è stato un leader storico del Sindacato dei Lavoratori del Campo (SOC), la spina dorsale della corrente SAT. Inoltre, dal 1979 è il sindaco di Marinaleda, una piccola città di circa 2.600 abitanti tra Cordova e Siviglia (chiamata la "padella dell'Andalusia" per il caldo, NdT) dove negli ultimi 40 anni ha esercitato una egemonia autorevole ed assoluta. Il sostegno e l'impegno degli abitanti del paese ha contribuito a lanciare un vero e proprio esperimento politico ed economico, una specie di isola socialista nel mezzo della campagna andalusa.

La rossa Marinaleda ha camminato attraverso la storia della Spagna, con la transizione, con l'entrata in Europa e la caduta dell'Unione Sovietica, fino al ventunesimo secolo. Infine, è arrivata la crisi economica e questa città andalusa ha avuto la possibilità di verificare se la sua utopia particolare, atuata in 25 chilometri quadrati, sia davvero un'alternativa ai mercati.

L'attuale tasso di disoccupazione a Marinaleda è pari a 0%. Gran parte degli abitanti sono impiegati nella Cooperativa Humar - Marinaleda SCA, creata dagli stessi lavoratori, dopo anni di lotta. Per molti anni, i contadini hanno occupaato le terre di Smoky, dove oggi sono organizzati in cooperativa, e spesso sono stati sfrattati dalla Guardia Civil. Infine, nel 1992 raggiunto il loro obiettivo: "la terra a chi la lavora" e la proprietà divenne della cooperativa. Sul loro sito web è scritto in chiaro che il suo "obiettivo non è il profitto privato, ma la creazione di posti di lavoro con la vendita di prodotti agricoli sani e di qualità".

Tutti gli stipendi della cooperativa sono uguali: circa 1.200 euro al mese. Nei loro campi si coltivano fagioli, carciofi, peperoni rossi (pipas) e olio extravergine di oliva, controllati dai lavoratori in tutte le fasi della produzione. Il terreno, che si trova nella Vega Genil, di proprietà della "comunità", e hanno anche una fabbrica di conserve, un mulino, serre, strutture di allevamento e un negozio. I salari di tutti i lavoratori, non importa quale sia la loro posizione, è di 47 euro al giorno, sei giorni alla settimana, al ritmo di 1.128 euro al mese per 35 ore settimanali. Immagine

In alta stagione, il lavoro cooperativo impegna almeno 400 persone seguendo il motto di "lavorare meno per lavorare tutti". In aggiunta, ci sono anche persone che lavorano su piccoli appezzamenti di proprietà. Il resto dei settori chiave dell'economia sono legati ad attività rurali, negozi, sport e pubblica utilità. Praticamente tutti in città guadagnano lo stesso di un lavoratore a giornata, circa 1.200 euro al mese.

In un'intervista pubblicata il mese scorso, Gordillo stesso ha spiegato come la crisi stia colpendo Marinaleda. "Essa colpisce un po' i prezzi dei prodotti agricoli e dei finanziamenti. Abbiamo problemi di liquidità, ma stiamo vendendo buoni prodotti. " Così, "in termini generali, in agricoltura e nella produzione alimentare la crisi si è sentita meno. Resta il problema delle persone che avevano lasciato la campagna per andare lavorare nel settore delle costruzioni . Quindi occorre mantenere l'occupazione lì, ma bisogna aumentarla. L'agricoltura biologica offre più posti di lavoro rispetto ai tradizionali, questo è vero. Certo per salvarla dalla situazione di crisi e l'aumento dei prodotti agricoli, si è cercato uno scambio orizzontale, con un dialogo di cooperazione e relazioni di cooperazione con gli altri paesi hanno esperienze di questo tipo".

La questione delle abitazioni

Di fronte al 'boom immobiliare' e la speculazione che ha colpito il mattone in Spagna negli ultimi decenni, Gordillo ha deciso di mandare Marinaleda esattamente nella direzione opposta. Si può avere una casa in buone condizioni, di 90 mq e con terrazza, per 15 euro al mese. L'unica condizione è che, secondo la filosofia assemblearia e orizzontale che guida tutte le sue attività, ogni persona dovrebbe aiutare la costruzione della vostra casa.

L'amministrazione offre terra e fornisce materiali per la costruzione di alloggi, da parte degli inquilini stessi che pagano qualcuno per sostituirli. Così, come ci sono professionisti pagati per consigliare i residenti e svolgere i compiti più complicati. Inoltre, come misura per incoraggiare la collaborazione, i futuri inquilini non saranno quale delle case che si costruiscono sarà in futuro la sua.

"Quando si lavora, per la costruzione della casa si pagano 800 euro al mese e si riserva la metà per pagare la casa," dice Juan José Sancho, un abitante di Marinaleda che, nonostante i suoi 21 anni, fa parte del 'gruppo di azione" ed è responsabile, attraverso il gruppo, di gestire gli affari pubblici della città. Secondo lui, "questa misura è stata presa per non speculare sulle case vuote."

La scuola e l'educazione

"Dove prima gran parte dei lavoratori a giornata riusciva a malapena a scrivere, oggi c'è una scuola materna, una scuola e un istituto. Sia la scuola materna che la scuola dispone di un servizio mensa che costa solo 15 euro al mese. Tuttavia, come ha raccontato Sancho, "tasso di disaffezione alla scuola è un po 'alto, perché la gente vede che la casa e il lavoro sono assicurati, molti non vedono la necessità di adoperarsi negli studi. Uno dei punti su cui abbiamo bisogno per migliorare."

L'impegno e la consapevolezza politica tra gli abitanti di Marinaleda è superiore a qualsiasi altra città della zona, ed "è anche qualcosa che è molto presente tra i giovani", secondo Sancho. "Qui tutti i giovani hanno idee politiche. Tuttavia, il nostro impegno è di gran lunga inferiore a quello dei nostri genitori che hanno dato tutto per avere questo. " Oggi "abbiamo tutti i bisogni soddisfatti e la gente si adagia un po".

La partecipazione politica

I pilastri su cui poggia il modello economico Marinaleda sono l'uguaglianza e la partecipazione del popolo. E questi principi sono estesi a tutti i settori della vita, anche politica. Non esiste la polizia e le decisioni politiche vengono prese in una riunione in cui tutti i residenti sono tenuti a partecipare.

D'altra parte, "c'è una 'task force', che affronta le questioni più pressanti della giornata. C'è un gruppo di eletti, sono persone che vogliono aderire volontariamente per condividere le attività necessarie alla popolazione", dice Sancho. "Si tratta di un gruppo eterogeneo, siamo più o meno lo stesso numero di uomini e donne. " Tuttavia, una cosa che hanno in comune tutte le persone coinvolte in esso e che appartengono al "movimento" e, come segnala il sito di Marinaleda, "il partito (UI), l'unione (SAT) e la città fanno parte di un tutto. L'assemblea ha deciso e il partito e il sindacato, si associano per applicare tale decisione nella città ".

Per quanto riguarda le tasse, "sono molto basse, le più basse in tutta la regione", speiga Sancho. I bilanci sono discussi in pubblico e la gente in assemblea approva. Poi, la discussione si sposta quartiere per quartiere, nelle assemblee dei "vecinos" (inquilini,residenti, NdT), ed è questo che decide ciò che viene investito ogni euro.

Ambiente

Seguendo la indicazioni del coordinamento internazionale Via Campesina, alla quale il SAT aderisce, è lavorare la terra in modo "ecologico, al 100% una agricoltura pratica", come la cooperativa annuncia sul suo sito web. "Nella cooperativa si è sempre cercato di promuovere l'agricoltura manuale, per creare più posti di lavoro e di essere più ecocompatibili", dice Sancho. Inoltre, "sono stati rimossi i rifiuti e tutte le discariche di rifiuti adottano impianti di riciclaggio". Gli obiettivi dell'Ayuntamiento (Municipio) è ora quello installare un proprio punto verde nella cittadina.


http://www.cadoinpiedi.it/2012/08/25/la ... _euro.html



isabeau
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da isabeau » sabato 1 settembre 2012, 20:47

a io ci proverei subito..non so' quanto è felice il titolare del supermercato quando gli sfilano i carrelli pieni o i proprietari dei terreni espropriati...cmnq basta ke il sindaco non faccia troppo il comunista nèè xche' il troppo stroppia :roll: :lol: :lol: cmnq letto cosi' sembra funzioni bene poi bisognerebbe viverci per capire comè :roll: :geek:



Eilan
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Eilan » domenica 2 settembre 2012, 7:44

Mentre alcuni guardano all'unione politica europea come una panacea per uscire dall'impasse, io la vedo all'incontrario, e qualche brivido lungo la schiena mi viene.
Se devo essere sincera, la riunificazione della Germania non mi fece esultare, saranno retaggi culturali, ma troppo potere o peso a questa nazione, per come sono strutturati mentalmente, mi spaventa sempre.
Questo esperimento che stanno conducendo su quest'isola, è ovvio che non si possa espandere fuori confine, ma quest'idea di Social-Democrazia mi sembra, per i miei bisogni, e per la mia realtà, l'unica percorribile.
Come disse Saragat io credo che non possa esserci Democrazia senza Socialismo, e Socialismo senza Democrazia, anche se il Socialismo guardava al mondo intero, io ora penso che per tirarci fuori sarà meglio guardare più al ''locale'' che al ''grande''.
Per cui, se ha ancora senso, dare valore agli uomini, proviamo a vedere come si barcamenano (fino a che sarà possibile, e se lo permetteranno) queste piccole comunità, forse qualcosa di buono ne uscirà, frammentiamo la gestione del ''potere'' rendendo i cittadini parte attiva e non passiva di un sistema che va assolutamente cambiato.
Sono consapevole delle miserie e delle avidità umane, non mi aspetto certo un'evoluzione epocale, troppa strada dobbiamo fare ancora, però se anche la cultura civica passa attraverso la pratica della gestione, forse, e dico forse, un miglioramento è possibile.



carletto
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da carletto » domenica 2 settembre 2012, 21:56

Non mi meraviglia che un sistema del genere possa funzionare, fino a che non faremo un passo indietro e rimettere l'economia al sevizio dell'uomo sarà sempre più dura per tutti, sono le strategie che adottano che diventano importanti, tipo rinunciare ad una tecnologia sofisticata che numericamente azzera i posti di lavoro per mantenere posti di lavoro, condividere la costruzione delle case coinvolgendo le persone, i cittadini non devono essere un numero da spremere in tasse per mantenere privilegi, ma una risorsa che deve mantenersi tale.....sono e rimango convinto che non tutto è da buttare dell'ideologia comunista o socialista, sembra strano visto quel che faccio, lotto pure io in questo sistema sballato, mi adatto ma non mi convince.
Comunque sembrerà banale ma chi ha vissuto esperienze comunitarie capisce bene quello che stanno facendo, più o meno lo stile è quello ed il mio ricordo non può che riportarmi a quello, una responsabilità comune che toglie gli egoismi e ti fa ritrovare quei valori comuni di solidarietà, e di unità che ti fanno stare meglio.....valori che abbiamo perso quasi completamente insieme al sorriso.
Oggi in questo sistema globale io non credo che adattarsi a regole che valgono per tutti indistintamente in italia come in germania o grecia possa servire ed addirittura regione per regione, le culture sono diverse e anche i modi di affrontare e sentire i problemi sono diversi, ci hanno resi tutti dipendenti da falsi miraggi di benessere e di consumo, hanno sostutito la schiavitù con l'obbligo di sottostare a regole che sempre più spingono a toglierti la voglia anche di lavorare e non siamo lontani sia da perdere la voglia che il lavoro stesso.
oggi è più facile arrendersi che lottare non hai più sbocchi risorse, l'assurdo è che non ci rendiamo conto... sarebbe tutto da resettare e ripartire da capo dando il territorio in mano a chi ci abita, solo così si ritroverà le risorse per venirne a capo....



isabeau
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da isabeau » domenica 2 settembre 2012, 22:18

parole sante...... :roll: :D



Puzzle
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Puzzle » martedì 4 settembre 2012, 23:33

Melisanda ha scritto:Ora mi prenderò della solita vetero-comunista, ma sono convinta che questi piccoli esperimenti locali possano servire a produrre un cambiamento, o comunque ad indirizzarci verso un'alternativa diversa dalla catastrofe in cui stiamo cadendo. Li osservo con spirito critico e senza pregiudizi, è più facile cambiare e gestire il ''piccolo'' che apparati giganteschi e mostruosi così tanto intersecati tra loro e che difficilmente se ne uscirà, davvero perchè non riprovarci senza storture o aspettative eccessive? (Puzzle ti aspetto eh? :P )
Non so che futuro ci aspetta, personalmente vedo molte ombre scure perché non credo che esistano ricette o soluzioni risolvibili a problemi come la sovrapopolazione, l'aumento di persone sempre più consumistiche nelle economie emergenti e la carenza di materie prime con cui prima o poi si dovrà fare i conti. E in particolare in Europa la popolazione che invecchia e i costi della manufatturiera che giocoforza risentiranno sempre più della concorrenza di quelli cinesi o degli altri paesi in crescita non permetteranno (a mio avviso) di poter recuperare i posti di lavoro che si stanno continuando a perdere. Credo quindi che ogniuno cerca le soluzioni che più gli aggradano, finché può scegliere. Sono però dell'avviso che questi modelli realizzati in questo modo non siano tanto "alternativi", ma piuttosto "complementari", cioè parte di una società ricca ed opulenta che al suo interno può ancora permettersi e accettare anche piccole oasi economiche non finalizzate al profitto e alla ricchezza. Un'oasi che utilizza la ricchezza senza restituirla, perché per fare il contadino ci vorranno anche delle macchine (mi è difficile pensare che arino a mano o con i buoi) che vengono prodotte in qualche fabbrica da qualche imprenditore che paga degli operai. Lo stesso vale per le attrezzature, i materiali vari, l'energia elettrica, i carburanti, l'acqua. Il tutto frutto di ricerca e tecnologia. Ugualmente dicasi per l'assistenza sanitaria, che in Spagna come in Italia mi pare sia garantita a tutti. E vedo difficile poterla mantenere tal quale in una ipotetica società basata sul ritorno alle campagne e sul vivere piccole economie chiuse (nel medioevo si chiamavano "curtensi") il cui scopo primario è l'autosufficienza alimentare. Non tutti, poi, sono portati per fare lavori manuali pesanti (fare l'agricoltore non è una passeggiata) io personalmente non ne ho il fisico.
Ultima modifica di Puzzle il mercoledì 5 settembre 2012, 0:09, modificato 1 volta in totale.



Puzzle
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Puzzle » mercoledì 5 settembre 2012, 0:03

Melisanda ha scritto:Mentre alcuni guardano all'unione politica europea come una panacea per uscire dall'impasse, io la vedo all'incontrario, e qualche brivido lungo la schiena mi viene.
Se devo essere sincera, la riunificazione della Germania non mi fece esultare, saranno retaggi culturali, ma troppo potere o peso a questa nazione, per come sono strutturati mentalmente, mi spaventa sempre.
Ho avuto modo di conoscere abbastanza i tedeschi avendo vissuto e lavorato a Berlino. Inoltre ho avuto per diversi anni una compagna tedesca. E sono convinto che i retaggi del loro passato che riempiono ancora le paure di alcune persone, non abbiano alcun fondamento. Hanno pagato un caro prezzo per ciò che hanno fatto e in parte ne subiscono tuttora i sensi di colpa, ma ne sono usciti e la riunificazione ne è stata la logica conseguenza. Oggi la Germania ha un livello di democrazia, di civiltà, di cultura sociale, ma anche di tolleranza, di attrattività culturale che personalmente ritengo nettamente superiore a noi. Io mi sono adattato ai loro metodi senza avere grossi problemi (se non quello della lingua che purtroppo non conoscevo). C'è una piccola cosa che ho sempre apprezzato dei tedeschi, ed è quella che generalmente parlano uno alla volta, uno parla mentre l'altro ascolta e viceversa. A differenza di noi italiani i cui dialoghi vengono fatti parlando contemporaneamente ogniuno sopra l'altro fino al mal di testa e la ragione ce l'ha quello che urla più forte.



Eilan
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Eilan » mercoledì 5 settembre 2012, 19:53

Puzzle ha scritto: Non so che futuro ci aspetta, personalmente [...]
Accorcio il quote solo per non riportare tutto, ma ovviamente ti rispondo su tutto (spero). ;)

Si si comprendo il tuo punto di vista, non è poi così dissimile da quanto penso io in realtà.
Mi rendo conto che spesso, in apparenza, posso dare l'impressione di essere un'idealista, o forse utopistica, è che purtroppo scrivere non è il mio mestiere, e tendo molto spesso solo ad accennare le cose, senza approfondire i miei pensieri, con la chiarezza che meriterebbero, un po' perchè ho poco tempo per scrivere, e quando lo trovo, sono continuamente disturbata da altro, quindi alla fine concludo sempre molto frettolosamente.

In un contesto reale, cioè di presenza, e con la mimica che aiuta, forse verrebbero recepite diversamente.
In realtà io sono molto pratica e razionale, e un'alternativa di questo genere, concordo con te, può essere solo circoscritta e limitata, a meno che non succeda come ''Nell'allegra Apocalisse'' di Paasilina che, a causa di forze maggiori (nel libro è la 3 guerra mondiale) ci si ritrovi costretti a ''regredire'' per sopravvivere.

Quello che mi premeva sottolineare era questo: che da queste ''oasi'' o ''esperimenti'' possa scaturire qualcosa che possa apportare un cambiamento, senza che quest'ultimo avvenga a seguito di altre tragedie o apocalissi.

E' il pensiero, e di conseguenza, la sua evoluzione fino alla sua maturazione operativa, che diventa indispensabile per uscire da questo labirinto in cui siamo, e soprattutto l'attenta rilettura di quello che è stato e che andava bene, perchè non riadattarlo estrapolandone le parti più equilibrate? Come postato da me all'inizio del thread, in risposta a Isa, soprattutto perchè una redistribuzione più saggia della ricchezza di un paese, assieme ad una maggior responsabilità da parte dei cittadini della Res Pubblica, associate ad un maggior protezionismo verso i nostri prodotti, pùò essere a mio avviso una sorta di soluzione meno drammatica di quello che penso accadrà.

Ma non voglio fare la Cassandra di turno, certo è che servono scelte coraggiose e anche fuori mercato senza dubbio, ma quello che vedo tutti i giorni secondo me assomiglia solo ad una lenta agonia e null'altro.
Puzzle ha scritto: Ho avuto modo di conoscere abbastanza i tedeschi avendo vissuto e lavorato a Berlino. Inoltre ho avuto per diversi anni una compagna tedesca. E sono convinto che [..]
Si sono d'accordo anche su questo :P tra l'altro avevo più o meno scritto la stessa cosa sul senso di colpa, in un altro post, in più generalizzare in effetti non va mai bene, ma sai a cosa mi riferivo? Al fatto che sono dei panzer certe volte, hai presente le piste ciclabili di Berlino sui marciapiedi? Ecco a prescindere che siano '' riservate'' ai ciclisti ma che poi vengono calpestate anche dai pedoni perchè mancano i cordoli, ti vengono addosso, c'è poco da fare, mica si fermano solo ad inveire, no no ti salgono sulla groppa con la bici e te saludi! ;)
Ora scherzo ma non troppo però! Ciao



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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Puzzle » giovedì 13 settembre 2012, 23:50

Fan Gang è considerato uno dei più grandi economisti cinesi. Uno che in Cina smuove le coscienze e indica la strada. Si è formato ad Harvard ed a lui è affidato il compito di progettare la Cina di domani. È un punto di riferimento per il governo e per i leader occidentali, non uno qualunque. Avevo letto questa sua intervista tempo fa ed ora l'ho trovata in rete. Dice cose condivisibili e altre leggermente inquietanti, considerando che si fa portavoce di 1 miliardo e mezzo di persone; ne riporto alcuni stralci :


[...]per un amministratore pubblico è molto difficile chiedere al proprio popolo di non fare una cosa che desidera fare perché deve salvare il pianeta: “Non andare in vacanza!”, “Non guidare un’auto!”. A maggior ragione se altre persone, in Europa e negli Stati Uniti, lo fanno tutti i giorni senza preoccuparsi delle conseguenze. Per essere chiaro: noi cinesi non abbiamo partecipato alla grande orgia di consumi che voi occidentali vi siete permessi negli ultimi decenni e quindi abbiamo il diritto di farlo ora. Non intendiamo consumare più di quanto abbiate fatto voi. Ma ora è il nostro turno.[...]

[...]I cinesi hanno il diritto inalienabile di consumare almeno come gli occidentali. Detto ciò, parliamo pure delle risorse. Se ce ne saranno di meno, il loro prezzo crescerà e tutti dovremo fare sacrifici. Ma io sono un ottimista e credo che l’umanità saprà trovare soluzioni adeguate. Se le risorse cominceranno a costare troppo, investiremo più denaro sulla ricerca e troveremo il modo per usarle meglio, oppure per sfruttarne altre. Vogliamo cercare insieme un nuovo modello di sviluppo? Siamo pronti! Ma non venite a chiederci di ridurre i nostri consumi per le vostre preoccupazioni sull’ecologia: la risposta sarà no.[...]


[...]La Cina non ha interesse in un conflitto, perché sotto il profilo militare sconta decenni di ritardo rispetto agli Usa, ma anche perché una guerra non porterebbe vantaggi a nessuno. Se la Cina continuerà a crescere, i conflitti futuri saranno combattuti sulla base della competizione economica. La Cina continuerà a usare gli strumenti che le sono congeniali: quelli pacifici. Però se la crescita cinese si dovesse fermare diventerà difficile per il nostro governo alimentare nella popolazione la speranza di realizzare i propri sogni e la guerra potrebbe diventare un’opzione. Volete un consiglio? Non preoccupatevi se la Cina cresce. Preoccupatevi se smette di crescere.[...]

I parte: le differenze tra Cina e Occidente
II parte: maggiori consumi, un problema per l'ambiente?
III parte: effetti collaterali della nascita di una nuova superpotenza


Noi occidentali siamo circa un miliardo e solo per mantenere lo status quo dobbiamo continuare a consumare, i cinesi sono un miliardo e mezzo ben intenzionati a raggiungere il nostro PIL procapite in quindici anni (come asserisce in un'altra parte dell'intervista). Poi ci sono russi, turchi, brasiliani, messicani, sudafricani. Tralascio gli indiani data la loro composizione sociale in caste, tralascio gli arabi che frenati dalla islamizzazione non riusciranno a raggiungere un livello occidentale di consumi (salvo poche eccezioni), tralascio l'Africa che per motivi culturali non potrà e non riuscirà a raggiungere un livello occidentale di sviluppo; ma tutti gli altri sopra menzionati sembrano ben intenzionati a raggiungere un livello di progresso tecnologico (e quindi di consumi) pari al nostro. E tutti con speranze e aspettative simili al buon Fan Gang.
È in grado il pianeta di disporre risorse (energetiche, acqua, terre coltivabili) per tutti? È questa la domanda inquietante. Non sono ottimista in tal senso e vedo nubi fosche all'orizzonte perché le guerre di conquista per l'accapparamento delle risorse sono vecchie come la nascita dell'uomo in quanto l'aggressività, che per il momento è solo assopita, è ancora parte integrante della natura umana. E c'è chi parla di decrescita felice?



Tarek
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Re: Piccoli esperimenti per uscire dalla crisi; si può prova

Messaggio da Tarek » venerdì 14 settembre 2012, 1:56

È in grado il pianeta di disporre risorse (energetiche, acqua, terre coltivabili) per tutti?
No, ma questo lo si sapeva già quarant'anni fa. Comunque basta controllare il prezzo delle commodity per sapere che tra poco, al supermercato, si deve entrare con un carrello pieno( di soldi). Può salvarci solo la chimica: noi S+ la usiamo già, siamo stati lungimiranti ;)



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