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URSS e Russia

Inviato: sabato 26 gennaio 2013, 19:33
da skydrake
Come previsto, le condanne alle Pussy Riot erano solo un'anticipazione.

Russia, Putin vara la legge anti-gay: "Sarà vietato persino parlarne"
La Duma approva il divieto di propaganda. Arrestati i manifestanti che protestavano davanti al Parlamento. Ma un sondaggio rivela che i due terzi dei russi sono d'accordo. E l'opposizione tace

Articolo completo:
http://www.repubblica.it/esteri/2013/01 ... -51313130/

Re: Il cantuccio ricchione di Stea & London!

Inviato: domenica 27 gennaio 2013, 1:27
da Puzzle
L'idea di una Russia democratica, sulla strada di uno sviluppo (sociale) simile ai paesi dell'Europa occidentale a mio avviso è stato, ed è tutt'ora, solo frutto della propaganda occidentale. La stessa che a suo tempo ha esaltato e glorificato Gorbaciov, premio Nobel per l'occidente e quasi traditore dello stato per i russi, o tantomeno ritenuto responsabile della dissoluzione dell'impero sovietico, con il relativo default e crack economico che si è succeduto. Parlare di diritti civili in Russia è sempre stato, e lo è tutt'ora, pura illusione e la storia lo ha pienamente dimostrato. Dai Romanov a Stalin prima e Krusciov poi, i russi sono sempre stati governati con il bastone. Una volta un russo mi disse che l'ultimo che li aveva fatti lavorare era stato Krusciov, poi era cominciata la decadenza e la fine. Nel periodo di Gorbaciov e di Eltsin (l'ubriacone) soprattutto, nel disfacimento totale, il paese si era trasformato in un paradiso per mafie, prostituzione, contrabbando, mercato nero, criminalità generica, faccendieri senza scrupoli. Una grande diffusione di armi tanto che in gran parte dei locali si attraversava il metal detector per poter entrare. C'è stata un'invasione di casinò, case da gioco improvvisate e una marea di imprenditori faccendieri stranieri mercenari alla ricerca del guadagno facile. Un clima da farwest dove il forte si fa strada senza regole con cinismo e arroganza e il povero disgraziato muore (e non metaforicamente, ma realmente). Con il dafault e la svalutazione del rublo, quello che corrispondeva al valore di un mese di pensione, era diventato appena sufficiente per permettersi un pasto. Poi è arrivato Putin e ha cominciato a usare il guanto di ferro, come avevano sempre fatto i suoi predecessori storici e come è sempre stato abituato ad essere governato il popolo russo. Ha messo una stretta sul gioco d'azzardo, ha fatto chiudere diversi casinò (centri di spaccio di soldi mafiosi) ha dato una stretta alla prostituzione, ha preso in mano l'economia e soprattutto il fisco. Non so se è riuscito a risolvere, almeno in parte, il grosso problema sociale dell'alcolismo. Tutto questo eliminando virtualmente (e penso anche fisicamente) ogni oppositore, proprio come i suoi predecessori storici, in forma diversa forse, ma non nella sostanza. A questo si deve aggiungere il fatto che il sentimento nazionalista russo è sempre stato molto forte nei loro animi, sia sotto il comunismo che ora, spianando la strada ad ogni tipo di repressione fatta nel nome di una grande Russia. Anche le recenti leggi sulle adozioni proibite per i cittadini statunitensi sono barbare, gli orfanatrofi russi sono pieni di bambini orfani, custoditi in strutture fatiscenti ed in condizioni miserabili a cui dovrebbe essere ampliata la possibilità di una adozione invece di restringerla ulteriormente. Quindi, ripeto, i diritti civili in Russia sono solo la solita illusione degli occidentali che pensano il mondo fatto a loro somiglianza.

Re: Il cantuccio ricchione di Stea & London!

Inviato: domenica 27 gennaio 2013, 8:46
da Dora
Puzzle ha scritto:L'idea di una Russia democratica, sulla strada di uno sviluppo (sociale) simile ai paesi dell'Europa occidentale a mio avviso è stato, ed è tutt'ora, solo frutto della propaganda occidentale. La stessa che a suo tempo ha esaltato e glorificato Gorbaciov, premio Nobel per l'occidente e quasi traditore dello stato per i russi (…) i diritti civili in Russia sono solo la solita illusione degli occidentali che pensano il mondo fatto a loro somiglianza.
Puzzle, tu in che anni hai lavorato in Russia?

Sono d’accordo con quanto scrivi sul fatto che abbiamo qui un’idea completamente distorta e anche molto *ideologizzata* di quanto è accaduto in Russia negli ultimi decenni, ma mi chiedo una cosa, cui vorrei arrivare dopo un ragionamento.

Io ricordo molto bene gli anni ’80. Ricordo quando, con le organizzazioni ebraiche e collaborando anche con Amnesty International (che allora era molto diversa da adesso), aiutavamo i refusenik a scappare dall’Unione Sovietica. C’era chi voleva andare negli Stati Uniti, molti invece decidevano di fare l’aliah in Israele e noi, da qui, facevamo il possibile per organizzare il loro espatrio e sostenere i primi passi della loro nuova vita in Occidente. Ricordo che, al di là della “questione ebraica”, che aveva degli aspetti tutti suoi legati al profondo antisemitismo russo che rendevano assolutamente necessario l’espatrio, l’idea che guidava molte delle nostre azioni era che, aiutando i dissidenti nella loro azione interna, si sarebbero create le basi per il crollo del regime e, come in un domino, di tutto il blocco sovietico e questo avrebbe condotto alla democratizzazione del Paese.

Questa idea, per altro, alcuni (pochi) intellettuali neocon la sostenevano anche nei confronti della dissidenza nei Paesi arabi e musulmani, invece di un confronto diretto e di una guerra, oppure di una resa completa. Hanno prevalso da un lato i calabraghe e dall'altro i guerrafondai e questo ci ha portato a disastri come la guerra in Iraq e poi quella in Libia, nonché all'imposizione di fatto della sharia in alcune zone dei Paesi europei. Ma questo discorso ora ci porterebbe troppo lontani e mi fermo qui.

Tornando al blocco sovietico, io non so se aiutare Charta 77 e i pochissimi movimenti di dissenso più o meno organizzati, così come i singoli, che lavoravano al crollo dei regimi mettendo costantemente in pericolo le loro vite, abbia davvero contribuito al crollo del comunismo. Ma dal punto di vista dell’elaborazione intellettuale di quegli anni è stato un elemento fondamentale. Questo insieme alla *difesa dei diritti umani* sanciti dalla Dichiarazione (non a caso *universale*) dei diritti dell’uomo e all’idea che *le democrazie non si fanno la guerra fra di loro* e che solo se siamo circondati da democrazie abbiamo qualche speranza di sopravvivere.

Questa idea si è poi trasformata nell’*esportare la democrazia* e abbiamo visto che non ha funzionato. Ma che anche Paesi che nella loro storia hanno conosciuto quasi soltanto regimi tirannici o solo barlumi di democrazia possano diventare pienamente democratici ce lo dimostra la storia dell'ultimo secolo e l’abbiamo visto con la Germania, con il Giappone, con l’India, con l’Italia stessa … Quindi forse sperare che anche in Russia nascesse un regime rispettoso dei diritti civili non era a priori sbagliato, né frutto di un ragionamento di meschina convenienza, ma veniva da un lato dalla necessità di vivere in un mondo più pacifico (e ci è andata malissimo) e dall'altro dalle richieste di rispetto dei diritti che venivano dall'interno stesso del blocco sovietico.
Non teneva però conto delle lezioni che la letteratura russa era lì pronta a insegnarci sull’anima russa.
E poi era parziale, soggettivo come dici tu. Noi scontiamo sempre (e non possiamo farne a meno, possiamo soltanto saperlo) il fatto che la nostra prospettiva è, appunto, nostra.

Re: Il cantuccio ricchione di Stea & London!

Inviato: domenica 27 gennaio 2013, 13:07
da Puzzle
Dora ha scritto: Puzzle, tu in che anni hai lavorato in Russia?
Ero ad Ashgabat, in Turkmenistan, nel '93/94 (dove ho assistito alla nascita della dittatura di Saparmurat Niyazov) e 2 anni dopo a S. Pietroburgo.
Sono stati gli anni terribili per la Russia e per tutte le repubbliche satellite, soprattutto per la gente comune.
Tornando al blocco sovietico, io non so se aiutare Charta 77 e i pochissimi movimenti di dissenso più o meno organizzati, così come i singoli, che lavoravano al crollo dei regimi mettendo costantemente in pericolo le loro vite, abbia davvero contribuito al crollo del comunismo.

Indipendentemente dalle ideologie, secondo me, la disgregazione era cominciata già da molto prima degli anni '80. Probabilmente i sovietici hanno avuto il loro apice negli anni '50/'60, quando sono andati nello spazio, quando hanno inventato il motore a reazione, poi il tempo si è fermato, almeno questa è sempre stata la mia impressione nella mia quotidianeità. Tutto il materiale di fabbricazione sovietica era vecchio (anche il nuovo era già vecchio) e si rompeva sempre. Ciò che è saltato, a mio avviso, è stato quel tipo di sistema economico anzitutto.
Quindi forse sperare che anche in Russia nascesse un regime rispettoso dei diritti civili non era a priori sbagliato, né frutto di un ragionamento di meschina convenienza, ma veniva da un lato dalla necessità di vivere in un mondo più pacifico (e ci è andata malissimo) e dall'altro dalle richieste di rispetto dei diritti che venivano dall'interno stesso del blocco sovietico.
Non teneva però conto delle lezioni che la letteratura russa era lì pronta a insegnarci sull’anima russa.
E poi era parziale, soggettivo come dici tu. Noi scontiamo sempre (e non possiamo farne a meno, possiamo soltanto saperlo) il fatto che la nostra prospettiva è, appunto, nostra.
Ho letto che durante gli anni '90 in quei paesi la soglia di povertà è stata superata dal 40-45% della popolazione contro l'1-2% precedente del periodo sovietico (ricordo che i miei vicini di casa recuperavano dalla spazzatura tutto ciò che buttavo e che poteva essergli utile). Più o meno questo era lo scenario quando è andato al potere Putin, di un popolo che in una/due generazioni ha visto e passato di tutto e di più. Non so come sia messa attualmente, gli indicatori economici danno un PIL sempre crescente, ma dalle premesse che ricordo, penso resti ancora un divario enorme fra ricchi e poveri. Io mi sono fatto l'idea che non tutti i popoli sono adatti alla democrazia e che i governi che li rappresentano sono per la maggior parte espressione (sociale, culturale, antropologico) del popolo stesso, anche nelle dittature, e che determinati percorsi di "civiltà" e diritti abbiano bisogno di condizioni intrinseche e del tempo necessario. La Russia è sempre stata secolarmente arretrata rispetto al resto dell'Europa (la servitù della gleba esisteva ancora a fine '800) ed è entrata nell'industrializzazione con il comunismo. Probabilmente hanno bisogno di tempo ancora.

Re: Il cantuccio ricchione di Stea & London!

Inviato: domenica 27 gennaio 2013, 19:41
da Dora
Puzzle ha scritto:Ero ad Ashgabat, in Turkmenistan, nel '93/94 (dove ho assistito alla nascita della dittatura di Saparmurat Niyazov) e 2 anni dopo a S. Pietroburgo.
Sono stati gli anni terribili per la Russia e per tutte le repubbliche satellite, soprattutto per la gente comune.
Infatti, mi era parso di intuire che fossi lì in quegli anni e mi incuriosisce capire come il passaggio sia stato vissuto da quella parte. Per quasi tutti gli anni ’90 io ero in Israele e arrivavano centinaia di migliaia di russi, la maggior parte non ebrei ma con qualche documento più o meno falsificato che permetteva loro di beneficiare della Legge del ritorno e chiedere immediatamente la cittadinanza.
Quasi tutte quelle persone non venivano per ragioni ideali come i loro predecessori degli anni '70 e '80, ma esclusivamente economiche. Integrarli fu molto difficile, non solo perché erano tantissimi e in fondo molto lontani dalle tradizioni ebraiche, ma proprio perché venivano letteralmente da un altro mondo. A differenza degli etiopi, saliti in massa anche loro più o meno in quegli anni, che arrivavano da una specie di medioevo e non conoscevano nulla della vita contemporanea (per dire, non avevano mai visto un tubetto di dentifricio o un aereo), ma andarono nei kibbutzim, quindi ebbero un passaggio più morbido verso la realtà israeliana, i russi spesso erano colti e chi era laureato in materie scientifiche non aveva difficoltà, una volta imparati i rudimenti dell'ebraico, a trovare un lavoro. Eppure tutto nella loro concezione della vita, dai rapporti con la burocrazia e con la legge, ai legami di amicizia, alla disponibilità a imparare l'ebraico e a integrarsi nella società, faceva capire che venivano da una cultura completamente diversa. E questo è ben strano, se pensi che fra fine '800 e inizio '900 le prime ondate di immigrazione ebraica venivano proprio da Russia e Polonia e Israele è stata fondata dai padri e dai nonni di quegli ex sovietici arrivati negli anni '90.
Tornando al blocco sovietico, io non so se aiutare Charta 77 e i pochissimi movimenti di dissenso più o meno organizzati, così come i singoli, che lavoravano al crollo dei regimi mettendo costantemente in pericolo le loro vite, abbia davvero contribuito al crollo del comunismo.

Indipendentemente dalle ideologie, secondo me, la disgregazione era cominciata già da molto prima degli anni '80.
Ah sì, certamente! Ho parlato degli anni ’80 solo perché prima io ero troppo giovane per vivere le cose in prima persona. ;)
Io mi sono fatto l'idea che non tutti i popoli sono adatti alla democrazia e che i governi che li rappresentano sono per la maggior parte espressione (sociale, culturale, antropologico) del popolo stesso, anche nelle dittature, e che determinati percorsi di "civiltà" e diritti abbiano bisogno di condizioni intrinseche e del tempo necessario. La Russia è sempre stata secolarmente arretrata rispetto al resto dell'Europa (la servitù della gleba esisteva ancora a fine '800) ed è entrata nell'industrializzazione con il comunismo. Probabilmente hanno bisogno di tempo ancora.
Temo che tutta la storia che stiamo vivendo in questi anni dimostri che hai ragione.

Re: Il cantuccio ricchione di Stea & London!

Inviato: lunedì 28 gennaio 2013, 8:44
da Puzzle
Dora ha scritto: Infatti, mi era parso di intuire che fossi lì in quegli anni e mi incuriosisce capire come il passaggio sia stato vissuto da quella parte. Per quasi tutti gli anni ’90 io ero in Israele e arrivavano centinaia di migliaia di russi, la maggior parte non ebrei ma con qualche documento più o meno falsificato che permetteva loro di beneficiare della Legge del ritorno e chiedere immediatamente la cittadinanza.
Quasi tutte quelle persone non venivano per ragioni ideali come i loro predecessori degli anni '70 e '80, ma esclusivamente economiche. Integrarli fu molto difficile, non solo perché erano tantissimi e in fondo molto lontani dalle tradizioni ebraiche, ma proprio perché venivano letteralmente da un altro mondo. A differenza degli etiopi, saliti in massa anche loro più o meno in quegli anni, che arrivavano da una specie di medioevo e non conoscevano nulla della vita contemporanea (per dire, non avevano mai visto un tubetto di dentifricio o un aereo), ma andarono nei kibbutzim, quindi ebbero un passaggio più morbido verso la realtà israeliana, i russi spesso erano colti e chi era laureato in materie scientifiche non aveva difficoltà, una volta imparati i rudimenti dell'ebraico, a trovare un lavoro. Eppure tutto nella loro concezione della vita, dai rapporti con la burocrazia e con la legge, ai legami di amicizia, alla disponibilità a imparare l'ebraico e a integrarsi nella società, faceva capire che venivano da una cultura completamente diversa. E questo è ben strano, se pensi che fra fine '800 e inizio '900 le prime ondate di immigrazione ebraica venivano proprio da Russia e Polonia e Israele è stata fondata dai padri e dai nonni di quegli ex sovietici arrivati negli anni '90.
In Turkmenistan, con la disgregazione dell'URSS e la successiva indipendenza, sono sorti forti sentimenti anti russi (probabilmente covati per anni) quasi di tipo "razziale", che hanno interessato similmente tutte le repubbliche asiatiche non slave: i posti di potere (non solo politici) e le élite dirigenziali, che erano per la maggior parte, se non completamente, occupati dai russi, da un giorno all'altro sono stati sostituiti con subalterni di origine locale. In pratica migliaia di dirigenti, direttori di agenzie, responsabili, professionisti di ogni settore russi, si sono ritrovati, con le loro famiglie, esautorati e senza lavoro. Molti di loro non avevano più né parenti, né contatti con la Russia, e anche chi aveva qualcuno dove andare, sapeva che Mosca, S. Pietroburgo o altre città, in quel periodo avrebbero offerto loro ben poche opportunità. Inoltre cominciavano ad essere sempre più mal visti dalle nuove classi politiche e dirigenti locali, e pure dalla popolazione, tutte prese dal "delirio" dell'indipendenza. Storie simili ai "pié noir" francesi degli anni '60, con la differenza che non avevano una patria dove andare. Penso che molto probabilmente le migliaia di russi di cui parli provenissero dalle repubbliche asiatiche.

Re: URSS e Russia

Inviato: lunedì 28 gennaio 2013, 15:36
da Dora
Puzzle ha scritto:In Turkmenistan, con la disgregazione dell'URSS e la successiva indipendenza, sono sorti forti sentimenti anti russi (probabilmente covati per anni) quasi di tipo "razziale", che hanno interessato similmente tutte le repubbliche asiatiche non slave: i posti di potere (non solo politici) e le élite dirigenziali, che erano per la maggior parte, se non completamente, occupati dai russi, da un giorno all'altro sono stati sostituiti con subalterni di origine locale. In pratica migliaia di dirigenti, direttori di agenzie, responsabili, professionisti di ogni settore russi, si sono ritrovati, con le loro famiglie, esautorati e senza lavoro. Molti di loro non avevano più né parenti, né contatti con la Russia, e anche chi aveva qualcuno dove andare, sapeva che Mosca, S. Pietroburgo o altre città, in quel periodo avrebbero offerto loro ben poche opportunità. Inoltre cominciavano ad essere sempre più mal visti dalle nuove classi politiche e dirigenti locali, e pure dalla popolazione, tutte prese dal "delirio" dell'indipendenza. Storie simili ai "pié noir" francesi degli anni '60, con la differenza che non avevano una patria dove andare. Penso che molto probabilmente le migliaia di russi di cui parli provenissero dalle repubbliche asiatiche.
Caro Puzzle, ti comunico che le tue riflessioni di questi ultimi giorni mi hanno scatenato una tempesta di ricordi e, come era prevedibile, anche la curiosità di andare un poco più a fondo sulla questione dell'immigrazione russa in Israele negli anni dopo la dissoluzione dell'URSS. Immagine
Sto studiando. Se scopro qualcosa che possa confermare la tua ipotesi della provenienza "asiatica" di quell'immigrazione, ti faccio sapere. Per il momento posso dirti che si trattava di circa 900.000 persone con un altissimo livello di scolarizzazione, giovane età ma scarso desiderio di riprodursi, prevalentemente provenienti da grandi città (solo l'1% da villaggi) e che al 90% dicono di essere ben contente di stare dove ora stanno (fonte: http://www.herzliyaconference.org/_Uplo ... Aliyah.pdf).

Grazie infinite per i tuoi insight.

Re: URSS e Russia

Inviato: lunedì 28 gennaio 2013, 16:47
da Dora
Dora ha scritto:
Puzzle ha scritto:Penso che molto probabilmente le migliaia di russi di cui parli provenissero dalle repubbliche asiatiche.
Se scopro qualcosa che possa confermare la tua ipotesi della provenienza "asiatica" di quell'immigrazione, ti faccio sapere.
Ecco, mi sembra che la tua ipotesi sia confermata, anche se solo in parte. Le maggiori zone di provenienza sono la Federazione Russa e l'Ucraina, ma subito dopo viene l'Asia Centrale:

Immagine

Da http://www.jafi.org.il/NR/rdonlyres/3FE ... evised.pdf

Re: URSS e Russia

Inviato: lunedì 28 gennaio 2013, 20:25
da isabeau
hòrco mondo :roll:

Re: URSS e Russia

Inviato: martedì 29 gennaio 2013, 23:34
da Tarek
isabeau ha scritto:hòrco mondo :roll:
preoccupata dei Russi invasori in valbrembana? non avevi raccontato tu che molti cittadine dell'europa dell'est hanno accupato i picchi della tua zona?

Io ho una Russa in couchsurfing che mi bussa alla porta, che faccio?

Eduard limonov racconta nel suo 'libro dell'acqua' il suo espatrio (1974) passando appunto per israele e approdando ad Ostia dove ha ricevuto il visto per gli USA. Scrive che viveva con un assegno mensile della fondazione tostoj che era di 125.000 lire. Non so come sia uscito dall'URSS ma il padre di Eduard lavorava per il NKVD poi diventato KGB e ora FSB (servizi segreti)