L’immagine di sé oltre l’identificazione con l’Io
Inviato: domenica 18 dicembre 2011, 23:36
La ricerca sugli stati non–ordinari di coscienza ha dapprima differenziato, nel contesto dell’esperienza “non–normale”, l’esperienza patologica da quella che ha la potenzialità di guarigione, trasformazione ed evoluzione.
Tra i primi studiosi dell’area, S. Grof, per definire queste esperienze non–ordinarie ma sane, ha usato il termine “olotropico”. La parola significa andare in direzione dell’interezza: dal greco holos che vuol dire “intero” e trepein che vuol dire “muoversi verso”.
“Nello stato olotropico si realizza una coscienza più espansa di quella ordinaria associata a cambiamenti percettivi nell’area sensoriale, emozionale e cognitiva, accompagnata da intense manifestazioni psicosomatiche e forme non convenzionali di comportamento” 1.
Mentre nell’esperienza patologica è perso il contatto con la realtà ordinaria, nell’esperienza olotropica tutta la percezione evolve su due livelli: il continuum con la realtà ordinaria e quello con la realtà non–ordinaria. Nelle esperienze olotropiche Grof annovera le esperienze di nascita e di morte psicospirituali; sentimenti di unità con altre persone, la natura, Dio; incontri con immagini archetipiche; comunicazioni con entità disincarnate, ecc.
Secondo Grof, l’esperienza olotropica, da lui prodotta all’inizio con LSD e poi con tecniche di respirazione profonda, lavoro corporeo e musica, può essere indotta anche da una varietà di tecniche aborigene o “tecnologie del Sacro”, tra cui quelle sciamaniche che possono includere, oltre a danze rituali e mutamenti nella respirazione, interventi di digiuno, deprivazione sensoriale, inibizione del sonno, ecc. .
Lo psichiatra americano afferma, che i portati delle osservazioni negli stati olotropici indotti rivelano importanti aspetti della realtà che sono usualmente nascosti nella consapevolezza ordinaria: tra questi le dimensioni interiori dell’inconscio perinatale e transpersonale e una visione del mondo che è in accordo con l’unità della vita e la fondamentale presenza della “coscienza” nella realtà, come descritto nella filosofia spirituale del Vedanta, del Buddismo, del Taoismo, del Sufismo, della Cabala, del Cristianesimo mistico, ecc., insomma, nella cosiddetta filosofia perenne.....
http://www.in-psicoterapia.com/qtorctoa ... magine.pdf
1 S. Grof, The Cosmic Game, State University of New York Press 1998, pag.6
File: RicercheCoscienzaMeditaz30ge.
Tra i primi studiosi dell’area, S. Grof, per definire queste esperienze non–ordinarie ma sane, ha usato il termine “olotropico”. La parola significa andare in direzione dell’interezza: dal greco holos che vuol dire “intero” e trepein che vuol dire “muoversi verso”.
“Nello stato olotropico si realizza una coscienza più espansa di quella ordinaria associata a cambiamenti percettivi nell’area sensoriale, emozionale e cognitiva, accompagnata da intense manifestazioni psicosomatiche e forme non convenzionali di comportamento” 1.
Mentre nell’esperienza patologica è perso il contatto con la realtà ordinaria, nell’esperienza olotropica tutta la percezione evolve su due livelli: il continuum con la realtà ordinaria e quello con la realtà non–ordinaria. Nelle esperienze olotropiche Grof annovera le esperienze di nascita e di morte psicospirituali; sentimenti di unità con altre persone, la natura, Dio; incontri con immagini archetipiche; comunicazioni con entità disincarnate, ecc.
Secondo Grof, l’esperienza olotropica, da lui prodotta all’inizio con LSD e poi con tecniche di respirazione profonda, lavoro corporeo e musica, può essere indotta anche da una varietà di tecniche aborigene o “tecnologie del Sacro”, tra cui quelle sciamaniche che possono includere, oltre a danze rituali e mutamenti nella respirazione, interventi di digiuno, deprivazione sensoriale, inibizione del sonno, ecc. .
Lo psichiatra americano afferma, che i portati delle osservazioni negli stati olotropici indotti rivelano importanti aspetti della realtà che sono usualmente nascosti nella consapevolezza ordinaria: tra questi le dimensioni interiori dell’inconscio perinatale e transpersonale e una visione del mondo che è in accordo con l’unità della vita e la fondamentale presenza della “coscienza” nella realtà, come descritto nella filosofia spirituale del Vedanta, del Buddismo, del Taoismo, del Sufismo, della Cabala, del Cristianesimo mistico, ecc., insomma, nella cosiddetta filosofia perenne.....
http://www.in-psicoterapia.com/qtorctoa ... magine.pdf
1 S. Grof, The Cosmic Game, State University of New York Press 1998, pag.6
File: RicercheCoscienzaMeditaz30ge.