Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Buonasera a tutti.
Intanto complimenti e grazie a chi tiene su questo forum, è un'ottima iniziativa!
Un mio conoscente sieropositivo lavorava come cuoco in un albergo molto importante, fino a pochi mesi fa. Poi per colpa della terapia che stava assumendo è stato male, e si è dovuto assentare da lavoro per un mese. E' tornato dopo aver cambiato terapia, portando il certificato medico che diceva appunto che era stato a riposo per motivi di salute relativi al suo stato sierologico positivo.
Saputo che era hiv+ lo hanno subito licenziato. Lui ha accettato la cosa, seppur standoci molto male, perché credeva - così come lo credevo io - che fosse una cosa normale, nel senso che nel caso di alcuni lavori, come il suo, potesse essere rischioso per i clienti che lui si tagliasse in cucina mentre lavorava il cibo.
Casualmente girando su internet scopro che sembra non sussistere una giustificazione simile per un licenziamento, nemmeno nel caso di chi fa il cuoco, in quanto il virus non può essere trasmesso in questa maniera.
A questo punto vi chiedo: mi confermate che i datori di lavoro lo hanno licenziato illegalmente? E se sì, cosa può fare lui adesso? Può fargli causa e farsi riassumere?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
L.
Intanto complimenti e grazie a chi tiene su questo forum, è un'ottima iniziativa!
Un mio conoscente sieropositivo lavorava come cuoco in un albergo molto importante, fino a pochi mesi fa. Poi per colpa della terapia che stava assumendo è stato male, e si è dovuto assentare da lavoro per un mese. E' tornato dopo aver cambiato terapia, portando il certificato medico che diceva appunto che era stato a riposo per motivi di salute relativi al suo stato sierologico positivo.
Saputo che era hiv+ lo hanno subito licenziato. Lui ha accettato la cosa, seppur standoci molto male, perché credeva - così come lo credevo io - che fosse una cosa normale, nel senso che nel caso di alcuni lavori, come il suo, potesse essere rischioso per i clienti che lui si tagliasse in cucina mentre lavorava il cibo.
Casualmente girando su internet scopro che sembra non sussistere una giustificazione simile per un licenziamento, nemmeno nel caso di chi fa il cuoco, in quanto il virus non può essere trasmesso in questa maniera.
A questo punto vi chiedo: mi confermate che i datori di lavoro lo hanno licenziato illegalmente? E se sì, cosa può fare lui adesso? Può fargli causa e farsi riassumere?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
L.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Io non so darti una risposta precisa perché di cose legali ne so poco o nulla. Se è possibile intentare una causa contro il datore di lavoro per ingiustificato motivo, la mia idea è quella di cercare di avere un indennizzo economico, non certo una riassunzione perché se non ti vogliono che ci torni a fare? E poi di cuochi c'è richiesta in giro, per cui è meglio cercare di trasferirsi altrove. Stai a sentire. Nel forum nps dovrebbe - e dico dovrebbe perché oramai non lo leggo da mesi - rispondere un avvocato (tra l'altro molto bravo) un certo matteo schwarz. Ti lascio il link:
http://www.npsitalia.net/forums/
prova lì, è il posto giusto anche per essere assistiti.
(ovviamente il forum in cui devi scrivere è l'ultimo in basso, "Consulenza legale"). Prova lì. In bocca al lupo.
http://www.npsitalia.net/forums/
prova lì, è il posto giusto anche per essere assistiti.
(ovviamente il forum in cui devi scrivere è l'ultimo in basso, "Consulenza legale"). Prova lì. In bocca al lupo.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Già ho scritto anche lì
Volevo intanto sapere se qualcuno di voi sapeva qualcosa riguardo alla questione lavoro in questo caso.
Il fatto è che lui lì si trovava molto bene a livello economica, e faceva cose ad alti livelli. Non l'ha presa bene questa storia del licenziamento. Bisogna vedere se altrove trova qualcosa di adeguato.
Grazie cmq per la risposta, friendless
L.

Il fatto è che lui lì si trovava molto bene a livello economica, e faceva cose ad alti livelli. Non l'ha presa bene questa storia del licenziamento. Bisogna vedere se altrove trova qualcosa di adeguato.
Grazie cmq per la risposta, friendless

L.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Il fatto è che lui lì si trovava molto bene a livello economica, e faceva cose ad alti livelli. Non l'ha presa bene questa storia del licenziamento. Bisogna vedere se altrove trova qualcosa di adeguato.
Forse la Betty assume. Fai una richiesta formale al Cancelliere: mio nonno preparava il cibo alla Vittoria ma anche lui è stato licenziato senza motivo

Per adeguato intendi ben remunerato o qualcos'altro?
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Sia ben remunerato che in una catena di lusso. Faceva il cuoco in una catena famosa di alberghi, quindi era un bel lavoro.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Ha aperto la vertenza sindacale?
Se non la apre, di certo il denaro del risarcimento non gli arriverà aspettando in casa.
Se non la apre, di certo il denaro del risarcimento non gli arriverà aspettando in casa.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
La legge 135 art 5 comma 5 dice: "L'accertata infezione da HIV non puo' costituire motivo di discriminazione, in particolare per l'iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attivita' sportive, per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro."
Ma: "la Corte costituzionale, con sentenza 23 maggio-2 giugno 1994, n. 218 (in G.U. 1a s.s. 8/6/1994, n. 24) ha dichiarato "l'illegittimita' costituzionale dell'art. 5, terzo e quinto comma, della legge 5 giugno 1990, n. 135 (Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS), nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di sieropositivita' all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attivita' che comportano rischi per la salute dei terzi."
E qui la valutazione delle "attivita' che comportano rischi per la salute dei terzi" potrebbe essere oggetto di varie interpretazioni, quindi a mio avviso solo un avvocato che conosca bene il problema sieropositività può aiutarlo.
Ma: "la Corte costituzionale, con sentenza 23 maggio-2 giugno 1994, n. 218 (in G.U. 1a s.s. 8/6/1994, n. 24) ha dichiarato "l'illegittimita' costituzionale dell'art. 5, terzo e quinto comma, della legge 5 giugno 1990, n. 135 (Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS), nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di sieropositivita' all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attivita' che comportano rischi per la salute dei terzi."
E qui la valutazione delle "attivita' che comportano rischi per la salute dei terzi" potrebbe essere oggetto di varie interpretazioni, quindi a mio avviso solo un avvocato che conosca bene il problema sieropositività può aiutarlo.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Puzzle, io non sono un giurista ma l'art citato viene presto aggirato con i nuovi studi sui sieropositivi in terapia, i quali affermano che una percentuale di solo zero virgola qualcosa può ancora infettare ma non col sangue ma con lo sperma, perciò l'unico 'lavoro' con una percentuale minimissimna infettiva è la prostituzione di sieropositivi in terapia lavoro che in Italia non è ancora regolarizzato. Praticamente i prostituti (tutti) sono incensurabili
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Grazie a tutti per le risposte.
Il mio conoscente non credo abbia aperto nessuna vertenza sindacale, perché come ho detto al tempo credeva (e forse lo crede ancora) che fosse normale essere licenziato per questo, facendo il cuoco. Al tempo lo credevo anch'io. Mi sto informando appunto perché vorrei fargli sapere se invece è una illegale, come mi pare di capire, così potrà decidere se e come agire di conseguenza.
Voi consigliate quindi una vertenza sindacale? Non per riavere il posto di lavoro (ormai so che lavora altrove, sempre come cuoco), ma almeno per essere risarcito.
Grazie ancora!
L.
Il mio conoscente non credo abbia aperto nessuna vertenza sindacale, perché come ho detto al tempo credeva (e forse lo crede ancora) che fosse normale essere licenziato per questo, facendo il cuoco. Al tempo lo credevo anch'io. Mi sto informando appunto perché vorrei fargli sapere se invece è una illegale, come mi pare di capire, così potrà decidere se e come agire di conseguenza.
Voi consigliate quindi una vertenza sindacale? Non per riavere il posto di lavoro (ormai so che lavora altrove, sempre come cuoco), ma almeno per essere risarcito.
Grazie ancora!
L.
Re: Lavoro: Cuoco. Discriminazione?
Tarek non conosco questi studi... Quando parli di questa percentuale zero virgola qualcosa di cosa parli? della carica virale? quella non è rilevabile al di sotto delle 40 copie, quindi dubito parli di quella. Dei CD4? ma lì la percentuale dovrebbe essere alta non bassa! Non capisco... Mi puoi spiegare meglio?Tarek ha scritto:Puzzle, io non sono un giurista ma l'art citato viene presto aggirato con i nuovi studi sui sieropositivi in terapia, i quali affermano che una percentuale di solo zero virgola qualcosa può ancora infettare ma non col sangue ma con lo sperma, perciò l'unico 'lavoro' con una percentuale minimissimna infettiva è la prostituzione di sieropositivi in terapia lavoro che in Italia non è ancora regolarizzato. Praticamente i prostituti (tutti) sono incensurabili
Grazie.
L.