rewind ha scritto:mi chiedo, non avendolo trovato da nessuna parte, il genotipo virale quanto conta nell'influenzare la riuscita della STAART?
Non so dirti, anche perché gli studi su persone che hanno iniziato la terapia in fase acuta sono pochi e fatti su troppe poche persone perché le statistiche possano aiutarti a predire una risposta. Se vedi
qui, nello SPARTAC hanno arruolato persone con HIV-1 sottotipo B o C, ma poi non hanno fatto distinzioni nei risultati; invece i pazienti dello studio svolto a San Diego avevano tutti sottotipo B, che è nettamente il più diffuso da noi e in tutto il mondo occidentale.
Della
coorte Visconti, inoltre, mi pare non si dica niente del tipo di virus e si sottolinei piuttosto il fatto che nulla, nei geni HLA dei post-treatment controllers, fa pensare che sarebbero diventati degli elite (anzi, la metà di loro ha un gene - l'HLA B*35 - che è associato a una progressione più rapida, se l'infezione non viene trattata). Tieni conto che è uno studio osservazionale retrospettivo, in cui hanno scelto con il lanternino il meglio del meglio fra moltissimi pazienti.
Stesso discorso per il CASCADE, di cui si parla nello stesso post sulla VISCONTI che ti ho linkato: anche qui non vedo distinzioni su sottotipi virali.
Dal poco che ne so, per esempio con il sottotipo C si arriva un po' più lentamente alla soppressione virologica, ma questo non pregiudica poi il corso della terapia. Insomma, mi pare che con l'HIV-1 le cose funzionino in modo molto diverso rispetto all'HCV, in cui il genotipo influenza in modo determinante il successo della terapia.