Test HIV per tutti fra i 15 e i 65 anni?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
Dora
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Test HIV per tutti fra i 15 e i 65 anni?

Messaggio da Dora » martedì 16 luglio 2013, 10:19

Hiv: tutti sotto esame da 15 a 65 anni?

Nino Cartabellotta
Presidente Fondazione GIMBE


Pubblicato 16/07/2013 09:50


Come previsto dalla Legge 135 del 1990, in Italia il test anti-Hiv, in grado di identificare gli anticorpi specifici che l'organismo produce quando entra in contatto con il virus, è anonimo e può essere effettuato solo con il consenso della persona.

Il test anti-Hiv non è obbligatorio, ma solo "consigliato" in soggetti con comportamenti a rischio: per eseguirlo, nella maggior parte dei centri, non serve ricetta medica ed è gratuito come stabilito dal DM 1 Febbraio 1991 e ribadito nell'Intesa Stato Regioni e Province Autonome del 27 luglio 2011, art. 2.

Con il DM 31 marzo 2008 il ministero della Salute, in accordo con le Regioni e le Province Autonome, ha attivato il sistema nazionale di sorveglianza delle diagnosi delle nuove infezioni da Hiv: tuttavia, in Italia non è mai stata avviata una campagna di screening per l'Hiv nemmeno nelle popolazioni a rischio, né esistono linee guida in merito. Infatti, le uniche linee guida nazionali sull'Hiv/Aids sono quelle realizzate su mandato del ministro della Salute dal Centro Nazionale Aids dell'Istituto Superiore di Sanità su "L'utilizzo dei farmaci antiretrovirali e la gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da Hiv-1", dove non si fa cenno allo screening per l'Hiv.

Il 2 luglio scorso gli Annals of Internal Medicine hanno pubblicato le raccomandazioni sullo screening per l'Hiv prodotte dall'autorevole U.S. Preventive Services Task Force (Usptf) che ha aggiornato quelle del 2005 (http://annals.org/article.aspx?articleid=1700660). Grazie a una revisione sistematica delle evidenze scientifiche emerse negli ultimi anni, la Usptf raccomanda lo screening di popolazione per l'Hiv nei soggetti da 15 a 65 anni e in tutte le donne gravide. Gli adolescenti di età inferiore ai 15 anni e gli over 65 dovrebbero essere sottoposti a screening solo in caso di comportamenti a rischio.

Le raccomandazioni dell'Usptf sono contrassegnate dal "Grado A" che - per i non addetti ai lavori - indica che oggi le evidenze scientifiche dimostrano, con elevato grado di certezza, che i benefici dello screening sono rilevanti. In altre parole, le evidenze disponibili includono risultati consistenti da studi ben disegnati e condotti, rappresentativi della popolazione generale, che hanno misurato rilevanti esiti di salute. Pertanto è molto poco verosimile che queste evidenze possano essere messe in discussione da studi successivi.

Infatti, l'Usptf è arrivata a queste conclusioni sulla base di studi che hanno dimostrato che:

  • • I test di screening per l'Hiv sono molto accurati: la probabilità di un risultato falso positivo o falso negativo è inferiore allo 0.5%.

    • L'identificazione e il trattamento dei pazienti infetti con Hiv si associa a una notevole riduzione del rischio di progressione ad Aids, degli eventi Aids-correlati e della mortalità nei soggetti con malattia immunologicamente avanzata.

    • L'identificazione e il trattamento delle donne gravide Hiv-positive si associa a una notevole riduzione della trasmissione materno-fetale del virus.

    • La terapia antiretrovirale combinata precoce nel paziente asintomatico si associa a una riduzione sia degli eventi Aids-correlati e della mortalità, sia del rischio di trasmissione del virus a partner eterosessuali non infetti.

    • I rischi complessivi dello screening e della terapia precoce sono minimi, sia negli adolescenti, sia negli adulti, sia nelle donne in gravidanza.


Rispetto alla frequenza del test di screening, in assenza di robuste evidenze, la Usptf raccomanda un approccio basato sul buon senso: dopo la prima volta, il test dovrebbe essere ripetuto annualmente solo nei soggetti a rischio molto elevato e a intervalli meno ravvicinati (ogni 3 o 5 anni) nei soggetti a rischio. Le donne dovrebbero eseguire il test in occasione di ogni gravidanza.

In Italia, secondo i dati Istat 2012, sono residenti 40.219.396 cittadini di età compresa tra 15 e 65 anni: nella più ottimistica delle ipotesi (tasso di adesione del 50%), il costo dello screening di popolazione per l'Hiv sarebbe di circa 200 milioni di euro (costo riferito alla sola esecuzione del test di screening), che in epoca di "vacche magre" appare sicuramente elevato. Ma siamo certi che sia un investimento non accettabile per un intervento sanitario dall'impatto sanitario e sociale enorme?

Dal momento che le evidenze scientifiche confermano l'efficacia dello screening di popolazione per l'Hiv, quale sarà la loro ricaduta sulle politiche sanitarie nazionali per la prevenzione dell'Hiv? In particolare, considerato che non esiste la prospettiva concreta di un vaccino efficace, possiamo ipotizzare anche in Italia l'avvio di uno screening di popolazione, oggi raccomandato da autorevoli istituzioni internazionali sulla base di robuste evidenze scientifiche?

In caso negativo, aspetto di conoscere le motivazioni (oltre alla minore prevalenza dell'Hiv nel nostro Paese rispetto agli Usa), visto che troppo spesso - appellandosi al "principio di precauzione" o allo slogan "prevenire è meglio che curare" - si sono diffuse in Italia innumerevoli strategie di prevenzione di efficacia non documentata o addirittura dal profilo rischio-beneficio assolutamente sfavorevole, che continuano ad essere sostenute con il denaro pubblico...



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Re: Test HIV per tutti fra i 15 e i 65 anni?

Messaggio da uffa2 » martedì 16 luglio 2013, 10:39

La mia idea è che se la generalizzazione del test (per esempio in ogni accesso ai Pronto Soccorso, o in occasione di taluni esami del sangue in strutture e con procedure specifiche che possano garantire un minimo di privacy: non è necessario che i medici sappiano il risultato, è fondamentale che lo sappia il cittadino) consentisse di “smascherare” almeno una parte di quel 30-50% di sieropositivi che non sanno di esserlo (e magari anche i portatori di epatiti e altro), l’impatto sul controllo della diffusione dell’epidemia (e delle altre MTS) potrebbe essere radicale, eliminando un gran numero di contagi inconsapevoli; già questa potrebbe essere una buona ragione per farlo.
In più, il ricevere questo referto potrebbe risvegliare l’attenzione sulla concretezza del rischio, e magari alzare la sensibilità verso condotte più sicure.
Insomma, mi pare un’opzione win-win.


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Dora
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Re: Test HIV per tutti fra i 15 e i 65 anni?

Messaggio da Dora » martedì 16 luglio 2013, 11:00

uffa2 ha scritto:La mia idea è che se la generalizzazione del test (per esempio in ogni accesso ai Pronto Soccorso, o in occasione di taluni esami del sangue in strutture e con procedure specifiche che possano garantire un minimo di privacy: non è necessario che i medici sappiano il risultato, è fondamentale che lo sappia il cittadino) consentisse di “smascherare” almeno una parte di quel 30-50% di sieropositivi che non sanno di esserlo (e magari anche i portatori di epatiti e altro), l’impatto sul controllo della diffusione dell’epidemia (e delle altre MTS) potrebbe essere radicale, eliminando un gran numero di contagi inconsapevoli; già questa potrebbe essere una buona ragione per farlo.
In più, il ricevere questo referto potrebbe risvegliare l’attenzione sulla concretezza del rischio, e magari alzare la sensibilità verso condotte più sicure.
Aggiungi che l'enorme numero di diagnosi tardive è uno degli aspetti che più incidono sulla morbilità (per patologie sia HIV-correlate, sia non HIV-correlate) e quindi anche sulla mortalità: arrivare alla diagnosi quando il sistema immunitario è già gravemente compromesso significa avere più difficoltà a far risalire i CD4.
Insomma, mi pare un’opzione win-win.
Anche a me.
Ma vaglielo a dire a tutti quegli utenti della sezione "Ho contratto l'HIV", che sono più terrorizzati dal test che dall'infezione e rimandano, e rimandano ...



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Re: Test HIV per tutti fra i 15 e i 65 anni?

Messaggio da uffa2 » martedì 16 luglio 2013, 16:15

Dora ha scritto:
Uffa2 ha scritto:Insomma, mi pare un’opzione win-win.
Anche a me.
Ma vaglielo a dire a tutti quegli utenti della sezione "Ho contratto l'HIV", che sono più terrorizzati dal test che dall'infezione e rimandano, e rimandano ...
Hai ragione, ed è per questo che sarebbe saggio farlo in automatico, con un canale "in cieco" perché non influisca sui tratatmenti in corso, ma farlo: prima o poi diventerebbe routine.


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