ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AIDS

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
uffa2
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ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AIDS

Messaggio da uffa2 » martedì 29 luglio 2014, 16:02

Dagospia è a mio avviso uno dei pochi giornali “seri” di questo Paese.
Tra una nudità e l’altra spiattella di tutto, senza riverenze, insomma fa quello che dovrebbe fare un quotidiano.
Oggi pubblica un interessante articolo su un aspetto forse poco valutato: come fu la “comunicazione dal basso”, quella di artisti e creativi, a rompere il muro di omertà sull’AIDS e a trasformarlo in un tema di attualità, sul quale finalmente l’opinione pubblica si sarebbe interrogata e avrebbe chiesto conto del fatto (ma soprattutto del non fatto) alla politica.
Ho già scritto molto tempo fa della mia convinzione di come questa malattia sia eminentemente politica, e di come solo grazie alla mobilitazione politica dei malati e delle loro comunità di riferimento (i gay in primo luogo) sia diventata il maggior successo della storia della medicina recente; mi conforta particolarmente vedere che questa chiave di lettura è condivisa anche fuori di qui.
Immagine

ARTSPIA BOOKS - LA VERA GUERRA ALL'AIDS? L'HAN FATTA GLI ARTISTI STRIPPATI DELLA NEW YORK UNDERGROUND.
SE NON FOSSE PER LORO ALTRO CHE EPIDEMIA DEBELLATA, STAREMMO ANCORA A CONTARE I MORTI.
ECCO STORIA E FOTO IN UN LIBRO: "REBELS REBEL: AIDS, ART AND ACTIVISM. NEW YORK 1979-89" (PHOTO GALLERY)

Contro Reagan, la diffidenza del potere politico e l'apatia delle istituzioni artisti, fotografi, protagonisti della cultura alternativa si organizzarono per produrre contro informazione. Grazie a stickers, poster, foto, performance, sit in, colori e travestimenti spiegarono a impiegati e massaie: "questa non è la peste dei gay. E' la peste per tutti"
Continua su http://www.dagospia.com/rubrica-31/arte ... -81824.htm


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rospino
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da rospino » martedì 29 luglio 2014, 16:13

Giusto, giustissimo ciò che fai notare. Non tutti, però, sono d'accordo nel dire che tutta la comunità omosessuale fu all'inizio particolarmente sensibile rispetto all'emergere dell'epidemia: è la denuncia che si trova, ad esempio, nel film TV "The normal heart" (ne consiglio la visione, ha un cast di spicco), che è intriso del giudizio negativo dello sceneggiatore sull'atteggiamento ambiguo della comunità gay (e non solo, ovviamente) newyorkese...


 
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da uffa2 » martedì 29 luglio 2014, 16:55

Questa era, ed è, una malattia particolare, in cui il problema sanitario si incrociava con quello della morale prevalente e con quello della lotta di una minoranza per la propria liberazione e la parità di diritti.
Ricordo un lontano film, chissà cos’era, uno dei pochi visti sull’argomento: li evito tutti come la peste, all’idea di veder morire i miei fratelli di una morte disperata non riesco a trattenere le lacrime.
Comunque: quel film parlava della prima fase dell’infezione, di come iniziò ad espandersi nella comunità gay, di come alla sua espansione si accompagnassero la paura e la presa di coscienza sulla portata della minaccia.
E ricordo una scena, che credo illuminante: il consiglio comunale della città voleva votare la chiusura delle saune (che come ogni gay sa sono state, prima dell’avvento dei servizi di dating on line, un “importante luogo di socializzazione” insomma trombodromi).
La reazione della comunità gay fu negativa e violenta.
Le saune sono state sicuramente un luogo di riproduzione delle infezioni, e i “localacci” (i racconti sono edificanti sul tema) lo sono tutt’ora, anche da noi.
La chiusura delle saune però sarebbe stato un placebo per i benpensanti e nulla più, al massimo avrebbe rallentato di qualche settimana la sua cavalcata.
Ma c’era di più: quei luoghi, oggettivamente squallidini, erano un simbolo, il simbolo della libertà conquistata, e dopo pochi anni dall’avvio di questo percorso di liberazione, una malattia ci diceva “tornate a nascondervi”.
Tutte queste cose, a chi oggi a vent’anni vive magari in una grande città e non ha problemi con l’accettazione sociale dell’omosessualità, possono sembrare strane. A me che vado verso i cinquanta, e che ricordo anni non lontani in cui semplicemente l’omosessualità “non esisteva” se non come macchietta, paiono molto più vicine, e le capisco.
Molti errori furono commessi anche dalla comunità gay, ma credo che molta parte di questi errori siano da ascrivere a questa paura, quella di dover tornare a nasconderci.
In linea generale, è sbagliato giudicare le scelte del passato con il metro del presente, nel caso di specie sento che quegli errori avrebbero potuto essere i miei.


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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da rospino » martedì 29 luglio 2014, 17:21

Sono d'accordissimo con quello che scrivi, e le tue parole sono toccanti... d'altronde mi precedi di una quindicina d'anni e avrai certamente visto coi tuoi occhi fatti e situazioni delle quali io sono venuto a conoscenza, perlopiù, solo tramite articoli di giornali o riviste.
Capisco che per molte persone sieropositive sia lancinante guardare film che affrontano il problema dell'HIV/AIDS, soprattutto se ambientati negli anni Ottanta, ma io subito dopo la mia diagnosi di sieropositività oltre sette mesi fa ho continuato a guardare film sul tema, che già in passato avevo avuto modo di apprezzare, o a scoprirne di nuovi. Con la visione di queste pellicole il dolore, che nei primi giorni dopo la mia diagnosi era già piuttosto forte, si è acuito e ha finito col travolgermi, ma è stato anche grazie a questo choc ulteriore che sono poi riuscito a trovare la forza per reagire. Ho voluto, in un certo senso, toccare il fondo per poi liberarmi delle mie paure e rialzarmi, e così ho fatto.


 
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da Agosto013 » mercoledì 30 luglio 2014, 14:20

rospino ha scritto:Giusto, giustissimo ciò che fai notare. Non tutti, però, sono d'accordo nel dire che tutta la comunità omosessuale fu all'inizio particolarmente sensibile rispetto all'emergere dell'epidemia: è la denuncia che si trova, ad esempio, nel film TV "The normal heart" (ne consiglio la visione, ha un cast di spicco), che è intriso del giudizio negativo dello sceneggiatore sull'atteggiamento ambiguo della comunità gay (e non solo, ovviamente) newyorkese...
rospino, dopo aver letto questo tuo post ieri sera ho trovato "The normal heart" in streaming. Ti ringrazio vivamente per aver menzionato questo film, straziante e istruttivo allo stesso tempo e ti confesso che ho avuto difficoltà ad addormentarmi dopo averlo visto...

Se hai altri consigli ti prego di postare qualche altro titolo di film sullo stesso genere, sarebbe molto interessante per me, come per tanti altri, immergersi nella realtà di quei tempi durante i quali ero ancora bambino.

Curiosa, inoltre, la scelta del regista di inserire la poliomelite nel contesto AIDS. Coincidenza o subdola allusione?



rospino
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da rospino » mercoledì 30 luglio 2014, 15:47

Agosto013 ha scritto:
rospino ha scritto:Giusto, giustissimo ciò che fai notare. Non tutti, però, sono d'accordo nel dire che tutta la comunità omosessuale fu all'inizio particolarmente sensibile rispetto all'emergere dell'epidemia: è la denuncia che si trova, ad esempio, nel film TV "The normal heart" (ne consiglio la visione, ha un cast di spicco), che è intriso del giudizio negativo dello sceneggiatore sull'atteggiamento ambiguo della comunità gay (e non solo, ovviamente) newyorkese...
rospino, dopo aver letto questo tuo post ieri sera ho trovato "The normal heart" in streaming. Ti ringrazio vivamente per aver menzionato questo film, straziante e istruttivo allo stesso tempo e ti confesso che ho avuto difficoltà ad addormentarmi dopo averlo visto...

Se hai altri consigli ti prego di postare qualche altro titolo di film sullo stesso genere, sarebbe molto interessante per me, come per tanti altri, immergersi nella realtà di quei tempi durante i quali ero ancora bambino.

Curiosa, inoltre, la scelta del regista di inserire la poliomelite nel contesto AIDS. Coincidenza o subdola allusione?
Figurati ;) . La storia in realtà è ampiamente basata sulle vicende reali occorse a Larry Kramer, autore della omonima pièce teatrale, andata in scena per la prima volta nel 1985 e poi riportata in vita nel 2011 a Broadway. Per questo credo che il film possa essere visto sotto una luce particolare.
Io credo tra l'altro che sarebbe stato degno anche del grande schermo, ma non sempre produzioni interessanti come questa finiscono al cinema.
Pochi, in realtà, sono film altrettanto intensi che affrontano il tema dell'HIV/AIDS, ma tra quelli che ho visto quest'anno, penso valga la pena guardare "Dallas Buyers' Club"; in secondo luogo "Philomena" e "Test" (scheda: http://www.cinemagay.it/schede.asp?IDFilm=5246).
Di solito tendo a essere troppo severo nel giudicare i film a tematica LGBT, ma se ci fosse una sezione del forum nella quale condividere i titoli più interessanti, soprattutto quelli che toccano il tema dell'HIV/AIDS, condividerei volentieri il mio giudizio prima di cancellare quelli che non mi sono piaciuti. ;)


 
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da Agosto013 » mercoledì 30 luglio 2014, 16:00

grazie ancora rospino, guarderò anche questi altri film ;)

C'è un'altra cosa in tutta questa storia che fa riflettere: se il decorso della malattia è soggettivo, perché ci sono stati tutti quei casi di morte per AIDS tutti insieme? Pur ipotizzando che si siano infettati nello stesso periodo, ciò non spiega il fatto di aver sviluppato tutti insieme allo stesso tempo i sintomi di AIDS conclamato, no?

Trovo davvero poco chiara questa inspiegabile coincidenza di tempistiche e non sono riuscito a trovare risposte nelle mie ricerche sul web.
Che cosa ne pensate voi a riguardo?



rospino
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Re: ART AND ACTIVISM: come gli artisti lottarono contro l'AI

Messaggio da rospino » mercoledì 30 luglio 2014, 16:27

Io credo che la trama del film drammatizzi l'aspetto "collettivo": in realtà l'infezione esisteva già da molti anni, ma era stata sempre scambiata per altro. Furono molti i fattori che impedirono all'emergenza AIDS di emergere in modo corretto, e lo stesso ambiente medico ci mise qualche anno per riconoscere ufficialmente le cause dell'AIDS e per ricondurlo all'infezione di un virus che si contraeva praticando sesso non protetto.
Posso solo immaginare cosa sia accaduto ad esempio tra il 1980 e il 1984, nei milioni di rapporti sessuali tra persone omosessuali, alcune delle quali non cariche virali evidentemente altissime... Credo che gli esperti epidemiologi sarebbero in grado di spiegare scientificamente certe cose. Io provo ad arrivarci per ragionamento.
Considerando il tempo di incubazione, e ovviamente l'assenza di terapie di alcun genere o di precauzioni come la sterilizzazione di aghi infetti, la possibilità di capire che anche il sangue e gli emoderivati potevano trasmettere il virus (con tassi altissimi), probabilmente l'infezione ha iniziato a diffondersi lentamente durante gli anni Settanta e in modo esponenziale sfruttando tutte le le possibilità di contagio almeno per tutta la prima metà degli anni Ottanta. Ad esempio, solo dal 1985 in Usa e Giappone si iniziò a testare gli emoderivati, mentre in Europa dall'anno successivo...


 
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