I ns colleghi s+ greci
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- Iscritto il: domenica 28 giugno 2015, 17:52
Re: I ns colleghi s+ greci
Anche se non credo che le economie Greca e Italiana siano comparabili, condivido con vasoverde la preoccupazione di quello che potrebbe succederci se cade la baracca
Re: I ns colleghi s+ greci
Ogni tanto torniamo a parlare di questo argomento, perciò per i meno recenti tra i nostri forumisti le mie parole risuoneranno familiari…
Una battuta che sentii anni fa è che “è meglio non ammalarsi di cancro nei mesi invernali”, quando gli ospedali hanno finito i soldi, i conti devono tornare e le decisioni non sempre sono razionali…
Oramai peraltro è inverno tutti i giorni, e le scelte terapeutiche sono sempre condizionate dalle valutazioni farmaco economiche.
Devo dire che quando la farmaco economia “è sana” è pure un bene, perché, a dispetto dei sentimenti dei singoli, spendere decine di migliaia di euro per terapie che magari non hanno neppure un guadagno sicuro in sopravvivenza, o offrono poche settimane di agonia in più, non è etico: sono soldi che avrebbero potuto salvare o cambiare la vita ad altri pazienti.
Poi, al di là della buona farmaco economia, ci sono alcune regioni che hanno fatto carne di porco dei loro bilanci in passato, e oggi si trovano a dover fare scelte drammatiche, perché i soldi per coprire le loro porcherie non ci sono più e loro devono rispettare i programmi di rientro.
In alcune regioni questo non vuol dire solo la decisione sacrosanta di chiudere i piccoli ospedali generalisti che ammazzano più pazienti di quelli che aiutano, ma anche la soppressione di ambulatori costringendo magari malati molto gravi a fare centinaia di chilometri per le loro terapie, oppure decisioni palesemente da bottegai…
A noi sieropositivi le cose vanno ancora bene, anche se ci sono già i medici che “ti vendono” l’allungamento dei tempi tra un esame e l’altro con un “non ne ha bisogno” che è vero, ma è vero anche che il motivo è “dobbiamo scegliere dove risparmiare, e dilatare gli esami è meno peggio che altro”; comunque, tolte le pastiglie costiamo poco, e anche con quelle siamo un caso di costo-efficacia incredibilmente vantaggioso…
Ma una porta a fianco ci sono i nostri amici con l’epatite C: loro hanno terapie che addirittura eradicano il virus, ma che devono essere usate col contagocce, perché i numeri sono spaventosi, e loro stanno lì, ad aspettare…
Insomma, è inverno, per tutti.
Una battuta che sentii anni fa è che “è meglio non ammalarsi di cancro nei mesi invernali”, quando gli ospedali hanno finito i soldi, i conti devono tornare e le decisioni non sempre sono razionali…
Oramai peraltro è inverno tutti i giorni, e le scelte terapeutiche sono sempre condizionate dalle valutazioni farmaco economiche.
Devo dire che quando la farmaco economia “è sana” è pure un bene, perché, a dispetto dei sentimenti dei singoli, spendere decine di migliaia di euro per terapie che magari non hanno neppure un guadagno sicuro in sopravvivenza, o offrono poche settimane di agonia in più, non è etico: sono soldi che avrebbero potuto salvare o cambiare la vita ad altri pazienti.
Poi, al di là della buona farmaco economia, ci sono alcune regioni che hanno fatto carne di porco dei loro bilanci in passato, e oggi si trovano a dover fare scelte drammatiche, perché i soldi per coprire le loro porcherie non ci sono più e loro devono rispettare i programmi di rientro.
In alcune regioni questo non vuol dire solo la decisione sacrosanta di chiudere i piccoli ospedali generalisti che ammazzano più pazienti di quelli che aiutano, ma anche la soppressione di ambulatori costringendo magari malati molto gravi a fare centinaia di chilometri per le loro terapie, oppure decisioni palesemente da bottegai…
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