stealthy ha scritto:
Quindi non sono le medicine ad aver fottuto un po' di neuroni, magari è l'eroina ad aver contribuito a fottere un po' di neuroni.
Ci saremo anche giocati i neuroni con l'eroina ma non è stato solo quello, penso che anni e anni di ''terrorismo'' abbiano contribuito e non poco a modificarci, vuoi perchè non si sapeva una cippa vuoi perchè è uscito di tutto e di più, be' io penso che queste cose abbiano avuto il suo bel peso. Di conseguenza mi viene però da chiedermi il livello dei neuroni di coloro che dopo 30 anni che se ne parla, cascano dal cielo, o peggio credono che l'HIV si trasmetta con uno sputo.
stealthy ha scritto:
Una volta che io ho letto la tua esperienza cosa dovrei fare? Sentirmi in colpa e castigarmi per non aver vissuto la tua stessa esperienza?
Si ma non si può neanche non tenerne conto, per vari motivi, da noi in Italia a differenza che da altre parti, la prima comunità ad essere investita del problema non sono stati gli omosessuali ma i tossici e soprattutto etero, quindi i primi reietti in assoluto a quei tempi dalla società, per cui se permetti quelli che sono i sopravvissuti qualche cosina ce l'hanno ancora da dire.
stealthy ha scritto:
Ti sembra corretto che un nuovo infetto debba recepire questo messaggio dalle testimonianze degli anziani?
Credo che il messaggio che passa suona più o meno così: "sai, io so quello che ho patito e so cosa significa soffrire, quindi tu non hai nessun diritto di lamentarti". L'ho parafrasato un po' così di getto, ma il senso cambia poco.
Tieni anche conto di una cosa: far balenare davanti agli occhi di un neoinfetto fresco di diagnosi tutte le complicazioni possibili della malattia e delle medicine non è proprio il modo migliore per aiutarlo a metabolizzare il trauma.
Anche qua se non si riesce a comprendere lo shock dei veterani di fronte alle complicanze che la terapia gli ha apportato inconsapevolmente, pagate sullo loro pelle, diventa un discorso tra sordi, questa è esperienza di vita con la malattia, certo se poi questa non interessa allora che lo si dica e si leva le tende.
Per cui senza spaventare naturalmente nessuno non si può neppure negare che nonostante i farmaci ci salvano la vita, da un lato la complicano un bel po', poi ovvio non se ne può fare a meno e in attesa che ne escano sempre di meno pesi bisogna correre ai ripari anche per gli effetti collaterali che producono.
Per cui dopo anni e anni di problemi un ''veterano'' con un'ottica più smaliziata e disincantata e che attorno a lui vede coetanei che se stanno andando per ictus, infarto e quant'altro non può nemmeno riportare ciò che la sua ''storia'' gli ha insegnato, e del suo trauma mai assopito, si perde un bel valore aggiunto. Poi si può fare a meno di tutto per carità ma non dire che i veterani spaventano o che non siano corretti con i nuovi perchè non è vero.