Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
alfaa
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da alfaa » venerdì 7 agosto 2015, 23:20

capito, grazie x le info.

Io non ho intenzione di prendere la terapia chi sa a che ora, però 1 oretta massimo me la vorrei concedere di sgarro sennò diventa un incubo rispettare quell'orario stabilito sempre ogni giorno.

Ma in ogni caso credo che tutte le terapie abbiano una emivita di 24 ore almeno giusto? Sennò sarebbe pericoloso anche essendo aderenti



rospino
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da rospino » sabato 8 agosto 2015, 18:16

alfaa ha scritto: Ma in ogni caso credo che tutte le terapie abbiano una emivita di 24 ore almeno giusto? Sennò sarebbe pericoloso anche essendo aderenti
L'emivita è un parametro che valuta la persistenza di un farmaco nel sangue, ma rappresenta il tempo necessario per ridurre del 50% la quantità di un farmaco nel plasma o nel siero (nel sangue). Quindi è solo lievemente indicativo e non tutti i farmaci hanno un'emivita di 24 ore. Nei dosaggi dei farmaci entrano in gioco altri fattori, ma questa è materia della farmacologia e quindi si va in un campo che per me è ostico. In generale, comunque, tieni presente che se un farmaco ha un'emivita di 18 ore, e quindi la sua concentrazione nel sangue si è dimezzata dopo queste 18 ore, dopo altre 6 ore assumi una dose di farmaco che serve per tornare ad uno stato ottimale e mantenere comunque la giusta quantità di farmaco in circolo. Più lunga è l'emivita, maggiore è la possibilità di ritardare la dose senza grossi effetti, ma questo dipende anche da come l'organismo di ognuno assorbe il farmaco e lo espelle. Al contrario, minore è l'emivita, più importante è essere puntuali con l'assunzione.



skydrake
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da skydrake » sabato 8 agosto 2015, 23:19

A parte alcune eccezioni (come il Sustiva, che arriva a 30-35 ore), di solito le emivita degli antiretrovirali in sé non raggiungono mai le 24 ore. Tuttavia alcuni hanno delle "code" di protezione perchè nella loro assimilazione generano dei sottoprodotti, talvolta con una emivita più lunga.
Ad esempio la emtricitabina nel Truvada ha una emivita di appena 10 ore, ma parte di essa viene convertita nel suo sale trifosfato, che ha un'emivita di 18 ore. Inoltre le emivita all'interno delle cellule sono superiori rispetto a quella nel plasma.
Ecco perché é difficile stabilire quanto a lungo protegge un antiretrovirale anche quando si sa la sua emivita plasmatica.



alfaa
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da alfaa » domenica 9 agosto 2015, 2:09

Bhe queste notizie mi inquietano un po', quindi pur essendo aderentissimi c ' è un rischio sostanziale che il virus si riattivi proprio in quelle poche ore in cui il farmaco non è piu completamente presente nel sangue?
E pure chi è molto aderente avevo capito fosse davvero difficile diventasse resistente. Cioè detta cosi sembra che ogni giorno pur essendo aderenti rischiamo concretamnte che il farmaco in quelle poche ore che non agisce piu al 100%, non ci protegga a dovere



skydrake
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da skydrake » domenica 9 agosto 2015, 7:46

alfaa ha scritto:Bhe queste notizie mi inquietano un po', quindi pur essendo aderentissimi c ' è un rischio sostanziale che il virus si riattivi proprio in quelle poche ore in cui il farmaco non è piu completamente presente nel sangue?
E pure chi è molto aderente avevo capito fosse davvero difficile diventasse resistente. Cioè detta cosi sembra che ogni giorno pur essendo aderenti rischiamo concretamnte che il farmaco in quelle poche ore che non agisce piu al 100%, non ci protegga a dovere
Questo vale per chi usa l'Eviplera, lo Stribild é la monoterapia col Prezista.
Viceversa, la tua terapia é più flessibile della media.



rospino
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da rospino » domenica 9 agosto 2015, 9:37

alfaa ha scritto:Bhe queste notizie mi inquietano un po', quindi pur essendo aderentissimi c ' è un rischio sostanziale che il virus si riattivi proprio in quelle poche ore in cui il farmaco non è piu completamente presente nel sangue?
E pure chi è molto aderente avevo capito fosse davvero difficile diventasse resistente. Cioè detta cosi sembra che ogni giorno pur essendo aderenti rischiamo concretamnte che il farmaco in quelle poche ore che non agisce piu al 100%, non ci protegga a dovere
Non credo che sia esattamente così: gli studi che vengono condotti prima dell'immissione in commercio di un farmaco servono proprio a individuare la "giusta concentrazione" di un farmaco tenendo conto della sua emivita e della sua assunzione giornaliera. Il discorso è un poco più complesso, come ti dicevo.


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skydrake
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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da skydrake » domenica 9 agosto 2015, 11:00

rospino ha scritto:
alfaa ha scritto:Bhe queste notizie mi inquietano un po', quindi pur essendo aderentissimi c ' è un rischio sostanziale che il virus si riattivi proprio in quelle poche ore in cui il farmaco non è piu completamente presente nel sangue?
E pure chi è molto aderente avevo capito fosse davvero difficile diventasse resistente. Cioè detta cosi sembra che ogni giorno pur essendo aderenti rischiamo concretamnte che il farmaco in quelle poche ore che non agisce piu al 100%, non ci protegga a dovere
Non credo che sia esattamente così: gli studi che vengono condotti prima dell'immissione in commercio di un farmaco servono proprio a individuare la "giusta concentrazione" di un farmaco tenendo conto della sua emivita e della sua assunzione giornaliera. Il discorso è un poco più complesso, come ti dicevo.


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Ma la "giusta concentrazione" é un fatto personale. Dipende soprattutto quanto é veloce il proprio fegato a smatire questi farmaci (quasi tutti vengono metabolizzati dal un qualche sistema citocromo della famiglia p450).

Il problema é che gli studi che fanno hanno una valenza statistica e la giusta dose varia da persona a persona. Le terapie con alto indice di protezione secondo le tabelle di Siliciano hanno un ampio margine, per cui, se ad esempio con la terapia di Alfaa, dall'alto dei suoi 11,98, uno si ritrova con un fegato che lavora il 20% più veloce, la terapia protegge a sufficienza comunque. I guai ci sono con quelle tre terapie citate prima, con un indice di protezione sotto i 5. Davvero con tali terapie é facile sviluppare resistenze al minimo sgarro. Tra l'altro la Rilpivirina nell'Eviplera é una delle pochissime la cui metabolizzazione dipende fortemente dalla digestione, cosa difficile da gestire per cui non ha pasti regolari.

Sono problematiche anche emerse durante le fasi III di sperimentazione, ma che non hanno impedito la loro messa in commercio. Ad esempio un il vecchio utente Leon era abbastanza critico contro l'Elvitegravir contenuto nello Stribild, il quale non ha caso ha avuto un tempo di sperimentazione lunghissimo (altre molecole individuate in contemporanea sono state commercializzate 4-5 anni prima).

E che dire del Maraviroc? Se vai a leggere il bugiardino, non c'è mica scritto che nelle persone di etnia nera statisticamente tendono ad avere il relativo sistema citocromo (il CYP3A5) piu performante e a smaltirlo più velocemente:
http://www.hivandhepatitis.com/hiv-trea ... e-with-hiv



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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da alfaa » domenica 9 agosto 2015, 11:19

Sky secondo te anche la combinazione dolutegravir+ rilpivirine potrebbe presentare questi stessi problemi dell'eviplera? Da non esperto nel settore penso che forse essendo il doluteg ad alta barriera genetica, sarà migliore questa combinazione rispetto all'eviplera sia sull'aspetto flessibilità sia sull'aspetto efficacia. Non so se è un caso ma in varie persone sento che eviplera fallisce



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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da rospino » domenica 9 agosto 2015, 11:51

skydrake ha scritto: Ma la "giusta concentrazione" é un fatto personale. Dipende soprattutto quanto é veloce il proprio fegato a smatire questi farmaci (quasi tutti vengono metabolizzati dal un qualche sistema citocromo della famiglia p450).

Il problema é che gli studi che fanno hanno una valenza statistica e la giusta dose varia da persona a persona. Le terapie con alto indice di protezione secondo le tabelle di Siliciano hanno un ampio margine, per cui, se ad esempio con la terapia di Alfaa, dall'alto dei suoi 11,98, uno si ritrova con un fegato che lavora il 20% più veloce, la terapia protegge a sufficienza comunque. I guai ci sono con quelle tre terapie citate prima, con un indice di protezione sotto i 5. Davvero con tali terapie é facile sviluppare resistenze al minimo sgarro. Tra l'altro la Rilpivirina nell'Eviplera é una delle pochissime la cui metabolizzazione dipende fortemente dalla digestione, cosa difficile da gestire per cui non ha pasti regolari.

Sono problematiche anche emerse durante le fasi III di sperimentazione, ma che non hanno impedito la loro messa in commercio. Ad esempio un il vecchio utente Leon era abbastanza critico contro l'Elvitegravir contenuto nello Stribild, il quale non ha caso ha avuto un tempo di sperimentazione lunghissimo (altre molecole individuate in contemporanea sono state commercializzate 4-5 anni prima).

E che dire del Maraviroc? Se vai a leggere il bugiardino, non c'è mica scritto che nelle persone di etnia nera statisticamente tendono ad avere il relativo sistema citocromo (il CYP3A5) piu performante e a smaltirlo più velocemente:
http://www.hivandhepatitis.com/hiv-trea ... e-with-hiv
Sono completamente d'accordo con te: per questo io sostengo che è importante essere il più aderenti possibile.
Mi chiedevo comunque se le tabelle di Siliciano siano state aggiornate con l'inserimento degli ultimi farmaci.



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Re: Questione aderenza alla terapia : facciamo chiarezza?

Messaggio da skydrake » domenica 9 agosto 2015, 11:59

alfaa ha scritto:Sky secondo te anche la combinazione dolutegravir+ rilpivirine potrebbe presentare questi stessi problemi dell'eviplera? Da non esperto nel settore penso che forse essendo il doluteg ad alta barriera genetica, sarà migliore questa combinazione rispetto all'eviplera sia sull'aspetto flessibilità sia sull'aspetto efficacia. Non so se è un caso ma in varie persone sento che eviplera fallisce
É una combinazione che promette molto bene.
Il Dolutegravir ha una emivita plasmatica di 15 ore, ma nella sua metabolizzazione viene disfosfato, aumentando la durata (ho letto 18 ore, 20 ore e anche 30 ore, aspetto una pubblicazione scientifica fatta per bene, o, meglio ancora, che venga inserito nelle tabelle di Siliciano). Inoltre ha una alta barriera genetica.

La rilvipirina in sé é l'antiretrovirale con la più alta emivita esistente (45 ore). Il problema é la concentrazione plasmatica che raggiunge, legata all'apparato digerente.
Se la si assume a stomaco vuoto o senza almeno 500 calorie tra cui grassi, non raggiungi una concentrazione sufficiente.
Sembrerá strano, ma in tal caso una lunga emivita è male. Ricordo che basse concentrazioni assieme lunga emivita é la situazione assolutamente da evitare: sarebbe la condizione ideale per sviluppare resistenze (le resistenze infatti non vengono fuori quando uno non assume antiretrovirali, ma quando le assume sottodosati).



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