La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
"La Repubblica" poteva dare la notizia in modo meno calunnioso verso i sieropositivi e più scientifico, inquadrando la supposizione (che ho sentito lanciare come un fiammifero domenica da parte di quel beccamorto di Pilù presidente AIFA a "Mezz'ora in più" dall'Annunziata - perché mi sembra si tratti di supposizione) non di prova certa, in un quadro sanitario e sociale più ampio.
Spesso La Repubblica scade nella notizia che accende il fuoco nel pagliaio, e brama sangue cercando colpevoli, diversamente dal dare notizie chiare in base ad evidenze scientifiche, come fanno altri giornali diventati più attendibili per le argomentazioni scientifiche , ad es IL CORRIERE DELLA SERA, PRESA DIRETTA, dove inchieste giornalistiche sono più, oneste, frutto di inchieste reali, commenti di gente competente etc...
POTEVA INQUADRARE DIVERSAMENTE IL PROBLEMA.
"DUE (PAESI), DUE MISURE"
Africa / India / America Latina - - > 3% vaccinati, nonostante accordi COVAX (tra programma vaccinazione paesi poveri UE, ONU, WHO, UNICEF ), case farmaceutiche con copyright vaccini non concedono a case farmaceutiche dei cosidetti paesi poveri il via per autoprodurseli; (ad es.Serum institute indiano, farmacia del terzo mondo, già famoso per antivirali hiv accessibili) .
Vaccinazioni in Kenia a cura di Amref (finale "FABBRICA DEI VACCINI", da Presa diretta, Raiplay)
https://www.ansa.it/.../presadiretta-viaggio-nei-paesi...
"le dosi condivise dall’Europa sono in realtà esportazioni, cioè vendite effettuate dalle stesse compagnie farmaceutiche, e che per l’80 per cento sono state destinate a paesi non sono certo poveri – tra i quali Giappone, Turchia, Regno Unito, Australia, Canada, Arabia Saudita, Svizzera - mentre le donazioni di vaccini ammontano finora ad appena 28 milioni, cioè il 3 per centro di tutte le dosi esportate dall’Europa.
Per capire l’impatto del Covid in Africa, PresaDiretta con l’inviata Daniela Cipolloni e il film-maker Raffaele Manco - insieme ad Amref, la più grande organizzazione no profit africana in prima linea nel campo della salute - ha seguito sul campo la vaccinazione di massa in Kenya. Le telecamere della trasmissione di Riccardo Iacona sono entrate nel Mbagathi hospital, il principale ospedale pubblico di Nairobi dove si effettuano, a singhiozzo, anche vaccinazioni Covid. Nei giorni in cui i vaccini sono disponibili, il centro è preso d’assalto con lunghe file di persone già dalle prime ore del mattino. Qui il vaccino non si sceglie, l’unico usato in Kenya, come in gran parte dell’Africa, è Astrazeneca. E la copertura con la doppia dose è bassissima.
Lasciata la capitale Nairobi, lo scenario delle vaccinazioni nelle zone rurali cambia radicalmente. I presidi sanitari si diradano e spesso c’è un solo ospedale nel raggio di centinaia di chilometri. A Machakos, capoluogo di contea, l’ospedale è una struttura di livello 5, il più alto, dove c’è anche una terapia intensiva Covid. È qui che vengono consegnati i vaccini per tutta la contea che conta un milione e mezzo di persone. Le fiale si conservano in un frigo portatile, lo stesso che viene usato per portare i vaccini nei villaggi limitrofi dove non ci sono app o siti web per prenotare la vaccinazione. La “chiamata” è volontaria: “Quando ci comunicano la disponibilità di vaccini, quello che facciamo è avvisare le persone che a tale giorno, a tale ora, possono venire a vaccinarsi”, spiega a PresaDiretta la volontaria di Amref. “La fabbrica dei vaccini” è un’inchiesta di Riccardo Iacona, Daniela Cipolloni, Marianna De Marzi. Film-maker Raffaele Manco e Lorenzo Calanchi."
Spesso La Repubblica scade nella notizia che accende il fuoco nel pagliaio, e brama sangue cercando colpevoli, diversamente dal dare notizie chiare in base ad evidenze scientifiche, come fanno altri giornali diventati più attendibili per le argomentazioni scientifiche , ad es IL CORRIERE DELLA SERA, PRESA DIRETTA, dove inchieste giornalistiche sono più, oneste, frutto di inchieste reali, commenti di gente competente etc...
POTEVA INQUADRARE DIVERSAMENTE IL PROBLEMA.
"DUE (PAESI), DUE MISURE"
Africa / India / America Latina - - > 3% vaccinati, nonostante accordi COVAX (tra programma vaccinazione paesi poveri UE, ONU, WHO, UNICEF ), case farmaceutiche con copyright vaccini non concedono a case farmaceutiche dei cosidetti paesi poveri il via per autoprodurseli; (ad es.Serum institute indiano, farmacia del terzo mondo, già famoso per antivirali hiv accessibili) .
Vaccinazioni in Kenia a cura di Amref (finale "FABBRICA DEI VACCINI", da Presa diretta, Raiplay)
https://www.ansa.it/.../presadiretta-viaggio-nei-paesi...
"le dosi condivise dall’Europa sono in realtà esportazioni, cioè vendite effettuate dalle stesse compagnie farmaceutiche, e che per l’80 per cento sono state destinate a paesi non sono certo poveri – tra i quali Giappone, Turchia, Regno Unito, Australia, Canada, Arabia Saudita, Svizzera - mentre le donazioni di vaccini ammontano finora ad appena 28 milioni, cioè il 3 per centro di tutte le dosi esportate dall’Europa.
Per capire l’impatto del Covid in Africa, PresaDiretta con l’inviata Daniela Cipolloni e il film-maker Raffaele Manco - insieme ad Amref, la più grande organizzazione no profit africana in prima linea nel campo della salute - ha seguito sul campo la vaccinazione di massa in Kenya. Le telecamere della trasmissione di Riccardo Iacona sono entrate nel Mbagathi hospital, il principale ospedale pubblico di Nairobi dove si effettuano, a singhiozzo, anche vaccinazioni Covid. Nei giorni in cui i vaccini sono disponibili, il centro è preso d’assalto con lunghe file di persone già dalle prime ore del mattino. Qui il vaccino non si sceglie, l’unico usato in Kenya, come in gran parte dell’Africa, è Astrazeneca. E la copertura con la doppia dose è bassissima.
Lasciata la capitale Nairobi, lo scenario delle vaccinazioni nelle zone rurali cambia radicalmente. I presidi sanitari si diradano e spesso c’è un solo ospedale nel raggio di centinaia di chilometri. A Machakos, capoluogo di contea, l’ospedale è una struttura di livello 5, il più alto, dove c’è anche una terapia intensiva Covid. È qui che vengono consegnati i vaccini per tutta la contea che conta un milione e mezzo di persone. Le fiale si conservano in un frigo portatile, lo stesso che viene usato per portare i vaccini nei villaggi limitrofi dove non ci sono app o siti web per prenotare la vaccinazione. La “chiamata” è volontaria: “Quando ci comunicano la disponibilità di vaccini, quello che facciamo è avvisare le persone che a tale giorno, a tale ora, possono venire a vaccinarsi”, spiega a PresaDiretta la volontaria di Amref. “La fabbrica dei vaccini” è un’inchiesta di Riccardo Iacona, Daniela Cipolloni, Marianna De Marzi. Film-maker Raffaele Manco e Lorenzo Calanchi."
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Grazie mille, Rita. È proprio quello che penso anch'io: che la notizia meriti di essere data, perché è importante capire come si generino le varianti che tanto ci spaventano, ma spiegandola bene. Anzitutto spiegando che si tratta di una ipotesi, poi perché l'ipotesi può essere sensata. Senza censure, ma anche senza cercare lo scandalo dove non c'è. E magari approfittandone per parlare di distribuzione ingiusta dei vaccini contro il Covid e della necessità che le persone con HIV nei Paesi poveri ricevano le terapie antiretrovirali in modo adeguato.rita ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 9:30"La Repubblica" poteva dare la notizia in modo meno calunnioso verso i sieropositivi e più scientifico, inquadrando la supposizione (che ho sentito lanciare come un fiammifero domenica da parte del presidente AIFA a mezz'ora in più - perché mi sembra si tratti di supposizione) non di prova certa, in un quadro sanitario e sociale più ampio.
Spesso La Repubblica scade nella notizia che accende il fuoco nel pagliaio, e brama sangue cercando colpevoli, diversamente dal dare notizie chiare in base ad evidenze scientifiche, come fanno altri giornali diventati più attendibili per le argomentazioni scientifiche , ad es IL CORRIERE DELLA SERA etc...
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
perché è importante capire come si generino le varianti che tanto ci spaventano, ma spiegandola beneDora ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 9:42Grazie mille, Rita. È proprio quello che penso anch'io: che la notizia meriti di essere data, perché è importante capire come si generino le varianti che tanto ci spaventano, ma spiegandola bene. Anzitutto spiegando che si tratta di una ipotesi, poi perché l'ipotesi può essere sensata. Senza censure, ma senza cercare lo scandalo dove non c'è. E magari approfittandone per parlare di distribuzione ingiusta dei vaccini contro il Covid e della necessità che le persone con HIV nei Paesi poveri ricevano le terapie antiretrovirali in modo adeguato.rita ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 9:30"La Repubblica" poteva dare la notizia in modo meno calunnioso verso i sieropositivi e più scientifico, inquadrando la supposizione (che ho sentito lanciare come un fiammifero domenica da parte del presidente AIFA a mezz'ora in più - perché mi sembra si tratti di supposizione) non di prova certa, in un quadro sanitario e sociale più ampio.
Spesso La Repubblica scade nella notizia che accende il fuoco nel pagliaio, e brama sangue cercando colpevoli, diversamente dal dare notizie chiare in base ad evidenze scientifiche, come fanno altri giornali diventati più attendibili per le argomentazioni scientifiche , ad es IL CORRIERE DELLA SERA etc...
Credo che prima bisogna capire perchè le varianti "ci spaventano tanto".
Visto che suscitare il pericolo delle varianti covid nel pubblico sia a mio parere l'obbiettivo "terroristico" del giornalista.Molto conforme alla strategia comunicativa dei media governativi.
Quindi occorre togliere i veli che il giornalista ha depositato sulla "verità delle mutazioni virali".
Veli che servono a dirigere la mente dell'osservatore verso la... irrazionalità da panico..e che ingenera nella popolazione la richiesta di aiuto e sicurezza da parte dello stato.
Individuare il paziente 1 di una epidemia o pandemia(dopo..) è fondamentale per capire la reale e oggettiva pericolosità del virus (dal punto di vista sintomatologico) nel momento in cui esso si inocula nel corpo umano.
Studiare, ricostruendo la catena dei contagi, come lo stesso virus muti ,quindi generando una variante "a lui più favorevole"(la variazione di un virus indotta dal s.i non può mai essere sintomatologicamente x l'ospite successivo più pericolosa della originale ;essendo il virus stato in contatto,combattuto e indebolito dai sistemi immunitari dei donatori precedenti )
serve a valutare e predirre quando la immunità di gregge sarà raggiunta.Ossia quando il virus originale inoculatosi nel primo paziente e trasmessosi epidemicamente avrà perso totalmente le sue caratteristiche di letalità e sarà
del tutto asintomatico per l'ospite .Ossia la immunità di gregge si raggiunge quando il virus originiario avrà subito "variazioni" tali da renderlo totalmente innocuo anche dai s.i più compromessi.(a meno che l'ospite non abbia già un piede nella fossa..)
E' un bene quindi che i virus subiscano mutazioni!
I virus subiscono mutazioni anche grazie al sistema immunitario ambientale come ossigeno(ossida i virus istantaneamnte)ozono,raggi uv,sudore,nanoparticelle,smog,fumo,salsedine,polvere..etc.... Un virus rimane molto piu tempo attivo ed infettivo su una superfice pulita e igienizzata piuttosto che su una superfice dove normalmente prolificano polvere e batteri.i batteri mangiano i virus!..
Un virus che da letale o presunto tale...si è trasformato in una variante(debole) asintomatica è quindi molto infettivo ossia non producendo sintomi nell'ospite questo non sarà in grado di adottare misure di prevenzione.Il virus trasmesso sarà comunque debole e claudicante...
I
Credo di aver introdotto un'altra prospettiva attraverso cui valutare le mutazioni virali che tanto ci fanno paura!
vorrei approfondire questo argomento e spero che qualcuno contribuisca..
grazie
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
La quantità di scempiaggini che scrivi è stupefacente.Skorpio ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 12:19
perché è importante capire come si generino le varianti che tanto ci spaventano, ma spiegandola bene
Credo che prima bisogna capire perchè le varianti "ci spaventano tanto".
Visto che suscitare il pericolo delle varianti covid nel pubblico sia a mio parere l'obbiettivo "terroristico" del giornalista.Molto conforme alla strategia comunicativa dei media governativi.
Quindi occorre togliere i veli che il giornalista ha depositato sulla "verità delle mutazioni virali".
Veli che servono a dirigere la mente dell'osservatore verso la... irrazionalità da panico..e che ingenera nella popolazione la richiesta di aiuto e sicurezza da parte dello stato.
Individuare il paziente 1 di una epidemia o pandemia(dopo..) è fondamentale per capire la reale e oggettiva pericolosità del virus (dal punto di vista sintomatologico) nel momento in cui esso si inocula nel corpo umano.
Studiare, ricostruendo la catena dei contagi, come lo stesso virus muti ,quindi generando una variante "a lui più favorevole"(la variazione di un virus indotta dal s.i non può mai essere sintomatologicamente x l'ospite successivo più pericolosa della originale ;essendo il virus stato in contatto,combattuto e indebolito dai sistemi immunitari dei donatori precedenti )
serve a valutare e predirre quando la immunità di gregge sarà raggiunta.Ossia quando il virus originale inoculatosi nel primo paziente e trasmessosi epidemicamente avrà perso totalmente le sue caratteristiche di letalità e sarà
del tutto asintomatico per l'ospite .Ossia la immunità di gregge si raggiunge quando il virus originiario avrà subito "variazioni" tali da renderlo totalmente innocuo anche dai s.i più compromessi.(a meno che l'ospite non abbia già un piede nella fossa..)
E' un bene quindi che i virus subiscano mutazioni!
I virus subiscono mutazioni anche grazie al sistema immunitario ambientale come ossigeno(ossida i virus istantaneamnte)ozono,raggi uv,sudore,nanoparticelle,smog,fumo,salsedine,polvere..etc.... Un virus rimane molto piu tempo attivo ed infettivo su una superfice pulita e igienizzata piuttosto che su una superfice dove normalmente prolificano polvere e batteri.i batteri mangiano i virus!..
Un virus che da letale o presunto tale...si è trasformato in una variante(debole) asintomatica è quindi molto infettivo ossia non producendo sintomi nell'ospite questo non sarà in grado di adottare misure di prevenzione.Il virus trasmesso sarà comunque debole e claudicante...
I
Credo di aver introdotto un'altra prospettiva attraverso cui valutare le mutazioni virali che tanto ci fanno paura!
vorrei approfondire questo argomento e spero che qualcuno contribuisca..
grazie
Come hai fatto altre volte, hai spostato l'attenzione dall'argomento della discussione. Prima pensavo che tu fossi uno che sa poco, ma è convinto di saperla più lunga di tutti. Adesso mi sto facendo l'idea che tu sia un troll.
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Ciao Dora, comprendo ciò che scrivi, ma in quei paesi l'HIV non è l'unico flagello, ci sta tubercolosi, epatite, malaria, denutrizione etc etc che sono tutti fattori che creano deficit immunitari e sono terreni favorevoli per le varianti.Dora ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 9:42Grazie mille, Rita. È proprio quello che penso anch'io: che la notizia meriti di essere data, perché è importante capire come si generino le varianti che tanto ci spaventano, ma spiegandola bene. Anzitutto spiegando che si tratta di una ipotesi, poi perché l'ipotesi può essere sensata. Senza censure, ma anche senza cercare lo scandalo dove non c'è. E magari approfittandone per parlare di distribuzione ingiusta dei vaccini contro il Covid e della necessità che le persone con HIV nei Paesi poveri ricevano le terapie antiretrovirali in modo adeguato.rita ha scritto: ↑giovedì 2 dicembre 2021, 9:30"La Repubblica" poteva dare la notizia in modo meno calunnioso verso i sieropositivi e più scientifico, inquadrando la supposizione (che ho sentito lanciare come un fiammifero domenica da parte del presidente AIFA a mezz'ora in più - perché mi sembra si tratti di supposizione) non di prova certa, in un quadro sanitario e sociale più ampio.
Spesso La Repubblica scade nella notizia che accende il fuoco nel pagliaio, e brama sangue cercando colpevoli, diversamente dal dare notizie chiare in base ad evidenze scientifiche, come fanno altri giornali diventati più attendibili per le argomentazioni scientifiche , ad es IL CORRIERE DELLA SERA etc...
Repubblica ha scelto un modo deplorevole di comunicare, soprattutto nella giornata dedicata alla lotta all'Hiv e AIDS.
Ultima modifica di Dodi75 il venerdì 3 dicembre 2021, 7:07, modificato 1 volta in totale.
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Sì, certo, i toni di Repubblica sono insopportabili.
Però sono gli scienziati a ipotizzare che queste varianti si generino in persone con HIV immunodepresse, non è un'illazione dei giornalisti.
Però sono gli scienziati a ipotizzare che queste varianti si generino in persone con HIV immunodepresse, non è un'illazione dei giornalisti.
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Piaccia o no è un dato di fatto quello che ha scritto repubblica
Non è che siccome noi siamo + allora non devono parlare di noi e informare. È una statistica
Nei positivi hanno rilevato quella statistica
Sono dati di fatto. Come dire la maggioranza dei positivi in Occidente sono maschi gay. È un dato.
Oppure gli obesi muoiono più di infarto rispetto agli altri. È un dato.
Non è che siccome noi siamo + allora non devono parlare di noi e informare. È una statistica
Nei positivi hanno rilevato quella statistica
Sono dati di fatto. Come dire la maggioranza dei positivi in Occidente sono maschi gay. È un dato.
Oppure gli obesi muoiono più di infarto rispetto agli altri. È un dato.
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
<edit dell'amministrazione>
questo post è stato rimosso perché ritenuto in violazione del regolamento.
questo post è stato rimosso perché ritenuto in violazione del regolamento.
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Skorpio sei andato fuori dal seminato
Re: La Repubblica ci dipinge come I nuovi incubatori di Covid19
Ciao @Dora, qui un articolo del Corriere della sera che ha un approccio differente da Repubblica
https://www.corriere.it/salute/malattie ... b6a5.shtml
Si parla di soggetti immunodepressi in generale senza "categorizzare" nessuno, con una ipotesi:
<<L’ipotesi dell’infezione cronica
Invece, Rambaut e molti altri scienziati suggeriscono che il virus possa essersi sviluppato molto probabilmente in un paziente con infezione cronica da Covid-19, probabilmente qualcuno la cui risposta immunitaria è stata compromessa da un’altra malattia o da un farmaco. Quando Alfa è stata scoperta per la prima volta alla fine del 2020 sembrava aver acquisito numerose mutazioni contemporaneamente, portando i ricercatori a ipotizzare che derivasse da un’infezione cronica. In Sud Africa è stato documentato il caso di una donna con infezione da HIV non trattata rimasta positiva a Sars-CoV-2 per oltre sei mesi. Il virus ha accumulato una serie di mutazioni osservate nelle varianti di preoccupazione. Le persone immunocompromesse potrebbero infatti fungere da «serbatoio» per le varianti, dato che possono ospitare il virus per diverse settimane: abbastanza tempo per mutare.>> (Cit. Corriere della sera)
Ciò che è mancato nell'approccio dell'altro quotidiano.
https://www.corriere.it/salute/malattie ... b6a5.shtml
Si parla di soggetti immunodepressi in generale senza "categorizzare" nessuno, con una ipotesi:
<<L’ipotesi dell’infezione cronica
Invece, Rambaut e molti altri scienziati suggeriscono che il virus possa essersi sviluppato molto probabilmente in un paziente con infezione cronica da Covid-19, probabilmente qualcuno la cui risposta immunitaria è stata compromessa da un’altra malattia o da un farmaco. Quando Alfa è stata scoperta per la prima volta alla fine del 2020 sembrava aver acquisito numerose mutazioni contemporaneamente, portando i ricercatori a ipotizzare che derivasse da un’infezione cronica. In Sud Africa è stato documentato il caso di una donna con infezione da HIV non trattata rimasta positiva a Sars-CoV-2 per oltre sei mesi. Il virus ha accumulato una serie di mutazioni osservate nelle varianti di preoccupazione. Le persone immunocompromesse potrebbero infatti fungere da «serbatoio» per le varianti, dato che possono ospitare il virus per diverse settimane: abbastanza tempo per mutare.>> (Cit. Corriere della sera)
Ciò che è mancato nell'approccio dell'altro quotidiano.