Perchè le case farmaceutiche..spendono?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
mariolinoa

Re: Perchè le case farmaceutiche..spendono?

Messaggio da mariolinoa » lunedì 18 febbraio 2013, 12:31

ho riportato anche qui queste osservazioni perchè inerenti rif. http://hivforum.info/forum/viewtopic.ph ... 762#p29762
Sandro Mattioli ha scritto:Ciao.
Che idea mi sono fatto? Mah... credo che qualcuno incomincia a capire che una persona sieropositiva coinvolta, o che si accetta, o riesce a vivere meglio la propria condizione, riesce mediamente ad essere più aderente. Le associazioni di pazienti spesso hanno key opinion leader che riescono ad avere un peso nella gestione sociale e clinica della terapia e dell'infezione. Alla fine di tutto è ovvio che le multinazionali sono imprese e cercano di incrementare i propri affari. Il "trucco", se così posso definirlo, è cercare di far coincidere i nostri interessi con quelli delle imprese. E' difficile indubbiamente, anche a motivo di una serie infinita di pregiudizi da entrambe le parti.
Tanto per fare un piccolo esempio: i workshop HIVoices sono stati finanziati da Abbott. Tralascio le impressioni positive dei partecipanti, ma ma dal piccolo studio sociale che ne è nato, è emersa una corrispondenza fra l'accettazione e la tendenza a prendere in considerazione l'aderenza alla terapia, sono anche emerse le molte paure che abbiamo nei confronti dei farmaci. D'altra parte ci salvano la vita e mi piace pensare che Abbott terrà in considerazione alcune osservazioni. Ovvio che Abbott ha il suo porco interesse perché vende farmaci, ma è anche vero che noi abbiamo interesse a che le persone stiano meglio. Se c'è una convergenza perché no? Questo non mi ha impedito di partecipare alla marcia di protesta contro Abbott a Città del Messico nel 2008, dove lo stand dell'azienda fu tappezzato di post it. D'altra parte le ricerche di Abbott in Messico sono state una vera <edit automatico> e la reazione delle associazioni qualcosa ha risolto. Scusate il ragionamento un po' confuso, la stanchezza sta avendo la meglio, ma ci tenevo almeno ad abbozzare una risposta.
    rif. http://hivforum.info/forum/viewtopic.ph ... 762#p29762


    ciao .grazie si anche a me sembra evidente che l'unico punto di convergenza tra gli interessi dei pazienti e quello delle case farmaceutiche possa riguardare l'aderenza. a loro interessa che si consumino i farmaci.e più se ne consumano e meglio è. i miei dubbi sono sui " nostri interessi".Parto anche da un principio però. E cioè che considero sacrosanta la libertà personale di cura e di non cura. cioè di poter decidere se.. e come curarsi . se.. e come morire . se e ..come vivere.e non lo considero solo un patrimonio degli "iimbecilli".
    gli interessi "nostri"....invece sono o dovrebbero essere più vicini a noi:
    il rapporto con le assicurazioni
    con la giustizia
    con la privacy
    con le pensioni
    con il mondo del lavoro
    la relazione tra invecchiamento precoce e prepensionamento...
    l'asssistenza ai malati terminali
    i rapporti con le strutture ospedaliere
    il diritto ad essere affiancati da uno psicologo , un dietologo , un preparatore atletico (per limitare i danni dei farmaci)...sono i primi che mi vengono in mente ma credo che l'elenco potrebbe essere più lungo. e cosa si vede nelle associazioni di pazienti? che iniziative vengono portate avanti?che diritti vengono promossi o difesi?

    e per quanto riguarda l'assunzione dei farmaci.. le paure non sono solo immotivate.e il "dovere" di forzarne l'assunzione da parte delle associazioni nei confronti dei pazienti è una responsabilità enorme.sopratutto per chi ha osservato nel tempo sulle persone e sugli amici le contraddizioni e i misteri che ancora riguardano il decorso e l'evoluzione della malattia. questa responsabilità dovrebbe essere svincolata il più possibile da "altri" interessi.



    Eilan
    Messaggi: 2104
    Iscritto il: mercoledì 23 luglio 2008, 21:07

    Re: Perchè le case farmaceutiche..spendono?

    Messaggio da Eilan » lunedì 18 febbraio 2013, 19:12

    Hai ragione Mario, e alla tua lista aggiungerei un ampliamento preventivo alla nota 13 prima di trovarsi con valori da statine o con un intestino devastato, ma dubito che inseriranno mai i probiotici oltre agli omega3, è un bel business anche questo tutto sommato.

    Anche di questa interrogazione dell'Assessore Lusenti io non ho più saputo nulla e non mi sembrava una cosa da poco.

    “Bisognerà pur ragionare – ha concluso Lusenti – sul fatto che l’ordinamento giuridico attualmente vigente rimette nella esclusiva disponibilità delle case farmaceutiche l’individuazione delle indicazioni per le quali può essere registrato e conseguentemente utilizzato un farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale. Dov’è in questo quadro la responsabilità pubblica e di governo? Su questi profili abbiamo interpellato l’Autorità garante della concorrenza, l’Aifa, il Ministero della salute e il Ministero dell’economia. A maggior ragione, dopo la sentenza della Consulta, un loro pronunciamento si rende necessario”.

    http://www.saluter.it/news/regione/farm ... ionale201d



    uffa2
    Amministratore
    Messaggi: 6940
    Iscritto il: lunedì 26 novembre 2007, 0:07

    Re: Perchè le case farmaceutiche..spendono?

    Messaggio da uffa2 » martedì 19 febbraio 2013, 14:56

    Ciao Meli,
    devo dire che il tuo assessore mi ha fatto infuriare.
    Dire “…bisognerà pur ragionare sul fatto che l’ordinamento giuridico attualmente vigente rimette nella esclusiva disponibilità delle case farmaceutiche l’individuazione delle indicazioni per le quali può essere registrato e conseguentemente utilizzato un farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale. Dov’è in questo quadro la responsabilità pubblica e di governo?” è un modo simpatico per dire: facciamo quell’accidenti che vogliamo.
    In tutto il mondo è il fabbricante a chiedere l’AIC per le patologie per le quali ritiene di avere delle chance supportate da evidenze scientifiche… qui si dice “un gruppo di burocrati della regione, che non conosce il farmaco come il fabbricante, può, valutando chissà quali evidenze scientifiche (in tutto il mondo gli studi registrativi sono gli stessi, quindi…) decidere che un certo farmaco si può usare in una certa patologia”.
    Chi si prende la responsabilità se quella valutazione è stata fatta coi piedi? se un farmaco non funziona o i suoi effetti collaterali superano un accettabile profilo rischio/beneficio il responsabile è il fabbricante che ha chiesto e sostenuto la sua registrazione; qui a chi chiediamo conto della scelta? alla regione? cioè alla fine paga Pantalone?

    Vorrei capire perché mentre in tanti mettono in discussione gli studi clinici randomizzati -che si solito arruolano migliaia di pazienti in doppio cieco per registrare un farmaco- poi dovremmo accettare che qualcuno decida di “autorizzare” l’uso di un farmaco sulla base di altre evidenze ben meno supportate, come piccoli studi, review o meta analisi (perché questo vuol dire “casi in cui sia dimostrata, in letteratura e nell’esperienza”), in cui gli errori e le approssimazioni si sommano a dismisura.
    La gente si spaventa di fronte all’obbligo di prescrizione dell’equivalente (che almeno ha uno standard di oscillazione definito rispetto al farmaco originario) e dovrebbe sentirsi sicura perché una molecola DIVERSA viene indicata come appropriata da un consesso di direttori generali o farmacisti ospedalieri scelti col bilancino dai partiti e il cui Dio si chiama “rispetto del budget”?

    Sarà pure vero che dietro a Big Pharma non ci sono le dame di San Vincenzo, ma perché le cose dovrebbero essere diverse con i burocrati delle ASL?
    Quando si parla di medicine dovremmo ricordarci che il nostro obiettivo è essere curati con i ritrovati più efficaci e sicuri, e che l’obiettivo delle ASL e dei loro capi invece è quello di raccontarci balle per poter risparmiare sulla nostra pelle e dilapidare quanto risparmiato: mantenendo in vita piccoli ospedali dove si fanno interventi che nel resto del mondo sono da decenni affidati solo a centri di alta specializzazione, assumendo portantini, infermieri, e medici in eccesso rispetto a quanto si fa nel resto del mondo, pagando consulenze e mega stipendi e tutto per comprare il consenso degli elettori, pagandolo con una moneta marcia: la loro stessa salute.

    Su questo tema, mi ricordo una storia edificante: quella di un anticoagulante, per lungo tempo uno dei blockbuster mondiali in farmaceutica.
    Bene, in Italia i medici che volevano usarlo non potevano limitarsi a prescriverlo, ma dovevano compilare il cd. “piano terapeutico”, una lunga scheda con la quale giustificare l’uso del farmaco, le cui pastoie spingevano molti medici a usare altri farmaci, meno recenti. C’erano ragioni scientifiche? Chissà. Fatto sta che, appena questo anticoagulante è diventato un generico, l’Agenzia del Farmaco ha abolito la necessità del piano terapeutico. Posso dire che a me viene il sospetto che la vera ragione fosse economica? forse il tentativo di rendere un farmaco più costoso (ma anche più efficace) meno facile da usare?
    Ecco, in Big Pharma ci saranno gli sciacalli, ma solitamente gli altri non sono meglio.


    HIVforum ha bisogno anche di te!
    se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

    mariolinoa

    Re: Perchè le case farmaceutiche..spendono?

    Messaggio da mariolinoa » martedì 5 marzo 2013, 1:09

    senza andare a cercare e citare tutti i precedenti facilmente recuperabili da chi abbia voglia di interessarsene...prendiamo solo l'ultimo:

    Immagine
    continua...
    Immagine

    ...con questi 400 milioni all'anno ci copriamo quasi tutta la spesa annua per i farmaci anti hiv ...
    Anche se questa inchiesta potrà sfumare dietro ai cavilli,come altre nel passato...ognuno la pensi pure come gli pare.



    La spesa per i farmaci - La spesa per i farmaci anti-Hiv è pari a 661,5 milioni di euro all'anno


    http://www.iss.it/binary/pres/cont/osmed_2011.pdf pag.62



    Rispondi