Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
il test si fa al tempo zero (per scongiurare infezioni precedenti al rapporto) e poi dopo 3 mesi
CIAO GIOIE
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Blast ha scritto:il test si fa al tempo zero (per scongiurare infezioni precedenti al rapporto) e poi dopo 3 mesi
Precedente al rapporto a rischio è stato l'ultimo test definitivo fatto il 4/12/2015 sempre lì da loro ( perché io ero risultata positiva tre mesi fa)
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Quante probabilità ha una persona con carica virale non rilevabile di trasmettere l’HIV al partner sessuale? “Per noi, la stima più attendibile è zero”, hanno dichiarato i ricercatori che hanno presentato i risultati dei primi due anni di uno studio, denominato PARTNER, che indaga la trasmissione del virus in coppie in cui un partner è sieropositivo e l’altro no.
Per i risultati finali dello studio bisognerà attendere il 2017, ma fino ad adesso nelle coppie partecipanti non si è verificata nessuna trasmissione da parte di un partner sieropositivo con carica virale sotto la soglia di rilevabilità.
Lo studio PARTNER è ancora in corso e per ora ha arruolato un totale di 1110 coppie sierodiscordanti, di cui quasi il 40% sono coppie omosessuali.
Tali risultati vanno a confermare ed integrare quelli dello studio HTPN 052, in cui era stata osservata una diminuzione delle trasmissioni pari al 96% quando il partner sieropositivo della coppia iniziava precocemente il trattamento. Le coppie prese in considerazione in quel caso erano prevalentemente eterosessuali.
Nel follow-up dello studio PARTNER, tutti i partner eterosessuali sieronegativi hanno riferito di aver praticato sesso vaginale senza preservativo, con eiaculazione nel 72% dei casi. Quanto alle coppie omosessuali, ha dichiarato di aver praticato sesso anale ricettivo senza preservativo il 70% dei partner sieronegativi, con eiaculazione nel 40% dei casi; mentre il 30% di loro ha dichiarato di aver avuto solo rapporti insertivi. Peraltro, ha riferito di aver praticato sesso anale anche una percentuale significativa delle coppie eterosessuali.
Secondo le stime degli autori, dall’inizio dello studio le coppie omosessuali hanno avuto complessivamente 16.400 rapporti sessuali e quelle eterosessuali 14.000.
Non è stato attestato alcun caso di trasmissione dell’HIV nelle coppie in cui il partner sieropositivo aveva una carica virale inferiore alle 200 copie/ml.
L’analisi statistica ha evidenziato che, se la carica virale non è rilevabile, il rischio di trasmissione diminuisce del 99,5% in caso di sesso vaginale e del 99% in caso di sesso anale (del 96% quando c’è eiaculazione).
I ricercatori, tuttavia, sono convinti che in realtà l’efficacia del trattamento come prevenzione si attesti praticamente sul 100%, anche se – come hanno sottolineato i principali autori dello studio – probabilmente non sarà mai possibile dimostrare con certezza matematica che il rischio di trasmissione da parte di una persona che assume una ART efficace sia completamente azzerato
Per i risultati finali dello studio bisognerà attendere il 2017, ma fino ad adesso nelle coppie partecipanti non si è verificata nessuna trasmissione da parte di un partner sieropositivo con carica virale sotto la soglia di rilevabilità.
Lo studio PARTNER è ancora in corso e per ora ha arruolato un totale di 1110 coppie sierodiscordanti, di cui quasi il 40% sono coppie omosessuali.
Tali risultati vanno a confermare ed integrare quelli dello studio HTPN 052, in cui era stata osservata una diminuzione delle trasmissioni pari al 96% quando il partner sieropositivo della coppia iniziava precocemente il trattamento. Le coppie prese in considerazione in quel caso erano prevalentemente eterosessuali.
Nel follow-up dello studio PARTNER, tutti i partner eterosessuali sieronegativi hanno riferito di aver praticato sesso vaginale senza preservativo, con eiaculazione nel 72% dei casi. Quanto alle coppie omosessuali, ha dichiarato di aver praticato sesso anale ricettivo senza preservativo il 70% dei partner sieronegativi, con eiaculazione nel 40% dei casi; mentre il 30% di loro ha dichiarato di aver avuto solo rapporti insertivi. Peraltro, ha riferito di aver praticato sesso anale anche una percentuale significativa delle coppie eterosessuali.
Secondo le stime degli autori, dall’inizio dello studio le coppie omosessuali hanno avuto complessivamente 16.400 rapporti sessuali e quelle eterosessuali 14.000.
Non è stato attestato alcun caso di trasmissione dell’HIV nelle coppie in cui il partner sieropositivo aveva una carica virale inferiore alle 200 copie/ml.
L’analisi statistica ha evidenziato che, se la carica virale non è rilevabile, il rischio di trasmissione diminuisce del 99,5% in caso di sesso vaginale e del 99% in caso di sesso anale (del 96% quando c’è eiaculazione).
I ricercatori, tuttavia, sono convinti che in realtà l’efficacia del trattamento come prevenzione si attesti praticamente sul 100%, anche se – come hanno sottolineato i principali autori dello studio – probabilmente non sarà mai possibile dimostrare con certezza matematica che il rischio di trasmissione da parte di una persona che assume una ART efficace sia completamente azzerato
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
punto 1. il documento è stato fatti dagli americani a scopo commerciale. la valenza di questo documento era dimostrare agli stati africani che se avessero investito nelle cure per azzerare la carica virale
su persone HIV avrebbero azzerato il contagio, e quindi investire in queste cure consiste comunque in un risparmio commerciale a lungo termine.
In realtà la percentuale aderente a questa linea guida non è il 100%, ma il 96%. Sul restante 4% non sono stati effettuati test per capire il motivo della trasmissione.
punto 2. avere una carica virale azzerata significa la mancanza di rilevamento del virus nel sangue. il virus rimane però vivo e presente nel nostro corpo, asserragliato nei cosidetti santuari.
e guarda caso l'apparato genitale maschile e femminile è uno di questi santuari. la presenza di virus e la quantità di virus presente nell'apparato genitale è assolutamente soggettivo.
possiamo quindi avere una casistica in cui la carica virale rilevata nel sangue è nulla, mentre è attiva nei liquidi seminali
punto 3. ci sono diverse documentazioni di casi di coppie sierodiscordanti che pur non usando nessuna protezione non si sono passate il virus. bisogna però precisare che la stragrande maggioranza sono
donna hiv+ e uomo hiv-, proprio per la diversità degli organi genitali e il modo di trasmissione al partner del liquido seminale o liquido vaginale (non so...si dice così...). i rapporti a lungo temine
hanno maggiore possibilità di non trasmissione del virus, in quanto il partner negativo ricevendo piccolissime dosi del virus riesce a creare degli anticorpi, e si instarura quindi una specie di
stabilità, dove vengono passate delle copie di virus, ma queste vengono fermati dagli anticorpi sviluppati.
su persone HIV avrebbero azzerato il contagio, e quindi investire in queste cure consiste comunque in un risparmio commerciale a lungo termine.
In realtà la percentuale aderente a questa linea guida non è il 100%, ma il 96%. Sul restante 4% non sono stati effettuati test per capire il motivo della trasmissione.
punto 2. avere una carica virale azzerata significa la mancanza di rilevamento del virus nel sangue. il virus rimane però vivo e presente nel nostro corpo, asserragliato nei cosidetti santuari.
e guarda caso l'apparato genitale maschile e femminile è uno di questi santuari. la presenza di virus e la quantità di virus presente nell'apparato genitale è assolutamente soggettivo.
possiamo quindi avere una casistica in cui la carica virale rilevata nel sangue è nulla, mentre è attiva nei liquidi seminali
punto 3. ci sono diverse documentazioni di casi di coppie sierodiscordanti che pur non usando nessuna protezione non si sono passate il virus. bisogna però precisare che la stragrande maggioranza sono
donna hiv+ e uomo hiv-, proprio per la diversità degli organi genitali e il modo di trasmissione al partner del liquido seminale o liquido vaginale (non so...si dice così...). i rapporti a lungo temine
hanno maggiore possibilità di non trasmissione del virus, in quanto il partner negativo ricevendo piccolissime dosi del virus riesce a creare degli anticorpi, e si instarura quindi una specie di
stabilità, dove vengono passate delle copie di virus, ma queste vengono fermati dagli anticorpi sviluppati.
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
questi 3 punti sono considerazioni personali o provengono da una fonte attendibile?Fiore79 ha scritto:punto 1. il documento è stato fatti dagli americani a scopo commerciale. la valenza di questo documento era dimostrare agli stati africani che se avessero investito nelle cure per azzerare la carica virale
su persone HIV avrebbero azzerato il contagio, e quindi investire in queste cure consiste comunque in un risparmio commerciale a lungo termine.
In realtà la percentuale aderente a questa linea guida non è il 100%, ma il 96%. Sul restante 4% non sono stati effettuati test per capire il motivo della trasmissione.
punto 2. avere una carica virale azzerata significa la mancanza di rilevamento del virus nel sangue. il virus rimane però vivo e presente nel nostro corpo, asserragliato nei cosidetti santuari.
e guarda caso l'apparato genitale maschile e femminile è uno di questi santuari. la presenza di virus e la quantità di virus presente nell'apparato genitale è assolutamente soggettivo.
possiamo quindi avere una casistica in cui la carica virale rilevata nel sangue è nulla, mentre è attiva nei liquidi seminali
punto 3. ci sono diverse documentazioni di casi di coppie sierodiscordanti che pur non usando nessuna protezione non si sono passate il virus. bisogna però precisare che la stragrande maggioranza sono
donna hiv+ e uomo hiv-, proprio per la diversità degli organi genitali e il modo di trasmissione al partner del liquido seminale o liquido vaginale (non so...si dice così...). i rapporti a lungo temine
hanno maggiore possibilità di non trasmissione del virus, in quanto il partner negativo ricevendo piccolissime dosi del virus riesce a creare degli anticorpi, e si instarura quindi una specie di
stabilità, dove vengono passate delle copie di virus, ma queste vengono fermati dagli anticorpi sviluppati.
non credo di aver mai letto da nessuna parte le informazioni qui descritte.
la differenza di viremia tra sangue e liquidi seminale è stato per un pò di tempo il punto cruciale sul quale si basava l'efficacia della tasp. tuttavia recenti studi hanno evidenziato che tale differenza nella viremia, qualora ci fosse, non è significativa ai fini di una trasmissione.
inoltre quel famoso 96% è scaturito da un caso di trasmissione avvenuto entro i primi 6 mesi di assunzione della terapia, quando ancora la viremia non è stata soppressa a livelli da non essere più rilevata. hanno incluso il caso nella statistica ma di fatto in tutte le coppie con partner in terapia da più di 6 mesi non è avvenuto nessun caso di trasmissione.
di scarsa importanza anche la differenza di sesso. seppure è vero che l'uomo più facilmente infetta la donna che non viceversa, nelle più di mille coppie analizzate e su un periodo di 10 anni tale differenza non ha fornito dati discordanti e a favore di un sesso piuttosto che di un altro.
Ultima modifica di Datex il martedì 29 dicembre 2015, 19:16, modificato 1 volta in totale.
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Fondi attendibili, ma ci sono tanti fondi attendibili e ogni uno da la sua versione
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
puoi citarle?Fiore79 ha scritto:Fondi attendibili, ma ci sono tanti fondi attendibili e ogni uno da la sua versione
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
lo studio partner non è uno studio americano ma multinazionale con centri di analisi sparsi in diversi paesi, soprattutto europei. per cui il dato indicato è falso. inoltre gli stati africani hanno investito molto prima nelle cure e vengono sostenuti da un programma di fornitura internazionale che fornisce farmaci generici da cui le grandi società che detengono i brevetti non guadagnano praticamente nulla.Fiore79 ha scritto:punto 1. il documento è stato fatti dagli americani a scopo commerciale. la valenza di questo documento era dimostrare agli stati africani che se avessero investito nelle cure per azzerare la carica virale
su persone HIV avrebbero azzerato il contagio, e quindi investire in queste cure consiste comunque in un risparmio commerciale a lungo termine.
dire quindi che è un documento è stato fatto solo per uno scopo commerciale è assolutamente lontano da ogni realtà. semmai serve a rivedere la prevenzione dell'hiv al di fuori di un contesto basato solo sul preservativo e di una strategia volta a eliminare nuovi casi di trasmissione in un modo più affidabile rispetto al condom, che per quanto efficace ad eliminare la trasmissione (se usato) non è riuscito da solo a fermare nuove infezioni.
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Le tue fonti ufficiali sono un copia e incolla di un tizio che ha pubblicato un post su lila forum 3 anni fa? Per di più raccontando quello che gli aveva detto il suo infettivologo, con tanto di percentuali senza alcuna fonte dichiarata.
Le aziende farmaceutiche dovrebbero investire in Africa? E come li dovrebbero pagare i farmaci gli africani? Ma questo infettivologo lo sa che in Africa i paesi in cui hiv è epidemico sono paesi sottosviluppati e senza una lira che non possono investire neanche per comprare una bottiglia d'acqua? Paesi in cui le donne muoiono partorendo perchè non esistono strutture sanitarie, paesi in cui la puntura di una zanzare può essere mortale.
Cioè, bisogna pur ragionarci un po' quando si fanno certe dichiarazioni. Posso capire l'anti-americanismo che dilaga soprattutto a causa delle scelte politiche degli ultimi tempi, posso capire il non guardare di buon occhio le aziende farmaceutiche perchè hanno evidenti scopi di lucro sulla salute dei pazienti, ma da qui ad addurre la non totale efficacia della HAART al complotto delle aziende a discapito degli africani mi sembra davvero eccessivo.
Per di più nella tua stessa "fonte" è citato il fatto che è molto più facile infettare il partner se si tratta di una donna, piuttosto che un uomo.
Io credo che entrambi dobbiate lavorare un po' sulla cosa perchè, come dicevi tu, non è possibile che ad ogni rottura del preservativo vi recate in ospedale per la PEP, e soprattutto perchè non è possibile che tu vada in paranoia per ogni piccolo inconveniente.
A maggior ragione, quindi, io chiederei di entrare in terapia nonostante tu sia un elite controller. L'elite control va bene per se stessi, ma quando c'è di mezzo un partner le cose cambiano.
Le aziende farmaceutiche dovrebbero investire in Africa? E come li dovrebbero pagare i farmaci gli africani? Ma questo infettivologo lo sa che in Africa i paesi in cui hiv è epidemico sono paesi sottosviluppati e senza una lira che non possono investire neanche per comprare una bottiglia d'acqua? Paesi in cui le donne muoiono partorendo perchè non esistono strutture sanitarie, paesi in cui la puntura di una zanzare può essere mortale.
Cioè, bisogna pur ragionarci un po' quando si fanno certe dichiarazioni. Posso capire l'anti-americanismo che dilaga soprattutto a causa delle scelte politiche degli ultimi tempi, posso capire il non guardare di buon occhio le aziende farmaceutiche perchè hanno evidenti scopi di lucro sulla salute dei pazienti, ma da qui ad addurre la non totale efficacia della HAART al complotto delle aziende a discapito degli africani mi sembra davvero eccessivo.
Per di più nella tua stessa "fonte" è citato il fatto che è molto più facile infettare il partner se si tratta di una donna, piuttosto che un uomo.
Io credo che entrambi dobbiate lavorare un po' sulla cosa perchè, come dicevi tu, non è possibile che ad ogni rottura del preservativo vi recate in ospedale per la PEP, e soprattutto perchè non è possibile che tu vada in paranoia per ogni piccolo inconveniente.
A maggior ragione, quindi, io chiederei di entrare in terapia nonostante tu sia un elite controller. L'elite control va bene per se stessi, ma quando c'è di mezzo un partner le cose cambiano.
CIAO GIOIE
Re: Rottura del preservativo durante il rapporto vaginale
Non è facile ragazzi, oggi ho parlato con la mia infettivologa e dice che non mi danno la terapia, non per ora, gli ho chiesto perché? Perché io sto bene, perché ho carica virale irilevabile, perché ho i cd4 alti, ok ma mi assicurate che io possa stare tranquilla nel rapporto con il mio uomo, no! C'è sempre il rischio di 1%, ma mica posso campa così, è uno stress per me è per lui