Prendo il covid e una volta guarito decido di donare il plasma iperimmune e facendo i vari test per le malattie infettive risulto positivo a un combo test hiv di quarta generazione. In prima battuta ho avuto paura, poi, facendo mente locale e conoscendo le vie di trasmissione di questo virus (sono ignorante in materia ma le basi le sapevo, non pensavo di certo che sì trasmettesse con le strette di mano) e ricordando di non avere avuto rapporti non protetti recenti se non con la mia ex (della quale ero sicuro) un anno e mezzo prima mi sono un po' tranquillizzato in attesa dei test di verifica. Prima di prendere il covid, in quanto donatore AVIS avevo fatto sempre i test ed erano risultati sempre negativi. Stando ai miei racconti i medici mi dicono che si tratta probabilmente di una cross reazione data dal covid, mi fanno il western blot (credo si scriva così) che risulta reattivo solo in una o due bande (dovrei andare a rivedere) e il test della carica virale che risulta non rilevabile. Mi liquidano quindi con il discorso della cross reazione data dagli anticorpi contro il coronavirus e io rimango tranquillo perché non avendo avuto rapporti a rischio non avevo motivo di diventare ipocondriaco e credere di avere Hiv. Tuttavia ora mi sorge una curiosità, sicuramente dettata dall'ignoranza in materia: come si fa a distinguere una cross reazione da un elite controller dal momento che questi soggetti sono positivi ai test anticorpali ma hanno viremia non rilevabile senza terapia antiretrovirale?
Mi spiego meglio: se invece di me, che non avevo avuto comportamenti a rischio avessero trovato una persona che li aveva avuti come si sarebbe risolto il caso?
Penso ci sia qualche elite controller in questo forum, mi piacerebbe parlarci

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