Ciao a tutti,
mi sono da poco trasferito in un'altra regione, molto lontana da quella precedente.
Ho cambiato lavoro e devo già iniziare a viaggiare per il mondo, a questo punto mi trovo in difficoltà perché devo trovare il tempo per:
Scegliere un nuovo medico e quindi riscrivermi ad un nuovo distretto sanitario (nella regione dove mi trovo si fa di persona purtroppo)
Ri-arruolarmi in un nuovo ospedale (anche qui, non è chiaro come fare a velocizzare)
Richiedere l'esenzione per le visite e i farmaci
Quindi cresce la paura nel frattempo di restare senza farmaci.
Trovo assurdo che non siamo assistiti a livello nazionale, senza dover ogni volta dover riaccreditare la nostra condizione, tutto ciò a causa del federalismo sanitario.
Che ne pensate? Chi ha vissuto qualcosa di simile?
Un grande abbraccio,
Agamennone
Trasferimento in altra regione e federalismo sanitario
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Re: Trasferimento in altra regione e federalismo sanitario
Personalmente, pur vivendo in una Regione Autonoma, sono fra i pochi in questo luogo, sempre convinto in un unico SSN e non frastagliato in 20 pezzi. D'altronde il Covid lo ha dimostrato abbondantemente. Le difficoltà potresti averle per la lungaggine burocratica, ma anche senza essere registrato nella nuova sede, non resterai senza farmaci, che potrai continuare a ritirarli nella vecchia sede (magari tramite delega). Penso anche, trattandosi di una patologia importante, che i tuoi medici attuali possano anche chiudere un occhio nel periodo di passaggio (queste cose le capiscono) basta parlarne chiaro. Fortunatamente una ricetta è ancora riconosciuta su tutto il territorio nazionale.
Io ho avuto problemi con altre patologie nel farmi curare fuori sede: anzitutto la ridicolaggine per mia invalidità dell'80% che riporta un codice riconosciuto solo in FVG. In pratica un'esenzione che fuori dalla mia Regione non serve a nulla. Certo, a Padova ho aspettato ore si mettessero d'accordo tramite telefonate fra le varie ASL (Udine-Padova) e non ho pagato. Ma al San Raffaele di Milano, la visita l'ho pagata, quel codice riportato nel tesserino sanitario cartaceo, nessuno sapeva cos'era.
E qui mi riporta a un'ulteriore frizione: abbiamo due tesserini sanitari, uno cartaceo e uno elettronico, ma in quest'ultimo, causa il nostro immenso ritardo tecnologico, le esenzioni non vengono cifrate. Il paradosso è che se resto entro la Regione, le esenzioni figurano nel database sanitario regionale e non mi serve il cartaceo, ma se esco dai "confini" regionali devo presentare il cartaceo che ha codici diversi, come andassi all'estero.
Io ho avuto problemi con altre patologie nel farmi curare fuori sede: anzitutto la ridicolaggine per mia invalidità dell'80% che riporta un codice riconosciuto solo in FVG. In pratica un'esenzione che fuori dalla mia Regione non serve a nulla. Certo, a Padova ho aspettato ore si mettessero d'accordo tramite telefonate fra le varie ASL (Udine-Padova) e non ho pagato. Ma al San Raffaele di Milano, la visita l'ho pagata, quel codice riportato nel tesserino sanitario cartaceo, nessuno sapeva cos'era.
E qui mi riporta a un'ulteriore frizione: abbiamo due tesserini sanitari, uno cartaceo e uno elettronico, ma in quest'ultimo, causa il nostro immenso ritardo tecnologico, le esenzioni non vengono cifrate. Il paradosso è che se resto entro la Regione, le esenzioni figurano nel database sanitario regionale e non mi serve il cartaceo, ma se esco dai "confini" regionali devo presentare il cartaceo che ha codici diversi, come andassi all'estero.
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Re: Trasferimento in altra regione e federalismo sanitario
Grazie Puzzle per la tua risposta.
Sono pienamente d'accordo, va bene preservare la cultura ma le regole medievali dei feudi e dei comuni sono anacronistiche ed andrebbero eliminate poiché creano divisione ed emarginazione, e l'emarginazione è una cosa che non auguro a nessuno di noi.
Incrocio le dita con la speranza di risolvere al meglio.
Un caldo abbraccio,
Agamennone
Sono pienamente d'accordo, va bene preservare la cultura ma le regole medievali dei feudi e dei comuni sono anacronistiche ed andrebbero eliminate poiché creano divisione ed emarginazione, e l'emarginazione è una cosa che non auguro a nessuno di noi.
Incrocio le dita con la speranza di risolvere al meglio.
Un caldo abbraccio,
Agamennone
Re: Trasferimento in altra regione e federalismo sanitario
Io ci sono passato.Agamennone ha scritto: ↑giovedì 19 gennaio 2023, 7:38Che ne pensate? Chi ha vissuto qualcosa di simile?
I sistemi sanitari delle varie regioni semplicemente non comunicano fra di loro, occorre fare tutto col cartaceo.
Per evitare di rimanere senza farmaci, con ampio anticipo ho chiesto una relazione clinica al mio vecchio infettivologo (è un documento che descrive la tua situazione medica, cosa hai avuto, che farmaci prendi ecc.).
Poi, il giorno stesso che ho chiesto la nuova residenza all'anagrafe sono andato nella nuova struttura per chiedere di essere seguito (avevo anche in mano una prescrizione per una visita infettivologica a firma del mio vecchio medico, ma probabilmente non era necessario, gli è bastata la relazione clinica). Nella nuova struttura mi hanno fissato la prima visita dopo circa tre giorni, nel frattempo sono passato all'ufficio scelta/revoca medico per dargli la mia richiesta di residenza dell'anagrafe per l'iscrizione alla nuova AUSL (basta quella, non serve la residenza vera e propria, però in alcune regioni come in Lombardia controllano se la residenza si perfeziona entro 40 giorni oppure no).
In alternativa, puoi chiedere le fotocopie dei tuoi esami precedenti (o perlomeno i più significativi, ad esempio il test genotipico delle resistenze) perché altrimenti nel rifarli perderesti ulteriore tempo. Il nuovo infettivologo non può prescriverti farmaci senza esami, senza presentazioni/relazioni cliniche di altri colleghi, solo ascoltandoti e fidandosi di quel che dici a voce.