PTSD e forme "minori": vite minime, vite rovinate
Inviato: sabato 3 settembre 2011, 13:22
(Chiedo scusa se apro questo topic a sé, ma desidero dargli evidenza. Quando sarà "esaurito" - magari anche prestissimo - prego l'admin di accodarlo a "Depressione, stress post-traumatico e infezione da HIV" - http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?f=2&t=127 )
Avevamo già parlato, e non poco, della "sindrome post traumatica da stress" (Post Traumatic Stress Disorder = PTSD) con riferimento all'infezione/malattia da HIV e, quindi, un po' a tutti noi.
Ieri, senza tuttavia avere in mente questo accostamento, che pure mi pare il più giusto per noi (anche se, purtroppo, di "post" direi che non si può propriamente parlare, a meno che si voglia ridurre il "trauma" al solo momento della diagnosi dell'infezione da HIV), leggevo un'interessante inchiesta sul PTSD nei reduci di guerra, e in particolare nei nostri sopravvissuti alla strage di Nassiriya ( http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... a-20537298 ).
L'inchiesta è quasi tutta molto interessante ("quasi" perché, per esempio, lo psichiatra Daniele Moretti è un beota che non dice che genericità è ovvietà), ma mi ha colpito soprattutto una risposta dalla psicanalista Carole Beebe Tarantelli (la moglie del Tarantelli ucciso tanti anni fa dalle BR, per capirci), che, quando l'intervistatore le ha proposto la questione "Il Ptsd fa pensare ai casi eclatanti, ma le statistiche parlano di un disagio più diffuso e meno visibile", ha appunto risposto:
"Sì, i casi di Ptsd o cosidetto "grande trauma", portano sintomi evidenti. Queste persone sono come "rapite" dalla memoria di quello che gli è successo e nel rivivere quel momento, con i flashback e le memorie intrusive, sono completamente invalidati. Un disagio più diffuso è quello dei trumatizzati che stanno "all'ombra del radar": non hanno una sintomatologia evidente, ma sono danneggiati in profondità. Queste persone vengono svuotate dal trauma fino a ridursi a uno stato di mera sopravvivenza. Sono vite minime. Sono vite senza affetti, senza piaceri, senza progetti. Sono vite rovinate".
Ecco, non mi pare che queste pur durissime definizioni e descrizioni di "vite minime", "vite rovinate" non abbiano niente a che fare con noi, o almeno con alcuni di noi.
Avevamo già parlato, e non poco, della "sindrome post traumatica da stress" (Post Traumatic Stress Disorder = PTSD) con riferimento all'infezione/malattia da HIV e, quindi, un po' a tutti noi.
Ieri, senza tuttavia avere in mente questo accostamento, che pure mi pare il più giusto per noi (anche se, purtroppo, di "post" direi che non si può propriamente parlare, a meno che si voglia ridurre il "trauma" al solo momento della diagnosi dell'infezione da HIV), leggevo un'interessante inchiesta sul PTSD nei reduci di guerra, e in particolare nei nostri sopravvissuti alla strage di Nassiriya ( http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... a-20537298 ).
L'inchiesta è quasi tutta molto interessante ("quasi" perché, per esempio, lo psichiatra Daniele Moretti è un beota che non dice che genericità è ovvietà), ma mi ha colpito soprattutto una risposta dalla psicanalista Carole Beebe Tarantelli (la moglie del Tarantelli ucciso tanti anni fa dalle BR, per capirci), che, quando l'intervistatore le ha proposto la questione "Il Ptsd fa pensare ai casi eclatanti, ma le statistiche parlano di un disagio più diffuso e meno visibile", ha appunto risposto:
"Sì, i casi di Ptsd o cosidetto "grande trauma", portano sintomi evidenti. Queste persone sono come "rapite" dalla memoria di quello che gli è successo e nel rivivere quel momento, con i flashback e le memorie intrusive, sono completamente invalidati. Un disagio più diffuso è quello dei trumatizzati che stanno "all'ombra del radar": non hanno una sintomatologia evidente, ma sono danneggiati in profondità. Queste persone vengono svuotate dal trauma fino a ridursi a uno stato di mera sopravvivenza. Sono vite minime. Sono vite senza affetti, senza piaceri, senza progetti. Sono vite rovinate".
Ecco, non mi pare che queste pur durissime definizioni e descrizioni di "vite minime", "vite rovinate" non abbiano niente a che fare con noi, o almeno con alcuni di noi.