È uscita ieri sul sito http://www.radicali.it/ una sintesi dell'ultimo documento della Global Commission on Drug Policy, presentato ad AIDS 2012 e dedicato a The War on Drugs and HIV/AIDS - How the Criminalization of Drug Use Fuels the Global Pandemic.
GLOBAL COMMISSION / Rapporto 2012
LA GUERRA ALLE DROGHE E L’HIV/AIDS: Come la guerra alle droghe aiuti a diffondere la pandemia mondiale
La guerra globale contro le droghe sta facendo crescere la pandemia di HIV/AIDS fra i consumatori di droghe e i loro partner sessuali. In tutto il mondo, ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato come le strategie repressive legate all’applicazione delle leggi antidroga allontanino i consumatori di droghe dai servizi di sanità pubblica e li obblighino a restare in ambienti clandestini, dove il rischio di contrarre l’HIV aumenta notevolmente. Anche l’incarcerazione massiccia di persone, per delitti non di violenza, connessi all’uso di droghe, gioca un ruolo importante nell’aumento del rischio di contagio con HIV. Questo fattore è un punto critico per quel che riguarda la salute pubblica in molti paesi, compresi gli Stati Uniti, dove si stima che circa il 25% degli statunitensi contagiati dal virus HIV transitino annualmente nel sistema penitenziario, e dove gli alti tassi di incarcerazione si trovano tra le principali cause esplicative del grande aumento della diffusione di HIV fra gli afroamericani.
E’ stato dimostrato che anche le strategie aggressive del rigore, utilizzate dalle istituzioni responsabili della applicazione delle leggi rivolte ai consumatori di droghe, hanno creato delle barriere alla cura dell’ HIV. Le conseguenze sulla salute pubblica delle interruzioni delle terapie contro l’ HIV, causate dalla applicazione delle strategie repressive anti—droghe, non sono state sufficientemente riconosciute come un grosso ostacolo agli sforzi per il controllo della pandemia globale di HIV/AIDS, nonostante l’evidenza dimostri che la cura dell’ infezione da HIV riduce considerevolmente il rischio che le persone contagiate lo trasmettano.
La guerra contro le droghe ha provocato una distorsione delle politiche pubbliche grazie alla quale si sono minimizzate o ignorate la cura delle dipendenze e le misure di salute pubblica basate sull’evidenza. Sebbene si tratti di un problema comune a livello internazionale, un certo numero di paesi, incluso Stati Uniti, Russia e Tailandia, trascurano l’evidenza scientifica e le raccomandazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità e oppongono resistenza all’ applicazione dei programmi di prevenzione dell’ HIV basati su tale evidenza, con conseguenze devastanti. Per esempio, in Russia, un adulto su cento, attualmente, ha contratto l’ HIV.
Al contrario, i paesi che hanno adottato terapie per le dipendenze basate sull’evidenza e misure di sanità pubblica hanno dimostrato che l’ epidemia di HIV tra i consumatori di droghe – così come i tassi di uso di droghe iniettabili, sono diminuiti in modo notevole. Per giungere a questa conquista esistono orientamenti chiari e consolidati; gli strumenti della prevenzione dell’ HIV sono stati sottoutilizzati, mentre si ritardava il cambiamento delle dannose politiche di guerra alle droghe.
La causa potrebbe essere nella erronea supposizione che i sequestri di droghe, gli arresti, le condanne penali, e gli altri indici comunemente usati per valutare i “risultati” della applicazione delle leggi sulle droghe, siano stati efficaci, in generale, nella riduzione della disponibilità di droghe illegali. Invece, i dati dell’ ONU dimostrano che la fornitura mondiale di oppiacei illeciti, come l’eroina, è aumentata di più del 380% negli ultimi decenni, passando da 1000 tonnellate nel 1980 a più di 4800 tonnellate nel 2010. Questo aumento è coinciso con la diminuzione del 79% del prezzo dell’ eroina in Europa fra il 1990 e il 2009.
Altre prove evidenti del fallimento della guerra alle droghe nel controllo dell’offerta delle sostanze illegali si trovano esaminando i dati del controllo sulle droghe degli Stati Uniti. Per esempio, nonostante ci fisse stato un aumento di più del 600% nel budget federale antidroga degli Stati Uniti dall’inizio del decennio degli anni ’80, nello stesso periodo il prezzo dell’eroina è diminuito dell’80% e la purezza dell’eroina è aumentata di più del 900%. Un modello simile di riduzione del prezzo e aumento della purezza delle droghe si può osservare nei dati del sistema di controllo delle droghe americano per altre droghe comunemente utilizzate, incluse cocaina e cannabis.
Come era successo con la proibizione dell’alcool negli Stati Uniti nel decennio 1920/1930, attualmente la proibizione mondiale sulle droghe fomenta la violenza del mercato delle droghe in tutto il mondo. Per esempio, si stima che, dal 2006, più di 50000 persone sono morte in conseguenza alle azioni militari delle forze di governo messicane contro i cartelli del narcotraffico. Mentre i partigiani delle strategie repressive antidroga potrebbero opporre che un tale spargimento di sangue debba diminuire la capacità del mercato di droga di produrre e distribuire droghe illegali, stime recenti suggeriscono che la produzione di eroina messicana è aumentata di più del 304% dal 2004.
Mentre cresce l’epidemia di HIV nelle regioni e nei paesi, spinta principalmente dall’uso di droghe iniettabili, e con prove recenti che dimostrano come le infezioni relative all’ uso di droghe iniettabili stiano aumentando in altre regioni, inclusa l’Africa subsahariana, si deve affermare che il momento di prendere la guida è ora. Per sfortuna gli organismi di salute pubblica nazionali e delle Nazioni Unite sono stati ignorati. Mentre la guerra alle droghe continua, incrementando l’epidemia di HIV in molte regioni, diverse istituzioni di sicurezza pubblica e agenzie dell’ONU continuano rivendicando attivamente un’azione aggressiva di politiche antidroga a scapito della salute pubblica. Una qualsiasi prudente valutazione degli impatti della guerra alle droghe concluderebbe che molte organizzazioni nazionali e internazionali responsabili della riduzione del problema delle droghe, hanno in realtà contribuito ad un deterioramento della salute e della sicurezza della comunità. Questo deve cambiare.
Global Commission_la guerra alle droghe alimenta la pandemia
Re: Global Commission_la guerra alle droghe alimenta la pand
In nome della battaglia per salvare la morale pubblica (ché di questo si tratta), da decenni seminiamo le strade di morti per quello che, prima dell’avvento del proibizionismo e dell’esponenziale aumento dei profitti che ha generato, era sostanzialmente un consumo ristretto a una esigua minoranza di borghesi alla ricerca di emozioni forti…
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Re: Global Commission_la guerra alle droghe alimenta la pand
Anno dopo anno, del tutto inascoltata, la Global Commission on Drugs ci ricorda come la politica attuale di guerra alle droghe fatta con metodi proibizionistici sia fallimentare: "una guerra al buon senso" - la definisce Ruth Dreifuss, ex presidente della Svizzera e uno dei sette leader mondiali che sostengono l'ultimo rapporto della Commissione, questa volta dedicato all'epatite C.
'War on drugs' fuelling the hepatitis C epidemic among people who inject drugs
Drastic rethink of drug policy advocated to avert HCV 'time bomb'
Michael Carter
Published: 29 May 2013
The global war on drugs has had a disastrous impact on the hepatitis C epidemic, a new report from the Global Commission on Drug Policy shows. The Negative Impact of the War on Drugs on Public Health: The Hidden Hepatitis C Epidemic is backed by seven former world leaders and cites evidence showing that the criminalisation of drug use is fuelling a hepatitis C “viral time bomb”. The report is being launched ahead of the 23rd International Harm Reduction Conference, which will be held in Vilnius, Lithuania starting on 10 June.
“The war on drugs is a war on common sense,” said Ruth Dreifuss, former president of Switzerland. “The hepatitis C epidemic, totally preventable and curable, is…proof that the drug policy status quo has failed us all miserably.”
The report highlights how countries with the most repressive drug policies have some of the worst hepatitis C virus epidemics among people who inject drugs. (...)
Il sito della Global Commission, da cui è possibile scaricare il report: http://www.globalcommissionondrugs.org/.
'War on drugs' fuelling the hepatitis C epidemic among people who inject drugs
Drastic rethink of drug policy advocated to avert HCV 'time bomb'
Michael Carter
Published: 29 May 2013
The global war on drugs has had a disastrous impact on the hepatitis C epidemic, a new report from the Global Commission on Drug Policy shows. The Negative Impact of the War on Drugs on Public Health: The Hidden Hepatitis C Epidemic is backed by seven former world leaders and cites evidence showing that the criminalisation of drug use is fuelling a hepatitis C “viral time bomb”. The report is being launched ahead of the 23rd International Harm Reduction Conference, which will be held in Vilnius, Lithuania starting on 10 June.
“The war on drugs is a war on common sense,” said Ruth Dreifuss, former president of Switzerland. “The hepatitis C epidemic, totally preventable and curable, is…proof that the drug policy status quo has failed us all miserably.”
The report highlights how countries with the most repressive drug policies have some of the worst hepatitis C virus epidemics among people who inject drugs. (...)
Il sito della Global Commission, da cui è possibile scaricare il report: http://www.globalcommissionondrugs.org/.
Re: Global Commission_la guerra alle droghe alimenta la pand
A proposito degli effetti perversi del proibizionismo ...
Cannabis. La legalizzazione illustrata a sostegno del referendum radicale. Il video
Ultime settimane di raccolta firme per i 12 referendum radicali. Il comitato promotore lancia sui social network un cartone animato a sostegno del referendum che mira a legalizzare la cannabis. “Se lo stato la legalizzasse – dicono – incasserebbe 8 miliardi, il corrispettivo per costruire trenta nuovi ospedali”.
30 AGO - La legalizzazione illustrata, agli adulti. È questo il titolo del cartoon a sostegno di queste ultime settimane di raccolta firme per il referendum radicale contro il carcere per i fatti di lieve entità connessi al consumo delle sostanze stupefacenti. Uno dei 12 quesiti.
Il cartone animato è promosso sui social network. Il video, di Flavio Avy Candeli e Giovanni di Modica, illustra in 3 minuti una serie di vantaggi economici e considerazioni medico sociali a sostegno della legalizzazione.
“Un italiano su tre – dice il cartone – ha fumato cannabis almeno una volta nella vita. I consumatori abituali sono oltre 3 milioni”. Il proibizionismo, prosegue il video animato fa “incassare alla malavita decine di miliardi di euro in nero ogni anno”. Mentre “se lo stato legalizzasse la cannabis come i tabacchi incasserebbe circa 8 miliardi in più”. Ovvero “Come due Imu sulla prima casa, il corrispettivo per costruire trenta nuovi ospedali”.
In più “ogni anno si risparmierebbero i due miliardi della repressione per fare seimila asili nido per 180mila bambini, creando 40 mila posti di lavoro”.
Sempre secondo il comitato promotore dei referendum “la proposta di legalizzazione, la trasformazione delle tossicodipendenze in farmacodipendenze avrebbero un effetto stupefacente sulla giustizia, sulla sicurezza, sull’economia e sulla sanità”.
Inoltre, aggiungono i radicali “la cannabis si è anche verificata una straordinaria terapia naturale un aiuto per chi soffre di cancro, glaucoma, parkinson, sclerosi multipla e di Sla”.
Il referendum, spiegano i promotori “vuole eliminare quelle norme della legge Fini-Giovanardi che riempiono le carceri di consumatori di sostanze proibite. Se vincesse il referendum radicale la detenzione verrebbe eliminata per tutte le violazioni che riguardano fatti di lieve entità, mentre rimarrebbero le sanzioni amministrative da 3mila a 26 mila euro.
Se qualcuno volesse firmare per i 12 referendum radicali, qui può trovare dove farlo: http://www.referendumradicali.it/conten ... i-comunali.
Cannabis. La legalizzazione illustrata a sostegno del referendum radicale. Il video
Ultime settimane di raccolta firme per i 12 referendum radicali. Il comitato promotore lancia sui social network un cartone animato a sostegno del referendum che mira a legalizzare la cannabis. “Se lo stato la legalizzasse – dicono – incasserebbe 8 miliardi, il corrispettivo per costruire trenta nuovi ospedali”.
30 AGO - La legalizzazione illustrata, agli adulti. È questo il titolo del cartoon a sostegno di queste ultime settimane di raccolta firme per il referendum radicale contro il carcere per i fatti di lieve entità connessi al consumo delle sostanze stupefacenti. Uno dei 12 quesiti.
Il cartone animato è promosso sui social network. Il video, di Flavio Avy Candeli e Giovanni di Modica, illustra in 3 minuti una serie di vantaggi economici e considerazioni medico sociali a sostegno della legalizzazione.
“Un italiano su tre – dice il cartone – ha fumato cannabis almeno una volta nella vita. I consumatori abituali sono oltre 3 milioni”. Il proibizionismo, prosegue il video animato fa “incassare alla malavita decine di miliardi di euro in nero ogni anno”. Mentre “se lo stato legalizzasse la cannabis come i tabacchi incasserebbe circa 8 miliardi in più”. Ovvero “Come due Imu sulla prima casa, il corrispettivo per costruire trenta nuovi ospedali”.
In più “ogni anno si risparmierebbero i due miliardi della repressione per fare seimila asili nido per 180mila bambini, creando 40 mila posti di lavoro”.
Sempre secondo il comitato promotore dei referendum “la proposta di legalizzazione, la trasformazione delle tossicodipendenze in farmacodipendenze avrebbero un effetto stupefacente sulla giustizia, sulla sicurezza, sull’economia e sulla sanità”.
Inoltre, aggiungono i radicali “la cannabis si è anche verificata una straordinaria terapia naturale un aiuto per chi soffre di cancro, glaucoma, parkinson, sclerosi multipla e di Sla”.
Il referendum, spiegano i promotori “vuole eliminare quelle norme della legge Fini-Giovanardi che riempiono le carceri di consumatori di sostanze proibite. Se vincesse il referendum radicale la detenzione verrebbe eliminata per tutte le violazioni che riguardano fatti di lieve entità, mentre rimarrebbero le sanzioni amministrative da 3mila a 26 mila euro.
Se qualcuno volesse firmare per i 12 referendum radicali, qui può trovare dove farlo: http://www.referendumradicali.it/conten ... i-comunali.
Re: Global Commission_la guerra alle droghe alimenta la pand
Ricordo che, se pure non trovaste i tavolini dei referendum nel vostro comune, potete andare all'anagrafe del Comune e chiedere lì di firmare.
Non è neppure necessario essere residenti nel comune dove si vuole firmare:
In base alla circolare del Ministero degli Interni n.158/99 che interpreta l’art.14 della legge 53 del 1990 che a sua volta ha modificato la legge 352 del 1970, ogni autenticatore/trice ha competenza ad autenticare le firme di tutti i cittadini italiani purchè lo faccia all’interno del territorio di sua competenza.
Per esempio un consigliere comunale (o un dipendente comunale autorizzato dal sindaco, oppure il segretario comunale) può autenticare la firma di un cittadino residente in qualsiasi comune d’Italia purché lo faccia materialmente all’interno del territorio del proprio comune di competenza.
Fanno eccezione i cancellieri del Tribunale e della Corte di Appello che mantengono una competenza relativa ai comuni compresi nella relativa circoscrizione (vedere Circolare del Ministero degli Interni luglio/99).
http://www.radicalifvg.it/guida_referendum.pdf
Non è neppure necessario essere residenti nel comune dove si vuole firmare:
In base alla circolare del Ministero degli Interni n.158/99 che interpreta l’art.14 della legge 53 del 1990 che a sua volta ha modificato la legge 352 del 1970, ogni autenticatore/trice ha competenza ad autenticare le firme di tutti i cittadini italiani purchè lo faccia all’interno del territorio di sua competenza.
Per esempio un consigliere comunale (o un dipendente comunale autorizzato dal sindaco, oppure il segretario comunale) può autenticare la firma di un cittadino residente in qualsiasi comune d’Italia purché lo faccia materialmente all’interno del territorio del proprio comune di competenza.
Fanno eccezione i cancellieri del Tribunale e della Corte di Appello che mantengono una competenza relativa ai comuni compresi nella relativa circoscrizione (vedere Circolare del Ministero degli Interni luglio/99).
http://www.radicalifvg.it/guida_referendum.pdf
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