Medici di famiglia, si cambia

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
Eilan
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Medici di famiglia, si cambia

Messaggio da Eilan » domenica 26 agosto 2012, 21:58

Medici di famiglia, si cambia, in arrivo assistenza 24 ore su 24 e fascicolo elettronico per i pazienti

Piano per la sanità, decreto già pronto. Studi sempre aperti per alleggerire gli ospedali. Controlli fiscali sull'intramoenia. I dottori dovranno associarsi


Medici di base reperibili 24 ore su 24, tessera sanitaria elettronica per tutti, fine delle assunzioni «politiche» negli ospedali e riorganizzazione del sistema di attività privataintramoenia. La «rivoluzione» del sistema sanitario nazionale italiano, come la definiscono gli uomini del ministro Renato Balduzzi, è contenuta in un provvedimento che il titolare del dicastero ha illustrato al premier Monti e ai colleghi del governo venerdì sera in Consiglio dei ministri. E che sarà approvato nel prossimo, che si terrà il 31 agosto. Venticinque articoli molto densi destinati a incidere, e molto, sulla vita degli italiani. Riforme che, si confida, devono riuscire a migliorare l’assistenza ai malati. Dando al tempo stesso un contributo alla razionalizzazione delle finanze pubbliche. Il capitolo salute pesa infatti per 130 miliardi sulle casse dello Stato (30 solo alla voce medicinali) e nella spending review si legge di risparmi per 6 miliardi di euro fino al 2015. Che non potranno essere ricavati solo da tagli. Ma anche da una riorganizzazione intelligente del sistema che possa permettere «di utilizzare meglio le risorse che ci sono».

A cominciare dall’assistenza di base, ad esempio. L’idea di Balduzzi, che ha già incassato il via libera delle organizzazioni di rappresentanza, è quella di archiviare la figura del medico di base. Il vecchio, caro amico di famiglia. Però solitario al lavoro, attivo 5 giorni alla settimana. E irreperibile, magari anche solo per le ricette, nel fine settimana. Con il risultato di ingolfare gli ospedali per esigenze di poco conto. «Come nei casi segnalati all’Umberto I» si ricorda. La riforma immaginata dal governo prevede la nascita di nuclei di 5 o 6 medici (sono già in corso sperimentazioni in Veneto e Lombardia) che possano alternarsi alla guida dello studio in modo da offrire assistenza senza soluzione di continuità ai pazienti. Delle vere e proprie aggregazioni professionali, sulla falsariga di quanto avviene da anni in molti Paesi europei. «Siamo favorevoli a questa svolta» dice Claudio Cricelli. Il presidente della società italiana di medicina generale spiega che la riforma avrà il pregio di allargare il ventaglio dei servizi a disposizione dei pazienti. «Siamo consapevoli – osserva Cricelli – che il futuro passa da una aggregazione di medici che in quanto tale, oltre a fornire assistenza di base 24 ore su 24, potrà garantire anche la diagnostica e alcune visite specialistiche».

Un altro capitolo sul quale si punta molto è la riscrittura delle norme per il reclutamento dei dirigenti sanitari. Troppe nomine politiche, troppi casi di clientelismo nel presente e nel recente passato. «Le regole che possano assicurare la trasparenza saranno rese più stringenti» dicono i collaboratori di Balduzzi indicando in curriculum a prova di bomba, da oggi in avanti, la precondizione per poter guidare una struttura sanitaria. Il Consiglio dei ministri del 31 agosto darà anche il via libera al fascicolo sanitario elettronico per i pazienti. Teoricamente dovrebbe già essere realtà. Nella pratica è decollato, tra le grandi regioni, solo in Lombardia ed Emilia Romagna. Si punta, in un futuro non troppo prossimo, a immagazzinare in un chip tutte le informazioni sanitarie di una persona. Per poi inserirle dentro la tessera sanitaria. Ecografie, diagnosi, radiografie, ricette. Mai più polverosi dossier: tutto digitalizzato e pronto per essere agevolmente consultato al computer. La rivoluzione riguarderà anche l’attività privata svolta in strutture pubbliche dai medici. Si tratta della riforma «intramoenia» voluta dall’ex ministro Rosy Bindi nel ’99. Che però non ha mai funzionato fino in fondo. Gli uomini del ministero parlano anzi di «far west» da regolare, ricordando i diversi decreti che si sono inutilmente succeduti in questi ultimi 13 anni sulla questione. In particolare, l’intervento cercherà di sistemare la questione della cosiddetta intramoenia allargata. Vale a dire l’attività svolta da medici presso strutture private per mancanza di spazi sanitari pubblici. Potranno continuare ad essere svolta ma, dice chi sta lavorando al provvedimento, «dovrà essere assicurata la tracciabilità dei pagamenti da parte dei pazienti e l’azienda sanitaria dovrà ricevere, dal parte del professionista, una certificazione». Elementi che, si osserva, non sempre fino a oggi sono stati rispettati.
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http://www.ilmessaggero.it/primopiano/s ... 5908.shtml



P.S. leggete i primi commenti che arrivano sul FSE



Eilan
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Re: Medici di famiglia, si cambia

Messaggio da Eilan » domenica 26 agosto 2012, 22:26

Se anche il linea di principio fossi pure d'accordo la mia ''paranoia'' riguarda la medicina del lavoro, che sempre più, giustamente da un lato, preserva e monitora il lavoratore, dall'altro invece a seconda delle proprie patologie mette delle limitazioni, limitazioni che possono andare bene se l'azienda ha la possibilità di poter impiegare il lavoratore in altre mansioni, se non le ha è un bel guaio.
Al momento c'è una legge che vieta espressamente discriminazioni per quanto ci riguarda, e da quello che so, a parte l'ambito sanitario, è vietato sottoporre al test i lavoratori, ma fino a quando mi chiedo?

Lavorando nel privato, mi sto rendendo sempre più conto che, se sei sano meglio è, e se nel tempo, per motivi x y ti ammali e devi stare a casa, è sempre più difficile sia giustificare le assenze, che la tua permanenza in azienda. Forse al momento sembrerà che io stia esagerando, ma non sono per niente tranquilla, e il confine tra medicina del lavoro e le nostra patologia, ma ancor più per le probabili complicanze o patologie non aids come vengono chiamate oggi, potrebbe un giorno, per via di questo maledetto FSE essere poi scavalcato e cavalcato dalle aziende private per farti fuori perchè non idoneo. Chi mi assicura che non ci saranno interazioni un giorno tra questo e il lavoro, con la scusa che comunque anche loro sono medici e che è giusto che il lavoratore sia tutelato e quindi è giusto che sappiano? Sarò ripeto completamente folle, ma quello che mi vivo tutti i giorni è un incubo che sembra prendere corpo.
Meglio per coloro che sono imprenditori e datori di lavoro di se stessi, io non lo sono e ho paura.



isabeau
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Re: Medici di famiglia, si cambia

Messaggio da isabeau » domenica 26 agosto 2012, 22:54

e' complicato pure per un s- essere un lavoratore ammalato....io ho conosciuto persone ke in cura per l'epatite dopo il 6 mese di malattia hanno perso il lavoro e l'hanno potuto fare non ce' sindacato o scusa ke tenga..la mia amica con una serie di ernie non potrebbe piu' fare il lavoro ke fa'il datore di lavoro non puo' per il momento spostarla in ammistrazione,forse dopo gennaio le hanno detto, il neurokirurgo la vorrebbe semiferma gia' da ora...mah.... caxo come ti capisco Meluzza....ùe ma bisogna tenere duro e resistere sempre.... :roll: ;)



Eilan
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Re: Medici di famiglia, si cambia

Messaggio da Eilan » lunedì 27 agosto 2012, 6:35

Una volta dopo 6 mesi, dovevi rientrare almeno un giorno, e poi potevi rientrare in malattia ma , se negli ultimi 3 anni di lavoro, si accumula un anno e mezzo di malattia + un giorno sei licenziato! E' così che il marito di una mia collega, ammalato di tumore, venne licenziato, sebbene in azienda sapessero tutti il suo calvario. Io non lo so si parla tanto di diritto alla privacy ma a me sembra ce ne fosse, per assurdo più prima, qua per una storia o un'altra siamo sempre più esposti, altro che diritto all'anonimato. Poi aggiungici che hanno spostato l'eta pensionabile a 67 anni dimmi tu se non si è a rischio ancor di più e che usino la malattia (grazie anche a coloro che in passato ne hanno abusato per nulla) per farti fuori.



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