Boehringer Ingelheim esce dalla ricerca in virologia
Inviato: giovedì 20 settembre 2012, 7:17
Boehringer Ingelheim esce dalla ricerca in virologia
19 settembre 2012
Dopo aver messo a punto farmaci che hanno fatto la storia della terapia antiretrovirale e che sono ancora ampiamente utilizzati, come nevirapina e tipranavir, Boehringer Ingelheim ha annunciato di aver deciso di abbandonare la ricerca in questo settore. Verrà quindi chiuso il centro di ricerche canadese di Laval, nel Quebec, che attualmente occupa 170 persone e nel quale quattro anni fa furono investiti 36 milioni di dollari per ammodernarlo.
Dopo una revisione della propria pipeline, l’azienda ha deciso di focalizzarsi su cinque aree terapeutiche: oncologia, diabete, cardiovascolare e tromboembolismo, Snc e fibrosi polmonare idiopatica
L’azienda rimane impegnata nella produzione dei due farmaci anti Hiv: tipranavir, un inibitore delle proteasi (PI) di seconda generazione, e nevirapina, un inibitore non nucleosidico della transcriptasi inversa (NNRTI). Rimarranno in essere anche i progetti per facilitare l’accesso a questi farmaci ai pazienti dei Paesi più poveri.
La nevirapina fu scoperta dai ricercatori del gruppo Boehringer Ingelheim. Il farmaco è stata la prima terapia NNRTI approvata dal Food an Drug Administration degli USA. Fu approvata il 21 giugno 1996 per gli adulti e l'11 settembre 1998 per i bambini. In Europa venne approvata nel 1997.
Il tipranavir è un inibitore non-peptidico delle proteasi utilizzato nella terapia antiretrovirale in combinazione con ritonavir, in pazienti adulti precedentemente pluritrattati, con virus resistente a più di un inibitore delle proteasi.
Nell’area dell’infettivologia l’azienda sta portando avanti due progetti di sviluppo per farmaci anti epatite C. Si tratta dell’inibitore di proteasi BI 201335 e dell’inibitore di polimerasi BI 207127, entrambi attivi per via orale contri il virus dell’epatite C. All’ultimo congresso dell’EASL sono stati presentati i dati della fase II denominata SOUND-C che hanno dimostrato una buona efficacia in una terapia interferon-free. Tali progetti di ricerca verranno proseguiti ma non ne inizieranno di nuovi.
19 settembre 2012
Dopo aver messo a punto farmaci che hanno fatto la storia della terapia antiretrovirale e che sono ancora ampiamente utilizzati, come nevirapina e tipranavir, Boehringer Ingelheim ha annunciato di aver deciso di abbandonare la ricerca in questo settore. Verrà quindi chiuso il centro di ricerche canadese di Laval, nel Quebec, che attualmente occupa 170 persone e nel quale quattro anni fa furono investiti 36 milioni di dollari per ammodernarlo.
Dopo una revisione della propria pipeline, l’azienda ha deciso di focalizzarsi su cinque aree terapeutiche: oncologia, diabete, cardiovascolare e tromboembolismo, Snc e fibrosi polmonare idiopatica
L’azienda rimane impegnata nella produzione dei due farmaci anti Hiv: tipranavir, un inibitore delle proteasi (PI) di seconda generazione, e nevirapina, un inibitore non nucleosidico della transcriptasi inversa (NNRTI). Rimarranno in essere anche i progetti per facilitare l’accesso a questi farmaci ai pazienti dei Paesi più poveri.
La nevirapina fu scoperta dai ricercatori del gruppo Boehringer Ingelheim. Il farmaco è stata la prima terapia NNRTI approvata dal Food an Drug Administration degli USA. Fu approvata il 21 giugno 1996 per gli adulti e l'11 settembre 1998 per i bambini. In Europa venne approvata nel 1997.
Il tipranavir è un inibitore non-peptidico delle proteasi utilizzato nella terapia antiretrovirale in combinazione con ritonavir, in pazienti adulti precedentemente pluritrattati, con virus resistente a più di un inibitore delle proteasi.
Nell’area dell’infettivologia l’azienda sta portando avanti due progetti di sviluppo per farmaci anti epatite C. Si tratta dell’inibitore di proteasi BI 201335 e dell’inibitore di polimerasi BI 207127, entrambi attivi per via orale contri il virus dell’epatite C. All’ultimo congresso dell’EASL sono stati presentati i dati della fase II denominata SOUND-C che hanno dimostrato una buona efficacia in una terapia interferon-free. Tali progetti di ricerca verranno proseguiti ma non ne inizieranno di nuovi.