amicizia tra siero+
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- Iscritto il: martedì 18 settembre 2012, 22:32
amicizia tra siero+
un pò di anni fa, nel 1999, un mio caro amico mi confidò di avere contratto l'hiv, provai un grande dispiacere e nello stesso tempo la grande preoccupazione di come comportarmi, di come non fargli mai pesare quella situazione, non fu molto difficile scegliere: mi comportai semplicemente come avevo sempre fatto, nulla cambiò , le cene, le vacanze, il divertimento, i confronti accesi su tutto, abbiamo continuato una bella amicizia, francamente per anni non ne parlavamo, e la "presenza" non intaccò mai la nostra amicizia.sono passati anni e lui è in terapia e sta benissimo; adesso sono nella sua stessa situazione e purtroppo la nostra amicizia non è più come prima, inizialmente è scattata la solidarietà, i consigli, le rassicurazioni, poi ho notato la sua stanchezza ad ascoltarmi, l'insofferenza alla mia depressione e alla mia difficoltà a metabolizzare l'evento, fino ad un palese e disarmente "mi hai stancato!", potete immaginare per me cosa può essere stato.sono arrivato alla conclusione che chi vive per anni con la siero+ si crea un equilibrio, una nicchia protettiva, delle certezze vere o presunte, equilibrio che viene difeso con le unghia e con i denti, nessun confronto può essere fatto se va a "minare" questo equilibrio; dopo tutti questi anni mi sarei aspettato un comportamento diverso, una comprensione dettata dall'esperienza e invece eccomi a leccarmi altre ferite e con l'amarezza che forse anch'io devo chiudermi nella nicchia e cercare il confronto con chi non vive il problema, probabilmete ci sarà più comprensione e disponibilità. dirlo a pochi? incomincio a pensare che non sia proprio la strada giusta. e voi?
Re: amicizia tra siero+
No, io non penso sia una peculiarità dei siero+, al mondo quasi nessuno ha tanta voglia di dare corda a chi cerca una spalla su cui piangere. Anche io sono fatto così, dopo un po' la mia pazienza e la mia disponibilità si esauriscono. Secondo me faresti meglio a utilizzare per i tuoi sfoghi e le tue rassicurazioni il forum (questo o un altro) perché in un ambiente virtuale oggi c'è uno domani un altro che sono nello stato d'animo di starti ad ascoltare. Dal reale io il discorso sieropositività (con tutto il suo carico di preoccupazioni, lagne, paure eccetera) invece lo lascerei fuori perché, come hai sperimentato in questo caso, poi va a finire che perdi degli amici in quanto, ti ripeto, la voglia di ascoltare uno che si lagna, è limitata. Ciao
Re: amicizia tra siero+
Il tuo (ex?) amico sarà stato un po’ tranchant, ma è solo un meccanismo di difesa.
Questo è un peso per tutti, che ognuno, più o meno coscientemente, cerca di allontanare dall’orizzonte della propria quotidianità, e quindi è veramente difficile, pur condividendo lo stesso percorso, mettere in comune gli aspetti peggiori di questa storia.
Credo che, coscientemente o no, tutti se ne sia vittime allo stesso modo, e trovarsi di fronte qualcuno che te lo ricorda è un po’ come essere costretti a rimarcare la propria “sconfitta”, il fatto che virus “fa male” anche a te… ed ecco che magari se ne parla, ma con molta circospezione, e si cerca tutti quanti di rendere il fardello il meno pesante possibile a chi ci ascolta, anche per non trasformare le occasioni di convivialità in appuntamenti col dolore.
Gli amici servono anche a condividere i dispiaceri, è vero, ma è meglio mettere in risalto le cose belle che ci uniscono.
Questo è un peso per tutti, che ognuno, più o meno coscientemente, cerca di allontanare dall’orizzonte della propria quotidianità, e quindi è veramente difficile, pur condividendo lo stesso percorso, mettere in comune gli aspetti peggiori di questa storia.
Credo che, coscientemente o no, tutti se ne sia vittime allo stesso modo, e trovarsi di fronte qualcuno che te lo ricorda è un po’ come essere costretti a rimarcare la propria “sconfitta”, il fatto che virus “fa male” anche a te… ed ecco che magari se ne parla, ma con molta circospezione, e si cerca tutti quanti di rendere il fardello il meno pesante possibile a chi ci ascolta, anche per non trasformare le occasioni di convivialità in appuntamenti col dolore.
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