Accanimento terapeutico o opzione obbligatoria?
Inviato: domenica 3 febbraio 2013, 14:03
Prima di accingermi a scrivere questo post ho riflettuto a lungo se fosse il caso di farlo, alla fine ho deciso di aprirlo perchè penso sempre che alla fine possa essere utile anche ad altri, anche se in questo caso posso dire che ''gli altri'' a cui mi riferisco sono rarissimi per cui poco interessanti.
E' la storia di Illo controllore spontaneo dell'infezione da HIV da 30 anni, ma affetto da cirrosi e in attesa di trapianto di fegato.
Il trapianto non si farà più, purtroppo la TAC ha evidenziato noduli al fegato e quindi sottoposto subito a chemioembolizzazione che dicevano fosse più leggera di una chemio normale, ma l'unica cosa di differenza è che non ha perso i capelli, per tutto il resto è stato malissimo.
Ora siamo in attesa della risposta della TAC dopo il trattamento, e la novità consiste nel fatto che hanno paventato la possibilità di fargli assumere la terapia. I suoi esami dopo la chemio sono CD4 sopra i 500, percentuale al 41% e viremia sotto le 50 copie. Sconcertata da questo ma già messa in preallarme per avergli fatto il test di resistenze chiedo lumi al dottore: perchè aggravare il suo fegato con altri farmaci mettendolo in terapia quando ha questa ''fortuna''? A me pare un sacrilegio!
Mi è stato risposto che anche se è un elitè il virus lavora lo stesso e che si sono consultati anche con il centro di Aviano e ritengono che la terapia potrà aiutarlo.
Io non sono un medico e tante cose nè le capisco nè le so, ma se tutto questo avesse lo scopo di farlo sopravvivere ancora per un po' boh forse glielo troverei pure un senso, ma se, come temo, la chemioembolizzazione è stata solamente un palliativo che senso ha tutto questo? Mettere un elitè controller in terapia antiretrovirale, quando mi fu detto che nemmeno dopo il trapianto ne avrebbe mai avuto bisogno?
Naturalmente questi sono pensieri che ho tenuto per me, Illo manco sa di cosa stiamo parlando, mi riferisco alla terapia, e non voglio interferire con quanto pensano i medici del suo caso, perchè gli specialisti sono loro, noi possiamo fare ben poco se non sperare che ci prendano, e non posso nemmeno dire che lo seguano superficialmente visto che è monitorato da 3 ospedali, anzi devo dire che anche in questo è molto speciale, io ho visto solo lui venir trattato così, però umanamente parlando, mi chiedo se questo ''accanimento'' ha un senso, o se lo ha solo in virtù di quello che è. Comunque ancora nulla è deciso, ma ho voluto farvi conoscere che nemmeno gli elitè in questo caso sembrano poter scampare alla terapia.
E' la storia di Illo controllore spontaneo dell'infezione da HIV da 30 anni, ma affetto da cirrosi e in attesa di trapianto di fegato.
Il trapianto non si farà più, purtroppo la TAC ha evidenziato noduli al fegato e quindi sottoposto subito a chemioembolizzazione che dicevano fosse più leggera di una chemio normale, ma l'unica cosa di differenza è che non ha perso i capelli, per tutto il resto è stato malissimo.
Ora siamo in attesa della risposta della TAC dopo il trattamento, e la novità consiste nel fatto che hanno paventato la possibilità di fargli assumere la terapia. I suoi esami dopo la chemio sono CD4 sopra i 500, percentuale al 41% e viremia sotto le 50 copie. Sconcertata da questo ma già messa in preallarme per avergli fatto il test di resistenze chiedo lumi al dottore: perchè aggravare il suo fegato con altri farmaci mettendolo in terapia quando ha questa ''fortuna''? A me pare un sacrilegio!
Mi è stato risposto che anche se è un elitè il virus lavora lo stesso e che si sono consultati anche con il centro di Aviano e ritengono che la terapia potrà aiutarlo.
Io non sono un medico e tante cose nè le capisco nè le so, ma se tutto questo avesse lo scopo di farlo sopravvivere ancora per un po' boh forse glielo troverei pure un senso, ma se, come temo, la chemioembolizzazione è stata solamente un palliativo che senso ha tutto questo? Mettere un elitè controller in terapia antiretrovirale, quando mi fu detto che nemmeno dopo il trapianto ne avrebbe mai avuto bisogno?
Naturalmente questi sono pensieri che ho tenuto per me, Illo manco sa di cosa stiamo parlando, mi riferisco alla terapia, e non voglio interferire con quanto pensano i medici del suo caso, perchè gli specialisti sono loro, noi possiamo fare ben poco se non sperare che ci prendano, e non posso nemmeno dire che lo seguano superficialmente visto che è monitorato da 3 ospedali, anzi devo dire che anche in questo è molto speciale, io ho visto solo lui venir trattato così, però umanamente parlando, mi chiedo se questo ''accanimento'' ha un senso, o se lo ha solo in virtù di quello che è. Comunque ancora nulla è deciso, ma ho voluto farvi conoscere che nemmeno gli elitè in questo caso sembrano poter scampare alla terapia.