Come rivelare la sieropositività?
Inviato: venerdì 19 luglio 2013, 18:43
Salve a tutti.
Ho scoperto da pochi giorni di essere sieropositiva. Sorvolo sullo stato d'animo del momento.
I vari dottori con cui ho parlato finora (non ho ancora fatto la prima visita infettivologica), mi hanno detto che è importante che io avvisi le persone che potrei aver messo a rischio, ovviamente.
Sono certa che il contagio sia avvenuto con l'ultimo partner occasionale che ho avuto e che dunque non ci siano persone da mettere in guardia, oltre a lui.
E qui sorge la domanda: so che PER LEGGE sono tenuta a farlo, ma quando ci penso, non riesco davvero a capacitarmi di dorvegli riferire IO che è sieropositivo.
So perfettamente che chiunque ha il diritto di curarsi e soprattutto che, avvisandolo, si spera (non ne sono affatto sicura) che possa evitare il contagio ad altre persone, ma davvero la cosa mi riesce difficile: mi sono fidata di un uomo (stupidamente, lo so che è colpa mia) che mi ha fatto ammalare. Questo ragazzo, oltretutto, mi sta facendo passare settimane di angoscia, poichè nonostante la mia esplicita richiesta di non essere più cercata (ancor prima dell'esito degli esami), continua a tormentarmi con telefonate ad ore assurde, sms di minaccia, visite al lavoro e sotto casa.
Temo seriamente che colga l'occasione della telefonata che dovrei fargli, per "riallacciare" i rapporti.
Un'altra delle mie paure (la principale sicuramente) è che possa andarlo a raccontare ad altri (amici e conoscenze in comune): per il momento ho deciso di tenere la cosa per me e se si venisse a sapere, la situazione diventerebbe ancora più tragica e insostenibile.
Ovviamente, casomai fosse necessario dirlo, con questa persona il rapporto si è concluso in maniera del tutto negativa e dunque non confido nella sua riservatezza o comprensione. Solo vendetta per il momento.
Quando ho saputo che non si era mai sottoposto in vita sua ad un esame del sangue mirato, gli ho detto di farlo il prima possibile, suggerendogli pure il centro M.T.S. più vicino (che cretina...). Lui non ci è andato comunque.
Concludo: so bene quello che sono tenuta a fare, ma non ho la minima idea di come gestire la cosa.
Qualcuno di voi si è mai trovato nella mia situazione, indeciso se rivelare o meno la sieropositività proprio a chi l'ha contagiato? E peggio ancora a qualche persona con cui si è rimasti in pessimi rapporti?
Oltre alla disperazione che sento ora, mi porto appresso anche il senso di colpa per non avere il coraggio di rivelare il contagio di questa malattia proprio a chi me l'ha trasmessa. E sto due volte male. Ho bisogno di chiudere momentaneamente le "questioni" con gli altri (il resto del mondo) e prendermi del tempo per me, per affrontare l'inizio della convivenza con l'HIV e, magari, tenergli testa.
So di essere egoista, ma in questo momento rabbia e angoscia sono le uniche cose che sento e spazio per far del bene agli altri fatico a trovarlo.
Grazie a chi vorrà rispondermi e un abbraccio a tutti di cuore.
Ho scoperto da pochi giorni di essere sieropositiva. Sorvolo sullo stato d'animo del momento.
I vari dottori con cui ho parlato finora (non ho ancora fatto la prima visita infettivologica), mi hanno detto che è importante che io avvisi le persone che potrei aver messo a rischio, ovviamente.
Sono certa che il contagio sia avvenuto con l'ultimo partner occasionale che ho avuto e che dunque non ci siano persone da mettere in guardia, oltre a lui.
E qui sorge la domanda: so che PER LEGGE sono tenuta a farlo, ma quando ci penso, non riesco davvero a capacitarmi di dorvegli riferire IO che è sieropositivo.
So perfettamente che chiunque ha il diritto di curarsi e soprattutto che, avvisandolo, si spera (non ne sono affatto sicura) che possa evitare il contagio ad altre persone, ma davvero la cosa mi riesce difficile: mi sono fidata di un uomo (stupidamente, lo so che è colpa mia) che mi ha fatto ammalare. Questo ragazzo, oltretutto, mi sta facendo passare settimane di angoscia, poichè nonostante la mia esplicita richiesta di non essere più cercata (ancor prima dell'esito degli esami), continua a tormentarmi con telefonate ad ore assurde, sms di minaccia, visite al lavoro e sotto casa.
Temo seriamente che colga l'occasione della telefonata che dovrei fargli, per "riallacciare" i rapporti.
Un'altra delle mie paure (la principale sicuramente) è che possa andarlo a raccontare ad altri (amici e conoscenze in comune): per il momento ho deciso di tenere la cosa per me e se si venisse a sapere, la situazione diventerebbe ancora più tragica e insostenibile.
Ovviamente, casomai fosse necessario dirlo, con questa persona il rapporto si è concluso in maniera del tutto negativa e dunque non confido nella sua riservatezza o comprensione. Solo vendetta per il momento.
Quando ho saputo che non si era mai sottoposto in vita sua ad un esame del sangue mirato, gli ho detto di farlo il prima possibile, suggerendogli pure il centro M.T.S. più vicino (che cretina...). Lui non ci è andato comunque.
Concludo: so bene quello che sono tenuta a fare, ma non ho la minima idea di come gestire la cosa.
Qualcuno di voi si è mai trovato nella mia situazione, indeciso se rivelare o meno la sieropositività proprio a chi l'ha contagiato? E peggio ancora a qualche persona con cui si è rimasti in pessimi rapporti?
Oltre alla disperazione che sento ora, mi porto appresso anche il senso di colpa per non avere il coraggio di rivelare il contagio di questa malattia proprio a chi me l'ha trasmessa. E sto due volte male. Ho bisogno di chiudere momentaneamente le "questioni" con gli altri (il resto del mondo) e prendermi del tempo per me, per affrontare l'inizio della convivenza con l'HIV e, magari, tenergli testa.
So di essere egoista, ma in questo momento rabbia e angoscia sono le uniche cose che sento e spazio per far del bene agli altri fatico a trovarlo.
Grazie a chi vorrà rispondermi e un abbraccio a tutti di cuore.