Contraccettivi ormonali raddoppiano il rischio di Hiv"

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
thelondonsuede
Messaggi: 742
Iscritto il: domenica 18 marzo 2007, 18:19
Località: SARANNO POI CAZZI MIEI UHUHUUHUHU
Contatta:

Contraccettivi ormonali raddoppiano il rischio di Hiv"

Messaggio da thelondonsuede » martedì 4 ottobre 2011, 16:17

LA RICERCA
Lancet: "Contraccettivi ormonali
raddoppiano il rischio di Hiv"

Ampio studio condotto su 3.800 coppie in Africa e pubblicato sulla rivista britannica. Le iniezioni trimestrali, metodo contraccettivo che si sta diffondendo in diversi paesi del continente martoriato dall'Aids, sembrano aumentare notevolmente la possibilità di contrarre il virus e di trasmetterlo al partner

CONTRACCETTIVI ormonali sembrano raddoppiare nelle donne il rischio di diventare sieropositive o, se già sieropositive, di trasmettere al proprio partner l'infezione. Sono allarmanti i risultati di uno studio su larga scala pubblicato su The Lancet Infectious Diseases e sollevano un nuovo spinoso problema per l'Africa, devastata dall'Aids e particolarmente a rischio per la salute delle donne: sono infatti moltissime le ragazze in giovane età che si trovano ad affrontare gravidanze indesiderate, con il rischio di complicazioni che possono portare anche alla morte.

Il controllo delle nascite è fondamentale per favorire lo sviluppo economico e migliorare la salute di mamma e bambino e in Africa le campagne di sensibilizzazione a favore in particolare di metodi contraccettivi come le iniezioni che si somministrano trimestralmente hanno avuto un certo successo, soprattutto nella zona subsahariana maggiormente colpita dall'Aids, per via della loro praticità. Ma se il contraccettivo ormonale - usato da 140 milioni di donne nel mondo - si scopre pericoloso perché può aumentare il rischio di contagio da Hiv, si impone una seria riflessione. A questo proposito, riporta il New York Times, l'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di indire una riunione il prossimo gennaio per valutare se i dati evidenziati dallo studio - rischi già sospettati in precedenza ma non provati in modo conclusivo - sono sufficientemente forti da dover rivedere le raccomandazioni alle donne, imponendo nuove informazioni sui rischi legati a questo tipo di contraccettivi.

Lo studio, che solleva un bel dilemma a livello di sviluppo e salute globale, è stato condotto su dati provenienti da sette paesi africani - Botswana, Kenya, Ruanda, Sudafrica, Tanzania, Uganda e Zambia - su quasi 3.800 coppie "discordanti", in cui solo uno dei due partner è sieropositivo e l'altro è sano. Guidata da Renee Heffron della University of Washington a Seattle la ricerca riporta ancora una volta l'attenzione sulla necessità di non abbassare la guardia sul rischio Hiv.

Gli esperti hanno osservato 3.790 coppie discordanti e osservato che in caso di uso di contraccettivi ormonali il rischio di trasmissione di Hiv all'interno della coppia è raddoppiato. Non è ben chiaro perché ciò accada, ma i ricercatori hanno notato una maggiore concentrazione del virus Hiv nelle secrezioni del collo dell'utero nelle donne sieropositive che usavano il contraccettivo ormonale. Fattore che induce a pensare che i contraccettivi ormonali - in misura meno evidente anche la pillola - possano influire sulla suscettibilità al virus e aumentare la possibilità di infezione. Per la prima volta i dati dimostrano chiaramente l'aumento di rischio di infezione per le donne con l'uso del contraccettivo ormonale, e allo stesso tempo anche per i loro partner maschili.

Potrebbe essere il progestinico presente nel contraccettivo iniettabile ad avere un effetto fisiologico, causando mutamenti nella vagina o nel collo dell'utero, ha spiegato il dottor Charles Morrison, del dipartimento di Scienze cliniche della Durham University, autore di un commento allo studio pubblicato sempre su The Lancet, in cui rileva la doppia valenza del problema: "La promozione attiva delle iniezioni contraccettive in zone con elevata incidenza di Hiv potrebbe contribuire all'epidemia di Aids nell'Africa subsahariana, e sarebbe tragico. D'altra parte, limitare uno dei metodi più efficaci e diffusi per la contraccezione nell'Africa subsahariana porterebbe conseguenze altrettanto tragiche", scrive Morrison nel suo commento.

I risultati ora dovranno essere approfonditi: "Non ci sono dubbi sui benefici dei contraccettivi ormonali che devono essere messi a confronto con il rischio di infezione Hiv", sottolineano i ricercatori nelle conclusioni del lavoro. Continuando a raccomandare l'uso del preservativo, perché anche se la coppia si cautela per prevenire gravidanze indesiderate, questo non sembra metterla a riparo dalla trasmissione del virus.

"Occorre una certa cautela perché lo studio, per stessa ammissione degli autori, contiene diversi bias", avverte Vittorio Colizzi, docente di immunologia all'università di Tor Vergata a Roma e uno dei massimi esperti di Aids. "Si basa su informazioni 'self-reported' e non controllate, né a livello clinico né di laboratorio", continua il professore. Ora di sicuro ci saranno altri studi per approfondire controllati, ma il dato sollevato esiste ed è rilevante, conclude, "perché di fatto si è visto un raddoppiamento del numero di infezioni".

(04 ottobre 2011)

http://www.repubblica.it/salute/prevenz ... ef=HREC2-8