Consiglio giuridico-legale
Consiglio giuridico-legale
L’ASL n°4 del FVG recapita a casa le analisi del sangue, previo compilazione richiesta alla reception prima del prelievo. Le opzioni sono fra la posta prioritaria gratuita e raccomandata al costo di 4,50€. Da anni funziona così, e ha sempre funzionato bene, avendo richiesto l’invio gratuito tramite posta prioritaria da sempre. Forse perché ha sempre funzionato bene, dalle ultime analisi sono cambiate le regole da parte dell'ASL, gli esami inerenti all’hiv possono essere spediti solo tramite raccomandata (loro decidono, io pago) e va beh, porto pazienza. Ora, fra gran fragore di modernità, le analisi del sangue possono essere visibili online dalla data determinata e per una durata di 45 giorni, accessibili tramite codice fiscale, numero di richiesta e password che viene data al momento dell’accettazione ai prelievi. Tutto bene? No! Tutti i pazienti possono usufruire di questo servizio, meno quelli affetti da hiv. Riporto la dicitura esatta: “Quelli che sono esclusi da leggi speciali” (HIV, Malattie sessualmente trasmesse, IVG, Tossicologici.)
Tutte le analisi della mia povera mamma affetta dai suoi problemi li posso leggere online, le mie no. Io la chiamo DISCRIMINAZIONE. Non so quali siano le leggi “speciali” perché (naturalmente) non sono specificate, e nel caso ci siano, penso che la libertà dell’individuo sia quella di decidere lui stesso il livello di privacy delle sue condizioni di salute e non un direttore di ASL qualunque o come temo un’associazione timorata dalla privacy di chi non gli compete. Inoltre mi sono chiesto quale differenza ci sia fra una lettera (raccomandata) spedita a casa e un referto online coperto da password. (A parte, naturalmente il costo). Alla fine di questo discorso, dato che ho sempre pensato, per la correttezza di tutti, che la scelta della privacy debba essere delegata all’individuo e non ad una “legge speciale” se eventualmente esiste, o a un fantomatico direttore di ASL, questa storia non mi va giù e voglio capire perché tutti sì e hiv no. Dando per scontato che dall’ASL non riceverei alcuna risposta, chiedevo, da qualcuno più addentrato, se può essere un diverbio risolvibile tramite il garante della privacy o tramite il TAR, perché sono abbastanza determinato nel considerare tutto questo una discriminazione, piuttosto che una protezione della privacy.
Tutte le analisi della mia povera mamma affetta dai suoi problemi li posso leggere online, le mie no. Io la chiamo DISCRIMINAZIONE. Non so quali siano le leggi “speciali” perché (naturalmente) non sono specificate, e nel caso ci siano, penso che la libertà dell’individuo sia quella di decidere lui stesso il livello di privacy delle sue condizioni di salute e non un direttore di ASL qualunque o come temo un’associazione timorata dalla privacy di chi non gli compete. Inoltre mi sono chiesto quale differenza ci sia fra una lettera (raccomandata) spedita a casa e un referto online coperto da password. (A parte, naturalmente il costo). Alla fine di questo discorso, dato che ho sempre pensato, per la correttezza di tutti, che la scelta della privacy debba essere delegata all’individuo e non ad una “legge speciale” se eventualmente esiste, o a un fantomatico direttore di ASL, questa storia non mi va giù e voglio capire perché tutti sì e hiv no. Dando per scontato che dall’ASL non riceverei alcuna risposta, chiedevo, da qualcuno più addentrato, se può essere un diverbio risolvibile tramite il garante della privacy o tramite il TAR, perché sono abbastanza determinato nel considerare tutto questo una discriminazione, piuttosto che una protezione della privacy.
Re: Consiglio giuridico-legale
A livello strettamente legale, puoi fare ben poco. Tecnicamente la raccomandata rispetta il Codice della Privacy. In teoria solo il destinatario, o chi per lui delegato con apposita procura, può ritirare la raccomandata, a dispetto del malcostume dei postini a consegnare la raccomandata a chiunque abiti all'indirizzo di destinazione e che é disposto a firmare per ricevuta. Lo chiamo malcostume perché, anche se permette di velocizzare il lavoro dei postini e nel 99,99% dei casi va bene, nel restante 0,01% gli avvocati vincono le cause appunto contestando la modalità di notifica degli atti con effetto giuridico (verbali, cartelle esattoriali ecc.).
Dalla tua parte ci sono solo una legge debole (l'ambiguo Codice dell'Amministrazione Digitale, il quale nel definire i mezzi di comunicazione privilegiati usa la parola "normalmente", lasciando liberi gli Enti di stabilire disciplinari specifiche di accesso agli atti), più qualche blando decreto legislativo e parecchie circolari sul contenimento della spesa. Alcune (poche ed estremamente specifiche) circolari sono anche perentorie, ma sono fonti di diritto secondarie ben poco sostenute dalle fonti primarie. Quindi sono sempre gli Enti stessi a stabilire "ove possibile" applicare i mezzi di trasmissione telematica.
In altre parole, la norma non ti riconosce alcun diritto soggettivo da far valere per ottenere i referti mezzo telematico anziché mezzo raccomandata, se non forse in caso di tua dichiarazione di stato di indigenza (scordatelo).
Più che andare li e "pretendere", dovresti "sensibilizzare" la dirigenza della tua ASL.
Dalla tua parte ci sono solo una legge debole (l'ambiguo Codice dell'Amministrazione Digitale, il quale nel definire i mezzi di comunicazione privilegiati usa la parola "normalmente", lasciando liberi gli Enti di stabilire disciplinari specifiche di accesso agli atti), più qualche blando decreto legislativo e parecchie circolari sul contenimento della spesa. Alcune (poche ed estremamente specifiche) circolari sono anche perentorie, ma sono fonti di diritto secondarie ben poco sostenute dalle fonti primarie. Quindi sono sempre gli Enti stessi a stabilire "ove possibile" applicare i mezzi di trasmissione telematica.
In altre parole, la norma non ti riconosce alcun diritto soggettivo da far valere per ottenere i referti mezzo telematico anziché mezzo raccomandata, se non forse in caso di tua dichiarazione di stato di indigenza (scordatelo).
Più che andare li e "pretendere", dovresti "sensibilizzare" la dirigenza della tua ASL.
Re: Consiglio giuridico-legale
Ciao !
Al San Raffaele di Milano ogni paziente decide come ricevere o ritirare le analisi
Non c e limitazione alla pubblicazione online ovviamente in area riservata con due livelli di password, la seconda forbita nuova ad ogni prelievo
In termini generali la privacy di ciascuno è diritto disponibile quindi chiederei spiegazioni ai burocrati asl per sapere in base a quali leggi speciali operano la distinzione
Sky, tu sei giurista o ti sei documentato su qualche testo o sito prima di scrivere la risposta ?
Al San Raffaele di Milano ogni paziente decide come ricevere o ritirare le analisi
Non c e limitazione alla pubblicazione online ovviamente in area riservata con due livelli di password, la seconda forbita nuova ad ogni prelievo
In termini generali la privacy di ciascuno è diritto disponibile quindi chiederei spiegazioni ai burocrati asl per sapere in base a quali leggi speciali operano la distinzione
Sky, tu sei giurista o ti sei documentato su qualche testo o sito prima di scrivere la risposta ?
Re: Consiglio giuridico-legale
Sono stato il responsabile della privacy nella mia precedente ditta e l'informatica giuridica sta occupando un ruolo sempre maggiore del mio lavoro. Sono finiti i tempi in cui ero un semplice programmatore, ormai per tirare la carretta districandomi in mezzo alle leggi italiane sto diventando anche io burocrate....Morfeo80 ha scritto:Ciao !
Al San Raffaele di Milano ogni paziente decide come ricevere o ritirare le analisi
Non c e limitazione alla pubblicazione online ovviamente in area riservata con due livelli di password, la seconda forbita nuova ad ogni prelievo
In termini generali la privacy di ciascuno è diritto disponibile quindi chiederei spiegazioni ai burocrati asl per sapere in base a quali leggi speciali operano la distinzione
Sky, tu sei giurista o ti sei documentato su qualche testo o sito prima di scrivere la risposta ?
Re: Consiglio giuridico-legale
PS
Per "sensibilizzare" la direzione della tua ASL, segnalo che in molti enti sono state emesse circolari sul contenimento della spesa che, in caso di accertate spese di spedizione inutili, paventano la decurtazione della retribuzione di risultato (una specie di premio produzione nel loro stipendio) o addirittura rifondere le spese.
Non conosco le circolari e le ordinanze di servizio in vigore nella tua USL, ma certi direttori potrebbero essere molto sensibili alla materia quando si tratta ti toccare il loro portafogli.
Per "sensibilizzare" la direzione della tua ASL, segnalo che in molti enti sono state emesse circolari sul contenimento della spesa che, in caso di accertate spese di spedizione inutili, paventano la decurtazione della retribuzione di risultato (una specie di premio produzione nel loro stipendio) o addirittura rifondere le spese.
Non conosco le circolari e le ordinanze di servizio in vigore nella tua USL, ma certi direttori potrebbero essere molto sensibili alla materia quando si tratta ti toccare il loro portafogli.
Re: Consiglio giuridico-legale
Macché discriminazione, è idiozia, così tanta che fosse calcolata nel PIL, la Repubblica Italiana avrebbe i conti in ordine.
Qui in Lombardia abbiamo il favoloso Fascicolo Sanitario Elettronico online, una figata: puoi vedere (quasi) tutto quello che ti riguarda… e si preoccupa pure della tua “praivasi”… ovviamente troppo e male.
La “praivasi” è un tale punto fermo che tutti i miei esami fatti presso il Centro che mi segue sono lucchettati in modo che neppure i medici che accedono al FSE li vedano… (oddio, non è sempre stato così, per il passato ricordo lucchetti distribuiti alla carlona, devono avere aggiornato il software e associato il lucchetto al codice 020…)
Poi, siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, finisce che caricano però tutte le impegnative per le visite e gli esami… e li si scopre che vado ogni 3-4 mesi al reparto di infettivologia… e che mi prescrivono gli esami sull’HIV… e queste informazioni sono allegramente visibili a qualunque medico si colleghi: non può sapere che carica virale ho (la “praivasi” è salva!), in compenso ha la certezza che io sia sieropositivo…
Qui in Lombardia abbiamo il favoloso Fascicolo Sanitario Elettronico online, una figata: puoi vedere (quasi) tutto quello che ti riguarda… e si preoccupa pure della tua “praivasi”… ovviamente troppo e male.
La “praivasi” è un tale punto fermo che tutti i miei esami fatti presso il Centro che mi segue sono lucchettati in modo che neppure i medici che accedono al FSE li vedano… (oddio, non è sempre stato così, per il passato ricordo lucchetti distribuiti alla carlona, devono avere aggiornato il software e associato il lucchetto al codice 020…)
Poi, siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, finisce che caricano però tutte le impegnative per le visite e gli esami… e li si scopre che vado ogni 3-4 mesi al reparto di infettivologia… e che mi prescrivono gli esami sull’HIV… e queste informazioni sono allegramente visibili a qualunque medico si colleghi: non può sapere che carica virale ho (la “praivasi” è salva!), in compenso ha la certezza che io sia sieropositivo…
HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info
Re: Consiglio giuridico-legale
Ciao Puzzle, anche se in parte ti ha già risposto Skydrake, ti direi come farei io al tuo posto. La questione è comunque complessa, perché di fatto le pubbliche amministrazioni non hanno l'obbligo di comunicare col cittadino con altre modalità se non con la PEC (Posta elettronica certificata), che di fatto potrebbe sostituire la raccomandata come modalità di invio delle comunicazioni.
Considera che una casella PEC base ha un costo di circa 5 euro più iva e può essere configurata con facilità anche su smartphone.
Tieni presente che il Codice dell'amministrazione digitale indica (art. 6) che " 1. Per le comunicazioni di cui all'articolo 48, comma 1, con i soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo ai sensi della vigente normativa tecnica, le pubbliche amministrazioni utilizzano la posta elettronica certificata. La dichiarazione dell'indirizzo vincola solo il dichiarante e rappresenta espressa accettazione dell'invio, tramite posta elettronica certificata, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli atti e dei provvedimenti che lo riguardano."
Al tuo posto, quindi, io mi doterei di una casella PEC ed invierei un'email di PEC all'ufficio relazioni con il pubblico (URP) o la direzione della tua ASL (o al limite all'ufficio protocollo, che comunque deve per leggere disporre di PEC), indicando i termini della questione e avanzando una richiesta scritta di ricevere la documentazione esclusivamente via PEC, appunto.
Considera che una casella PEC base ha un costo di circa 5 euro più iva e può essere configurata con facilità anche su smartphone.
Tieni presente che il Codice dell'amministrazione digitale indica (art. 6) che " 1. Per le comunicazioni di cui all'articolo 48, comma 1, con i soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo ai sensi della vigente normativa tecnica, le pubbliche amministrazioni utilizzano la posta elettronica certificata. La dichiarazione dell'indirizzo vincola solo il dichiarante e rappresenta espressa accettazione dell'invio, tramite posta elettronica certificata, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli atti e dei provvedimenti che lo riguardano."
Al tuo posto, quindi, io mi doterei di una casella PEC ed invierei un'email di PEC all'ufficio relazioni con il pubblico (URP) o la direzione della tua ASL (o al limite all'ufficio protocollo, che comunque deve per leggere disporre di PEC), indicando i termini della questione e avanzando una richiesta scritta di ricevere la documentazione esclusivamente via PEC, appunto.
Re: Consiglio giuridico-legale
Ehm....rospino ha scritto:Ciao Puzzle, anche se in parte ti ha già risposto Skydrake, ti direi come farei io al tuo posto. La questione è comunque complessa, perché di fatto le pubbliche amministrazioni non hanno l'obbligo di comunicare col cittadino con altre modalità se non con la PEC (Posta elettronica certificata), che di fatto potrebbe sostituire la raccomandata come modalità di invio delle comunicazioni.
Considera che una casella PEC base ha un costo di circa 5 euro più iva e può essere configurata con facilità anche su smartphone.
Tieni presente che il Codice dell'amministrazione digitale indica (art. 6) che " 1. Per le comunicazioni di cui all'articolo 48, comma 1, con i soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo ai sensi della vigente normativa tecnica, le pubbliche amministrazioni utilizzano la posta elettronica certificata. La dichiarazione dell'indirizzo vincola solo il dichiarante e rappresenta espressa accettazione dell'invio, tramite posta elettronica certificata, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli atti e dei provvedimenti che lo riguardano."
Al tuo posto, quindi, io mi doterei di una casella PEC ed invierei un'email di PEC all'ufficio relazioni con il pubblico (URP) o la direzione della tua ASL (o al limite all'ufficio protocollo, che comunque deve per leggere disporre di PEC), indicando i termini della questione e avanzando una richiesta scritta di ricevere la documentazione esclusivamente via PEC, appunto.
fare da battistrada con questo metodo di trasmissione ha un effetto collaterale: i tuoi referti passerebbero di mano a mezzo ospedale.
Di solito le PEC non le gestiscono direttamente il reparto, ma le segreterie amministrative. Inqualche caso i fogli in spedizione devono passare dall'ufficio Protocollo (le PEC in uscita devono sottostare al protocollo unico nazionale, a volte c'é un ufficio apposito) e poi dall'ufficio spedizione, in tutti i casi però necessitano di una lettera di trasmissione firmata da un dirigente e, in alcuni casi, siglata dal Capo di Gabinetto o chi per lui autorizza le spedizioni.
Insomma, ogni volta che si tratta di spedire una carta mezzo PEC, questa può passare di mano tra 2-3 uffici differenti.
Ultima modifica di skydrake il giovedì 9 luglio 2015, 14:48, modificato 2 volte in totale.
Re: Consiglio giuridico-legale
Hai fatto bene a specificarlo, sky. Perché, in effetti, è corretto quel che specifichi e si tratta di un bell' "effetto collaterale"skydrake ha scritto: Ehm....
fare da battistrada con questo metodo di trasmissione ha un effetto collaterale: i tuoi referti passerebbe di mano a mezzo ospedale.
Di solito le PEC non le gestiscono direttamente il reparto, ma le segreterie amministrative e in qualche raro caso dall'ufficio Protocollo o dall'ufficio spedizione, in tutti i casi però necessitano di una lettera di trasmissione firmata da un dirigente e, in alcuni casi, siglata dal Capo di Gabinetto o chi per lui autorizza le spedizioni.....

Tutto dipende quindi dal fatto che una persona accetti che, in un modo o nell'altro, alcuni propri dati sensibili passino sotto il naso di altre persone...
Re: Consiglio giuridico-legale
Anche noi in Piemonte abbiamo il Fascicolo Sanitario Elettronico che funziona benissimo tranne per l'HIV! Cioè io sul mio FSE ho tutti i referti, le prescrizioni e dal prossimo anno pure le spese mediche sostenute (in abbinamento al mio codice fiscale) ma non posso ritirare i referti degli esami di controllo per l'HIV online per "motivi di privacy". Che fare? Ho provato a chiedere in reparto e mi hanno detto che stanno pensando a cosa fare... Mah!
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk